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Autore: xstylinsonslove    06/10/2013    0 recensioni
«Dirò che ti amo, che ti amo come solo l'aria si può amare.
Come si ama l'aria, dopo troppo tempo in apnea.
Lo farò, ti do la mia parola.»
Punk!Louis Nerd!Marcel
Paole: 3130
Paring: Larry
Rating: Giallo
Genere: Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Altri, Harry Styles, Louis Tomlinson
Note: AU | Avvertimenti: nessuno
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Ok, ciao a tutte/i!
So che deovrei finire la long che ho in sospeso, ma non trovo l'ispirazione. Beh, nel frattempo, ho buttagio giù questa OS che amo con tutta me stessa, in meno di due ore.
Per cui, se fa schifo, scusatemi.
Ma, beh, io la amo.
Btw, è, ovviamente, una larry.
Giuro che si è scritta da sola. Mai avevo pensato a qualcosa di simile, davvero.
Ed è per questo che la amo. Perchè scriverla è stata la cosa più facile della mia vita.
Mi scuso comunque per gli errori, non ho una beta e mi affido solo al controllo ortografico di NVU, lol.
Beh, comunque, se arrivate al fondo e vi ha lasciato qualcosa, magari, lasciate qualcosa a me. Come qualche parola di apprezzamento e, magari, anche qualche consiglio.
Ok, vi lascio alla storia:

Punk!Louis Nerd!Marcel
Paole: 3130
Paring: Larry
Rating: Giallo
Titolo: I'll tell you 'I love you' and I'll take you to the sea.
Trama: «Dirò che ti amo, che ti amo come solo l'aria si può amare.
Come si ama l'aria, dopo troppo tempo in apnea.
Lo farò, ti do la mia parola.»

 Desclaimer: Nessuno dei personaggi citati mi appartiene, purtroppo. Non intendo offendere nessuno e tutto ciò che ho scritto è stato fatto solo frutto del mio cervello- ormai andato e mai più ritrovato-, senza alcuno scopo di lucro.





                                                                     I'll tell you 'I love you' and I'll take you to the sea.






«Marcel! Ehy, aspettami! Marcel non farti pregare, fermati. » Louis corre trafelato per i corridoi della south hampstead high school, cercando di richiamare l'attenzione del ragazzo con gli occhiali più grandi di lui sul volto.
Ma, quello, sembra non volerlo sentire.
« Ok, Marc, ti prego. »
A quelle parole il ragazzo che sta inseguendo da più o meno tre o quattro minuti, si ferma immediatamente, trattenendo un sorriso.
« Ah, è proprio cosi allora. Ti piace farti pregare. »
Il ragazzo in questione, Marcel, si gira in tutta la sua altezza per fare fronte al più grande, che lo guarda accigliato.
« Ti rendi conto, vero, che mi hai fatto correre per tutta la scuola? E perché non parli? »
Marcel lo guarda per un paio di secondi, con le sopracciglia alzate. Ma poi proprio non ce la fa, probabilmente per quel velo di sudore che ricopre il viso dell'altro ragazzo, e per quella piccola ruga tra le sopracciglia e le mani sui fianchi morbidi e il busto un pò piegato per via della corsa, e prende a parlare.
« Non ti farò i compiti, Lou. Questione chiusa. Ora.. » prima di completare la frase si guarda un attimo intorno, e abbassa leggermente la voce.
«.. possiamo andare a casa? Ho parecchio mal di testa. »
Louis alza gli occhi al cielo, maledicendo il ragazzo per la sua testa dura e testarda.
« Solo francese, per favore! Sai che sono pessimo, vorresti farmi bocciare? Sul serio, Marc? »
Marcel lo guarda, con la bocca leggermente aperta. Prova anche a parlare, un paio di volte. Ma alla fine ci rinuncia, scuote la testa puntando gli occhi verso il basso, e si gira per tornare, finalmente, a casa.
Ed ignorare i lamenti del ragazzo dietro di lui che si è deciso finalmente a seguirlo, anche se parecchio infastidito.



