Serie TV > Una mamma per amica
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Autore: angilica89    08/10/2013    4 recensioni
Sono passati tre anni dall'ultimo incontro tra Rory e Jess, a Philadelphia. Lei ora è una giornalista del New York Times mentre lui continua a lavorare nella casa editrice. I sentimenti però non scompaiono con il passare degli anni.
Genere: Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Jess Mariano, Lorelai Gilmore, Luke Danes, Rory Gilmore
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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-“Caffè caffè caffè caffè!” Lorelai come al suo solito era in crisi d’astinenza da caffeina. Si sedette sullo sgabello vicino al bancone, aspettando che suo marito le servisse la sua dose mattutina. Si girò a guardarlo e il sorriso le si spense sulle labbra.
-“Luke, che succede?” Girò dietro il bancone e si avvicinò a lui cercando di catturare la sua attenzione.
Luke invece aveva lo sguardo perso nel vuoto. Era completamente assente, il telefono in mano che dava il segnale di  linea caduta. –“Luke, parlami ti prego. Cos’hai?”
-“Jess.” Riuscì a dire solo questo. Il suo cervello non aveva ancora digerito la telefonata che gli era appena arrivata. Era assurdo, non poteva essere vero!
-“Jess? Cosa, sta tornando a Stars Hollow?” Jess non le era mai andato del tutto a genio, anche se era stato grazie a lui se sua figlia aveva ripreso gli studi ed era tornata a casa da lei. In fondo era cambiato negli ultimi 7 anni. Non era più il ragazzo ribelle senza fissa dimora, e senza un lavoro. Era diventato uno scrittore, e spesso li telefonava per sapere come andavano li le cose. Anche se non chiedeva mai di Rory. E questo Lorelai non riusciva a spiegarselo.
-“Non credo, visto che è in coma.” Aveva impiegato un po’ a rispondere, e Lorelai si era quasi dimenticata di che domanda gli avesse rivolto. –“Che significa che è in coma?!”
-“Significa che mio nipote ha avuto un incidente e dopo l’intervento non si è svegliato.” Era incazzato, si incazzato con il mondo. Perché non poteva esserci mai un attimo realmente felice nella sua vita?
-“O mio Dio. Chi ti ha telefonato?”
-“Liz.”
Lorelai lo abbracciò e quando vide che lui rimaneva li impietrito senza reagire, prese in mano la situazione. Si alzò e prese ad agitare le mani come a scacciare una marea di insetti.
-“Ragazzi, il locale chiude fino a data da definirsi! TUTTI FUORI ENTRO 30 SECONDI. Via scattare, un-du-tre, un-du-tre…”
-“Lor, ma..”
-“E’ tuo nipote Luke. Oserei direi la persona a cui tieni di più dopo la sottoscritta.” Gli rivolse un sorriso così dolce e pieno d’amore che Luke non poté far altro che abbracciarla forte.
-“Verresti con me?”
-“Perché, credi che ti farei andare da solo? Devo solo passare un attimo dal Dragon Fly per sistemare le cose e poi possiamo andare. Philadelphia è lontana. Ci conviene partire subito!”
-“Partire?! E dove ve ne andate senza dirmi niente, piccioncini??”
Luke si voltò di scatto verso la porta. –“Rory! Che ci fai tu qui?”
-“Sorpresa! Aveva un paio di giorni di ferie ed ho pensato di venire a trovare la mia famiglia.” Corse loro incontro e li abbracciò. Negli ultimi tempi si vedevano veramente di rado.
-“Come mai quei musi lunghi? Ho interrotto qualcosa? E come mai il locale è completamente vuoto?”
-“Tesoro..” Iniziò a spiegarle Lorelai. –“Vedi io e Luke in realtà stavamo partendo per Philadelphia.”
Philadelphia. Gli ultimi ricordi che aveva di quel paese non erano certo i migliori.
 
Seduti l’uno di fronte all’altra, occhi negli occhi.
-“Hai sistemato tutte le cose?” Le chiese serio.
-“Si, è tutto  a posto.” Quel sorriso che solo lui riusciva a tirarle fuori.
-“Sono contento che sei qui.”
-“Si, anche io.”
Quel bacio. Quel bacio che profumava di ricordi, del passato. Quel bacio con il suo Jess. Ma lei non aveva più 17 anni.
-“Non posso tradirlo come lui ha tradito me!”
-“Chi, Rory? Chi ti ha tradito? Quel ragazzo? Stai ancora con lui. Credevo avessi detto di aver sistemato le cose.”
-“Tutte tranne lui.”
-“Non mi merito questo Rory.”
-“Lo so, lo so! Non te lo meriti. Ma io sono innamorata di lui. Nonostante tutto il male che mi ha fatto io sono innamorata di lui.”
 
