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La foresta respira. Respira e osserva, immobile.
Riposava, fino a poco prima; russava leggermente, persino, tanta era la noia che da giorni la permeava.
Ma oggi - ora - qualcosa finalmente sta accadendo. L’aria frizza, scoppietta, si modella attorno a due figure estranee.
La foresta si chiude a coppa su di loro e osserva: una fata sanguinante, le ali azzurrine frementi intrappolate in un’enorme, cristallina ragnatela.
E un cavaliere ansimante, di aspetto piacente ma trasandato. Dalla mano destra gli pende una spada, e dalla punta della spada un filo iridescente.
La foresta sospira di piacere: sarà un bello spettacolo.
La superbia lo è sempre.