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Autore: Lawrence Victory    08/10/2013    0 recensioni
La storia parla di Melody, una bellissima ragazza che, mentre balla con il suo antipatico quanto attraente insegnante di danza James, si ritrova a danzare indietro nel tempo, in un viaggio che le farà rivivere i suoi ricordi assieme al suo partner. Questa storia nasce da un'idea folle: prendere una parte di un libro e costruirci una storia sopra. E' un esperimento che ho voluto fare per capire se fossi in grado di scrivere fanfiction. La storia parla di Melody, una bellissima ragazza che, mentre balla con il suo antipatico quanto attraente insegnante di danza James, si ritrova a danzare indietro nel tempo, in un viaggio che le farà rivivere i suoi ricordi assieme al suo partner. Non so ancora se ci sarà un seguito. Fatemi sapere se vi piace e come migliorare. Spero vi piaccia, buona lettura.
Genere: Fluff, Romantico, Sovrannaturale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Sovrannaturale
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Sedeva là, vestita di bianco, fresca e frizzante, con un’aria così pura, e dieci giovani la circondavano in attesa che iniziasse il prossimo ballo. Lei lo sapeva quale sarebbe stato perché, poco prima, aveva chiesto al direttore d’orchestra di suonarlo: Danubio blu. E sapeva con chi lo avrebbe ballato.
Quando risuonarono le note d’introduzione, le si scatenò intorno una piccola contesa. Lei rideva e continuava a scuotere il capo e a ripetere:”Riservato, riservato. Il prossimo, forse”.  Ma la cosa più divertente era che non ci sarebbe stato un prossimo ballo. Lei lo sapeva e loro no.
Quando lo vide venirle incontro attraverso l’enorme sala, si alzò in piedi ansiosa. Sembrava che una stella le brillasse in fondo agli occhi. La gaia, incantevole melodia di Strauss trovo eco nel suo cuore.
Melody era felice e triste allo stesso tempo: voleva tornare a casa il prima possibile, lo desiderava ardentemente da quando era arrivata, ma ora non era più certa di quello che desiderava. Sapeva che era l’unico modo per tornare, ma non voleva vivere di nuovo quell’esperienza, e forse non voleva nemmeno più tornare alla vita di prima. Venne colta di sorpresa quando James le prese il volto tra le mani e la baciò. Non era la prima volta che lo baciava, sperava solo che non sarebbe stata l’ultima. James le sussurrò dolcemente vicino all’orecchio: “sei pronta piccola?”.
Melody esitò per un secondo. Poi annuì. “dobbiamo cominciare subito, altrimenti perderemo l’eco…”. James accostò la mano al fianco di lei. Melody ebbe un sussulto e l’uomo capì che aveva paura. “lasciati andare” le sussurrò nuovamente “ lasciati rapire dalla musica. Ti condurrò io”.
Preso coraggio, Melody mosse il primo passo e i due si ritrovarono in mezzo alla pista da ballo, a ballare quel valzer che li avrebbe portati oltre i confini del tempo e dello spazio. Oltre i sogni e oltre il pensiero dell’uomo. Melody chiuse gli occhi mentre muoveva un altro passo.
La ragazza poggiò il capo sul petto di  James, che la strinse a sua volta. Continuavano a danzare , sempre più velocemente, e quando lei aprì gli occhi, non toccavano già più terra.
Fluttuavano sulla sala da ballo, tra lo stupore generale, mentre continuavano a danzare. Melody scostò il volto dal petto del suo uomo e lo guardò negli occhi. Erano rassicuranti, caldi e trasmettevano fiducia. James accostò le labbra a quelle di lei, le sussurrò “chiudi gli occhi”, e la baciò, per infondergli coraggio.
Quando i due innamorati riaprirono gli occhi, stavano già viaggiando sullo spartito del tempo: il tunnel spaziotemporale che li avrebbe condotti fino alla loro epoca. Un oceano di colori vorticava intorno a loro e cinque linee bianche danzavano a ritmo di valzer, disegnando nell’aria immagini di ogni tipo, mentre i ballerini del tempo continuavano il loro ballo.
D’un tratto Melody sentì un leggero vento sulla pelle. Mano a mano che avanzavano sul pentagramma il vento diventava sempre più forte, fino a diventare una voce.
