Anime & Manga > L'Attacco dei Giganti
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Autore: Elikin    08/10/2013    0 recensioni
Sento la mancanza dei tuoi occhi di brace. Sapere che in qualche modo tu eri sempre a vegliare su di me riusciva a calmarmi prima di addormentarmi o a darmi il coraggio prima di una spedizione. Finché saremmo state insieme niente ci avrebbe fermate.
[SPOILER CAPITOLO 50]
Genere: Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Shoujo-ai | Personaggi: Christa Lenz, Ymir
Note: Missing Moments | Avvertimenti: Spoiler!
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Come home




 
Certe volte mi chiedo se io non sia semplicemente una stupida sognatrice.
In molti in questi mesi mi hanno dato della pazza e della cocciuta. Per certi versi mi è sembrato quasi di sentire un eco delle tue parole, quando eri l’unica a vedermi per ciò che ero e fartelo bastare così come era, senza chiedere nient’altro. Sai, ancora nessuno mi chiama Historia. È così strano, è come se con te se ne fosse andata una parte di me. Non è piacevole sentirsi incompleti, credimi, ma dopo un po’ di tempo cominci a farci l’abitudine. È così che ho sempre fatto, sebbene tu me lo abbia sempre rimproverato. Ora però non hai niente di cui lamentarti, è per colpa tua se sto in questo stato.
Avanzo, avanzo sempre come mi hai insegnato. Questa è l’ultima missione di recupero che mi è stata permessa di condurre, dopo dovrò consegnare loro tutti i segreti sulle mura dei quali sono a conoscenza e non potrò più tornare a cercarti. Sono passati due anni, ma io ne sono sicura. Tu sei ancora qui, da qualche parte sei ancora viva. Pronta a prendermi in giro e a vegliarmi.
Sento la mancanza dei tuoi occhi di brace. Sapere che in qualche modo tu eri sempre a vegliare su di me riusciva a calmarmi prima di addormentarmi o a darmi il coraggio prima di una spedizione. Finchè saremmo state insieme niente ci avrebbe fermate. E allora perché te ne sei andata Ymir?
Il mio cavallo si impenna appena. Registro questo fenomeno come possibile indizio della presenza dei titani nei dintorni, sebbene i fumogeni non abbiano ancora segnalato nulla.
Mi chiedo se mi riconoscerai. In questi anni sono cresciuta molto, gli altri stentano a riconoscermi. Pensa, ho anche messo su qualche centimetro! Niente di eclatante, ma almeno ora non sembro più una bambina. E tu sarai cambiata?
Voci che provengono da destra. Un fumogeno. Nero. Un anormale?
Mi fiondo a destra infischiandomene dei protocolli, tanto questa sarà comunque la mia ultima missione. Ymir sei tu?
Quando arrivo sul posto i miei compagni strano combattendo un gruppo di tre Giganti, di cui uno, l’anormale, corre ad una velocità impressionante. Non ci vuole molto però prima che tutti e tre vengano fatti fuori dalla squadra. Mi viene comunicato che abbiamo perso un uomo durante le manovre. Quello che un tempo era solo un sottile tono di irritazione è diventato un vero e proprio ruggito di rabbia nei miei confronti. È normale che mi odino, sanno benissimo che è solo per me che i continuano a compiere queste missioni così pericolose da due anni. Me ne sono fatta una ragione. Voglio solo ritrovarti.
 
Historia.
 
E’ come un sussurro. Come un antico ricordo che riaffiora con prepotenza. Come un eco. Il mio nome. Improvvisamente mi sembra di essere tornata a due anni fa, come se non fosse cambiato nulla. Io e te spalla a spalla a sconfiggere il nemico. Non importava nulla, solo rimanere insieme. Almeno fino a che non hai preferito sapermi lontana da te ma sana e salva, piuttosto di stare al mio fianco.
Prima ancora di voltarmi so già cosa vedrò. Le lacrime scendono impetuose bagnandomi le guance fredde per via del vento, ed è come se il tempo non fosse mai trascorso.
 
- Ymir...-
 
È sempre la stessa. O meglio, la sua forma titanica lo è. Gli stessi capelli scompigliati, lo stesso sguardo oscuro, gli stessi artigli affilati. Non capisco bene neanche io come ma mi ritrovo a fare quei dieci metri che mi separano da te a piedi, affondando con gli stivali nelle zolle di terra umide. All’ultimo momento uso la manovra tridimensionale per conficcare un arpione sulla tua testa, in modo da potervi salire sopra. Già vedo il vapore che esce dalla nuca, ed il mio salto in quella direzione è quasi istantaneo.
Sei bollente e sporca di sangue, ma non mi importa. Ti stringo più forte che posso, approfittando del fatto che tu non abbia le braccia libere.
 