**


« Smettila. »
Louis piega leggermente la testa verso la destra, si morde il labbro inferiore mostrando i denti e corruga le sopracciglia.
« Di fare? Dai, fammi assaggiare! »
E prima che Marcel possa fermarlo o fare altro, Louis ha già infilato l'intera mano nel recipiente contenente il contenuto della torta.
« Lou! E dai! Lo sai che odio queste cose. Scommetto che non ti nei neanche lavato le mani, e adesso l'intera miscela è da buttare, perché non voglio mangiare i tuoi bat-» e non può finire la frase, perché il ragazzo dagli occhi blu gli ha riempito la faccia di crema pasticciera, prendendo anche i capelli.
E proprio vorrebbe restare serio, perché sa che tra poco sentirà le urla del più piccolo, ma proprio non ce la fa e scoppia in una risata leggera, che è cosi bassa ma squillante che, alla fine, fa tremare il cuore del ragazzo al suo fianco.
« Ora.. beh, dovrei pulirti, giusto? » Marcel lo guarda scettico, mentre Louis si alza leggermente sulle punte, e fa uscire dalle sue labbra fini la sua lingua, posandola sul mento del più piccolo e facendola salire, prima verso l'orecchio sviando poi verso le piccole borse sotto gli occhi e andando poi verso la fronte. C'è da dire che lo aveva proprio riempito, di crema.
Poi torna giù sempre lentamente -cosi lentamente che il più piccolo pensa che avrà un attacco di cuore prima che riesca a dargli un bacio, e si chiede dove ha lasciato l'inalatore- e va verso il mento, da dove era partito. Poi fa lostesso giro, ma nella parte sinistra del viso, e questa volta non si ferma solo alla fronte per tornare al mento, ma va giù verso il collo, dove spunta la carotide e lascia tanti piccoli baci e labbra sigillate, mentre ogni tanto tira con le labbra qualche vena sporgente che Marcel fa tirare quando allunga il collo all'indietro. E, quando proprio non ce la fa più, il più piccolo gli alza con la forza il viso e Louis non ha neanche il tempo di sospirare, perché Marcel è sulle sue labbra.
Ed il bacio neanche ci parte, casto.
E' senza freni, solo dettato dalla voglia che hanno l'uno dell'altro.
Marcel cerca un appoggio dietro di lui, per attaccarsi e non cadere di ginocchia, ma non trova niente, dal momento che sono finiti nel centro della stanza. E' cosi che si abbassa leggermente, e mette la mani sulle natiche di Louis, per poi fare forza e issarlo sulla sua vita, a cui il più grande allaccia immediatamente le gambe.
E Louis va subito a posare una mano tra i suoi capelli, per scompigliarli e togliere quella montagna di gel.
Perchè, lui glielo dice sempre, al naturale è qualcosa di meraviglioso.
Ma Marcel odia quei ricci svolazzanti, per cui li ingabbia in una gabbia fatta di gel.
Ma, durante quei momenti tutti loro, Louis vuole averlo cosi, semlicemente Marcel.
Il più piccolo cammina alla cieca, preso com'è a lasciare tanti baci a bocca aperta sul collo di Louis, e si muove verso la camera da letto.
E, quando finalmente - quasi cinque minuti dopo- la trova, getta delicatamente Louis sul letto a due piazze che condividono da quasi sei mesi, e ci si butta sopra.
Louis apre le gambe, facendolo posizionare nel mezzo.
Ed è tutto un lento togliersi i vestiti perché, loro lo sanno, hanno tutto il tempo che vogliono.
E, quando finalmente sono come madre natura li ha fatti, Louis fa scivolare Marcel sotto di lui.
E Marcel, beh, Marcel starebbe in ogni posizione in cui Louis gli chiede di stare.
E quando poi, con sempre un pò di tremore, Louis gli accarezza la guancia chiedendogli se è pronto -come fa sempre, poi- Marcel gli sorride.
Louis gli bacia tutti e due gli angoli della bocca, per farlo comunque smettere di tremare.
Dovrebbe essere un pò abituato, Marcel, ma ha sempre quella paura assurda del dolore.
E Louis lo sa, ed ogni volta gli si spezza il cuore.
« Entra, Lou. »
E Louis lo fa. Si fa strada dentro di lui, dolcemente.
E il dolore, beh, quello c'è sempre.
Solo che dopo un pò scompare, portando con se tutte le fiamme che nella vita ha Marcel.
L'incendo in lui si spegne, ed inizia a vivere come fa sempre quando è con Louis.
E si amano, in quella piccola stanza, dove nessuno può immaginarlo.


