How
Can You
Love Me?
Salve
a tutti! Questo è il primo capitolo
della prima storia che pubblico, anche se ne scrivo tante altre. Spero
che come
incipit vi piaccia, se mi farete sapere pubblicherò le parti
che seguono questo
breve inizio!
A
presto!
Erica
PS.
Prometto che i prossimi capitoli saranno
mooolto più lunghi!
Ginny Noah
1°
Capitolo – Ma chi si
rivede?!
“I beg to dream and differ from the hollow lies. This is the dawning of
the rest of our
lives on holiday!”
Da sempre era
stato questo il più grande peccato di Ginny:
permettersi di sognare e di non credere alle menzogne che da sempre le
venivano
raccontate dalla società, dai suoi genitori, che dopo aver
rivoluzionato la sua
vita si erano
sempre giustificati con le
scuse più banali che potessero inventare; dai media e dallo
stesso mondo in cui
viveva e che aveva sempre sognato di abbandonare. Quella canzone, che
sempre le
dava pace interiore rispecchiando il modo di vivere che aveva sempre
adottato
venendo additata come diversa, ora
le
rimbombava nelle orecchie ad un volume per molti assurdo ma che per lei
era
l’unico a rendere quella musica, rifugio sicuro in una
realtà che ti pone
troppo allo scoperto, ciò che era davvero: un mondo tutto da
scoprire che
poteva sostituire quello che in tanti credevano l’unico
esistente. La canzone
andava avanti, trascinandola nel suo vortice di note gravi e acute,
lunghe e
brevi, pause attacchi e assoli. Conosceva quel brano a memoria, aveva
suonato
quelle note con tutti gli strumenti che era in grado di strimpellare,
ma tutte
le volte che la ascoltava scopriva sensazioni nuove e meandri di se
stessa che
ancora le erano sconosciuti. Ciò che la circondava perdeva
piano consistenza,
sostituito da suoni e colori; attorno a lei stava sicuramente
succedendo
qualcosa che però non le importava, anche perché
di lì a poco si sentì scuotere
tutta, come da un terremoto, ma riaperti a fatica gli occhi vide la
mano
affusolata di sua madre, che evidentemente la chiamava per cose di
estremamente
urgenti, quali andare a comprare la carta igienica o qualche
ingrediente per le
disgustose zuppe vegane che preparava sempre e che rendevano
l’aria della
cucina irrespirabile, motivo per cui la camera di Ginny era sempre
tappezzata
di candele profumate e incensi. Sua mamma non approvava affatto
l’amore di sua
figlia per la musica, o meglio per quella
musica: era convinta che il rock distruggesse il buonsenso dei giovani,
perche
rappresentava la droga e la malavita, non si rendeva conto che per una
ragazza
che non aveva ancora trovato il suo posto nel mondo poteva
rappresentare la
salvezza.
-Muoviti Ginny,
devi andare assolutamente a comprare queste
cose che mi servono per stasera!
-Perché?
Cosa accadrà di nuovo questa sera?
-Vengono a cena
degli amici, quelli che abbiamo visto l’ultima
volta l’anno scorso. E non lamentarti, questa volta ti va
anche bene, visto che
Noah ha la tua età.
-E chi sarebbe
questo Noah?
-Ma come?! Non
te lo ricordi? Quel ragazzo con gli occhi
azzurri, grassottello, è molto simpatico!
Ginny avrebbe
voluto mettersi le mani nei capelli, ma sapeva
che quel gesto avrebbe fatto infuriare sua madre, perciò
afferrò malamente la
lista chilometrica scritta da sua madre ed uscì di casa
sbattendo la porta. L’enorme
e sformata felpa blu le arrivava fino al ginocchio e gli aderenti jeans
erano
ormai scoloriti in più punti. Probabilmente guardandola
sembrava trasandata, ma
era l’unico tipo di abbigliamento in cui si sentisse a suo
agio. Infilò in
fretta gli auricolari, precedentemente avvolti attorno al polso, e si
mise a
correre lungo il marciapiede. Pioveva a dirotto e non aveva nessuna
voglia di
ammalarsi, anche perché di lì a poco avrebbe
avuto la verifica di fisica, ed il
terzo anno di lice scientifico è famoso per essere
particolarmente pesante.
