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Autore: Duff Rose    08/10/2013    3 recensioni
Nell'intera Galassia quanti pianeti esistono?
Quanti esseri viventi vi abitano? Essa è piena di sorprese. Forse anche per Zarbon, alieno effeminato e narcisista, ci sarà qualcosa che la Galassia ha in serbo per lui.
Una storia ricca di litigi, lotte, sentimenti e passione che cambieranno la vita del servitore di Freezer.
A cambiarlo ci saranno Andor(una nuova recluta di Freezer) e una ragazza sconosciuta proveniente da uno strano Pianeta.
Loro possono in qualche modo a trasformare quegli occhi ricchi di immagini e ricordi di sangue in un colore più vivo e forte, quello dell'oro. Riusciranno involontariamente a far uscire il suo vero lato? Essi, inoltre, coinvolgeranno Zarbon in un loro segreto sopito da molto tempo. Di cosa si tratterà?
*Primo capitolo modificato*
Genere: Azione, Sentimentale, Triste | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Cooler, Freezer, Nuovo personaggio, Vegeta, Zarbon
Note: What if? | Avvertimenti: Tematiche delicate
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Nda. Salve a tutti,
Questa è la mia prima fanfiction che pubblico qui su Efp e l'ho messa perché volevo condividerla con voi.
Questa storia è un pò diversa dalle altre, lo si capisce dal protagonista, ossia Zarbon. Perché proprio lui?
Perché è un CATTIVO, e a me i bad boys sono sempre piaciuti, perciò mi sono detta "perché non tentare?"ed è uscita questa "cosa" qua.
Beh... detto questo... Buona lettura!;-)