Tre anni. Da allora non aveva avuto il coraggio di farsi vedere ne di farsi sentire da lui. Il giorno del matrimonio di sua madre e Luke aveva fatto l’impossibile per evitarlo. E ci era riuscita. Neanche lui sembrava avere molta voglia di vederla. Anche se lei in realtà la voglia l’aveva e come. Era il coraggio che le mancava.  Si riscosse dai suoi pensieri appena in tempo per sentire quello che le stava dicendo sua madre
-“..telefonato Liz. Jess ha avuto un incidente ed ora è in coma. Noi stiamo andando da lui. Mi dispiace che tu sia appena arrivata, ma spero che tu capisca.” Jess. In coma. Non era possibile. No, non stava succedendo davvero!
-“In coma? Cosa significa che è in coma mamma? Lui non può essere in coma! Non è giusto!” La notizia l’aveva sconvolta. Le lacrime avevano iniziato la loro folle corsa lungo il viso e non riusciva a placarle. Sua madre l’abbracciò, anche se non comprendeva in pieno la reazione di sua figlia. Erano circa 3 anni che non vedeva quel ragazzo, contando il fatto che al suo matrimonio non si erano neanche degnati di uno sguardo.  –“Vengo con voi, vi prego.” Luke le fece un cenno con la testa e lei abbandonò le braccia di sua madre per andarsi ad infilare in quelle più robuste, forti ma impacciate di Luke.
 
Il viaggio era stato sfiancante, lungo. Ma non le importava. Doveva vederlo, doveva vederlo svegliarsi, chiedergli scusa per come si era comportata, ringraziarlo per averla riportata sulla giusta strada. Ringraziarlo perché se non fosse stato per lui a quest’ora non avrebbe un posto al New York Times.
Raggiunsero il reparto di rianimazione e non appena venne detto loro dove si trovava il ragazzo, si diressero verso la stanza. Appoggiata con la fronte al vetro della stanza c’era la madre, Liz. Sembrava aver pianto tutte le lacrime che aveva in corpo e solo a stento Rory riuscì a ricacciare indietro le sue. Lorelai andò alle spalle della cognata e la abbracciò. Lei si voltò e senza dire una parola scoppiò nuovamente a piangere. Rory guardava dal vetro, insieme a Luke. Jess era disteso sul letto dalle bianche lenzuola, con il camice dell’ospedale ed un orribile tubo che gli usciva dalla bocca. In quel momento passò un medico, e Luke lo fermò.
-“Salve, mi scusi. Sono lo zio del ragazzo, Jess. Può dirmi cosa gli è successo di preciso?”
-“Il ragazzo stava attraversando la strada, a piedi, con semaforo verde.” Iniziò il dottore. –“Un ubriaco però non si è fermato e lo ha travolto in pieno.” Rory immaginando la scena sbiancò. Immaginò Jess disteso a terra, incosciente, solo. E questa volta le lacrime furono più forti di lei. Si girò a guardare quel ragazzo che era stato così speciale per lei. –“Aveva un paio di emorragie interne quando è arrivato qui oltre a parecchie ossa fuori posto. Abbiamo fatto il possibile ma non siamo in grado di dire se e quando si riprenderà.” Non siamo in grado di dire SE e quando si riprenderà… Il mondo le crollò addosso. C’era il rischio che non si sarebbe ripreso. Jess. Il suo Jess. Rischiava di morire, e lei non poteva fare nulla per impedirlo. Luke aveva la voce rotta dal pianto quando gli chiese se potevano entrare nella stanza.
-“Uno per volta, e per 10 minuti al massimo.”
-“Rory.” Si voltò verso Luke che le stava parlando dolcemente. –“Entra prima tu.”
-“Ma Luke..”
-“Vai, gli farà più piacere avere una bella ragazza li dentro piuttosto che uno zio scorbutico.”
Rory sorrise, lo ringraziò con lo sguardo ed entrò. Il rumore di tutte quelle macchine collegate al suo corpo era assordante nel silenzio della stanza. Il cuore batteva, anche se troppo lentamente per i suoi gusti.
-“Ehi. Bella trovata per costringermi a venire di nuovo qui eh! La fantasia che hai tu non ce l’ha nessuno, Dodger.” I ricordi la travolsero.
 
