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Autore: Aven90    08/10/2013    1 recensioni
Frodo è stanco di portare il Peso dell'Anello. Anche dopo i fatti del Monte Fato, il giogo dell'artifizio di Sauron lo sopprime, e dunque è giunto il momento di andarsene.
Genere: Introspettivo, Malinconico | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Frodo, Sam
Note: Missing Moments | Avvertimenti: nessuno
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Personaggi:Frodo, Sam
Prompt: fuochi d'artificio, storia, diario 

È sempre bello guardare i fuochi d’artificio a Hobbiville, seduti sul prato a testa in su e vedere i giochi di fuoco colorati che si combinano tra loro e lasciano senza fiato.

È stata una idea davvero bella, quella del Sindaco Sam, di indire una festa in onore della vittoria ottenuta sul Male, dove lui ha avuto un ruolo indispensabile, e tuttavia ha passato tutta la sera  citarmi e a dipingermi come un eroe.

Eroe che io non sono, né sarò mai.

Quel giorno è caduto fra le fiamme del Monte Fato pìù di un Anello.

È partito un pezzo di me, un pezzo di me che aveva tenuto in gran contro e che avevo temuto a un tempo.

Il dito mancante è sempre lì a ricordarmi che non ho avuto le forze per concludere la missione.

Quanto mi vergogno di me stesso! Eppure nessuno mi hai mai incolpato di niente. Ma non faccio che pensare all’Anello e alla tristezza che vi è in me da allora, e inoltre il dolore della ferita ottenuta dal re Stregone fa ancora male.

“E così la storia è finita, padron Frodo” mi chiama Sam. Pur essendo diventato un’autorità, non ha mai trascurato il suo ruolo di giardiniere e mio servo.

“Già, Sam. La storia è finita. I fuochi d’artificio brillano in cielo e siamo quasi tutti felici”

“quasi tutti? Chi è che conosciamo ma non è felice?”

Al che, lo guardo fisso negli occhi. “Io, Sam. Io non sono felice. Per niente. La mia mente è ancora rivolta al Monte Fato e a quanto è successo in quella caverna”

Sam sembra turbato, ma mi abbraccia. “ Non vi preoccupate, padrone. Nessuno può biasimarvi. Uomini ed Elfi migliori di voi sarebbero ceduti molto prima, e persino Gandalf non l’ha mai tenuto in mano”

“No, Sam. La situazione è più critica di quanto tu possa immaginare. Purtroppo non potrò finire il diario. È tempo che lo prenda tu” gli anticipo. Era da un po’ che ci pensavo.

“Diario? Volete dire il libro che stavate scrivendo?”

“Sì, Sam. Io non so se riuscirò a finirlo”

“No, Padrone. Dovete farvi forza, la Contea ha bisogno di voi”

Non so se sia così per davvero, oppure è solo l’affetto del mio giardiniere a parlare, tuttavia mi rincuora avere così tanta stima, io che stima non ne merito neanche un po’.

   
 
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