Melody sospirò. “Non possiamo prendere un’altra strada?” chiese.
James la guardò dolcemente e rispose “Sai che non siamo noi a decidere. Dobbiamo seguire lo spartito se vogliamo tornare a casa”.
Melody si rassegnò, prese un respiro profondo e si concentrò su un punto fisso, mentre davanti ai suoi occhi prendeva forma il giorno più traumatico della sua vita.
“Non andrai alla scuola di danza! Resterai qui e sposerai Alric!”.
“Questa tradizione non ha senso papà, perché devo sposare qualcuno che nemmeno conosco?” Melody riconobbe la voce che sentiva, era la sua, quella che aveva quando era più giovane.
James cercò di coprirle gli occhi mentre danzavano vicino all’immagine del padre che la picchiava.
“Non discuto con mia figlia! Io ti ho dato la vita e mi devi obbedire! Tua sorella ha sposato Gerard ed è tradizione che tu sposi suo fratello minore!”
La voce della madre di Melody che riecheggiava le fece scendere una lacrima: “ma ha solo diciotto anni Carl, non puoi obbligarla a sposarsi…”.
“Taci sgualdrina!” urlava Carl mente dava un manrovescio alla madre di Melody “non prendo ordini da una donna, tanto meno da te!”.
“Ora basta Carl! Se Melody non vuole sposarsi, tu non la costringerai!” detto questo, la madre di Melody raccolse un coltello da cucina e lo puntò tremante contro Carl.
“Cosa diavolo fai Nora? Butta quell'arnese o quanto e vero il Signore, questa volta ti ammazzo!”.
 Melody ormai era in lacrime e tratteneva a stento i singhiozzi. James la strinse a se mentre Nora si scagliava su Carl che, dopo averla disarmata con l’ennesimo manrovescio, cominciava a picchiarla a sangue, mentre la giovane Melody li guardava spaventata.
Il cuore della ballerina mancò un battito. Aveva gli occhi chiusi ma sapeva cosa stava per succedere. James la strinse ancora più a se quando vide l’immagine della giovane prendere il coltello da terra e conficcarlo nella schiena di Carl, che con un gemito cadde morto sul pavimento.
Melody singhiozzò e mancò un passo del valzer. Lo spartito temporale barcollò, ma solo per un istante.
James le fece recuperare il ritmo: “non distrarti piccola, se scendiamo dal pentagramma ora, non torneremo mai a casa”.
La giovane ballerina si asciugò le lacrime e annuì. Si ripromise di essere forte, ma sapeva che il peggio doveva ancora arrivare.
“benvenuta all'accademia della danza mia cara, io sono James è sarò il tuo insegnante di danza classica!”
Melody alzò la testa, voleva assistere al dialogo che stava per arrivare con l’ennesima visione.
“Grazie…” rispose timida la giovane Melody.
“Non essere imbarazzata, so di essere attraente, ma le sedicenni non sono il mio tipo” scherzò il suo interlocutore.
Melody fece un sorriso malizioso è cercò gli occhi di James. Lui tentò di non ricambiare lo sguardo, ma era notevolmente arrossito.
“ho 22 anni! E comunque non mi sembri tanto più vecchio di me” rispose seccata la giovane Melody.
“Come ti pare piccola“.
“Non chiamarmi così! Non lo sopporto! Non ho dieci anni!”.
“Ottimo piccola, allora d’ora in poi è così che ti chiamerò” la provocò il giovane James.
“Nemmeno ti conosco e già mi stai antipatico!”
“Bene, ho raggiunto il mio scopo! Ora seguimi, piccola”.
La visione terminò e finalmente gli sguardi dei due ballerini si incontrarono.
“Non ricordavo che fossi così odioso” disse scherzosamente lei.
“E’ una delle mie migliori caratteristiche” replicò James.
Melody non rispose perché il passato stava nuovamente prendendo forma davanti ai suoi occhi azzurro cielo.
“Non ci siamo!” stava urlando James nella sala da ballo della scuola.
“Ci sto provando!” rispose la giovane.
“No Melody, non è vero! Non ci stai mettendo la passione, sembri una vecchia zoppa quando fai le piroette!”