-“Ti lascio con un ultimo trucco.”
Tirò fuori dalla tasca posteriore dei suoi pantaloni  una copia di ‘Howl’.
-“Hai comprato una copia! Ti avevo detto che ti avrei prestato la mia!”
-“Questa è la tua.”
-“Hai rubato il mio libro.”
-“No, l’ho preso in prestito.”
-“Ok, questo non è un trucco. Si chiama furto.”
-“Andiamo volevo solo mettere delle note a margine per te.”
-“Cosa?” Diede un’occhiata alle pagine del libro, e scorse le note che lui aveva scritto.
-“Lo avevi già letto.”
-“Circa quaranta volte.”
-“Credevo avessi detto che non leggevi molto.”
-“Woooooow, che cos’è molto? Buonanotte Rory.” Si sorrise e si voltò per andare via.
-“Buonanotte Dodger.” Lei continuava a leggere quelle note a margine che un ragazzo conosciuto solo un paio di sere prima aveva apportato ad uno dei suoi libri preferiti.
-“Dodger?” Si fermò a fissarla.
-“Indovina!” Gli lanciò una sfida girandogli le spalle e andando via.
-“Oliver Twist!!” Sfida vinta. Le sorrise vedendola fare di si con la testa.
 
 Gli prese una mano nella sua e la accarezzò, ricordando le piacevoli sensazioni che provava quando si trovava tra le sue braccia. –“Potevi anche telefonarmi e invitarmi a cena ed io avrei accettato comunque sai? Mi dispiace non essermi fatta più sentire da quel maledetto giorno, e soprattutto mi dispiace averti evitato il giorno del matrimonio di Luke e mamma. Mi sento così stupida a pensare a tutto il tempo che ho sprecato ora che ti vedo qui così…” Non riuscì a dire altro. Non voleva che la sentisse con la voce rotta dal pianto. Perché lei era convinta che lui la stava ascoltando. Aveva sempre saputo ascoltarla. Ed ora stava facendo lo stesso.
 
Lorelai era così triste vedendo il ragazzo inerme e sua figlia che non riusciva a smettere di piangere.
-“Luke, Rory sta uscendo. Credo tocchi a te ora.” Luke le fece si con la testa, le diede un bacio sulla fronte e diede il cambio alla sua figliastra.  Al contrario di Rory, lui non riuscì a dire nemmeno una parola. Si limitò a sedersi vicino a sua nipote e a guardarlo. Non riusciva a concepire che, un ragazzo forte e in gamba come lui, ora fosse in fin di vita.
-“Mamma.”
-“Dimmi tesoro mio.”
-“Non credo che riuscirò a tornare a lavoro finché lui non si sarà ripreso.”
-“Tesoro, hai sentito anche tu il dottore vero?”
-“Si l’ho sentito! Ma lui non conosce Jess. Io si. E ti dico che lui si riprenderà! Lui non si arrende mai finché non ha ottenuto ciò che desidera. Ed ora non desidera certo morire!” Morire. Dio, pensare a Jess morto, le gelava il sangue addosso.
Lorelai la strinse forte. –“Credi ti daranno il permesso di rimanere per un po’? Che scusa inventerai?”
Rory si allontanò e sua madre la seguì.
-“Pronto Clarence, sono Rory. Ascolta devo chiederti un favore immenso … Grazie. Ho bisogno di rimanere fuori ancora per un po’ di tempo… No non so dirti ancora quanto… Si lo so che è una richiesta assurda ma non te l’avrei fatta se non ci fosse stato un motivo serio dietro… No, ti prego! Ne ho bisogno sul serio.”
La vide sbiancare e si preoccupò.
-“Si tratta del mio ragazzo Clarence. E’ in coma e non si sa se e quando si riprenderà... Si lo so che nessuno sapeva niente di questa storia ma è perché lui è un personaggio noto e non voleva che si sapesse subito di noi… Non mi sto inventando niente, credimi... Sono a Philadelphia ora… Si ne hai sentito parlare di lui, perché lo hai anche fatto intervistare da Eleanor. Si tratta di Jess Mariano… Si, esatto. E’ vero che l’hanno investito e purtroppo ora ne sta pagando le conseguenze... Te ne sarò debitrice in eterno Clarence. Grazie, ti tengo aggiornato.”
Quando si voltò verso sua madre la vide perplessa. Lei non sapeva dell’ultimo incontro che aveva avuto con Jess. Non sapeva quanto lui fosse ancora importante per lei. E mai l’avrebbe saputo se non glielo diceva.
-“Mamma, mi sono comportata male con Jess. Il minimo che posso fare ora è rimanere qui con lui.”
-“E’ la seconda volta che menti per lui. Te ne rendi conto? E poi perché dici di esserti comportata male con lui? Gli hai dato retta, sei tornata da me e sei tornata a Yale.”
 
