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Autore: STOP IT    07/10/2013    1 recensioni
'Perchè avrei dovuto sminuire i suoi occhi?'
Genere: Angst | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Lui aveva gli occhi più azzurri che io avessi mai visto, quindi avrei potuto anche scriverlo, ma non l’ho fatto mai.

Io quando guardavo i suoi occhi non vedevo il mare, non vedevo il cielo, non vedevo nemmeno il loro colore.

Non avevo mai scritto niente del genere, perché non l’avevo mai nemmeno pensato. Quando guardavo i suoi occhi ci vedevo le sue giornate, le sue paure, le sue voglie. Li controllavo, i suoi occhi. E non ero un adolescente alle prime armi con l’amore, non era l’azzurro che mi faceva sballare. Era che i suoi occhi erano dolcissimi, ma in fondo c’era tanta di quella durezza che a volte mi faceva quasi paura. Erano tristi anche quando rideva. I suoi occhi erano il mio promemoria di tutte le volte in cui aveva pianto. Mi ricordavano che dovevo cercare di farlo ridere il più possibile.

Azzurri come il mare.

Perché avrei dovuto sminuire i suoi occhi?



Ed ora era tutto finito.

La nostra storia, il nostro amore, il nostro mondo, i suoi occhi.

Kellin si era sposato ormai. Aveva una moglie, una figlia, una vita felice. Quello che io non ero riuscito a dargli.

In questi mesi senza di lui mi sono chiesto dove si andasse quando non ci si poteva rifugiare nemmeno in un abbraccio. E io non piangevo mai, ma quando piangevo lo facevo in grande stile, sembrava quasi che potessi morire. Mi mancava, ma più di tutto mi mancava poterglielo dire.

C’erano tante persone che mi volevano bene, e non ero certo io a confermare quella cosa che dicevano tutti, quella che "sono solo anche se sono in mezzo alla gente", io in mezzo alle persone che mi volevano bene non mi sentivo mai solo.

Ma a volte mi sentivo triste, e per quello non ci poteva far niente nessuno. Non sapevo quando avessi preso la brutta abitudine di iniziare i discorsi con le congiunzioni, credevo fosse per quel senso di infinito che mi dava, e, e, e, come se ogni volta che mettevo un punto in realtà avessi potuto evitare di metterlo. Invece a volte era necessario, però mi mancava uguale.

Dove si andava quando non si viveva vicino al mare? E quando qualcuno diceva "devo parlarti" e tu non volevi sentire una parola? E quando non avevi furia di amare, e lo facevi con calma, tanto avremmo avuto tempo, tanto non ci saremmo lasciati, tanto noi, tanto lui, e tanto poi sarebbe finito lo stesso? Dove si andava quando si cambiava e non ci si trovava più? Dove si andava dopo aver fatto sesso per ricordarsi cosa fosse l'amore?

Non sapevo vivere senza certezze, e non ne avevo nemmeno una, infatti non sapevo vivere e basta.

Ero certo di amarlo, ma forse no, mi piaceva mangiare con lui, mi piaceva l'odore che aveva alla fine della giornata, quando tutto il mondo aveva cercato di toccarlo, ma lui comunque tornava da me. Mi piacevano i suoi gusti in fatto di cinema, mi piaceva che non gli piacesse tutto quello che piaceva a me, mi piaceva quando era stanco da morire, ma per i baci mai, a volte si addormentava sul mio cuscino, e io, pur di non svegliarlo, dormivo in bilico per ore ed ore. Ero certo di amarlo, ma forse no, mi piaceva quella cura che aveva nel piegare i suoi vestiti, e quel suo eccitarsi per gesti che io ritenevo insulsi, mi piaceva che non mi tenesse per mano quando camminavamo distratti, come per dire "ti lascio libero, se vuoi camminarmi accanto fallo, altrimenti vai pure".

Ero certo di amarlo, solo che poi gli sono sopravvissuto, e forse avrei preferito di no, almeno sarebbe stato romantico, strappalacrime, melodrammatico, da me, almeno avrei avuto la conferma che l'amore è più potente di ogni altra cosa, anche della voglia di ricominciare a vivere, e invece no, e mi diranno "meglio così", ma sì, ma sì, mi sa che ho letto troppi libri.



Quindi propongo un brindisi al primo film dopo di lui, alla prima canzone dopo di lui, al primo sogno in cui non è apparso, alla prima volta in cui sono riuscito a toccarmi dopo di lui. Cin cin, per la prima sera in cui sono uscito e mi sono anche divertito, dopo di lui. Per il primo “ti trovo bene” dopo di lui, per il primo libro che ho finito dopo di lui, per il primo paio di scarpe dopo di lui, per il primo tramonto, per il primo ballo a piedi nudi e perché sono perfino tornato al mare, dopo di lui. In alto i calici per l’ultima volta in cui, quasi soffocato dalla sua mancanza, ho sussurrato al cuscino che ce l’avrei fatta.



E invece non era vero niente .



Potete davvero biasimarmi perché ci spero ancora?

Davvero vi sembra strano che io, così fragile, abbia tutta questa tenacia?

A volte mi parlano come se avessi fatto del male a qualcuno, come se fossi peggio di quelli che uccidono, rubano, odiano. Mi guardano con un'aria interrogativa, come se davvero non capissero.

Amo, lo amo. Lo amo ancora.

Lo amo anche se non è qui con me. Anche se è lontano. Anche se è dura.

Amo, lo amo più di prima.

Più di quando andava tutto bene. Amo, lo amo perché so che tornerà.

Deve tornare.

Io non potrei aver sentito tutto quell'amore se nello stesso istante non l'avesse sentito anche lui.

Ci spero ancora, lo aspetto. Sono un tipo all'antica, uno di quei tipi che si innamora difficilmente, ma che se si innamora è per un sacco di tempo.

Come da qui all'ultima cosa che vedrò su questa terra, per esempio. Quindi che dovrei fare? Che me lo dicano. Dai, che cosa dovrei fare?

Dicono che passa, che poi tutto si aggiusta e io gli credo.

Per gli altri passa, per gli altri prima o poi andrà tutto bene, ma non per me.

Non per me.

Che sciocco, che sciocco sono, vero?

Sto qui da anni a parlare di lui, e lui non c'è quasi mai, ma quando c'è, c'è più di ogni altra persona al mondo.

'Ché è tutta colpa sua se ho gli attacchi d'ansia, e gli incubi, 'ché l'amore dovrebbe fare bene.

E hanno ragione, cazzo se hanno ragione. Ma purtroppo io, io, così fragile e così piccolo, non ho chiesto a nessun Dio un amore così.

Mi è toccato, mi è toccato un amore tremendo, troppo forte per non travolgere ogni cosa, anche il bene. Mi è toccato e io, io, io non sono il tipo che si tira indietro.

Forse qualcuno.

Forse tutti.

Non io.

Non lo amo per averlo accanto, per essere felice, per stare meglio, per diventare più bello. Lo amo perché non so come si faccia a non amarlo. Lo amo perché altrimenti dovrei iniziare ad odiarlo, o peggio, dovrei dimenticarlo. E io, io, io non posso permettermelo.



Ed io sono un po’ stanco, ed io sono un po’ stufo, ed io sono un po’ morto.
  
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