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Autore: Silvi_MeiTerumi    07/10/2013    3 recensioni
Riley è una ragazza che è considerata strana da chi la guarda alle tre di notte passeggiare per le vie di Sydney.
Ma a lei non importa, vuole solo vedere il cielo stellato, e poi la notte le piace.
Ma per i cittadini della città la notte vuol dire una sola cosa: morte
Genere: Romantico, Sovrannaturale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Nuovo personaggio, Un po' tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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A Thousand Years
 
Per Riley era normale camminare alle tre di notte sotto il cielo stellato di Sydney, se ne fregava delle voci delle amiche che le chiedevano e la supplicavano di stare in casa.
Si, perché la notte è pericolosa, soprattutto se una ragazza di diciassette anni si aggira per le stradine poco illuminate di una città.
Molti sparivano in quelle notti calde di settembre, eppure a Riley non importava, lei non sarebbe sparita. Mai.
Nel caso qualcuno le si avvicinasse troppo avrebbe urlato o estratto dalla borsa color pesca lo spray al peperoncino regalatogli dalla mamma prima di trasferirsi a Sydney con il padre.
Erano ormai tre mesi che abitava in una piccola villetta in fondo alla strada che portava al piccolo laghetto dove era solita studiare o leggere un buon libro.
In quei mesi aveva accettato il fatto che i suoi non si amavano più e aveva anche accettato che le uniche amiche simpatiche in tutta scuola erano Aurora e Flora, due cugine che erano come sorelle, da tanto erano in sintonia.
Aveva ormai capito che la mattina alle sette in punto doveva lasciare il letto caldo e che con uno scatto avrebbe dovuto raggiungere il pullman prima che Bob, l’autista rompipalle, chiudesse le porte.
Ma non aveva ancora capito o accettato il fatto che le sue uniche amiche le vietassero di non uscire di notte.
A lei la notte piaceva, la rasserenava, la cullava con il silenzio e il canticchio dei grilli.
Ma per tutti gli abitanti di Sydney la notte significava solo una cosa: morte.
 
-Stupida sveglia! – borbottò la castana rigirandosi nel letto e coprendosi la testa con il cuscino.
Stava per riaddormentarsi quando la mano calda del padre la scosse dolcemente.
-Tesoro, è ora – le sussurrò per poi allacciarsi la cravatta e dirigersi verso la cucina.
Con gli occhi socchiusi Riley aprì l’armadio e ne tirò fuori un paio di jeans e una maglietta gialla fluo.
Era stramba, si. Le piacevano i colori accessi e tanto per dare un tocco più ‘fluo’ come ripeteva sempre lei indossò le scarpe verde fluo, per l’appunto.
-Buongiorno pà- salutò tutta raggiante prima di sedersi al tavolo e sgranocchiare una fetta biscottata.
Si sporse verso il davanzale e con un gesto veloce accese la Tv.
-Lascia qui! – la fermò il padre quando stavano trasmettendo le notizie delle ultime ore.
‘E stanotte un’altra ragazza è stata ritrovata morta, non  si sa chi sia , il corpo è stato trasportato all’ospedale  per gli accertamenti sull’ora di morte e l’identikit’.
Dei piccoli brividi percorsero la pelle lattea della ragazza che dopo pochi secondi si alzò di scatto accorgendosi dell’ immenso ritardo.
Corse a perdifiato fino alla fermata e per un pelo riuscì a superare le porte prima che la schiacciassero.
E senza sentire gli insulti di Bob si sedette negli ultimi posti perdendosi nel mondo della musica.
 
-Hello baby!- mi risvegliò dai miei pensieri Flora, che mi si buttò addosso stringendomi a sé.
-Giorno – sbadigliò Aurora che con quello sbadiglio mi fece venire sonno.
-Salveeee! – urlai per svegliarle, e funzionò visto che sobbalzarono e mi guardarono male.
Con passo lento ci dirigemmo verso i rispettivi armadietti e dopo aver preso il libro di filosofia  sbattei violentemente l’armadietto.
Di nuovo. Da quando ero arrivata mi ritrovavo dei graziosi insulti da parte di quelle oche che si credevano chissà chi.
Sbuffai e dopo aver accartocciato il foglietto con la scritta  TROIA in rosa mi voltai per andare in classe.
Le mie due compagne mi seguirono in silenzio e solo dopo aver sbattuto contro qualcuno mi girai verso di loro.
Le due in questione avevano gli occhi sbarrati  e fissavano il qualcuno che mi aveva fatto quasi cadere.
-Guarda dove vai – ringhiò questo. E diciamocelo, il questo è proprio carino.
Alto, occhi azzurri e cresta bionda.
-Scusa, e comunque anche tu - borbottai prima di voltarmi e lasciarlo li impalato.
Ma che sbruffone.
 
 
Sono di nuovo iooooo! :)
Inizio con il chiarire che se questa storia non verrà recensita o così la eliminerò, appunto perchè non avrebbe senso, no?
Io ci metto sempre me stessa quando scrivo, ma a volte sembra non abbastanza D:
Comunque spero che vi intrighi questa storia sui 5 Seconds of Summer <3
Detto questo vi saluto, alla prossima <3
Silvia <3
  
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