-“Che ti succede Rory? Questa non sei tu! Non vivi più con tua madre, hai lasciato Yale. Perché hai lasciato Yale?” Non aveva mai gridato con lei. Ma non la riconosceva più.
-“Non lo so. Non lo so.”
 
-“Non è stata quella l’ultima volta che ho parlato con Jess.”
-“Beh al matrimonio non vi siete degnati di uno sguardo. Vuoi dirmi che era successo qualcosa prima?”
-“Si.”
-“Tesoro, ma perché quando c’è di mezzo lui io e te perdiamo il nostro magnifico rapporto? Quel ragazzo ti fa perdere la cognizione di te stessa!”
-“Perché non riesci a capire che in realtà è un ragazzo d’oro che non merita di essere trattato come io lo tratto? Perché gli dai sempre tutte le colpe?” Odiava urlare contro sua madre. Ma se c’era di mezzo Jess era inevitabile. Lui per tutti era il cattivo ragazzo, e lei  la piccola fanciulla indifesa da proteggere.
-“Rory, calmati. Non volevo farti innervosire. Ma se non mi spieghi cosa gli hai fatto non potrò capire.”
-“Qualche mese dopo che sono tornata a casa quella volta, sono venuta qui a Philadelphia per l’inaugurazione della sua casa editrice.”
-“Sei venuta fin qui, da sola?”
-“Già. Ci siamo baciati. Ed io gli ho detto che amavo ancora Logan.”
-“Beh, sei stata crudele. Lui non ti aveva ancora dimenticata?”
-“No, Jess non mi aveva ancora dimenticata.” Guardò verso la sua stanza in fondo al corridoio. –“ E forse nemmeno io lo avevo dimenticato. Solo che ero troppo confusa per capire..”
-“E questo c’entra qualcosa con il fatto che hai rifiutato la proposta di Logan?”
-“Ho rifiutato quella proposta perché Logan non era l’uomo che immaginavo al mio fianco per il resto della mia vita.”
-“Lo sai che ora Jess potrebbe essere andato avanti, vero?”
-“Lo so. Ma voglio vederlo comunque aprire gli occhi mamma.”
 
-“Sai Luke, è strano vederlo così indifeso lui che è sempre stato il duro e il ribelle della situazione.”
-“Lo so Liz. Ma vedrai che si riprenderà presto, ha troppe cose da fare ancora quel ragazzo.”
-“Il dottore dice che ha ben poche speranze di sopravvivere.”
-“I dottori sbagliano.” I dottori dovevano sbagliare. Suo nipote non lo avrebbe lasciato.
Il rumore che proveniva dall’interno della stanza era cambiato. Qualcosa stava andando male, c’era una luce rossa che lampeggiava e i medici si erano precipitati nella camera. Avevano preso il defibrillatore.  No decisamente qualcosa non andava. Jess si stava arrendendo. Il dottore continuava a dire “LIBERA” e lui continuava a saltare sotto la scarica elettrica, ma quella maledetta macchina non ne voleva sapere di stabilizzarsi e quella maledetta linea continuava ad essere piatta. Quando vide il dottore arrendersi e spegnere la macchina sentì il pavimento crollargli sotto i piedi. Jess non aveva trovato nessun valido motivo per restare li, con loro. Rory arrivò correndo, realizzando cosa stava succedendo ed ignorando i dottori che le dicevano che non poteva entrare, andò al fianco del ragazzo prendendogli la mano e avvicinandosi alla sua testa. I dottori nel frattempo gli stavano togliendo il tubo che lo aveva aiutato a respirare. Un’infermiera cercava di allontanarla, ma lei non ne voleva sapere.
-“Non puoi abbandonarmi Jess, la mia vita sarebbe troppo noiosa e senza senso senza di te.” Gli sussurrò nell’orecchio. D’un tratto Rory sgranò gli occhi, la mano di Jess ancora nella sua.
-“Dottore!Dottore! Sento il polso, sento il polso non è morto!”
Il dottore la guardò con sguardo pieno di compassione e dolcezza, quella ragazza stava immaginando quello che non poteva esserci. Per farle capire  che si stava sbagliando, riaccese il monitor. La linea però non era più piatta, e quell’aggeggio non emetteva nessun suono stridulo. Il cuore aveva sul serio ripreso a battere, anche se molto lentamente. Ritornò la confusione nella stanza, Rory venne fatta uscire sotto lo sguardo incredulo di sua madre, Luke e Liz.
 