“Non sono capace! Ma ci sto provando…”
“Già, da più di tre mesi!”.
Melody pestò volontariamente il piede a James. Non ricordava più quanto poteva diventare odioso.
“Non mi hai ancora perdonato?” chiese lui.
“No”.
Il ballerino le sussurrò un dolce “scusami” nell'orecchio e tornarono a seguire la visione.
“Senti ho bisogno di una pausa James! Magari dopo…”
“No. Non hai la stoffa per il balletto”
“So di poterlo fare! Ma così di certo non mi aiuti!”
Il giovane James fece un respiro profondo e si avvicinò a Melody.
“Hai mai provato a considerare l’idea di ballare in coppia?”
La giovane sospirò, “Si, ma della scuola nessuno vuole ballare con me, si lamentano che gli pesto i piedi e li faccio inciampare”
James non riuscì a trattenere un sorriso. “Questo perché hai paura di sbagliare. La danza viene dal cuore, non dalla testa” le disse.
James accese il grammofono e fece partire un valzer, prese Melody tra le braccia e le disse: “lasciati andare, segui me”.
Melody si sentiva imbarazzata, ma prima che potesse dire qualcosa, i due stavano già ballando.
Erano soli in quella enorme sala da ballo. Si respirava un’atmosfera magica.
Melody stava provando una strana sensazione. Sentiva come un eco di serenità dentro di se. Era quasi come se stesse soddisfando un bisogno che reprimeva da tempo.
I due ballerini piroettavano nella sala da ballo, sempre più velocemente e naturalmente.
Melody si sentiva felice, stava riuscendo a dimenticare tutte le pressioni degli anni passati. Alzò lo sguardo è fu sorpresa di vedere che James stava ballando con gli occhi chiusi. Interpretandolo come un gesto di sfida, la giovane ballerina chiuse gli occhi a sua volta.
Poco dopo i due ballerini scomparvero.
La visone continuò in una vecchia casa a londinese:
“L’hai trovata?”.
Melody stava aspettando da ore che James tornasse, ma sembrava che le notizie non fossero buone.
“Assolutamente niente. Non ho sentito nessuna musica che ci possa far ripercorrere lo spartito temporale”.
“Certo che sei un genio! Sai di essere un ballerino del tempo e insegni in una scuola di danza?”.
“Solitamente non insegno balli di coppia! E poi non sapevo che lo fossi anche tu”.
“forse perche non sapevo nemmeno cosa fosse un ballerino del tempo!” gli gridò in faccia Melody, poi si voltò e si mise in un angolo a piangere.
“Voglio tornare nel mio tempo” singhiozzò.
James sospirò.
“Senti, siamo bloccati qui finché non troverò la melodia giusta. L’eco del cuore è come la chiave di violino: apre lo spartito di una canzone, ma se non trovo la melodia giusta potremmo finire chissà dove. Devi solo aspettare”
“Non esiste un altro modo? Non voglio ritornare li dentro”.
“Spaventata dai ricordi del passato?”.
“Si…” un’altra lacrima segnò il volto di Melody
“Purtroppo non c’è altro modo. Tranquilla, non mi aspetto unicorni e fiorellini dopo quello che ho visto l’ultima volta” le disse severo il giovane James.
“Tu non ne sai niente! Mia madre è morta dopo quello che le ha fatto mio padre!”
“Si? E di quell'altra cosa che mi dici?”
Melody si voltò furiosa e gli diede uno schiaffo con il dorso della mano.
“Avevi promesso che non ne avremmo parlato!!”
James si passò una mano sulla guancia offesa e sospirò.
“Senti, forse dovremmo rimanere qui per anni. Ci conviene smettere di litigare e imparare a convivere”
“Non voglio convivere con te! Non ti sopporto!”
“Tranquilla piccola, la cosa è reciproca”.
La visione si interruppe di colpo.
I due ballerini si voltarono mentre dall'altra parte stava prendendo forma un altro pezzo del loro passato. Il ricordo era la continuazione del precedente, a qualche anno di distanza.
James stava tornando a casa di corsa e veniva accolto da Melody con un bacio appassionato.
Melody sorrise mentre faceva un altro passo di danza con James
“tu ti ricordi come è successo?” chiese lei.