- Piantala così mi soffochi!-
 
Ti sento sbiascicare, mentre ancora boccheggi in cerca di aria fresca. Allarmata ti lascio andare, tenendomi però più vicina possibile. Ed è allora che i nostri occhi si incrociano dopo tanto tempo. È quasi commuovente rincontrare l’amore che le tue pupille ambrate trasmettono ogni volta che si soffermano sulla mia figura. Mi ci è voluto un po’ per capirlo, ma ora che lo so... non ti lascerò andare mai più via così facilmente.
 
- Sei sempre la solita piagnucolona.-
 
- E tu sei sempre la solita stronza.-
 
Però lo vedo, non le sto sognando. Quelle agli angoli dei tuoi occhi sono lacrime, lacrime di gioia esattamente come le mie. Non riesco a trattenermi oltre, torno a stringerti più forte che posso, affondando la testa sul tuo petto, piangendo e urlandoti contro di tutto. Non passa molto tempo prima che io senta le tue braccia magre ma muscolose stringersi intorno ai miei fianchi e il rumore dei tuoi singhiozzi smorzati. Non so per quanto tempo rimaniamo in quella posizione a dire il vero, ma scostare il viso dal tuo petto mi sembra comunque un’impresa assurda. Lo vedo che sei imbarazzata. Vorresti dirmi scusa, vorresti assicurarmi che non farai mai più una stronzata simile. Sai Ymir ho sempre saputo leggerti negli occhi, proprio come hai sempre fatto tu. Ma non c’è bisogno che mi dici nulla, abbiamo una vita davanti. Si, direi che una vita basterà per scusarsi.
 
- Torniamo a casa.-
 
Ti dico osservando con tenerezza la tua mano, stretta intorno alla mia. Ma non appena sollevo gli occhi vedo alle tue spalle una marea di Giganti che corrono nella nostra direzione. Un urlo di rabbia risuona nell’aria, guidandoli verso di noi. Le tue pupille si assottigliano fino ad assomigliare a quelle di un felino mentre cominci a dimenarti per scappare, ma ne io ne te siamo in grado di muoverci, possiamo solo aspettare che l’orda di titani ci venga addosso.
E all’improvviso è tutto come in quel giorno. Veniamo separate, io vengo sbalzata via dal tuo collo, rotolando per terra. I Giganti hanno cominciato banchettare con le tue carni. Vorrei urlare, ma sono priva di voce. Piango e sbatto i pugni per terra. Sento il cuore che mi si spezza a metà quando divorano la tua faccia. I tuoi occhi sono ancora fissi su di me mentre si offuscano e perdono la vita.
Ti ho persa di nuovo e non ho potuto fare niente per salvarti. Ymir. Ymir...



 
- YMIR!-
 
Urlò Historia Reiss risvegliandosi. Le ci volle qualche secondo prima di capire che quello non era stato che un brutto sogno. Un orribile sogno. Si trovava ancora al sicuro assieme ai membri rimasti della squadra di ricognizione. Il carro sul quale l’avevano caricata (e messa sotto stretta sorveglianza) per evitare che potesse scappare e tornare nel campo di battaglia sobbalzava, facendo un rumore simile a quello dell’orda di Giganti del sogno.
 Asciugò il volto sudato col bordo della camicia da notte e rannicchiò le gambe al petto, poggiando il mento sulle ginocchia, mentre le lacrime le scorrevano placide lungo le guance dall’incarnato pallido.
L’avrebbe ritrovata, e sarebbero state assieme per sempre. Non avrebbe mai più permesso una cosa del genere. Historia non avrebbe mai più provato paura. Il suo sguardo determinato si rivolse sopra di lei, verso il cielo stellato. Era ormai calato il sipario su quella giornata orribile e che nessuno di loro avrebbe mai potuto dimenticare, ma il fuoco che le ardeva dentro era più vivo che mai. Si sarebbero riviste ne era sicura. Anche a costo i cercarla per cinquant’anni, ma l’avrebbe ritrovata. Costi quel che costi. Lentamente tornò a sdraiarsi, ricacciando indietro le lacrime e mordendo il morbido cuscino bianco. Un solo sussurro uscì dalle sue labbra quella volta.
 
- Ymir... torna a casa.-


 


Eccomi con un'altra One Shot.. si l'ennesima. Dopo aver letto il capitolo 50 di Shingeki non ne ho potuto fare a meno. Spero che sia garbata. :3
Come sempre dedico la storia a Benedetta, per essere la mia fonte inesauribile di ispirazione e Gnocconana per riuscire a sopportarmi ogni santo giorno. <3 Vi amo. Non so cosa farei senza di voi.

 
   
 
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