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Autore: clarissa_lestrange    07/10/2013    2 recensioni
Michelle è una delle ragazze più popolari e belle del college americano. Ha un passato non come un altro, sua madre è in uno stato vegetativo e rischia da un momento all’altro di morire. Un giorno a scuola incontra un ragazzo solitario, che le farà vedere il mondo da un’altra prospettiva. I suoi migliori amici non vogliono che lo frequenti, a causa del suo passato criminale. Ma Michelle, andrà contro persino al mondo per stare al suo fianco.
Dedicato a mia nonna che mi ha sempre protetta con il suo affetto durante questi anni.
Genere: Avventura, Drammatico, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna
Note: AU | Avvertimenti: Spoiler! | Contesto: Scolastico
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Non voglio svegliarmi.
 Voglio restare distesa tra il caldo piumino e il soffice cuscino che mi accarezza il viso.
 Questa giornata sarà faticosa.
Ho il compito sia di filosofia sia di matematica.
Penso di potercela fare, mi siederò dietro ad un secchione, brutto e disperato, che farebbe qualsiasi cosa pur di ricevere anche un sorriso da me.
 Sento dei passi provenire da fuori la porta.
 Il soggetto è sempre più vicino e il rumore mi frastorna il cervello, e sembra quasi che mi debba esplodere.
 Dopo una notte passata a bere superalcolici mi sembra normale aver tutto questo mal di testa. Qualcuno sta tentando di aprire la porta e mi rendo conto che sia arrivato il momento di alzarmi per andare a scuola.
 
‘’ Michelle!! Svegliati! E’ora di andare a scuola!!’’
 
Non penso di volerle risponderle.
 E’ solo una semplice domestica che mi ha accudito da quando ero in fasce.
 Mia madre dopo il rischioso parto, è diventata un vegetale, tanto che i medici pensano che non si riprenderà più.
 Ma a me non importa, lei non mi voleva, lo so.
 Quando le parlo urla, ed è come se mi dicesse che devo uscire da quella stanza e non ritornare più perché ciò che è adesso è solo per colpa mia.
 Lentamente scosto il lenzuolo e tento di alzarmi sorreggendomi con le braccia, e penso che solo grazie ad esse che ogni mattina riesco ad alzarmi, poiché dopo tanti anni tra ginnastica artistica e pallavolo il mio corpo si è irrobustito, anche se è rimasto ancora sottile e minuto.
Prendo dalla poltrona di pelle bianca dei jeans strettissimi che mi evidenziano il punto vita e una felpa di Coco Chanel, che mio padre mi ha riportato dal suo lungo viaggio a Parigi assieme alla sua ‘’assistente’’ che io considero la sua compagna, dato che ritornando da scuola gli ho visti sbaciucchiarsi nel retro del giardino di casa.
Apro il mio beauty case e cerco di struccarmi dato che ieri sera non ero in condizioni farlo.
Cerco di coprirmi le occhiaie con un correttore e mi riempio il viso di cipria.
Con la mano sinistra cerco di mettermi un filo di matita e mascara, in modo tale da non dare l’impressione di aver trascorso una notte movimentata.
Con un pennellino di fard coloro le mie guancie di un rosa tenue.
 Con la mano destra prendo il pettine sopra il mio comodino e comincio a pettinarmi, accorgendomi che i miei lunghi capelli marroni, lisci e soffici come la seta non hanno incontrato degli in convenevoli durante la scorsa nottata.
Poso il pettine sul comodino e mi dirigo verso il retro della porta, dove trovo un paio di ballerine, infilo i miei minuscoli piedini dentro le fredde scarpette, infilo l’i-phone dentro la borsa di Gucci, apro lentamente la porta, e pian piano percorro tutto il corridoio. Con la coda dell’occhio vedo l’infermiera che inserisce nell’asta una nuova sacca di flebo, e vedo il volto di mia madre che ogni giorno sembra sempre più sofferente. Scendo le scale molto velocemente per dirigermi verso la porta, ma la voce di Heidi, la domestica, mi ferma, proprio nel momento in cui sto per uscire da casa.
‘’Ti ho preparato la colazione! Pancake con crema al limone. La tua preferita!’’
‘’No grazie, non ho molta fame! Josh e Vicky sono qui fuori?’’
‘’Si! Da poco sono arrivati.’’
‘’Grazie!’’
‘’Buona giornata, miss.’’
Mentre apro la porta, le accenno un saluto con il capo ed esco. Di fronte alla via, vedo un Audi grigia decappottabile, ultimo modello, con dentro Vicky e Josh.
‘’Sbrigati! Che siamo in ritardo! Dobbiamo prendere i posti per il compito di matematica!’’
La voce di Vicky è inconfondibile.
 Si riuscirebbe a sentire persino a kilometri di distanza. E’ squillante ed anche molto fastidiosa.
 Se nessuno la sentisse mai parlare, penserebbero tutti ‘’wow! che schianto’’ però poi tutto questo svanirebbe, quando lei aprirebbe bocca.
‘’Eccomi!’’
Con la forza delle braccia e delle gambe salto per sedermi nel retro della macchina.
E Josh in un attimo sfreccia con tutta la potenza possibile, e mi ritrovo distesa tra i due sedili.
‘’ Ma sei impazzito!!’’ - dice Vicky.
‘’Non avevi detto tu, che siamo in ritardo?!’’- risponde Josh.
‘’Certo! Ma non puoi correre in questo modo, stavi per investire delle persone!’’ – dice Vicky.
‘’E da quando ti è mai importato di qualcuno?! In particolar modo degli ‘’out side’’ – le rispondo.
‘’Eh così che si risponde, mia cara!’’ – dice Josh.
‘’Per caso, vi siete coalizzati contro di me?!’’ risponde Vicky.
‘’No Vicky, tranquilla, stavamo solo scherzando, non te la prendere’’ – le rispondo.
 