Lui le sorrise. “No, ma non mi dispiace”:
la visione continuava.
“Ho trovato la melodia giusta!. Stasera ci sarà un ballo. Dovremo chiedere al direttore di suonare –Danubio blu-, produrrò l’eco del cuore che ci condurrà a casa”
Melody era raggiante di gioia e baciò nuovamente il suo uomo.
“Torneremo a casa…” il sorriso di Melody sparì di colpo.
James capì al volo il suo timore. La abbracciò delicatamente prima di parlare.
“So che hai paura di rientrare nel pentagramma, ma sappi una cosa: io ti amo e ti amerò qualsiasi cosa io possa vedere lì dentro”.
“Sarei più a mio agio se magari, non so , potessimo vedere il tuo di passato”
James abbozzò un sorriso, “Non vengono mai mostrati i ricordi di chi conduce il ballo, e comunque ti assicuro che sarebbe una noia mortale”.
Melody sorrise e lo baciò.
Un Nuovo ricordo si sostituì al precedente, il ricordo più recente di Melody.
Sedeva là, vestita di bianco, fresca e frizzante, con un’aria così pura, e dieci giovani la circondavano in attesa che iniziasse il prossimo ballo. Lei lo sapeva quale sarebbe stato perché, poco prima, aveva chiesto al direttore d’orchestra di suonarlo: Danubio blu. E sapeva con chi lo avrebbe ballato.
Quando risuonarono le note d’introduzione, le si scatenò intorno una piccola contesa. Lei rideva e continuava a scuotere il capo e a ripetere:”Riservato, riservato. Il prossimo, forse”. Ma la cosa più divertente era che non ci sarebbe stato un prossimo ballo. Lei lo sapeva e loro no.
Quando lo vide venirle incontro attraverso l’enorme sala, si alzò in piedi ansiosa. Sembrava che una stella le brillasse in fondo agli occhi. La gaia, incantevole melodia di Strauss trovo eco nel suo cuore.
La ballerina rivisse quell'ultimo momento del suo viaggio con grande gioia. Vivere tutti quei ricordi le ricordò quanto amasse James, quanta fiducia riponesse in lui, la gratitudine che provava. Sapeva di voler passare tutta la sua vita con lui, continuando a ballare nel tempo di tanto in tanto, e quando sarebbero arrivati glielo avrebbe detto.
“Questo era l’ultimo ricordo che ho, dovremmo arrivare a breve” disse Melody raggiante.
James aggrottò la fronte, “Strano… all'andata il viaggio è stato molto più lungo. Qualcosa non torna”.
Intorno ai ballerini cominciarono a vorticare nuovamente i colori dell’arcobaleno, un venticello leggero cominciò a soffiare mentre delle immagini cominciavano a formarsi.
Melody era sorpresa, “Che succede? Io non ho altri ricordi…”.
James spalancò gli occhi, “Il viaggio non è ancora finito, il pentagramma del tempo sta mostrando il mio passato…” disse.
Melody non capiva da cosa derivasse la sua paura. La sua attenzione venne attirata dalla visione ormai completamente formata.
C’era James, ed era nella sala da ballo della scuola e stava ballando con una ragazza.
Stava chiaramente aspettando qualcosa, che però non stava arrivando.
Ad un certo punto James si fermò sul posto, indicò la porta alla ballerina e disse: “chiama la prossima!”.
La ragazza uscì in silenzio e poco dopo il ballerino salutò una ragazza dai capelli ricci, con la quale cominciò subito a danzare. Dopo qualche minuto James fece uscire anche quella ragazza, chiedendo di fare entrare la prossima.
James continuava il valzer cambio dopo cambio e Melody riuscì a contare una sessantina di ballerine in totale.
La giovane fissò James, allibita. “…Non capisco…” disse.
James cercava di balbettare qualcosa ma venne interrotto da una visione molto meno recente della precedente.
Nella visione il protagonista era sempre James. Era in una enorme sala piena di gente.
Stava ballando con una donna all'incirca della sua età, con i capelli biondi e la pelle candida. Indossava un bellissimo abito lungo blu che risaltava il verde smeraldo dei suoi occhi.
Il ballo terminò e James baciò appassionatamente la sua partner. Melody non sapeva cosa dire.
Il ricordo continuava.
