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Autore: ThePirateSDaughter    06/10/2013    1 recensioni
"Al lampo immediatamente successivo, seguito nemmeno mezzo secondo dopo da un’esplosione della peggior specie, rintanò di scatto la testa sotto le coperte.
Come diamine faceva Tony a non fare una piega e continuare a dormire con tutta la calma del mondo?"
[SPOILER PER CHI NON HA ANCORA FINITO LA QUARTA STAGIONE]
Genere: Fluff, Introspettivo, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Doctor - 10 (human), Nuovo personaggio
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Al lampo immediatamente successivo, seguito nemmeno mezzo secondo dopo da un’esplosione della peggior specie, rintanò di scatto la testa sotto le coperte.
Come diamine faceva Tony a non fare una piega e continuare a dormire con tutta la calma del mondo?
Gli occhioni del bambino si appuntarono apprensivi sulla finestra, al di là della quale si stava scatenando l’inferno. Gocce grandi quanto monete si infrangevano sui vetri, nascondendo il paesaggio esterno dietro una parete d’acqua, dietro al quale si riusciva comunque a distinguere la sagoma del melo, scosso da un vento talmente forte che il bimbo non capiva come fosse possibile che fosse ancora in piedi; a coronare il tutto, i tuoni squarciavano il cielo di esplosioni e luce talmente forti da non riuscire a farlo dormire.
Un tocco improvviso sulla spalla rischiò di fargli lanciare un urlo che avrebbe sicuramente svegliato anche quella pietra di Tony; balzando sul posto, si rese conto di non aver sentito suo padre entrare. Non perse un secondo e gli si lanciò addosso, stringendolo; l’odore del suo pigiama sapeva di familiare e bastò a tranquillizzarlo.
“Sai” il sussurro complice del padre passò immediatamente dal divertito al complice, come succedeva ogni volta che gli raccontava una delle sue storie. A volte il bambino si chiedeva se fossero completamente vere; da come il papà le raccontava, era come se sapesse, come se avesse partecipato in prima persona a quegli avvenimenti “nella galassia di Qharmadon, sul pianeta Shamb, le tempeste sono un avvenimento straordinario. La gente esce di casa solo perché piove, mentre si sbarrano in cucina o in camera se fuori c’è bel tempo. Gente strana, ma non sono da biasimare, con quel sole. Ad ogni modo, quando piove, riesci a vedere tutti i colori attraverso ogni goccia e ognuna è grande come questo pugno” gli raccontò, mostrandogli la mano serrata, con la quale colpì scherzosamente il bambino, facendolo sdraiare. Lui intercettò il colpo, divertito, le risatine che sciolsero il blocco di terrore che il temporale gli aveva fatto salire; mentre assecondava il colpo intercettato, sdraiandosi di nuovo, la mano, un terzo di quella del padre, rimase appoggiata sul suo pugno.
“Invece” riprese suo padre, guardando la finestra – la luce di un lampo gli illuminò il volto per un secondo e il bambino vide lo sguardo sognante e, a volte, un po’triste, che lo animava quando raccontava “sul pianeta Maa, piove polvere. Polvere rosso rubino, se è inverno, polvere verde brillante quando è estate. Ci puoi fare dei vasetti molto carini, sai, come quelli che fa la gente con la sabbia che raccoglie al mare, però questa polvere è decisamente più bella. E –oh, che stupido, mi stavo dimenticando!- vogliamo parlare di Pyere? Mio Dio! i temporali di Pyere! Gli abitanti riescono a salire in cielo da soli e poi precipitano di sotto, assieme alla pioggia. Non che sia così piacevole, fidati, vedere il terreno che ti si allontana da sotto i piedi, però è comunque un’esperienza. Niente a che vedere, ad ogni modo, con le tempeste di Yucatan -è incredibile come gli umani abbiano scelto i nomi per i loro toponimi, prima Barcellona, poi Yucatan, io l’ho sempre detto che siete… siamo fantastici-. Dicevo, su Yucatan…”.
Abbassò lo sguardo per un attimo; il bambino dormiva. O, se non altro, era calmo; il respiro era regolare, ma non pesante come lo era durante il sonno. Ad ogni modo, sorrise; gli passò una mano tra i capelli, scuri e ritti come i suoi, contemplandolo per un attimo, prima di alzarsi, concedersi un generoso sbadiglio terminante in un “allons-y, letto arrivo” e incamminarsi sulla via della propria camera da letto.
Quella notte, prima di addormentarsi, mentre ascoltava i racconti di suo padre, il bambino realizzò che avrebbe potuto avere paura dei temporali anche per tutta la vita, a patto che il padre gli raccontasse quelle cose sensazionali.
E quella notte, prima di addormentarsi, il bambino realizzò anche che era vero. Doveva essere vero, suo padre doveva aver visto quelle cose. Dovevano essere vere, c’erano veramente pianeti dove pioveva polvere colorata. E magari, un giorno, li avrebbe visti anche lui.
E quella notte, il bambino - il cui ultimo pensiero prima di addormentarsi era stato che i temporali non erano poi così tremendi – sognò i temporali di Yucatan.





 
Beh, ehm, ecco. Niente, le rigenerazioni del Dottore portano a ciò (ho visto oggi lo speciale di Natale 2009, capitemi, meh, Ten, come farò senza di te, come?!).
Ahm, spero comunque che questa storia non vi sia dispiaciuta ^^ Io, personalmente, sto ancora awwweggiando innanzi alla possibile idea dello Human!Doctor e di un pargolo suo e di Rose fhosifhoiesfhoesi ^^
Se avete qualsiasi cosa da dirmi, qua sotto c'è lo spazio per le recensioni ^^

ATTENZIONEATTENZIONEPLIS.
Non ho ancora concluso di guardare TUTTE le stagioni di DW (sto all’inizio della quinta serie) INDI, se qualche anima pia e meravigliosa desidera lasciare una recensione, è pregato/a di non spoilerare, graSSie :)


 
   
 
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