Fanfic su artisti musicali > Justin Bieber
Ricorda la storia  |      
Autore: i wish you were here    08/10/2013    10 recensioni
Perché non permetti a nessuno di avvicinarti? – le chiesi sedendomi vicino a lei sulla panchina del parco.
Perché ho paura di affezionarmi, e affezionarsi ad una persona vuol dire soffrire – mi disse mentre una lacrima rigava la sua guancia bianca e soffice.
Che vuoi dire? – le chiesi corrugando le sopraciglia.
Se nessuna persona si affeziona a me quando me ne andrò quella persona non starà male per colpa mia – disse alzandosi dalla panchina per poi incamminarsi.
Genere: Romantico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Justin Bieber
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
                                         

                                                                                            Nothing like us


Prima o poi troverai quella ragazza che ti farà battere forte il cuore, mi dissero i miei amici.
Frequentavo il terzo anno del liceo linguistico, a scuola ero il ragazzo più popolare, avevo tutte le ragazze ai miei piedi ma nessuna mi aveva mai fatto sentire come Alex o meglio “ la ragazza intoccabile”.
Tutti a scuola la chiamavano così perché lei non permetteva alle persone di avvicinarsi, il motivo non lo sapeva nessuno. Non parlava mai, tranne quando doveva essere interrogata  o qualche professore la chiamava, la sua voce era musica per le mie orecchie; era limpida e cristallina.
Non rideva mai, ma un giorno la vidi al parco, stava spingendo una bambina sull’altalena. Volevo avvicinarmi di più a lei per poterla osservare meglio, ma per sbaglio inciampai in un sasso e caddi a terra proprio davanti a lei.
Per la prima volta riuscii a sentire il suono melodioso della sua risata, era diversa da quella delle altre ragazze; non era una risata falsa o fastidiosa, anzi sembrava la risata di una bambina, genuina e pura.




Sono Justin – le dissi mentre le porgevo la mano.
So chi sei – disse continuando a spingere la bambina senza degnarmi di uno sguardo.
Come ti chiami? – le chiesi anche se sapevo già la risposta, ma il suono della sua voce era così bello che avrei chiesto qualunque cosa pur di sentire ancora quel suono limpido e cristallino.
Alex – disse guardandomi negli occhi.
Mi girai un secondo dalla parte opposta ma appena mi rigirai verso di lei non c’era più, era sparita insieme alla bambina.




I suoi occhi erano magnetici, erano verdi con riflessi castani; tutti dicevano che i suoi occhi erano due pozzi senza fondo, privi di emozioni ma a me bastava guardarli per due secondi per riuscire a capire cosa provava.
Il sentimento che padroneggiava quei bellissimi occhi era la tristezza.
Con il passare dei giorni riuscii ad avvicinarmi a lei, all’inizio era rigida e nei suoi occhi riuscivo a vedere un filo di paura, ma con il passare del tempo era più rilassata, più sciolta non aveva più quel filo di paura che riuscivo ad intravedere dai suoi occhi i primi giorni.
 


Perché non permetti a nessuno di avvicinarti? – le chiesi sedendomi vicino a lei sulla panchina del parco.
Perché ho paura di affezionarmi, e affezionarsi ad una persona vuol dire soffrire – mi disse mentre una lacrima rigava la sua guancia bianca e soffice.
Che vuoi dire? – le chiesi corrugando le sopraciglia.
Se nessuna persona si affeziona a me quando me ne andrò quella persona non starà male per colpa mia – disse alzandosi dalla panchina per poi incamminarsi.




Non riuscivo a capire perché lei doveva andarsene, facevo delle notti in bianco a pensare a lei e alle sue parole.
Forse per me era un problema, perché io mi ero affezionato a lei in un modo particolare, perché per la prima volta mi ero innamorato.



Voglio fare una cosa – le dissi appoggiando una mia mano sul suo fianco.
E perché me lo stai dicendo? – mi disse abbassando lo sguardo sulle sue vans rovinate.
Le alzai il mento con due dita incastrando i miei occhi nei suoi, lentamente appoggiai l’altra mano sulla sua guancia soffice e bianca, che in quel momento era diventata leggermente rossa, fino a far congiungere le nostre labbra in un semplicissimo bacio a stampo.




Quel bacio è stato il più bello della mia vita, è stato il primo bacio che ho dato mettendoci tutto me stesso.
Quel giorno avevamo deciso di metterci insieme, le avevo confessato che l’amavo, amavo tutto di lei.
I suoi capelli castani e lisci che sapevano di vaniglia, la sua pelle bianca come il latte, soffice e che diventava leggermente rossa sulle gote quando le facevi un complimento, i suoi occhi verdi che lasciavano trasparire qualsiasi emozione e le sue labbra rosee, soffici e leggermente screpolate d’inverno a causa del freddo.
Per me lei era bellissima, anche quando indossava i suoi occhiali grandi e neri, che invece lei odiava.
Dopo pochi mesi mi scrisse una lettera in cui mi lasciava e li, in quel preciso momento, il mondo mi crollò addosso.



