Mi dirigo in cucina per prepararmi un caffè, quando sento i passi leggeri di qualcuno scendere le scale.
"Mamma" mi dice la piccola con la voce impastata dal sonno. Si stropiccia un occhio e allo stesso tempo sbadiglia.
"Ciao tesoro. Dormito bene?" le chiedo dolcemente prendendola in braccio. Annuisce soltanto. La metto su una sedia vicino al tavolo e vado verso il frigo alla ricerca del latte. Torno ai fornelli e lo scaldo. Intanto prendo il pane che finisce in pochi secondi nel tostapane e torno al frigo per prendere la marmellata di albicocche che appoggio poco dopo sul tavolo. Mi siedo attendendo silenziosamente e, una volta che è tutto pronto, servo in tavola.
Nessuna delle due spiccica parola. Sarà perchè a quest'ora siamo ancora rincoglionite.
Riprendo la bimba in braccio per portarla in camera e vestirla. Opto per un vestitino bianco comprato pochi giorni prima.
"Mamma?" mi guarda dal basso Sophie.
"Sì?" le chiedo sorridendole mentre le faccio una treccia.
"Non mi piace" e mette il broncio. Spalanco gli occhi e le braccia abbandonano i boccoli d'oro in men che non si dica.
"E perchè?" le chiedo leggermente sconvolta.
"A scuola nessuna porta i vestiti, io sono l'unica."
"Ma non devi pensare questo. Si vede che le altre mamme hanno gusti diversi dai miei. E poi stai benissimo" alzo il tono di voce nell'ultima frase e mi metto quasi ad applaudire con un sorriso che arriva fino a dietro la testa.
"Ma non le vestono le loro mamme!"
"A 5 anni si vestono da sole?" lei annuisce convinta. "Non ci credo!" rido un po' nerovsa e incorcio le braccia al petto.
"Invece è così!" Ok, hai appena annunciato che la sfida è ufficialmente aperta!
"Va bene, d'ora in avanti ti vesti tu! Ti aspetto giù per andare a scuola" Esco dalla sua camera e vado verso il salotto per sedermi sul divano. Voglio vedere cosa combina. So di aver gusti diversi dalle altre mamme, ho ventidue anni! E' ovvio che ho opinioni diverse su come vesire i figli. Le altre avranno trent'anni. Io, invece, mi sento ancora una sedicenne. D'altra parte la mia adolescenza è stata interrotta con la nascita della piccola.
Mi risveglio dai miei pensieri e aspetto Sophie, che dopo pochi secondi è di fronte a me. Ha indossato un paio di jeans e una maglia di Minnie. Però manca qualcosa.. Tiene la testa bassa e punta i piedi. Mi accorgo solo ora che non ha le scarpe.
"Hai bisogno d'aiuto?" le chiedo con un sorrisetto stronzo.
"Mmh" la sento brontolare.
"Come?" mi avvicino di più arrivando quasi alla sua altezza e metto una mano dietro l'orecchio aspettando che risponda. Lo sa che la sto prendendo in giro.
"Le scarpe.." mugugna.
"Non ho capito.."
"M-mi.." sbuffa.
"Continua" sorrido ancora più stronza.
"M-mi aiuti?" ora sono soddisfatta. Vado a prendere le scarpe e gliele allaccio. "Meno male che volevi dimostrare di essere grande!" concludo completando un fiocco.
"Basta dirmi queste cose!" mette il broncio e incorcia le braccia.
"Cos'è tutto questo discutere?" arriva Zayn ancora assonnato
"Soph.." sto per rispondere ma vengo interrotta
"Mamma è cattiva!" inarco un sopracciglio. Figlia di papà!
"Cattiva? E perchè? Che ha fatto?"
"Sì, le ho detto che non mi piaceva un vestito e che volevo vestirmi come volevo io, così mi ha lasciato fare. Poi però sono andata da lei e le ho chiesto di aiutarmi con le scarpe e mi ha rimproverata perchè volevo sembrare più grande!"
"E' vero?" mi guarda sconvolto, ma più che altro deluso
"Ma.. io.. Non mi aveva mai detto che non le piaceva come la vestivo.." cerco di giustificarmi
"Ti sembra una scusa?! Hai ventidue anni, ventidue! Lei cinque! La matura dovresti essere tu!" si rivolge a me con tono severo alzando il tono di voce
"Mi ha fatto arrabbiare, ma io l'ho semplicemente sfidata. Ho fatto male?"
"Sei una bambina!" e.. bum! Quello è il colpo di grazia. Gli occhi cominciano a pizzicare e a diventare rossi. Corro in camera e mi ci chiudo dentro.
Dopo un minuto sento sbattere la porta d'ingresso. La accompagna a scuola lui? Benissimo! E' uno stronzo. Volevo scherzare! E' vero, sono una bambina. Ma lui lo sa ed è inutile che me lo ricordi!