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Autore: Evangeline_Litium    07/10/2013    2 recensioni
Tratto dal prologo "Un angelo del fuoco, del ghiaccio e della collera, venuto da solo per portare Morte e Distruzione, ma anche Vita e Speranza."
Le avventure del Signore del Tempo e di Rose Tyler. Buona lettura!
Genere: Avventura, Azione, Science-fiction | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Doctor - 10, Rose Tyler, TARDIS
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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PROLOGO
Rose Tyler e il Dottore erano all'interno del Tardis. Erano stanchi dopo il viaggio a Marte che avevano appena fatto.
"E poi tu li hai lanciati giù dal bordo della nave urlando ''Verso l'infinito e oltre!''
L'uomo di ormai novecento anni e passa scoppiò a ridere e Rose lo guardò accennando un sorriso.
Durante la loro esperienza sul pianeta dei marziani, avevano salvato milioni di vite, come al solito.
"Ora dove andiamo?" Il Dottore era pieno di energia e si tratteneva dal saltellare per la nave spaziale come un bambino.
Ma poi quale sarebbe stato il problema? Quando si diventa grandi perché non si può più essere infantili? Per i commenti delle altre persone? Per l'orgoglio?
Ormai il Signore del Tempo era abituato a trattenere le proprie emozioni dentro di sé. Come se quest'ultime fossero un segreto. Solo sue, di nessun altro. Nessuno le poteva vedere e probabilmente, ormai, nessuno le avrebbe potute capire.
"Voglio andare sul tuo pianeta!" 
La ragazza voleva veramente vedere il mondo di quello strano uomo di cui non sapeva neanche il vero nome. Tutto il suo popolo era come lui? Così fantastico, perfetto... ma anche così freddo e vendicativo come il Dottore... erano veramente tutti così? Non riusciva a crederci. Come poteva esistere una razza così superiore rispetto agli umani? La razza che da sempre si era creduta la più intelligente dell'Universo. Anche Rose l'aveva sempre creduto, poi aveva incontrato lui: geniale, furbo e scherzoso. Un angelo del fuoco, del ghiaccio e della collera, venuto da solo per portare Morte e Distruzione, ma anche Vita e Speranza.
Il Dottore si voltò verso di lei con occhi persi nelle infinite galassie che vivevano dentro di lui.
"No." 
Rose fece un passo indietro come se il tono di voce dell'uomo l'avesse terrorizzata. 
Aveva sempre uno strano effetto su di lei la sua voce. Poteva essere sia calda, come quella di un padre, il padre che non aveva mai avuto, ma anche gelida come il silenzio.
"Perché?" Rose sbuffò.
Tutte le volte che chiedeva al Dottore di andare sul suo pianeta d'origine lui le rispondeva di no e aggirava l'argomento. Ma ora era stufa. Qual è il problema? Cosa poteva esserci di così tanto spaventoso? Forse i ricordi della sua gente? I suoi amici d'infanzia? Tyler non capiva. Ma forse questo era normale; non poteva di certo permettersi il dono di capire quella creatura affascinante alta un metro e ottanta che si trovava davanti agli occhi.
"Perché dovremmo andarci?" 
Il Signore del Tempo iniziò a pigiare dei pulsanti del Tardis, nervoso. Non gli piaceva parlare della sua vecchia casa e non gli piaceva ricordare tutte le persone che aveva perso in guerra. L'ultima Grande Guerra Temporale, quella che aveva eliminato ogni Signore del Tempo dall'Universo.A parte lui e il Maestro, peccato che quest'ultimo fosse morto per mano della sua moglie umana che gli aveva sparato. Questo, pur di non essere costretto a stare ''in gabbia'' nel Tardis, aveva preferito la morte. Le sue ultime parole erano state "questi tamburi nella mia mente cesseranno?" Poi si era spento. Davanti all'ultimo essere della sua stessa razza. 
Ora il Dottore era veramente solo.
"Perché non dovremmo?! Non mi ci hai mai portato e ogni volta che tocco l'argomento cerchi di cambiare discorso. Sono stufa!" Rose diede un colpo alla macchina.
