"E benvenuti cari studenti all'istituto secondario". La voce della preside zittì tutti quei ragazzi e quelle poche ragazze presenti nell'aula magna. 
Tra questi c'era un ragazzino riccio, dagli occhi verdi, circondato da alcune di quelle ragazze, che cercavano insistentemente di corteggiarlo. Il ragazzo però sembrava immerso in un altro mondo, come se esistese solo lui, in quell'universo. 
"Le classi sono state divise in due sezioni: la S e la T" questa frase fece ritornare il riccio nel pianeta Terra, e si ricordò che la sua futura classe sarebbe stata la 1°T. Tra sè e sè sperò di tutto cuore di andarci il prima possibile, perché quelle ragazze lo infastidivano parecchio. 
"In prima T ci saranno: Harry Edward Milward Styles Cox...." Il riccio si alzò di scatto facendosi poi piccolo piccolo e arrossendo dalla vergogna. Si diresse verso i suoi nuovi compagni serrando la bocca e cercando di calmarsi. Dopo che la preside finì di far l'appello la classe si diresse in 1°T, dove c'erano già tre ragazzi che stavano cazzeggiando.
"Biondino, Moro, Timido e Maggiore, tornate nelle vostre classi!" Tuonò il professore di letteratura facendoli sobbalzare. I tre corsero via, e i più piccoli poterono sedersi ai banchi. Ad Harry toccò il banco centrale, dove, secondo lui, era al centro dell'attenzione, cosa che lui odiava. Si strinse nella sua felpa verde sedendosi e spegnendo il cellulare.
"Io sono Mr.Shaw, professore di letteratura e lingua inglese; pretendo da voi..." Harry aveva già smesso di ascoltarlo per non collassare sul banco, e i suoi occhi si erano posati su una ragazza bionda, che dava l'aria di finta nerd e di persona poco seria. "Sicuramente era una brava ragazza, nella sua scuola" pensò il riccio con una punta di sarcasmo. "...Quindi per domani fate questo tema." "Quale tema, scusa?" Chiese Harry al suo vicino, il quale gli passò il diario per copiare la traccia.
"Bene, la mia ora è terminata, come ben sapete quest'istituto vi ospita dandovi vitto e allolggio, quindi cari lattanti non fatevi prendere dal panico. La vostra cara mammina la vedrete per una settimana al trimestre. Alloggerete nelle seguenti stanze con i seguenti coinquilini: Nick con Hailey..." riprese ad annullare l'insegnante mentre disegnava su un foglio da disegno due ragazzi che si abbracciavano.
"...Harry con Louis...". Hary alzò lo sguardo perplesso e chiese timidamente
"C-Chi è Louis?" "Il ragazzo bocciato della seconda S" rispose seccato l'insegnante, per poi proseguire con la lista dei nomi dei coinquilini dei giovani ragazzi. Finita la lunghissima lista mandò i ragazzi nelle proprie camere, avvisandoli che avevano un'ora libera, poiché l'insegnante di matematica non era presente. Il riccio corse nella sua nuova stanza, andandosi a sedere su una poltrona posta vicino alla porta, e rannicchiandosi. Si addormentò, ma venne svegliato poco dopo da alcune voci che si avvicinavano pericolosamente alla porta. Per paura che fosse arrivato il suo coinquilino, decise di mettersi la polsiera, per nascondere le sue debolezze e svuotò la borsa, piegando i vestiti e mettendoli ordinatamente nell'armadio, per poi mettere nel cassetto una piccola scatola, contenente varie lamette. "Mi serviranno, ne sono certo" disse Harry fra sè e sè.
"...e così ho detto a quello stupido di Louis 'GAY DI MERDA, FAI SCHIFO' ". A quelle parole il riccio s'irrigidì, non che lui fosse gay, ma odiava gli omofobi.
"Uno non può essere libero di amare chi vuole? Perché ci devono essere questi idioti?" Il nostro giovane Harry aveva già trovato una pecca in quella scuola, che non amava particolarmente. Il ragazzo superò la stanza del riccio salendo le scale, così Harry potè spogliarsi e stendersi sul letto.
"... Entrate, dai. Venite a fumare." La porta si aprì ed Harry fece a malapena in tempo a mettersi i pantaloni, restando a petto nudo. 

"E tu chi sei, Curly?"
"I-io sono Harry, e q-questa è la mia c-camera.. Qui... dovrebbe esserci L-Louis.. sei... percaso tu?"
"Certo, io sono Louis, piacere. Loro sono i miei amici: Zayn detto "il Moro", Liam detto "il Timido" e Niall detto "il Biondino" "
"Q-quindi tu saresti "il Maggiore"?" disse Harry, che aveva sentito pronunciare questi soprannomi dal professore.
"Si"
"P-piacere" disse il riccio, per poi notare il cassetto delle lamette e tirargli un calcio per chiuderlo, facendosi abbastanza male.
"Riccio, non far l'aggressivo con un comodino" sbottò il Moro.
"Ho un nome, ma sembra che tu sia sordo" rispose Harry, visibilmente alterato. Non era solito rispondere così; Harry era quel ragazzo che preferiva stare zitto e subire, per non arrecarsi danni. Ma quella volta non seppe star muto, e dopo quelle parole si morse la lingua.
"Sei mestruato, Harold?"
"Mi chiamo Harry"
"Ah, scusa, Harry Milward Edward Styles Cox"
Odiava i suoi nomi, li odiava con tutto se stesso perché li aveva scelti suo padre, quello stesso padre che picchiava sua madre e sua sorella Gemma, e lui voleva difenderle, quelle due donne graziose.
"Harry, per gli amici Haz" ...e per Bill Harold, il nome che gli era stato affibbiato per schernirlo.
"La volete piantare? Riccio, via di qui!" Intervenne Louis, quel ragazzo dagli occhi azzurri come il mare, che cacciò Harry dalla sua stanza. Un vuoto allo stomaco fece inginocchiare Harry, si sentiva umiliato, prima dal moro e poi dal suo coinquilino, e anche se era abituato alle umiliazioni, questa faceva più male del solito.
"Fanculo, ragazzi di merda" penso Harry, dirigendosi verso l'aula d'informatica.