**


« Voglio andare a Brighton! »
Louis si strozza con il tea che gli ha preparato giusto due secondi prima Marcel, quando sente quelle parole.
« Cosa? Ora?!»
E Marcel gli scoppia a ridere in faccia, perché sa che il suo ragazzo è stupido, ma se ne meraviglia sempre di più.
« Certo che no! Ora dobbiamo andare a scuola, bellezza. Dico, sai .. quando.. beh, poi ne parliamo, ok? Finisci il tea, cosi andiamo. »
Louis strizza un paio di volte gli occhi, e posa la tazza sul tavolo.
« Marcel, piccolo, puoi finire i discorsi che intraprendi? »
« Chi te li ha insegnati, questi paroloni? Una delle gemelle? »
Louis arriccia le labbra, e scuote la testa.
Gli da fastidio quando Marcel di prende gioco di lui, e del suo cervello.
« No, il dizionario. Ma forse tu, da Daisy o Phoebe, puoi farti dare qualche consiglio di moda o di estetica. »
Marcel spalanca la bocca, prendendo un bel pò d'aria.
« Cosa.. cosa vorresti dire? »
« Che sanno conciarsi meglio di te, ecco cosa! »
Louis si alza in piedi, e vorrebbe fronteggiare Marcel.. ma bhe, questo è impossibile, data l'altezza.
« Bhe, se conciarsi sta a me come cervello sta a te, penso proprio di essere messo male, allora. »
Ed è inutile dire che Louis ci mette qualche secondo, per capire la metafora matematica, ma quando ce la fa spalanca gli occhi e gli punta un dito contro.
« Come osi! »
E chissene frega se ormai i vicini stanno sentendo il loro chiasso, neanche ci pensano.
« Come osi tu, non io! Sei uno stronzo. Tu, i tuoi capelli rossi e i tuoi tatuaggi del cavolo potete benissimo andarvene a quel paese! »
Louis scuote la testa amareggiato, pensando che neanche un'ora prima erano nel letto a coccolarsi.
« Bene, allora sai cosa? Io e i miei capelli, e le mie dediche sulla pelle per te, ce ne andiamo a scuola. Da soli. Buona camminata. »
E girando su se stesso, prende il suo zaino e le sue vans bianche con gli smile sopra -fatti da Marcel, precisiamolo-, si dirige verso la porta, che apre e sbatte con uno schianto secco, tanto che pensa che la casa potrebbe crollare.
E, quando dopo un minuto esatto Marcel vede Louis rientrare in casa e dirigersi verso il portachiavi appeso alla parete, per prendere le chiavi della macchina, riderebbe. Se solo non fosse cosi amareggiato.
« Stupido. »
E, facendo finta di non sentirlo, Louis esce come prima.


**


Se durante il tragitto in macchina Louis si pente per aver lasciato Marcel a piedi- c'è da dire che sono quasi tre chilometri da camminare-, quando lo vede entrare nella mensa a pranzo, dopo che non si sono visti tutta la mattinata, dirigersi verso il tavolo dei suoi amici sfigatelli come al solito e lanciargli occhiate decisamente cattive, si ricrede ed è quasi felice di quello che ha fatto. Bhe, quasi. Ovviamente.
Perchè, in fin dei conti, sa quanto Marcel è susciettibile sul suo aspetto fisico.
E' solo che quel ragazzo, insieme a fargli uscire tutto l'amore possibile, gli fa uscire anche la cattiveria.
Quando sente il telefono vibrare brevemente nella tasca del jeans stretto, infila la mano nella tasca per prenderlo, sussultando lievemente.

La smetti di mandarmi occhiate omicide, per favore?

E l'unica cosa che può pensare in quel momento è che quel ragazzo chiederebbe le cose gentilmente anche al suo aguzzino.

Cosa? Non ti mando nessuna occhiata omicida, Marcel.

Preme invio e dopo appena due secondi vede Marcel sussultare e prendere il suo telefono leggendo il messaggio con aria corrucciata.

Se fosse cosi i tuoi amici non mi guarderebbero in quella maniera, pensando sicuramente a quale modo migliore per farmi del male. Ti prego Lou, falli smettere. Mi mettono terrore.

E a Louis viene quasi da piangere, per quel messaggio.
Sa quanto Marcel sia delicato e fragile.
E' per questo che, con qualche scusa buttata qua e la, ha quasi sempre impedito ai suoi amici di toccarlo.
Quasi.
All'inizio della loro storia era difficile fermarli, perché non poteva semplicemente dire 'ehy, lasciate il mio ragazzo.'
Per cui doveva sempre proporre loro qualche altra povera vittima.
Si gira verso i suoi amici e, con un sorriso falsissimo, chiede cosa c'è che non va.
« L'hai visto, come ti guarda? » Stan è quello che parla, ed uno dei suoi più vecchi amici. Che poi, Louis lo sa benissimo, è una testa di cazzo.
« Lascia stare, non perdere tempo con lui. »
E Louis vorrebbe mascherare il fastidio un pò meglio, ma la voce gli esce decisamente troppo acida.
« Si può sapere perché lo difendi sempre? E' quasi un anno che ci impedisci di toccarlo, Lou.»
Louis sta quasi per rispondere, quando il telefono vibra di nuovo.
Passa velocemente uno sguardo su Marcel, che ha il labbro inferiore tra i denti, lo sguardo puntato su di lui e un suo amico, pensa Niall, che gli carezza le spalle.
Tira subito fuori il telefono, per leggere.

