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Autore: HelenaLestrange    05/10/2013    1 recensioni
1971
Clara è una ragazza undicenne che ha appena scoperto di essere una strega, e presto andrà a studiare ad Hogwarts, la grande scuola per maghi del Regno Unito.
Lì scoprirà che non potrà pronunciare il cognome di sua madre senza che tutti restino a bocca aperta, che essere una mezzosangue è difficile, e che venir odiati dalla propria nonna per esserlo è ancora più complicato.
*
La magia che era nel sangue di Jane è passata attraverso Rose , senza neanche considerarla , per poi arrivare in Helena e Andrew. Ora , Clara e Gabriel , essendo figli di Helena , per loro fortuna , hanno preso il sangue della madre , e perciò sono magici.-
Silente diede il tempo a John e alla famiglia di guardarsi e poi continuò:
-Ora , a quanto pare , voi , signor Bernat , non volete concedere ai vostri figli di andare a Hogwarts, e perciò noi siamo venuti per convincerla , e se non lo accetterà dovremo assumere estremi rimedi- disse il vecchio come se nulla fosse.
Ci fu un silenzio degno di una tomba e poi arrivò la catastrofe.
Genere: Avventura, Comico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Albus Silente, Altro personaggio, I Malandrini, Lily Evans, Minerva McGranitt
Note: nessuna | Avvertimenti: Incompiuta | Contesto: Malandrini/I guerra magica
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Dunque , dopo la One-Shot demenziale e fuori di testa su Bellatrix Lestrange , ho deciso di buttarmi suul'epoca dei Malandrini.
Avviso già tutti dicendo che ho decisto di dividere le avventure dei Malandrini , Lily e il nuovo personaggio in 7 fanfiction, una per anno , e sono già in un bivio , siccome ho in mente due modi diversi per far finire la 7° fanfiction, e non so cosa fare...
Forse l'inizio del capitolo può sembrare un po' noioso e macchinoso , ma vi prometto che l'ultima parte è fantastica.
Che dire , spero che vi piaccia, accetto recensioni neagtive e positive eee....
BUONA LETTURA!!


20 febbraio 1971
Semplicemente incredibile.
Clara Bernat , una babbana qualunque , aveva ricevuto la lettera per Hogwarts, destinata solo ai maghi d’Inghilterra.
Il 20 febbraio , una civetta scura , dai grandi occhi verdi si era appollaiata sul balcone dell’appartamento dove viveva con sua madre , suo padre e il fratellino Gabriel, di 8 anni.
Suo fratello era solito svegliarsi presto , ma quel giorno lei lo aveva battuto sul tempo , per via dell’agitazione. Ora mai si sa , tutti il giorno del proprio compleanno sono un po’ agitati. Comunque , la ragazza , arrivata in salotto aveva già avvistato la collinetta di regali e se li stava già pregustando e saltellando di felicità quando un deciso ‘’toc toc’’ echeggiò per tutta la casa, svegliandola dalla sua trance di pura felicità. Spaventata ma allo stesso tempo curiosa , si avvicinò alla finestra che dava al balcone chiedendosi cosa ci fosse là fuori.
Piano e cercando di non farsi notare da chiunque potesse esserci  ,scostò un lembo della candida tenda , notando che sulla ringhiera nera a ghirigori , vi era appollaiata una bella civetta maestosa con penne e piume che variavano dal castano scuro al nero. Teneva nel becco dorato una busta, come quelle che usava suo papà quando spediva le fatture , solo che quella , piuttosto che essere bianca e nuova , era di un giallino quasi antico e sembrava alquanto trasandata. Era chiusa da un sigillo di ceralacca viola, e vi era impresso qualcosa di strano , che sembrava uno stemma sui quali erano disegnati un tasso , una serpe , un corvo e un leone. Affascinata da quella creatura e da ciò che teneva  , non si accorse che la civetta l’aveva vista e che aveva cominciato a scrutarla intensamente con i suoi occhi verdi,  per vedere se fosse lei la destinataria di quella missiva che ora mai trasportava da un pezzo. Inaspettatamente  balzò sul davanzale e Clara spaventata si tirò indietro , chiudendo la tenda e accasciandosi al muro. Aspettò una decina di minuti e poi , per accertarsi che non fosse stata la sua immaginazione , si alzò e riaprì lentamente  la tenda. La civetta era ancora lì . Aveva girato la busta , facendole vedere l’indirizzo , e la fissava, come per chiederle se fosse lei la ragazza citata. L’inchiostro era verde , e una calligrafia ben ordinata e alquanto elegante aveva tracciato le parole ‘’ Sig.rina Clara Bernat , Fleet Street , 171  , Londra, 7° Piano , Appartamento 14 , Stanza in fondo al Corridoio , vicino al Bagno’’ . La bambina , stupita , senza accorgersene , fece cenno di si con la testa , e la civetta poggiò la lettera sul davanzale. Clara aprì la finestra e strinse la busta in mano. L’uccello aspettò che la prendesse e poi volò via.

