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Autore: Eylis    03/04/2008    3 recensioni
“Andrea?”
“Mh?” Apro gli occhi, schermandoli subito con una mano. Sta arrivando la sera, ma il sole ancora ferisce con la sua calda luce. Giro la testa verso di te, mi sfiorano i fili d’erba.
“Saremo assieme per sempre?” È preoccupazione la tua, piccola mia? Lo sai che non devi averne, soprattutto in una giornata così splendida. Ma forse non sei davvero inquieta, vuoi solo che io ti ripeta ciò che più ami sentire, vuoi solo che la mia voce accarezzi la tua anima. Ti sorrido.
“Certo cucciola mia, per sempre.”
[...]

Questa è una raccolta di brevi racconti che più che narrare una storia vogliono descrivere una situazione, un’impressione, un’emozione. Ogni capitolo, ogni storia ha quindi l’intento di precipitare chi legge in un mondo a parte trasmettendo le sensazioni e le emozioni vissute dai personaggi. Leggete ogni racconto lasciandovi trasportare dalle parole, dai suoni, dalle immagini. Il genere principale è quello romantico, ma ogni storia ha una diversa sfumatura.
1. Cantar di grilli ed erba cipollina, 2. La farfalla nera vola in sogno, 3. Sillogismi e deduzioni, 4. Filastrocca, 5. In missione, 6. Indicibile farsa, 7. Bisogni primari vs importanti novità, 8. Al centro dell'universo, 9. Aria, 10. Profumo di pesco, 11. Stoffa, 12. Luna riflessa, 13. Patto col diavolo, 14. Grigio di dea, 15. Cantar di grilli ed erba cipollina - II
Genere: Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Yuri
Note: Raccolta | Avvertimenti: nessuno
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1. Cantar di grilli ed erba cipollina

“Andrea?”
“Mh?” Apro gli occhi, schermandoli subito con una mano. Sta arrivando la sera, ma il sole ancora ferisce con la sua calda luce. Giro la testa verso di te, mi sfiorano i fili d’erba.
“Saremo assieme per sempre?” È preoccupazione la tua, piccola mia? Lo sai che non devi averne, soprattutto in una giornata così splendida. Ma forse non sei davvero inquieta, vuoi solo che io ti ripeta ciò che più ami sentire, vuoi solo che la mia voce accarezzi la tua anima. Ti sorrido.
“Certo cucciola mia, per sempre.” Richiudo gli occhi. È arrivata la primavera finalmente, rimanere all’aperto è così gradevole! Stese in quel prato, la mia testa vicina alla tua, è impossibile non sentirsi libere.
“Andrea?”
“Mh?” Questa volta non apro gli occhi, sento che non è necessario.
“Senti i grilli? Mi piace il loro canto, ci fa compagnia!”
“Li sento, ma secondo me non stanno cantando per allietarci.”
“Beh, no, immagino stiano facendo i loro affari… Ma così era più bello da immaginare!” Mi sollevo su di un braccio, poggiando il capo sulla mano, mi avvicino terribilmente al tuo volto.
“Ed invece ti sbagli, sai perché cantano?” Parlo sottovoce, mi rispondi allo stesso modo.
“Perché?”
“Perché sono invidiosi, e tentano di conquistare la vera bellezza con questa melodia!”
“Invidiosi?”
“Certo, invidiosi di me, perché ho al mio fianco il tesoro più prezioso.” Mi guardi un attimo stranita.
“Io?”
“No, tua nonna… Certo, sciocchina!” Rido mentre ti vedo arrossire, come ogni volta che ti faccio un complimento. Sì, sei il mio tesoro, il mio splendido tesoro che non lascerò mai, per nulla al mondo. Mi siedo incrociando le gambe, carezzo l’erba che sfiora anche le mie gambe. Nell’aria c’è un odore dolce, e portando la mano che ha appena toccato il prato vicino al viso mi accorgo che anche questa si è vagamente impregnata dello stesso profumo. È l’erba cipollina, quell’erba che mi ricorda i giochi che facevo da piccola, le mie scorribande nei campi, le piccole scoperte sul mondo della natura.
Ti alzi a tua volta, osservandomi. Scuoti la mano davanti al mio volto, vedendomi assente.
“Ehi, ci sei ancora? A cosa pensi?” Mi riscuoto, scrollo il capo.
“A niente, ricordavo.” Mi sorridi.
“Lo sai che nelle cipolle di quest’erba a volte si nasconde un piccolo folletto?”
“Certo, come no. E magari se lo trovi esaudisce anche un tuo desiderio.”
“È proprio così! Però non è mica facile da trovare… A me è successo una volta sola.” Ti guardo, incredula. Leggi benissimo nei miei occhi che non ti credo.
“E quando ti sarebbe successo?”
“Non te lo dico!” Mi rivolgi un sorriso soddisfatto, come fai sempre quando vuoi incuriosirmi senza rivelarmi ciò che ti passa per la testa.
“In ogni caso non ti credo.” Non voglio darti soddisfazione. E comunque non credo proprio possano esistere davvero questi folletti… Siamo nel mondo reale, non in una storia fantastica!
“Come vuoi… Guarda, questa è una cipolla normale.” Hai afferrato gli steli di una di quelle erbe e hai estratto dal terreno quella piccola cipolla. Me la porgi, la prendo fra le mie mani. Le adoro, così piccole, bianche, con quell’odore dolciastro… Con la punta dell’unghia la sfoglio lentamente fino a lasciarne solo il cuore. Ho le mani impregnate di quel profumo, ma non ci faccio caso, concentrata su quanto sto facendo.
“Ecco qua.” Ti porgo ciò che resta del vegetale, quella piccola pallina bianca, delicata, la prendi come fosse un tesoro dei più preziosi rivolgendomi uno splendido sorriso.
“Credo si possano mangiare, sai?”
“Sarà, ma mi accontento di vederle… non mi piacciono le cipolle!” In verità mi sembra quasi un insulto mangiare quelle piccole cosine che ai miei occhi sembrano così perfette. Afferro a mia volta un gambo per estrarne la cipolla, ma si spezza al primo strattone. Ci riprovo, senza risultati. Ecco, come al solito, non sono proprio capace di estrarre quei bulbi. Un poco stizzita, getto da parte le foglie che ormai saranno presto senza vita. Vedo il tuo sorriso dolce, ma mi giro dall’altra parte facendo finta di niente. Anzi, mi sdraio nuovamente a terra, sulla pancia questa volta, nascondendo il viso fra le braccia come sopraffatta dalla stanchezza, fingo il broncio. Passa qualche secondo, il canto dei grilli riempie ogni cosa. E poi tu ti alzi, in silenzio, ti avvicini a me e ti sdrai al mio fianco, abbracciandomi.
“Andrea?” Sussurri il mio nome soffiando leggermente nel mio orecchio la tua gentilezza.
“Mmh…” mugugno.
“Ti amo.”
“Mh.” Ecco, mi hai colpita al cuore, come di tuo solito. Sempre così, per questo sono innamorata di te alla follia. Poco dopo mi metto su un fianco, ricambio l’abbraccio, ti stringo a me senza parlare, perché quel gesto ti trasmetta tutto il mio amore. Ti bacio e rimaniamo a specchiarci l’una negli occhi dell’altra.
“Sai quale desiderio ho espresso al folletto della cipolla?” Sussurri.
“Quale?” Sono curiosa, non ci posso fare nulla.
“Incontrarti…” Non rispondo, non posso. Rimango in silenzio fra il canto dei grilli e il profumo dell’erba cipollina.

  
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