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Autore: avrestimicaunasigaretta    07/10/2013    0 recensioni
Mentirei dicendo che non conosco né lui né lei. Mentirei dicendo che non li sento dentro. Un normale racconto di una catastrofe sentimentale.
Genere: Introspettivo, Malinconico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Era sempre stato bravo con le parole.
Era il freddo San Valentino del 2002 e la pioggia cadeva incessantemente da 2 giorni, le luci del palazzo che aveva di fronte erano tutte accese a scaldare il tepore famigliare di tanti piccoli mondi tutti spenti davanti ad un televisore acceso.
Pioveva su di lui, pioveva sui suoi pensieri, pioveva sul cancello che lo lasciava fuori, prese il cellulare, e in un tutt’uno con la pioggia riuscì solo a comporre un piccolo SMS: “Sono qui sotto”.
Una manciata di secondi e cento litri di fredda pioggia dopo, lei si affacciò al balcone.
Si stringeva nel suo cappotto grigio e poteva benissimo ricordarla sorridente, fino a un mese prima, in quel desolato parco cittadino a rincorrersi con le mani piene di neve.
Lui l’aveva sempre vista sorridente. “Lei deve sempre ridere”, amava pensare ogni istante che passavano insieme.
La guardava dal basso verso l’alto, e non riusciva nemmeno più a ricordare come fossero i suoi lineamenti quando rideva.
Pensava a come è strano abituarsi ad un volto, ad una voce, viverli per anni e poi inconsapevolmente dimenticarsi di quelle piccole cose, vederli perire sotto i colpi inferti dalla quotidianità, dai silenzi, dalla monotonia e dall’abitudine.
Faceva freddo, la pioggia diventava sempre più pungente, si poteva riconoscere anche qualche fiocco di neve tra gli sguardi di ghiaccio che non sapevano più comunicare nulla.
Lei rimase a fissarlo per qualche minuto. Si accese una sigaretta, lui la imitò, rimasero a fumare in silenzio e a distanza, anche il loro fumo si evitava ormai.
Rientrò in casa, per poi uscirne dopo qualche istante con una piccola borsina di plastica in mano.
Si affacciò al balcone, si sporse quel tanto che bastava per poterla lanciare sufficientemente sicura che quella borsa cadesse ai suoi piedi.
Lui gettò la sigaretta, meccanico. Raccolse ciò che gli era caduto di fronte, ne guardò il contenuto e tutto fu subito chiaro.
Rivolse gli occhi verso l’alto, lei era ancora lì. Rimase a fissarla per minuti che sembravano anni riempiendosi la testa di pensieri come se fossero carta straccia appesantita dall’acqua che ormai tracimava dentro.
-Cosa faccio?-
Prese il cellulare, la chiamò, lei rispose.
Era sempre stato bravo con le parole.
Rimase al telefono per 47 secondi. 47 secondi di silenzio. 47 secondi di pensieri che si accumulavano, che cercavano una via di uscita, che si accalcavano tra le sinapsi in attesa che i neuroni facessero la loro selezione degna di una forma compiuta. Ma era un lavoro vano. I pensieri, man mano che venivano a galla, diventavano vecchi, vuoti, inconsistenti, mischiati a ricordi arroganti gonfiati dalla presunzione di essere ancora attuali e tremende paure che per la prima volta albergavano tra le sue viscere.
47 secondi di silenzio, fino a quando lei riattaccò.
Si accese un’altra sigaretta che ben presto diventò un tutt’uno con la pioggia.
Lei non voleva più condividere nemmeno il suo fumo. Rientrò e questo è tutto.
Finì la sua sigaretta. “Dovrà pur smettere di piovere”. Ma ciò che bagnava il suo volto non cadeva più dal cielo.
Riguardò dentro alla borsina, quel dolce biglietto di auguri che accompagnava il regalo, e lui a mani vuote. Senza più nulla da condividere, non un regalo, non un pensiero, non un abbraccio, non due spalle che fossero in grado di reagire agli eventi e trovare una soluzione.
Vuoto. Svuotato dai sensi di colpa e mesi di sbagli a strati e consapevolmente omicidi. Quell’invincibile ammasso di carne che era il loro amore e che viveva da 3 anni era ormai un animale stanco che aveva ricevuto il colpo di grazia.
L’acqua era ormai inevitabilmente neve e lui girò le spalle a quel palazzo per tornare da dove era venuto.
Non c’era nessuno in giro, nemmeno un cane. Solo neve bianca che copriva altra neve sporca di fango. Pioveva da 2 giorni ma era solo l’inizio.
Era sempre stato bravo con le parole.
  
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