-Ma sei pazza? Ti prenderai un accidenti ! E poi come lo spieghi alla mamma e al papà che ti sei ammalata il giorno del tuo compleanno!?- La voce di suo fratello la svegliò dalla trance di stupore in cui era caduta poco prima. Si girò e vide il biondino con gli occhiali che la guardava stupito.
-E in più cosa ci fai sveglia alle 8:00 del mattino? Stai per caso delirando? E cos’hai in mano?- chiese il bambino alla sorella curioso –Perché te ne stavi appoggiata alla finestra? Non hai visto che a parte che la camicia da notte non hai niente che ti tiene caldo… Oh , nevica!!-
Per la fortuna di Clara , il bambino aveva notato la neve che volteggiava fuori dalla finestra e lei aveva potuto nascondere la lettera dietro alla schiena e chiudere la finestra. Gabriel si era incantato a guardare quello spettacolo che solitamente avveniva durante gli ultimi giorni di dicembre. Per loro quell’anno era cominciato davvero male , già a Londra e nei paraggi il tempo non era dei migliori , ma quei primi due mesi erano davvero molto freddi , tanto da non poter stare fuori più di cinque minuti prima di congelare e diventare un cubo di ghiaccio in scala reale di un essere umano.
La bambina si gettò sul divano e aprì la busta. Dentro vi era un lettera scritta con lo stesso inchiostro verde smeraldo che era stato usato per scrivere l’indirizzo , con la stessa calligrafia elegante che diceva: 
Scuola di magia e stregoneria
Di Hogwarts.
Direttore : Albus Silente
(Ordine di Merlino , Prima Classe,Grande Esorcista,
Stregone Capo , Supremo Pezzo Grosso , Confederazione Internazionale dei Maghi)
Cara signora Bernat ,
siamo lieti di informarLa che Lei ha diritto a frequentare la Scuola di Magia e Stregoneria di Hogwarts.
Qui accluso troverà l’elenco di tutti i libri di testo e delle attrezzature necessarie.
I corsi avranno inizio il 1° di settembre. Restiamo in attesa della Sua risposta via gufo entro e non oltre il 28 febbraio p.v.
Con ossequi ,
Minerva McGranitt

Vicedirettrice.

Clara rilesse più volte la lettera incredula. C’era sicuramente qualcosa che aveva a che fare con suo fratello , sicuramente era uno dei suoi scherzi, e magari era stato aiutato dalla mamma o dal papà. Ancora nei suoi pensieri sentì un urlo di felicità.
-Auguroni tesoro! Finalmente 11 anni ! Ogni giorno più bella e grande la mia bambina!- I suoi genitori la stritolarono in un abbraccio mortale e sorridendo le scoccarono due bei bacioni sulle guancie ancora rosse per via di tutto il tempo che aveva passato con la testa cacciata fuori dalla finestra.
-Tesoro sei tutta fredda, come mai? Non sarai mica uscita in balcone , vero??- le domandò la madre molto preoccupata.
Clara non sapeva cosa dire , non sapeva se rivelar loro  la storia della civetta e della lettera , oppure starsene zitta e parlare di quella questione un altro giorno. Alla fine si decise e disse:
-Mamma , quando sono venuta in salotto c’era una civetta  che teneva in becco una busta , sono uscita e lei me l’ha data in mano e poi è andata via.-
Sua madre divenne bianca e suo padre spalancò gli occhi.
-Piccolina mia , non dire stupidate , non è possibile che un gufo arrivi con una lettera , che aspetti docilmente il proprietario e che poi se ne vada dopo la consegna!- esclamò il padre.
-Ma papà , è vero , guarda , questa è la busta , e la lettera è questa . Dice che il primo settembre devo andare in una scuola chiamata Hogwarts dove insegnano magia e stregoneria. Tieni , leggila!-
I genitori si raggrupparono e Gabriel , che si era finalmente staccato dalla finestra , li aveva raggiunti e tentava di leggere la lettera , saltando per vedere ciò che c’era scritto. Quando finirono di leggere la missiva e abbassarono le braccia il bambino rubò loro la lettera e cominciò a leggerla , anche se con fatica.