Boo.. Non permettergli di farmi del male, ti prego. Me ne faranno, questa volta. Aiutami.

Louis quasi non respira, per quanto il suo cuore si sia ristretto. E se quella mattina era decisamente arrabbiato con lui, fanculo, ora si prenderebbe tutte le botte del mondo per difenderlo.
« Solo.. lasciatelo stare, ok? »
E detto questo si alza, il vassoio lasciato sul tavolo, diretto verso l'uscita della mensa.


Arriva in bagno e si butta subito sul lavandino, aprendo l'acqua e passando sotto il getto le mani.
Dopo essersi calmato, tira fuori il telefono.

Non ti faranno del male.
Ti amo.


**


« Quand'è che vuoi andare a Brighton, allora? »
Louis mica si è dimenticato della mattina precedente, e del discorso di Brighton.
« E sii chiaro, per favore. »
Marcel si tortura le mani, guardando verso il basso.
Sono stesi sul letto, con Louis appoggiato alla spalliera e Marcel sdraiato tra le sue gambe, con la schiena poggiata sul suo petto.
Louis tira in avanti le braccia, per posare le sua mani su quelle del più piccole, e impedirgli di tirarsi via le unghie.
« beh, sai.. quando, si insomma, quando.. noi saremo.. sai, quando potremo.. »
Louis fa un lungo sospiro, perché ha già capito quello che il più piccolo vuole dire.
E' un discorso che hanno affrontato pochissime volte, perché Louis conosce Marcel, e Marcel conosce le paure di Louis.
Nessuno delle loro famiglie vive la, a Londra.
Per cui quel particolare lo possono anche evitare, per ora.
Ma il resto, la scuola e gli amici, beh, devono affrontarlo prima o poi.
E' quel poi che preoccupa Marcel.
Se fosse per lui bacerebbe Louis davanti a tutti.
E, lo sa, anche Louis lo farebbe. Solo che ha troppa paura.
Non è forte come sembra.
« Io.. te lo prometto, ti ci porterò. Ok? Solo..aspetta, va bene?»
Marcel annuisce lievemente con la testa, ma non può fare a meno di rimanerci male.
« Quanto.. si insomma.. 'aspetta' quanto? Un mese? Due? Cinque o un intero anno? Perchè, Louis, io, si beh, ti amo e mille altre cose, ma voglio stare con te.. davanti a tutti. E ..»
Louis aspetta che Marcel finisca, ma non lo fa.
« Ti prometto, anzi, ti giuro, che lo faremo. Lo diremo a tutti, e dopodichè ti prenderò in braccio e, rischiando di cadere, urlerò forte il tuo nome e ti bacierò. Ti bacierò sulla bocca, e quando ti rimetterò a terra urlerò a tutti quanto ti amo. Lo giuro, ok? Poi, quando usciremo da scuola, quel giorno stesso, andremo subito in macchina. E non prenderemo nè soldi nè niente, solo per la benzina, ovviamente, e ti porterò a Brighton. Ti porterò in spiaggia, ed entreremo fino alle ginocchia in acqua perché, beh, è gelata. Ed anche la, lo urlerò a tutti quelli presenti.
Dirò che ti amo, che ti amo come solo l'aria si può amare.
Come si ama l'aria, dopo troppo tempo in apnea.
Lo farò, ti do la mia parola.»
E Marcel ci crede. Perchè anche lui ama Louis come si ama l'aria nei polmoni.