-“Davvero non riusciamo a spiegarci come sia possibile. E’ la prima volta che ci succede una cosa del genere, e la cosa assurda tra l’altro è che ora respira autonomamente senza l’ausilio di alcuna cannula.”
-“Beh è un ragazzo forte.”
-“Alcuni direbbero che c’è qualcosa che non può abbandonare, che lo ha trattenuto. Ma sono un medico, non posso pensarla così. Anche se al momento non ho altre idee.”
In quel momento Rory uscì dalla stanza per fare entrare sua madre. Lorelai non era stata neanche 5 minuti nella camera del ragazzo da quando erano arrivati.
-“Sempre casini combini eh? Certo però sai che questo camice ti dona? Non avevo mai notato che sei proprio un bel ragazzo. Credo sia logico che abbia fatto perdere la testa a mia figlia! Che poi, voglio dire, ti rendi conto di che ragazza fantastica si tratta? Ha detto al suo capo che sei il suo ragazzo, così lui si è impietosito e l’ha lasciata rimanere qui. Devi essere orgoglioso del rapporto che avete voi due. E’ qualcosa di unico, speciale.  E’ difficile per me ammetterlo però, credo che tu sia stato il ragazzo perfetto per lei.”
Iniziava a pensarlo davvero. Quando Rory aveva a che fare con Jess, perdeva un po’ della sua perfezione usciva fuori il suo  animo ribelle, quello che le aveva trasmesso sua madre e che troppo spesso rimaneva sotto la cenere e che rischiava di esplodere in alcune occasioni. Con Jess invece lei era un po’ ribelle, sempre. Lui dal suo canto aveva solo bisogno che qualcuno si fidasse delle sue capacità, del suo animo che era il contrario di quello di Rory: ribelle e rude in apparenza, ma dolce e riflessivo con chi sapeva andare oltre la facciata.
 
-“Signor Danes, devo chiederle una cortesia. Quando esce sua moglie potrebbe entrare lei per un paio di minuti? Poi la seguirà sua sorella ed infine la ragazza. Voglio verificare una cosa.”
-“Si certo, non c’è alcun problema.”
Il dottore rimase ad osservare tutto dal vetro della stanza, studiava i monitor, il respiro del ragazzo. Non distoglieva un attimo lo sguardo. Quando anche Rory fu uscita dalla stanza li riunì tutti davanti a se.
-“Questo piccolo test mi ha fatto constatare una cosa che nella mia carriera difficilmente mi è capitato di affrontare. Credo abbiate visto tutti qualche film in cui si dice che le persone in coma sentano tutto e reagiscano in modo diverso in base alle persone che sono con loro. Ecco tenendo questo presente e ricordando quello che è successo solo un’ora fa, devo dirvi che le condizioni di Jess migliorano notevolmente quando la signorina Gilmore è li con lui. Posso consigliarvi di far passare a lei la maggior parte del tempo con il ragazzo. Se ci sono delle possibilità che si riprenda, beh lei le fa aumentare.”
Rimasero tutti in silenzio. Liz sapeva di non essere importante per quel ragazzo, negli ultimi tempi avevano ricucito i rapporti che però erano ancora logori. Luke gli voleva bene, e sapeva quanto fosse stata importante Rory. Lorelai era orgogliosa della sua bambina, era riuscita a far breccia nel cuore di quel ragazzo indurito da un’adolescenza per nulla facile. Nonostante lei dicesse di avergli fatto del male, a quanto sembrava, Jess non la vedeva così. Rory invece sorrideva mentre le lacrime le correvano lungo il volto. Gli voleva bene, e sapere che in qualche modo lui ricambiava il sentimento, la rendeva felice. Si sarebbe ripreso, avrebbero parlato, chiarito tutto e magari la sua piccola bugia detta a Clarence sarebbe potuta trasformarsi in realtà.
 