-Insomma John , non credo che sia poi così difficile , lo sapevamo che un giorno o l’altro avremmo dovuto lasciarla partire…-
-Ma Helena , è nostra figlia, la nostra bambina… -
Clara guardava curiosa la scena , intanto dietro il fratellino cercava ostinatamente di capire ciò che la lettera volesse dire.
-John , è grande , in più mancano ancora più di sei mesi , abbiamo tempo… -
- Ma Helena , e poi se non si trova bene ? Con tutte quelle persone…-
-… siamo lieti di informarLa? Mamma , perché la ‘L’ è in grande?- il poveraccio continuava a leggere senza capire nulla.
- È una forma di cortesia caro. John , è una strega , come vuoi che ci si senta male tra consanguinei?-
-Consanguinei? Non sono mica fratelli e sorelle! Non mi pare mica di avere parenti magici!-
- … accluso, ma perché mettono parole così difficili? Mamma , cos’è accluso?-
-Vuol dire incluso piccolo. E se io non ti abbia detto che forse mia nonna era una strega?-
-Tu mi hai nascosto un aspetto importante della tua famiglia? Come hai osato?-
- Mamma perché vogliono una risposta via gufo?-
- Oh Gabriel , non lo so! Non ti ho nascosto nulla John, stavo solo supponendo. In più se mia nonna fosse stata una strega me lo avrebbero detto, non credi?-
- Allora Helena spera per te che non te l’abbiano detto o che non sia vero!-
- Maaammaaaa, cosa sono gli ossequi?-
- I complimenti Gabriel.- Helena , la madre , era a pezzi , stava per andare in crisi : rispondere a un figlio curioso e a un marito furioso di prima mattina non era una cosa a cui era abituata.
–John , mia nonna non è mai stata una strega , Lui quel giorno ci aveva avvisati , non ricordi? Aveva detto : ‘’Vostra figlia sarà una maga a tutti gli effetti , e se avrete un altro figlio anche lui sicuramente sarà un gran mago.’’-
Pure Clara stava per andare in crisi , non capiva più nulla.
-Wow Helena , cos’è questa storia? Hai passato ogni giorno della tua vita per più di 11 anni a ripetere fino alla nausea quella stupida ‘’profezia’’ in modo da potermelo rinfacciare il giorno che questa discussione sarebbe saltata fuori?- Il padre di Clara era su tutte le furie.
Clara oramai non ci capiva più niente. I suoi genitori sapevano già che lei sarebbe dovuta andarsene di casa a 11 anni , allora perché non le avevano detto nulla? Perché le avevano nascosto tutto? In un impeto di rabbia la bambina , magicamente fece andare in mille pezzi i vasi di sua madre e i fornelli in cucina si accesero. I genitori smisero di litigare e la guardarono stupiti , mentre Gabriel , svariati secondi dopo , senza neanche rendersi conto di ciò che era successo urlò:
-Che forza, anch’io voglio andare in una scuola di magia e stregoneria !-
Clara e i suoi lo guardarono sorpresi , cercando di capire  come non avesse fatto a notare tutta l’acqua che c’era per terra e che poco prima , in cucina , i fornelli si erano accesi da soli.
-Cosa c’è? Cosa ho fatto questa volta?- Piagnucolò Gabriel.
- N… Niente ometto- Rispose il padre , ancora bianco come un cencio per via dell’accaduto.
I genitori riportarono lo sguardo su Clara , che ancora incredula per ciò che aveva provocato , li guardava spaventata a morte, sicura che suo padre si sarebbe arrabbiato.
-Scu… Scusatemi , mamma e papà , scusatemi , è che voi avete cominciato a litigare , poi voi avete parlato del fatto che voi sapevate già che questo sarebbe accaduto , e io non ci ho visto più nulla : mi sono arrabbiata moltissimo e ecco cos’è successo.-
-Fa niente Clara – rispose la madre nervosa.
-Come fa nient… - John aveva cominciato a protestare , ma l’occhiata assassina della mogli lo aveva zittito.
-Giusto , fa niente Clara. Dimentichiamo tutto, oggi bisogna festeggiare! Domani io e tua madre ne parleremo mentre sarete a scuola e manderemo la risposta via posta.-
-Ma papà , la risposta deve essere via gufo!-
- E mi vuoi dire come ci procuriamo un gufo Clara?-
- Ma, papà….-
- Zitta , ora aiuta tua madre a pulire , io vado a mettere questa lettera nel cassetto della mia  scrivania , e poi diremo addio a questa discussione : sarà solo un lontano ricordo.- E così John andò nel suo ufficio , che si trovava in uno stanzino a dir poco claustrofobico .