Vicky oltre ad avere una voce da oca, è molto permalosa, vuole sempre stare al centro dell’attenzione. Oltre ad avere questo lato del carattere, lei è una persona molto sensibile e premurosa, ma questo cerca di nasconderlo dentro di sé.
Lei pensa, lo so perché la conosco ormai da una vita, che le persone sensibili sono deboli e non raggiungeranno mai le alte vette, dunque non riusciranno mai a combinar nulla nella vita.
 
‘’Allora, ti stai preparando per il campionato scolastico di pallavolo?’’ – dice Josh, alzando gli occhi sullo specchietto per poter incontrare il mio sguardo.
 
I suoi occhi questa mattina brillano di più del solito. Invidio i suoi occhi grandi color verde. Ma non è un verde come un altro. E’ un verde smeraldo. Tutte le ragazze vorrebbero almeno una volta nella vita incontrare i suoi occhi. Josh non è un ragazzo come tutti gli altri, lui è il mio migliore amico, mi confido solo e unicamente con lui. Molti pensano che io sia la sua ragazza ma si sbagliano. Non ho mai pensato a lui nelle vesti di fidanzato, perché solo al pensiero di perderlo mi ucciderei dal dolore. Lui per me è tutto.
 
‘’Beh, non proprio, penso di non esser in grado di rivestire il ruolo di capitano!’’ – gli rispondo.
‘’Ma che dici sei bravissima! L’altra volta hai centrato in pieno la faccia di Vicky!!’’ – dice Josh, accennando una piccola risata.
‘’Spiritosi, mi vendicherò! Preparatevi!’’- dice Vicky con un tono alquanto serio.
‘’Noi siamo sempre pronti!’’- le rispondo.
Mi accorgo di essere arrivata a scuola. Sto per affrontare una nuova ed estenuante giornata.
 Non ho per niente voglia di entrare li dentro.
Mi aiuto con le braccia ed esco fuori dalla macchina.
 Io, Viky e Josh ci dirigiamo verso l’entrata, sotto lo sguardo fisso degli ‘’out side’’.
 Delle ragazze sorridono e urlano di gioia solo per farsi guardare da Josh, ma lui le ignora, perché sa che un suo sguardo metterebbe in giro voce che a lui interessa una di loro.
 Come è già successo in passato.
 Le porte si aprono alla nostra vista e sento lo sguardo fisso dei ragazzi.
 E’ una sensazione orribile, sento come se mi stessero stuprando solo con uno sguardo.
Ci dirigiamo in classe e prendiamo posto agli ultimi banchi.
 La professoressa di matematica entra sbattendo la porta furiosa.
‘’Adesso, basta!! La devono smettere!! Quei tempisti mi hanno preso tutti i compiti del semestre di tutte le classi!!’’
Josh e Vicky accennano un piccolo sorriso.
Sono stati sicuramente loro, oppure sanno qualcosa che io non sono venuta a conoscenza.
Do una gomitata verso il braccio di Josh, e lui si gira e mi dice a bassa voce - ‘’Non siamo stati noi!’’
Non so chi possa essere stato. M’infastidisce il fatto che loro sicuramente sanno qualcosa ma che non me ne vogliono parlare.
‘’Il compito è annullato! Stanno per venire i carabinieri per ispezionare il luogo dove è avvenuto il reato, dunque voi potete fare ciò che volete, vi do l’ora libera!’’
Ci voleva proprio! Un ora di relax! Che meraviglia!
‘’Andiamo in bagno? Devo ridonare colore alle mie labbra!’’
‘’Dai Vicky, voglio dormire durante quest’ora!’’
‘’Ma sei impazzita?! Vuoi dormire sopra questi sudici banchi? Che orrore!’’
‘’Dai, vengo!’’
Ci dirigiamo verso il bagno. E Vicky mi tira per un braccio per farmi camminare più velocemente, visto che non ne ho voglia. Ma per sbaglio mi scontro con un ragazzo che non ho mai visto prima d’ora.
‘’Scusami.’’ – gli dico.
Lui non mi risponde e prosegue dritto.
 E’ la prima volta che nessuno mi risponde.
 Ed è anche la prima volta che qualcuno mi manca di uno sguardo.
 Voglio sapere come si chiama.
 Voglio sapere per quale ragione non mi ha salutato.
 Voglio conoscere il motivo per il quale non mi ha guardata.
 Voglio conoscere il suo passato.
 Voglio conoscerlo.
  
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