“Sei pronta Cara? Il prossimo ballo è il nostro” diceva il James del passato.
“Sono pronta amore… ma mi chiedo se sia necessario…” rispose la donna.
“Non sei curiosa di sapere cosa ci riserva il futuro? Abbiamo un dono ed è un peccato che vada sprecato. Dobbiamo solo danzare, l’eco del cuore farà il resto”.
“ma amore… se dovessi rivivere quel ricordo?”
“Non temere amore, ci sono poche probabilità che tu possa rivivere la…”
“Non dirlo…” lo interruppe la donna.
James voleva dire qualcosa ma venne interrotto dall'orchestra che cominciava a suonare. Dopo un altro breve dialogo, i due cominciarono a danzare a ritmo di un valzer. La sconosciuta danzava in perfetta sincronia con James, quasi come un’unica aggraziata entità. Melody era sempre più confusa.
Dopo qualche altro passo perfetto, i due ballerini chiusero gli occhi e poco a poco cominciarono a sollevarsi da terra. Vorticarono sopra alle altre coppie.
Dopo pochi secondi, scomparvero.
Il ricordo proseguiva all'interno dello spartito del tempo: i ballerini vorticavano sul pentagramma mentre le visioni del passato prendevano forma attorno a loro.
Il viaggio proseguì sereno per qualche minuto, ma dopo un po’ la donna misteriosa cominciò a tremare.
James se ne accorse e distolse lo sguardo dalle visioni, “cosa c’è?” chiese.
Cara era troppo spaventata per parlare, continuava a fissare un punto statico e non sbatteva più nemmeno le palpebre.
James seguì il suo sguardo e si trovò davanti agli occhi due figure: una bambina e un bambino visibilmente più piccolo. Melody riconobbe i tratti di Cara nel volto della piccola.
“Jonathan andiamo?” disse la bambina dai capelli biondi.
“Aspetta sorellona, voglio prendere la palla” disse il più piccolo.
“E’ finita nel pozzo, non possiamo prenderla. Andiamo a chiedere aiuto a papà”.
“Non serve. Provo a buttare il secchio e vedo se riesco a tirarla su” disse il piccolo arrampicandosi sul muretto di pietra del pozzo.
Cara stava sudando, aveva anche smesso di ballare.
“No… no… non andare… no…” diceva con le lacrime agli occhi.
Lo spartito temporale stava tremando pericolosamente, minacciando di far precipitare i due in un epoca sconosciuta.
“Cara calmati, devi concentrarti sul ballo!”. James la stava tirando, cercando di farla continuare a danzare, o quantomeno a muoversi, ma la giovane donna era pietrificata.
“Ecco” disse il bambino arrampicatosi sul bordo del muretto, “ora basta che mi sporgo un po’ per prendere il secchio…”.
“Non farlo! È pericoloso! Il pozzo è secco” disse la giovane Cara. Il pentagramma era ormai al limite e James stava barcollando, rischiavano seriamente di cadere.
“Cara guardami! Dobbiamo continuare a ballare” stava gridando lui, ma Cara non lo stava più ascoltando.
“Ecco… ci sono quasi…” disse il bambino sporgendosi pericolosamente verso il centro del pozzo.
“Ti prego, torna indietro!” implorò la bambina.
Jonathan mise un piede in fallo e si sbilanciò in avanti. Agli spettatori della scena mancò un battito ma il bambino riuscì ad aggrapparsi alla corda che teneva sospeso il secchio.
“…visto? Ci sono riuscito” disse fiero il bambino che si era ripreso dallo spavento.
L’asticella che teneva ferma la corda si spezzò per il peso e il piccolo Jonathan venne ingoiato dall'oscurità del pozzo.
Lo spartito del tempo collassò e fece precipitare i viaggiatori in direzioni diverse.
A nulla valsero i tentativi di James di raggiungere la sua amata. “Ti ritroverò” gridò un attimo prima di uscire dal pentagramma.
Il ricordo si concluse.
James non sapeva cosa dire e a Melody quel silenzio non piaceva.
“Allora mi stai usando…”.
James era ancora scosso. “…Cosa?” disse confuso.