Clara si andò a prendere uno straccio e cominciò ad asciugare. Helena , si alzò e andò a preparare la colazione. Gabriel raggiunse la sorella e le chiese – Ma se sei una strega, perché non asciughi tutto con la magia?-
-Non sarebbe una cattiva  idea , ma il fatto è che non so come si fa.-
- Ah , scusa.-
-Gabriel , puoi aiutarmi tirando su tutti i cocci dei vasi per favore?-
-Uffa! Ma perché sempre io?- domandò disperato il fratellino disperato.
La sorella lo guardò con degli enormi occhioni dolci e il fratellino sbuffò.
-E va bene , ma solo perché è il giorno del tuo compleanno!-
Dopo alcuni minuti Clara andò in crisi: perché sua madre aveva così tanti vasi? L’acqua era ovunque ed era veramente tanta. Si esasperò pensando ‘’Ma se sono una strega dovrebbe tornare tutto a posto sotto un mio comando!’’. Rassegnata esclamò:
-Quanto vorrei che tutto si rimetta in ordine!-
Pian pianino , i cocci che il fratello stava raccogliendo si mossero tra le sue dita , come se volessero scappare dalla sua presa. Uno di loro lo graffiò , facendo uscire sangue dalle dita del bambino , che mollò la presa , facendo cadere i cocci a terra , ma che non sfiorarono il pavimento. Graziosi e leggeri cominciarono a volteggiare in giro per il salotto , sotto lo sguardo stupito di Clara e di Gabriel , che aveva lasciato perdere la mano sanguinante , affascinato e sicuro che uno spettacolo del genere non si sarebbe mai più ripetuto in tutta la sua vita. I pezzi di vetro  si spostavano galleggiando, andando ognuno verso un mobile differente. Arrivati alla loro postazione i cocci cominciarono ad assemblarsi velocemente. Era come se qualcosa di invisibile stesse attaccando i pezzi tra di loro ,  e sembrava che il vaso non si fosse mai rotto. Ad un certo punto i vasi smisero di galleggiare e si posarono delicatamente al loro posto d’origine. L’acqua che era a terra si raggruppò in una sola grande pozza , si divise in tanti piccoli ruscelletti , che riempirono ognuno un vaso differente. I fiori sparsi a terra si divisero in tanti mazzi misti , ancora più variati e rigogliosi di prima , e raggiunsero un vaso a loro piacimento , per poi inserirsi all’interno di esso.
Gabriel guardò stupito la sorella che a sua volta fissava uno dei tanti vasi che pochi minuti prima era distrutto a terra. Quest’ultimo però galleggiava ancora in aria. Sembrava quasi non volesse mettersi al suo posto. Gabriel capì che il recipiente non  aveva alcuna intenzione di scendere e così corse a prendere una sedia e alcuni cuscini , li impilò uno sopra l’altro e vi salì sopra. Clara lo aiutò a tenersi , ma Gabriel , dopo aver preso il vaso perse l’equilibrio. In quel momento per il fratello sembrò che tutto andasse a rallentatore e incominciò a galleggiare. Si posò delicatamente a terra e Clara lo guardò come se fosse un extraterrestre.
-Gabriel , tu voli?-
- Che cosa?-
-Tu sei caduto , poi hai cominciato a galleggiare e sei sceso a terra.-
Il bambino felice di aver scoperto di essere pure lui magico mise il vaso a posto.
In quel momento entrò la madre dicendo:
-Clara , tieni , ti ho portato un paio di stracci in più: l’acqua è troppa. Ah , questo è il sacco per buttare i cocci , comprerò altri vasi …- Helena alzò gli occhi degli stracci e dal sacco che reggeva e vide che tutto era a posto , e balbettò l’ultima parte della frase.- n.. non c’… c’è b … b.. bisogno che t… tu ti  m.. metta a in … incollare t..tutt… tutto…- Rimase a bocca aperta e l’unica cosa che aggiunse fu:
- Wow-
Sorrise ai figli , come se con lo sguardo stesse cercando di promettere a tutti e due che avrebbe convinto John a farli andare a Hogwarts , perché dopo tutto , Lui aveva detto che pure Gabriel sarebbe andato a Hogwarts.
-Bene ragazzi , visto che è tutto a posto facciamo colazione.-
Quando John tornò dallo stanzino-ufficio e vide che tutto era a posto , entrò in cucina balbettando qualcosa come – spiegatemi cos’è successo.- , ma ovviamente non ce ne fu bisogno.
La giornata passò velocemente e allegramente. Nel pomeriggio gli zii e i cugini vennero a portarle i propri regali e a farle le congratulazioni per i suoi 11 anni. Insomma , nel complesso , per Clara , fu il miglior compleanno in tutti i suoi 11 anni di vita.