CAPITOLO 1

Invadere. Uccidere. Distruggere. Servire.
Questo era il mestiere di Zarbon: il suo scopo era invadere nuovi pianeti di tutta la Galassia, uccidere gli abitanti dei pianeti presi di mira, distruggere tutto ciò che trovava tra i piedi. Tutto questo per servire il suo padrone, un essere molto più forte di lui: era il padrone dell'intero Universo. Tutto e tutti si trovavano sotto il suo cospetto, e nessuno poteva farci niente. 
Lui era Freezer. Un mostro a cui non mancava nulla, ma a lui mancava sempre qualcosa e non si accorgeva mai di tutto ciò che possedeva.
Era un alieno senza scrupoli, un essere così egoista da fregarsene di chiunque.
E nonostante il suo carattere menefreghista, era riuscito ad avere tutti quanti ai suoi piedi, e questo non solo per la sua infinita forza. Era un tiranno a tutti gli effetti, un mercenario così temuto da tutti i pianeti da far venire i brividi anche ai guerrieri più coraggiosi.
Era un alieno molto conosciuto, tutti sapevano il suo nome anche se alcuni non lo avevano visto in faccia.
Sempre pensieroso, Freezer si trovava nella sua immensa sala a sorseggiare il suo solito bicchiere di vino, con lo sguardo perso in un altro mondo.
A farlo tornare alla realtà fu Zarbon, suo fedele consigliere e servitore. Se c'era qualcuno di cui si fidava, o meglio dava più confidenza, quell'essere era proprio lui. Certo, lo considerava sempre di basso livello come tutto il resto dell'Universo, ma la ferrea fedeltà di Zarbon lo portava a dare più fiducia, solo verso di lui.
L'alieno verde, puntuale e composto come sempre, si avvicinò al suo padrone, lasciando sempre un pò di distanza per non avvicinarsi a lui, come se fosse una vera e propria divinità.
"Mi ha chiamato, Signore?" si inginocchiò Zarbon.
Il tiranno finì di bere il suo bicchiere di vino.
Si voltò verso il suo servitore e lo fissò con il suo solito sguardo indecifrabile.
Finalmente il Freezer di sempre era caduto dalle nuvole, atterrando di piedi.
"Anche questa volta te la sei cavata molto bene. Adesso però voglio che tu parta sul pianeta Zort"
Zarbon, sorpreso dalla decisione del suo Signore, sgranò gli occhi.
"Il Pianeta Zort? Ma non è quello che suo fratello aveva intenzione di conquistare?"
Il lucertolone rosa ghignò.
"Esatto, ma ho deciso di sfidarlo e voglio averlo per prima io, perciò ti concedo sei giorni, non di più.
Con te verranno anche alcuni soldati, anche se credo che tu possa farcela anche da solo. Partirete oggi pomeriggio."
Come al solito, Freezer voleva mostrare a suo fratello che non era un incapace e che lui non solo era il favorito del padre, ma anche che aveva più capacità di lui in tutto.
C'era sempre stata molta competizione tra lui e il suo fratello maggiore, fin quando erano piccoli e questa volta voleva essere lui il vincitore della loro ennesima sfida. Suo padre, Re Cold, sarebbe stato orgoglioso dei suoi risultati. Ovviamente, non gli bastava essere il favorito di suo padre, no!
Voleva di più, aveva sempre voluto di più, ma il tiranno non aveva mai pensato al detti "chi troppo vuole, nulla stringe"?
Zarbon si limitò ad annuire.
"Sarà  fatto, mio Signore. Non la deluderò."
Credendo che la conversazione fosse finita, Zarbon stava abbandonando la Sala, ma, proprio quando era vicino alla porta, il tiranno si ricordò di un piccolo dettaglio e fermò appena in tempo l'alieno con una delle sue solite esclamazioni.
"Ah,e un'ultima cosa"
Zarbon si voltò, senza opporre resistenza.
"Verrà con te una nuova recluta, è nuova ed è ancora alle prime armi, però è piuttosto in gamba. Le mostrerai come si conquista un pianeta, dato che tu sarai il Generale in questo viaggio."
"Lo farò, Grande Freezer" concluse così la conversazione Zarbon e così abbandonò finalmente la Sala.
Come al solito, Dodoria incrociò Zarbon per il corridoio e, offeso per non essere stato salutato, lo seguì "Ehi, che cosa ti ha detto Freezer?" Chiese con una nota di pettegolezzo nella voce.
"Il solito ficcanaso" si disse Zarbon, poi gli rispose senza guardarlo e continuando a camminare.
"Non sono affari che ti riguardano."
Ma Dodoria, prepotente com'era, non si arrese .
"Avanti, che ti prende?"
L'alieno verde lo ignorò e, avvicinandosi verso la navicella, si fermò e gli rispose fugacemente.
"Invece di farmi il quarto grado, perché non vai a perdere tempo dalle tue schiave?"
"Saranno scioccate per uno come lui. Non è forte in combattimento e probabilmente nemmeno a letto" pensò tra sé e sé Zarbon.
L'altro ringhiò come un animale e divenne più fucsia del normale.
"Ma guarda questo" disse in tutta risposta senza pensarci due volte, ma poi vide il lato positivo nella domanda del suo compagno e fece uno sguardo malizioso.
"Lo sai? Forse non hai tutti i torti" e se ne andò.
Zarbon finalmente fece un bel sospiro:almeno non avrebbe visto per sei giorni quel mostro rosa.
Tra tutti, quello per lui era il personaggio più squallido di tutto l'esercito di Freezer, oltre i Sayan, ovviamente.
Non riusciva a capire il motivo per cui Lord Freezer dovesse avere come guerriero un alieno così poco elegante, puzzolente e sconcio nelle parole.
Se non fosse così importante quanto lui nell'esercito, l'avrebbe paragonato ai sayan, anche se fisicamente non gli assomigliasse proprio.
Dopo dieci minuti, sei soldati lo raggiunsero.
Cinque di loro erano piuttosto anziani ed erano esperti nel combattimento, si poteva vedere dal loro portamento coraggioso e orgoglioso, mentre uno era il più giovane di tutti. Quando Zarbon lo vide capì che era quello nuovo di cui stava parlando prima il suo Signore.
Il nuovo combattente era piuttosto alto, il suo fisico non era molto scolpito.
Aveva la carnagione rosea, come quella dei saiyan. Aveva i capelli neri e lunghi raccolti da una coda. La cosa che notò di più Zarbon erano i suoi occhi color porpora, così intensi. Portava una battle-suit che faceva sembrare la propria silhouette di qualche chilo in più. Stava a braccia conserte e si avvicinò subito verso il Capitano.
"Lei dovrebbe essere Lord Zarbon, il nostro Capitano, esatto?" chiese il ragazzo.
Zarbon sorrise "Vedo che ti sei informato molto bene, dato che sei nuovo. Si, sono io e vedi di non disubbidirmi. Quello che io dico è legge e se non la rispetti te la vedrai con me e..."
Il ragazzo lo interruppe "Ho capito, ho capito. Non c'è bisogno di scaldarsi molto"
L'altro fece un sorriso beffardo "Allora cerca di essere utile in qualche modo e di non essere un peso morto per me, perché non ho tempo da perdere con gli scarti, intesi?"
L'altro annuì.
"Ottimo, allora cominciamo a entrare dentro la navicella" ordinò il Lord e tutti entrarono.
La nuova recluta quando entrò nella navicella cercò di creare una sorta di legame con il suo Comandante, perciò guardò il suo Generale e gli allungò la mano "Comunque io sono Andor"
L'altro per tutta risposta gli scansò la mano disgustato "Non ti ho chiesto di fare la tua conoscenza."E detto questo si allontanò lasciando il ragazzo con uno sguardo interrogativo.
"Mai e poi mai stringerò la tua mano sporca" rabbrividì Zarbon al solo pensiero di avere le sue mani così curate diventare sporche per una stretta di mano.
Infuriato, Andor si sedette vicino a un soldato. "Cominciamo bene" pensò tra sé e sé e capì che lì la vita non era come se l'era aspettato e che per stare al passo con gli altri doveva dare il massimo.
Sfortunatamente per lui, il viaggio sarebbe durato molto e, soprattutto, in compagnia dI Zarbon.

  
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