Caro Justin,
ti scrivo questa lettera perché non trovo il coraggio di parlarti e dirti queste cose guardandoti negli occhi.
Tu sei un ragazzo fantastico, sei l’unico che è riuscito a distruggere il muro che mi ero creata durante gli anni. Sei riuscito a farmi provare emozioni e sensazioni uniche, mai provate prima d’ora.
Con te ho passato alcuni dei momenti più belli della mia vita, ti ho amato e ti amo tutt’ora.
Amo i tuoi capelli soffici, amo il colore dei tuoi occhi così diverso dai miei, amo ogni tuo singolo tatuaggio anche se sai perfettamente che alcuni li trovo davvero eccessivi.
Scusami se non posso passare dell’altro tempo con te, o meglio non voglio passare altro tempo con te perché non voglio affezionarmi più di quanto non lo sono già, scusami se ti sei innamorato di me e scusami se in questo momento stai soffrendo.
Ma scusami specialmente perché ti sto lasciando.
Ora ti starai chiedendo il perché, ti ricordi quando ti ho detto “Se nessuna persona si affeziona a me quando me ne andrò quella persona non starà male per colpa mia”, io ho la leucemia, non so quanto tempo mi resta.
Ricorda che ti ho sempre amato e che ti amo.
Alex.




Quando lessi quella lettera non riuscivo a crederci, lei aveva la leucemia. Ecco perché non voleva affezionarsi a nessuno.
Lo stesso giorno andai da lei, per convincerla a restare con me fino alla fine. Non volevo abbandonarla, non potevano portarla via da me. Io l’amavo.



Alex – dissi mentre delle lacrime scendevano lungo le mie guance.
Justin, io – non le lasciai finire la frase che la baciai, la baciai come non avevo mai fatto prima d’ora.
Avevo bisogna delle sue labbra sulle mie, quelle labbra erano la mia droga.




Quel giorno facemmo l’amore per la prima volta, anche quella è stata la volta più bella della mia vita.
Ero riuscito a farle cambiare idea e a farla restare con me fino alla fine.
Cercavo sempre di farla sorridere per non farle pensare alla sua malattia, continuavo a baciarla in continuazione consapevole che dopo non avrei potuto farlo.



Justin – disse uscendo dal bagno mentre io le andai incontro – sono incinta.
E’ bellissimo – le dissi abbracciandola per poi baciarla.
E se non ce la faccio? – disse sedendosi sul divano iniziando a piangere silenziosamente.
Ce la farai, anzi noi ce la faremo – le dissi prima di baciarla.




Ero il ragazzo più felice del mondo, sarei diventato papà.
L’avevo accompagnata alla prima ecografia e anche a tutte le altre. La gravidanza stava andando bene, avevamo scelto di non sapere il sesso del bambino o della bambina, volevamo fosse una sorpresa.



E’ bellissima – dissi toccando la mano della bambina, della mia bambina.
Già – disse Alex posando un bacio sulla mano della bambina.
Come volete chiamarla? – ci chiese il dottore.
Lucy – disse Alex mentre io le sorridevo.
Ci può fare una foto? – chiesi al dottore porgendogli la macchina fotografica.




Alex aveva una ragione in più per sorridere e per lottare, i medici cercavano di trovarle delle cure per poterla guarire dalla malattia o almeno allungarle ancora la vita.
Purtroppo Alex non ce la fece e dopo un mese dalla nascita di Lucy morì, quel giorno ero distrutto, mi ritrovavo da solo, con una bambina, un lavoro con una misera paga e la scuola.
Ero a pezzi pensavo che senza di lei era inutile continuare a vivere, ma poi guardavo Lucy e pensavo che dovevo farlo per lei e per Alex. Abbandonai la scuola per trovare un altro lavoro che mi desse una paga migliore, lasciando la bambina ai nonni.
Gli anni passavano e la bambina cresceva, aveva lo stesso colore dei capelli della madre ed i miei stessi occhi, era bellissima.
Ogni volta che la guardavo mi ricordavo di Alex, anche se lei era sempre presente nei miei pensieri.



Ogni dodici giugno vado al cimitero a portare una rosa bianca con Lucy, ora ha sei anni ed è bellissima, proprio come Alex.
Papà la mamma mi vede ? – mi domanda Lucy dondolandosi avanti e indietro.
Lei è sempre con te – le dico lasciandole un bacio fra i capelli – anche se non la vedi lei c’è e ci sarà sempre, è il nostro angelo custode.
Mi manca – dice sedendosi sulla sua tomba toccando la foto di Alex.
Manca anche a me – le dico prima di sedermi accanto a lei lasciandole un altro bacio, stavolta sulla guancia.
Lentamente mi avvicino alla foto di Alex lasciandoci sopra un bacio e mi sembra di sentire ancora il sapore delle sue labbra sulle mie.



                                                                                                                    



Angolo autrice

Ciao,
questa è la mia seconda one - shot.
Io non sono una belieber però stimo Justin e poi le sue canzoni sono stupende.
Questa storia è dedicata a mio zio (morto di leucemia) che è morto un mese prima di veder nascere suo figlio.
Vi giuro che mentre scrivevo questa storia mi è venuto da piangere.
Spero che vi sia piaciuta, se mi lasciate una recensione mi fate felice.
Se vi interessa sto scrivendo una storia su Harry Styles.
Alla prossima :)
   
 
Leggi le 10 recensioni
Ricorda la storia  |       |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Torna indietro / Vai alla categoria: Fanfic su artisti musicali > Justin Bieber / Vai alla pagina dell'autore: i wish you were here