Il Dottore la guardò in silenzio. Per una volta aveva ragione. 
Non voleva tornare lì. Troppi ricordi, troppa distruzione... ma come poteva riuscire ad ammutolire Tyler se non la portava a Gallifrey?
"Va bene... ci andremo..." sospirò, poi tornò ad armeggiare con il Tardis.
"Ci andremo quando?!" 
La ragazza lo afferrò e lo guardò negli occhi. Non aveva mai reagito così, ma ora la sua pazienza era terminata. Solo perché era umana le era vietato andarci?! 
"Vuoi veramente vedere Gallifrey?!" la scaraventò contro il Tardis.
Lei riuscì a fermarsi appena prima di sbattere la testa contro la navicella.
Neanche lui aveva mai reagito così violentemente e solo allora Rose si accorse del punto dolente che per centinaia e centinaia di volte aveva toccato senza accorgersene.
"Allora la andremo a vedere signorina!"
Rose era spaventata. Aveva assunto un tono di voce strano. Non era rabbia né tristezza. Era come se avesse risvegliato qualcosa dentro di lui che aveva dormito per secoli. Indietreggiò di qualche passo mentre il Dottore armeggiava con il Tardis impostando le coordinate per Gallifrey.
"Gallifrey costellazione di Kasterborous, coordinate 10-0-11-0-0 da 0-2 al Centro Galattico Zero."
La macchina partì di colpo e Rose cadde a terra. 
Il Dottore stagliava onnipotente di fronte ai suoi occhi color cioccolato. Visto dal basso sembrava più alto di quello che era; lì, immobile, sembrava una gigantesca statua romana fatta di un marmo pregiato, scolpita dal più bravo di tutti gli artisti. 
Quei lineamenti perfetti, quei capelli che sembravano di zucchero filato e quei meravigliosi occhi di un colore comune, marrone, ma che sembravano unici al mondo.
Rose si perse a guardare il Dottore da quella posizione e rimase a terra qualche minuto mentre l'uomo la guardava con fare interrogativo.
"Allora? Siamo arrivati. Esci e vedrai Gallifrey" il Dottore aveva di nuovo gli occhi persi nel vuoto.
Rose si alzò e si diressi verso l'uscita con passo svelto.
Era impaziente di vedere com'era il suo pianeta. Forse era a forma di stella ed era completamente blu, o forse era ricoperto di piante oppure...
Aprì la porta e ciò che si ritrovò davanti fu uno spettacolo terrificante. 
Si trovavano in mezzo al nulla. Non si vedeva nessun pianeta, solo rocce che vagavano nello spazio.
"Questo è quello che resta di Gallifrey. Ora sei contenta?!" Chiuse di scatto la porta del Tardis.
Rose non intendeva vedere quello che era ora Gallifrey, ma quello che era stato. 
Quel mondo fantastico che aveva sempre sognato di visitare da quando era con il Dottore.
"Io intendevo se potevamo..." Il Dottore le mise una mano sulla bocca e fece segno di no con la testa.
"Non posso... sennò l'avrei già fatto, non ti pare?!"
Ritornò con passo pesante al centro del Tardis.
"Mi dispiace..." Rose abbassò la testa e sentì uno strano rumore. Come un ronzio.
Il Dottore alzò la testa, doveva averlo sentito anche lui.
Di colpo il Signore del Tempo la afferrò e la buttò a terra.
I primi secondi non capì, poi sentì un colpo forte e qualcosa colpì alla schiena il Dottore mentre il Tardis iniziava a muoversi.
Girava tutto, era come se fossero in una centrifuga. Poi cadde il silenzio.
Il Dottore era svenuto e Rose lo spostò delicatamente da sopra di sé. Era ancora più desiderabile da svenuto, ma ora non aveva tempo per questo.
Dove si trovavano? La testa le girava ancora.
Si avviò verso la porta del Tardis, rischiando di cadere un paio di volte. La spalancò e si ritrovò davanti il mondo degli dei.
  
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