Percorrendo i trecento metri che la separavano dal centro commerciale
ripensò a
quel ragazzo, Noah. Lo ricordava a stento, con quei suoi capelli neri e
un po’
troppo lunghi, gli occhi azzurrissimi e il fisico pienotto. Non avrebbe
saputo
definirne i tratti caratteriali, ma era certa che avrebbe fatto a meno
di
vederlo, oltretutto aveva tantissimo da studiare. Ormai era arrivata
davanti al
supermercato ed entrò in fretta, felice di essere al riparo
dall’acqua. Nella fretta
urtò una sagoma, contro la quale si bloccò
interdetta: non si aspettava di
andare a sbattere contro un muro umano. Come suo solito Ginny aveva gli
occhi
bassi, quindi la radiografia partì dagli anfibi,
evidentemente malridotti da un
uso prolungato e
frequente, per poi
risalire lungo i jeans neri e bucati sulle ginocchia. Lo sguardo della
ragazza
si piantò su mani affusolate, da pianista, particolarmente
pallide. Da sempre
Ginny aveva il vizio di osservare le mani delle persone, e quelle
affusolate le
erano sempre piaciute tantissimo. Lentamente risalì sulla
maglia, di un gruppo
musicale a lei ben conosciuto, coperta da una semplice giacca nera. Il
collo
del ragazzo era bianco quanto le mani, lungo e sottile. Il mento
spigoloso
veniva automaticamente ammorbidito da una dolce fossetta appena sotto
le labbra
rosse, perfette. Non un filo di barba copriva gli zigomi alti e
proporzionati.
Uno spruzzo di lentiggini scure dava luce a quegli occhi azzurri, quasi
familiari, nei quali Ginny si perse automaticamente. Ciglia scure
rendevano lo
sguardo profondo e la fronte ampia veniva coperta da capelli scurissimi
e
scompigliati, mossi e naturali, quel tipo di capelli che la ragazza
aveva
sempre desiderato al posto della cascata liscia e rossiccia che le
copriva la
schiena fin quasi
al sedere.
Il ragazzo
sgranò gli occhi, e Ginny non se lo spiegò fino a
quando lui non esclamò il suo nome con voce melodiosa.
-C-Come?
Perché sai il mio nome?
-Ma come Ginny?
Non mi riconosci? Sono Noah! Pensavo di
vederti stasera, ma evidentemente ti mancavo!- “Noah? E chie
è Noah’ Ah si! Quel
ragazzo che doveva venire stasera! Ma non era bruttino e
tozzo?” Ginny si pentì
subito di questi inappropriati pensieri. Aveva appena ammesso con se
stessa che
trovava attraente quel ragazzo, ma in fondo come biasimarsi?! Era
diventato
davvero bello!!!
-Noah? Oh ciao!
Ti ricordavo …. Diverso!
-Lo
so, sono diventato più bello!- “Ecco, oltre che
bello sei
diventato strafottente”. Evidentemente la faccia di Ginny
doveva essere abbastanza
eloquente, visto che Noah scoppiò
a ridere e esclamò:
-Ma stavo
scherzando, comunque anche tu sei cresciuta tanto
nell’ultimo anno, ti ricordavo on i capelli più
corti!- Interdetta Ginny fece
scena muta, al che Noah fece una proposta che Ginny non si aspettava
affatto:
-Cosa ne pensi
di venire a prendere un caffè, visto che
comunque ci dovremmo rivedere a casa tua tra meno di due ore?
-Ma veramente
… dovevo fare la spesa per mia madre …
-Oh, in due si
fa prima, lo faremo più tardi!- detto questo
sfoggiò un sorriso smagliante e Ginny si perse
completamente, balbettando un
insignificante affermazione e avviandosi verso l’uscita al
fianco di quel
meraviglioso amico sconosciuto.