“Mi stavi solo prendendo in giro? Volevi solo usarmi e poi buttarmi via?”. Melody smise di colpo di danzare e spinse lontano da se il suo partner. Lo spartito del tempo cominciò a tremare.
“Melody cosa ti prende?”.
“Ho capito tutto! Stavi cercando una ballerina del tempo, hai voluto fare un test con me e mi hai portata nel passato”. Melody era fuori di se.
James non riusciva a farla calmare: “Aspetta Melody… parliamone”.
“Non stiamo andando a casa, vero? Stiamo andando a prendere la tua fidanzatina, ho ragione? Danubio blu ci porterà nella sua epoca.”.
“Non è vero Melody! Fammi spiegare…”.
“Stammi lontano! Non voglio finire in un epoca sconosciuta insieme a te!”.
“Cosa??” James non sapeva più che fare.
“Tanto non torneremo a casa comunque. Mi farò una nuova vita nell'epoca in cui finirò!”
“Ma…” cercò di replicare James.
“Sai? Ci ho pensato! All'inizio ero spaventata all'idea di vivere in un posto che non conoscevo, ma poi sono passati degli anni e ho cominciato a riflettere. Nel passato avevo una casa, una vita dignitosa e nessun tipo di problema… Perché fare ritorno in un presente dove i miei sono morti ed io non ho un posto dove andare? Avevo un solo motivo per tornare, e quello eri tu! Ti amavo e sapevo che non sarebbe stato importante il dove se fossi rimasta con te… ma ora…”.
“Aspetta Melody! Stiamo andando davvero verso casa!”
Lei lo guardò con disprezzo.
“E anche se fosse? Non mi interessa più. Preferisco ricominciare da zero. Mi consolerà l’idea che tu passerai il resto della tua da solo”.
“Basta Melody! Stai delirando! Noi stiamo tornando a casa! Ti potrò spiegare tutto una volta arrivati”:
“BUGIARDO!” La ballerina stava trattenendo le lacrime.
“Melody! Cadere dal pentagramma non sempre ti porta in un punto del tempo! Si può anche morire”.
“Non mi importa di te!”
“MA A ME IMPORTA DI TE STUPIDA!”.
Melody rimase spiazzata dalla reazione di James.
“Piccola… ascoltami. Continuiamo a ballare, fidati di me”.
“…Non posso più fidarmi di te…” singhiozzò lei.
“Devi fidarti. Ho bisogno che tu ti concentri!”
“Su cosa?”
“Pensa intensamente al giorno prima del ballo, quando ho trovato la melodia giusta. Io farò il resto”.
Melody era triste. Non sapeva che fare. Non era totalmente arrabbiata con James. Sapeva che lei avrebbe fatto di tutto per salvare una persona amata, come con sua madre. Era triste perché pensava di aver trovato nel suo partner un uomo sincero che mai l’avrebbe fatta soffrire.
La ballerina decise, però, di fidarsi un ultima volta di James, così gli si avvicinò e si fece condurre in quel ballo non terminato, concentrandosi intensamente sul giorno prima della sua partenza.
“James…”.
Si sentì una voce, ma non era né di James, né di Melody.
La ballerina riconobbe la voce di Cara, la moglie scomparsa.
“Cara… sei tu?”
Un'altra visione era cominciata e i protagonisti erano Cara e James. I due si stavano abbracciando intensamente. Melody non sapeva cosa dire o fare.
“Come… come se arrivata qui?” disse raggiante James.
“Lo spartito. Mi ha fatta arrivare qui sette giorni fa”
“Io sono qui da qualche anno invece…”
Cara era felicissima di aver rincontrato il suo uomo e Melody si stava chiedendo se non fosse sbagliato intromettersi in una coppia così innamorata.
“Non sei cambiato per niente” disse scherzando Cara.
“E’ bello rivederti…” James venne interrotto dal bacio di Cara, un bacio che per molto tempo sognava, ma non in quel momento.
Il ballerino si scostò da Cara che subito ricominciò a parlargli.
“Restiamo a vivere qui!”
“Come?”
“In quest’epoca. E’ così bello stare qui: si respira aria pulita e tutti sono cordiali”
“Senti Cara… riguardo ai viaggi nel tempo…”
Cara si rabbuiò.