**


Quel giorno quasi non ci crede più, alle parole di Louis.
Non quando è sdraiato a pancia in giù nel cortile della scuola, e sente il sapore del sangue impresso tra i denti.
Non quando parole brutte continuano ad arrivargli nelle orecchie.
Non quando sente ogni singolo calcio sulla pelle, e tutto quell'odio dritto al cuore.
Non quando si vede strappare gli occhiali dal naso che, anche se senza ci vede benissimo, per lui sono fondamentali.
Perchè sono come uno scudo.
E neanche quando tutta la scuola, praticamente, esce nel cortile ad assistere alla scena.
« Allora, come ti senti? Se vuoi possiamo continuare.»
Marcel cerca di parlare, ma solo qualche grugnito gli esce dalla gola.
«Oh, aspetta. Ma noi continueremo lo stesso!»
E ovviamente, tutti giù a ridere.
Ci sono gli amici di Louis al completo.
Da Stan a Matthew.
E hanno proprio elaborato un bel piano, deve ammetterlo.
Aspettare che Louis abbia una punizione, che i suoi amici siano ai corsi avanzati tutti e tre nella stessa ora, e portarlo la con un inganno che mai avrebbe pensato. Ma beh, c'è sempre una sorpresa.
« Non hai idea di quanto mi piaccia metterti le mani addosso, schifo che non sei altro. Ma dimmi, i tuoi genitori non ti hanno diseredato? Una cosa cosi in famiglia deve essere una croce!»
Marcel neanche le sente più, le risate. Di tutti, di tutta la scuola.
E, quasi non ci crede di nuovo, quando vede le teste di Niall, Liam e Zayn spuntare in sequenza quasi nello stesso istante.
E quasi gli viene da piangere per la gioia quando vede Zayn e Liam andare a passo spedito verso di loro, e Niall al loro seguito che si ferma proprio davanti a lui.
E Marcel vorrebbe dire a Zayn e Liam di lasciare stare, quando stanno per avventarsi su di loro e Niall lo tira su.
Ma non ce n'è bisogno, perché una voce squillante rimbomba per il cortile chiuso.
« Cosa cazzo state facendo?»
E, beh penso sia normale, a questo punto Marcel piange davvero dalla gioia.
Louis arriva a passo spedito, superando lui dopo neanche averlo guardato e puntando verso Stan e gli altri.
« Ehi amico, vuoi unirti?»
E Louis, dopo aver esclamato un « con piacere!», gli scaglia un pugno dritto sulla mascella.
Quello che tutti si sarebbero aspettati è che Louis lo avrebbe fatto su Marcel, non su Stan, il suo più vecchio e migliore amico.
«Ehi! Amico! »
Ma Louis neanche lo ascolta. Si dirige verso qualcun altro di loro, e sferra qualche calcio e qualche pugno qua e la, evitando ovviamente gli amici di Marcel che, ovviamente, lo aiutano.
Tutti sono immobili, tranne Louis, Liam e Zayn.
Quando pensa sia stato abbastanza, Louis indietreggia fino ad arrivare a Marcel, che inizia a carezzare sul viso.
« Scusa, io .. scusa tantissimo, mi dispiace ma non.. io non sapevo che ..»
Marcel poggia la propria mano su quella di Louis, e scuote la testa.
Il più grande si gira nuovamente verso i suoi -ormai vecchi- amici, che aspettano ancora una spiegazione.
«Non vi permettete MAI più. Giuro, giuro su Dio, che se lo toccate ancora una volta, anche per una carezza, io vi lascio marcire nel vostro sangue. »
Stan e gli altri annuiscono subito e più volte, per far capire che hanno afferrato il concetto.
Dopodiché, si rigira verso Marcel.
« Ti amo. »
Un sorriso nasce sul volto di entrambi, lentamente.
E, dopo avergli baciato il naso, Louis alza il tono della voce già squillante di suo.
« Avete capito? Io lo amo. Lo amo tantissimo, come si può amare solo l'aria, il cibo e i propri tatuaggi. Li vedete, i miei tatuaggi? La metà almeno, sono per lui. Ce l'ho sulla pelle. Sia fuori, che dentro il cuore. » E, anche se sbaglia i tempi, si alza sulle punte e stringe le braccia intorno ai suoi fianchi e lo alza, di fronte a tutta la scuola. Si avvicina al suo viso, e dopo avergli sussurrato dieci volte di fila del piccoli 'ti amo', lo bacia.
E quando lo rimette a terra, e Marcel se lo stringe a se, gli scompiglia tutti i capelli.
« Sei più bello al naturale. »


Quel giorno vanno al mare.
Diretti sulla spiaggia, dopo aver messo qualche cerotto in giro per il corpo di Marcel.
Quel giorno si dicono cosi tante volte che si amano, che ce l'hanno stampato nel cuore e nel cervello.
Per ora, quel giorno, è in assoluto il loro giorno preferito.
E loro, beh, loro sono la persona preferita dell'altro.
E sarà cosi per molto altro tempo,finché non cresceranno, finché non si sposeranno e finché una bambina di qualche mese, castana e con gli occhi azzurri/verdi entrerà a fare parte della loro vita.
Ma, beh, questa è un'altra storia.


                                                                                                                 The end







  
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