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Autore: lindagrey    08/10/2013    0 recensioni
Due ragazzi lontani, un amore, forse impossibile, ma forte..
La dimostrazione che le cose a volte non vanno proprio come vorresti...
Lui, un ragazzo magnifico con origini meridionali.
Lei, una fantastica ragazza comasca.
Genere: Drammatico, Generale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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"Dopo una giornata così pesante, un po' di relax ci vuole.." dissi quella sera..
Era sabato, il 15 giugno, appena tornato da una giornata di lavoro. Feci una bella doccia e mi sedetti al computer... La sera prima i miei amici mi avevano parlato di un sito online dove poter parlare con perfetti sconosciuti di tutto il mondo, così tentai di trovare qualche ragazza interessante. 
Dopo parecchi tentativi non trovai nessuno con cui parlare di cose generali, stavo per staccare ma.. 
"Ciao! :)" sperai con tutto me stesso che fosse una ragazza intelligente, e non una porca come tutte quelle che avevo già scartato..
"Ciao! Piacere, io sono Stefano"
 
"Io Laura, piacere.. Quanti anni hai?"
"29, e tu?"  
"21, come stai? :)" 
"Un po' stanco.. Tu?"
"Io bene ;)"

Andammo avanti per un po'... Forse un ora.. Poi..
"Senti, devo uscire... Se vuoi ci sentiamo quando rientro!" 
"Certo! Mettiamo Laura come interesse.." 
"Come mai il mio nome?! Hahah, mi va bene... Allora a dopo, ste! :)"

Chiuse prima che potessi rispondere... Ebbene sì, finalmente trovai una ragazza simpatica ed intelligente, ci prendemmo subito in simpatia... C'era un certo feeling tra noi.. Uscii anche io. 
In quel periodo della mia vita avevo molti problemi. Lavoravo, sì, ma i miei colleghi, e amici di sera, mi piacchiavano.. Sembravo un cretino di 29 che non sa difendersi con le proprie mani. Ero 'depresso', mettiamola così... 
Mia madre è morta quando ero piccolo, papà non l'ho mai conosciuto, non so chi sia. Sono cresciuto con mia zia Laura, che coincidenza, il nome della donna che amo. Sì, signori miei, amo Laura tutt'ora... E' stata una donna importantissima nella mia vita. Mi ha 'salvato'.   
Dopo quella sera tornai a casa, accesi immediatamente il computer e scrissi 'Laura'.
La trovai al primo colpo. 
Mi raccontò com'era andata la serata.. Parlammo tutta la notte delle nostre vite, del nostro passato. Lei viveva con suo papà, anche lei aveva perso la mamma... Aveva dei problemi, frequentava una psicologa e... Si tagliava. Una delle cose che ricordo benissimo è quella. Il solo pensiero che lei si tagliasse mi faceva sentire una merda. Non so perché, ma dovevo proteggerla, e farla smettere. Così parlammo per ore e non ci accorgemmo che fuori c'era l'alba. Decidemmo di risentirci il giorno seguente... 
Passarono i giorni, ed io me ne stavo innamorando perdutamente.. Non riuscivo a pensare ad altro. Solo Laura in testa.
C'era un solo problema, la distanza.
Lei di Como, io di Napoli. Un bel viaggio... Ma ero disposto a tutto, anche solo per vederla una volta.
Non c'eravamo ancora scambiati foto, nulla.. Ma il suo aspetto non m'importava, forse un po', ma giusto un minimo di curiosità. Lei era perfetta, aveva un intelligenza spaventosa... L'unica pecca "Ho un blocco per quanto riguarda l'affezionarmi ad una persona" pensai 'Si può risolvere...' ma in quel momento mi si gelò il cuore, un amore non ricambiato. Mancava solo quello in quel periodo da schifo... E l'avevo trovato. L'amore impossibile che a volte molte persone cercano per il gusto di sapere come ci si sente... E' uno schifo, ragazzi miei... Un vero shifo. 
Parlavamo già da tre mesi ormai... Ma non su quel sito, eravamo già passati al livello successivo: scambiarci i numeri. Quindi potevamo sentirci in qualsiasi momento della giornata.. L'estate era passata. Il lavoro era iniziato.. Ricordo che a metà settembre mi mandò una sua foto, dio quant'era bella... Avevo voglia di vederla, di toccarla, di baciarla... 
Una sera ero un po' triste, la mia tristezza era spesso dovuta alla nostra lontananza, mi sentivo vuoto. Allora, dopo tante sue parole dolci per farmi riprendere, le dissi ''ti voglio bene, bimba'' .
Speravo vivamente in un ''anche io, muso'' ma mi scrisse che non diceva mai 'ti voglio bene', aveva un blocco. Piansi. Piansi tanto, tantissimo.. Mi sentivo solo. ''Io ti amo'' pensai. Ma lei non mi voleva bene, ''ci tengo a te'' era l'unico segno d'affetto che ricevevo... Era straziante. Iniziai con non dirle più 'ti voglio bene'... Lei se ne accorse, disse che stavo cambiando. 
"Ma cos'hai in questi giorni, muso?" amavo quando mi chiamava 'muso'... Lo feceva spesso... 
"Nulla, perché?" 
"Dai, dimmi tutto... E' successo qualcosa?"
"No, ti ho detto nulla"
"Bah, sei strano..."
"Sono un po' triste, lo sai..."
"Sei cambiato, ti sento più distante..."
"Sono sempre io, Laura.."
"Ecco, mi hai chiamato 'Laura', non lo facevi da tempo... Di solito lo fai quando litighiamo e stai incazzato con me.. Cosa ti ho fatto, Stefano?!"
"Non mi hai fatto nulla... Sono io il problema, meglio se ci sentiamo domani"
"Ciao"

E così quel giorno sbagliai, lo so, ma dovevo pensare un po', volevo restare solo. Così andai da mamma, in quel maledetto posto
Passò un'ora, dovevo sentirla, avevo bisogno di lei... "Ti prego, scusami, davvero. Sono un idiota, ti faccio sempre incazzare. Ma non voglio, sono serio... Adesso sono da mamma, in questo posto di merda, vorrei tanto che fossi qui con me, ad abbracciarmi. Mi manchi. Mi manca mamma. Vorrei incontrarti un giorno, bimba... Se solo sapessi quello che provo... Se sei incazzata puoi anche non rispondermi, io avevo solo bisogno di scusarmi. Avevo bisogno di scriverti, di cercarti. Perché ho sempre bisogno di te. Ti voglio bene" 
Inviai il messaggio, misi il cellulare in tasca, con la convinzione che lei non avrebbe letto e automaticamente non avrebbe risposto. 
Dopo giusto cinque minuti vibrò il cellulare. Era lei. Non avevo il coraggio di leggere quel mesaggio. Ma lo lessi. 
"Muso, sei così tenero... Anche io vorrei essere lì con te... Sì, mancavi anche a me, lo ammetto. Ti voglio bene anche io, piccolo mio..."
E così, quel giorno mi disse per la prima volta 'ti voglio bene'. Avevo il cuore che batteva all'impazzata. Il desiderio di vederla crebbe. Dovevo partire, andare da lei. 
Passò un altro mese. Lei non mi aveva ancora visto, nemmeno in foto. Ma aveva un desiderio enorme di vedere il mio viso. Ripeto: dovevo partire, dovevo passare un intera giornata con lei, la desideravo troppo. 
  
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