 
Passarono due settimane , oramai erano i primi di marzo , e della busta e di Hogwarts non se ne era più parlato. Tutto sembrava filare liscio come l’olio , fino a quando , un giorno , per la fortuna di Clara e Gabriel , arrivò un uomo a render visita ai suoi genitori.
Sarà stato il 13 di marzo quando Clara andò ad aprire la porta ad un signore alquanto anziano. Portava una lunga toga che variava dal giallo all’arancione , un cappello a punta di una tonalità più scura e una lunga barba  , con la punta dentro alla cintura di cuoio , dalla quale pendeva un pezzo di legno ben articolato e decorato , sembrava quasi prezioso e antico. Aveva il naso adunco e aveva un paio di occhiali a mezza luna , puliti talmente bene che l’azzurro dei suoi occhi sembrava quasi più appariscente. I capelli bianchi arrivavano alle spalle.
Clara , incuriosita disse:
-Buongiorno-
- Buongiorno a te Clara – rispose l’uomo.
- Chi è lei ?- chiese incredula : come faceva a sapere il suo nome?
- Io?- chiese l’uomo , quasi non lo sapesse.
- Certo , lei , chi altri!- Clara era stranita. L’uomo era solo , a parte il gatto che c’era dietro di lui , non vedeva nessun altro.
-Beh , signorina Clara , dopotutto poteva incuriosirla anche chi potesse essere la gatta dietro di me.- rispose vago.
- Ma è un gatto! Sarà sicuramente uno dei tanti della signora giù di sotto.-
In quel momento il gatto si trasformò in una donna di mezza età , che portava una lunga veste verde smeraldo e un cappello a punta nero , anch’essa con degli occhiali. La donna si sporse verso di lei stringendole la mano.
-Come può vedere signorina Bernat , non sono un gatto. Certo , la signora di sotto mi ha scambiata per uno dei suoi dieci gatti e mi ha tenuta con sé per più di due settimane , il signor preside è dovuto intervenire , altrimenti la donna non mi avrebbe mai lasciata andare. Un vero sudiciume là sotto: gatti ignoranti e grassi come  degli ippogrifi senza dubbio,  non ce n’è uno che  vivrebbe per più di un giorno a Hogwarts. Ho pure incontrato un alto Animagus , è lì da più di un anno , oramai nel mondo magico è stato dato per morto. Ti ricordi del vecchio Ramon Nomemuevo, Albus?-
-Certo che me lo ricordo , sempre pronto a prepararti la miglior paella della storia. Ah , non ho più trovato un ristorante in cui preparino quella specialità spagnola da quando è sparito.-
-Ecco Albus , il signor Nomemuevo è lì sotto. Ho cercato di convincerlo a uscire da lì , ma non ne vuole parlare. Ah , magari si rendesse conto che là fuori , nel mondo magico , molti aspettano che ritorni.-
-Lascia stare Minerva , lo sai quanto è testardo. Dunque , dicevamo, le è Minera McGranitt , vicedirettrice di Hogwarts, io sono Albus Percival Wulfric Braian Silente , ho molti titoli , ma molti mi conoscono come ‘’il Preside di Hogwarts’’ , anche se il mio preferito è ‘’Supremo Pezzo Grosso’’ , sa signorina Clara , credo che dia un certa idea di potere, lo pensi pure te Minerva?-
- Certo Albus.-
I due si guardarono e poi voltarono all’unisono i visi verso Clara , che non sapeva se restare lì a guardarli affascinata e incredula o scappare dai suoi urlando che c’erano due pazzi alla porta che parlavano di gatti che facevano le paellas e che avevano come nome il Supremo Pezzo Grosso e Granito.
-Ad ogni modo signorina Bernat , siamo qui per qualcosa di molto più importante che parlare di paellas e gatti pidocchiosi- continuò l’uomo , che a quanto pareva si chiamava Albus nonsopiùchecosa Supremo Pezzo Grosso.
-Cosa posso fare per voi?- chiese Clara
- Oh , potresti fare molte cose per noi , come ad esempio portarci un tè o un ghiacciolo al limone , sai io li adoro, ma basta che tu chiami i tuoi genitori e ci faccia entrare , sempre che tu possa far entrare sconosciuti in casa , sai , penso che Helena non ne sarebbe molto felice… Ma sai , siamo amici di vecchia data , lei ci conosce molto , bene. Conoscevamo pure sua nonna: che strega straordinaria e potente!-
-E come mai questa visita improvvisa ?- chiese Clara.
-Semplice- continuò l’uomo-devo fare quattro chiacchiere con i tuoi genitori!-

 
  
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