“James. Non voglio più tornare nello spartito. Non voglio più rivivere quell'esperienza  E poi cosa cambia dal nostro presente a questo? Non è importante dove siamo, se siamo insieme”.
Melody si accorse di quanto lei e Cara fossero simili. La capiva perfettamente perché provava per James la stesa cosa, eppure nel ricordo sembrava molto combattuto.
“Cara, non posso vivere qui con te… E non posso portarti con me nel presente…”
“James… non capisco…”
James sospirò. Quello che stava per dire lo disturbava, ma sapeva che fosse la cosa giusta.
“Quando siamo precipitati dal pentagramma, io mi sono ritrovato nel futuro. Non sapevo che fare, dove andare ed ero a pezzi per averti persa…”
James abbassò lo sguardo.
“…Dopo qualche tempo sono riuscito a diventare insegnante in una scuola di danza. Insegnavo danza classica, ma nel tempo libero chiedevo a tutte le studentesse sperando di trovare una ballerina del tempo, così da poter tornare nel passato per cercarti. Con il passare del tempo, però, ho dovuto rinunciare…”
James si interruppe. Doveva essere coraggioso e continuare la storia guardando Cara negli occhi.
“…Un giorno ho incontrato una ragazza. Melody. Si era iscritta al mio corso, ma era una tale frana… non era proprio portata alla danza classica…”
Melody non sapeva perché, ma sorrise.
“…Non sapevo che fosse una ballerina del tempo. Abbiamo danzato insieme e l’eco del cuore ci ha portati in quest’epoca. Vedi… quando sono arrivato qui… il mio primo pensiero non è stato quello di cercarti, ma di riportare Melody nel suo tempo il prima possibile. Non volevo che anche a lei capitasse quello che è successo a noi. Doveva tornare a casa e dimenticare il prima possibile questa storia e soprattutto dimenticare me. Dovevo proteggerla, ma sono passati gli anni, e mi sono innamorato di lei.
Le farà male… farà male a entrambi, ma devo proteggerla da quello che è successo a noi. Devo riportarla nel suo presente e sparire dalla sua vita… Anche se questo vorrà dire stare lontano da lei… e da te”.
Cara abbassò lo sguardo. Non sapevano cosa dire. Melody rimase in silenzio. Nello spartito temporale non vi era più alcun suono. Tutto taceva e anche il respiro dei due ballerini si fece più silenzioso, nonostante la fatica.
“Danubio blu”. Il silenzio venne interrotto dal nome di una melodia.
“Come?” chiese il James della visione.
“E il nome della melodia che ti serve. L’ho sentita da un artista di strada qualche giorno fa è ho riconosciuto l’eco del cuore, è abbastanza forte da portarvi fino dove vorrete”.
“Cara…”
La ballerina del tempo sorrise.
“Va bene così. Devi rimediare al tuo errore il prima possibile. Stasera ci sarà un ballo, portala li e chiedi di suonare Danubio blu”.
James la guardò negli occhi verde smeraldo, “Grazie…” disse prima che la visione si interrompesse.
Melody si accorse di non essere più sul pentagramma. Erano a scuola: James l’aveva fatta scendere al momento giusto e ora stava dirigendosi verso la porta.
“Dove vai?” chiese lei.
“Ho rimediato al mio errore. Sei a casa. Ora cerca di dimenticare questa storia e impara a fare le piroette”.
“Te ne vai così?”
“Devo stare da solo. Devo riflettere. Addio Melody, sappi che ti ho amata”.
James stava per uscire ma Melody lo fermò sul ciglio della porta.
“Balliamo!”
“Come?”
“Il ballo dell’andata, balliamolo ora”
“Così finirai di nuovo nel passato…”
“E’ quello che voglio” disse con un sorriso lei.
“Perché?”
“Cara è li da sola. Noi due non abbiamo motivo di stare qui. Torniamo da lei e restiamo li. Cara mi sta molto simpatica, sai?”
“Melody… “
James non finì la frase che Melody fece partire il grammofono, prese di forza l’uomo e cominciò a danzare con lui.
James le sorrise e lei ricambiò con un bacio.
“Ricordi? Non importa dove siamo, se rimarremo insieme”
“Grazie… Melody”.
La melodia trovò eco nei cuori dei due innamorati e, poco dopo, sparirono.
  
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