-“Luke, hai sentito Rory da stamattina?” Lorelai era seduta a bere il suo caffè e a mangiare le sue frittelle mentre Luke si aggirava per il locale dispensando caffè a destra e a manca.
-“No, non ancora, la telefono più tardi. La chiamo sempre alla stessa ora, lo sai.”
-“Si amore mio, lo so!” Gli diede un bacio veloce. -“Sono 3 settimane che mia figlia è li e quasi la senti più tu che io!”
-“Sbaglio o sei tu che hai paura di svegliarla chiamandola?”
-“Oh come sei puntiglioso! Se la chiamassi nel preciso momento in cui è crollata dalla stanchezza?”
-“Buongiorno Lorelai!”
Si girò verso la porta che portava con se un’aria calda.
-“Dean, che piacere rivederti! E’ da un po’ che non ti si vede in giro!”
-“Già, anche se a dire il vero ero passato in città poco meno di un mese fa ma ho trovato il locale chiuso e casa vostra deserta. Viaggio di nozze posticipato?”
-“Oh, no. Eravamo a Philadelphia. Jess ha avuto un incidente e siamo  andati a trovarlo.”
Dean fece una smorfia, la sua solita espressione quando c’era Jess di mezzo.
-“Quel piantagrane! Era logico che prima o poi andasse a sfracellarsi contro qualche albero. Aveva bevuto o è solo che ancora non ha imparato a guidare?”
-“Dean, smettila di parlare così di mio nipote.” Luke voleva bene a Dean. Era un bravo ragazzo. Ma suo nipote non si toccava.
-“Andiamo Luke, non è mai andato a genio a nessuno! Non fare il finto tonto!”
-“Dean, basta. Jess è in coma, e non siamo nemmeno certi che ne uscirà.” Lorelai era fuori di se. Dove diavolo era finito il Dean che tanto aveva apprezzato come ragazzo di sua figlia?
-“Lorelai tranquilla, come si dice: l’erba cattiva non muore mai.” Il suo tono era sprezzante, carico di odio e rancore. Luke gli andò vicino e lo guardò con aria minacciosa. –“Non sei più il benvenuto in questo locale Dean. Alza i tacchi e sparisci prima che ti mandi fuori a calci, sono stato chiaro?”
-“Luke ha ragione. Non disturbarti a venirci a salutare un’altra volta.” Lorelai era delusa. Le cose erano realmente cambiate in quegli anni.
Dean non rispose nemmeno, si voltò ed andò via. –“Adorate un ragazzo che non ha fatto altro che distruggervi la vita!” Uscendo si sbatté la porta alle spalle.
-“Se non se ne fosse andato subito, io..”
-“Rilassati ora, è andato via.” Lorelai cercava di tranquillizzarlo.
-“Anche se ci ha fatto passare 2 anni difficili, non è giusto sperare che gli succeda qualcosa di brutto. Luke vedrai che il ragazzo si riprenderà!” Sentire queste parole pronunciate da Taylor, lo fece sorridere e commuovere. Guardò l’orologio e constatò che era l’ora della telefonata.
-“Pronto?”
-“Ciao Rory, come procede?”
-“Ehi Luke! Tutto stabile, nessuna novità.” La sua voce era serena, aveva smesso di piangere subito per lui. Ora cercava di trasmettergli tutto il bisogno che lei aveva di averlo nuovamente con se.
-“Cosa gli leggi oggi di bello?”
-“Hemingway, cerco di dargli l’ennesima possibilità visto che a lui piace così tanto.”
 
-“Ernest avrebbe scritto bellissime pagine su di te.”
 
-“Ancora della tua tesi che Ernest non vale tanto quanto ti dico?”
-“Lo sai che difficilmente cambio idea Jess!” Luke non capiva cosa stava dicendo Rory. Lei invece voltava le spalle al letto e ci mise un po’ a realizzare.
-“Jess!!” Si voltò e lo vide con gli occhi aperti e quel suo sorriso dolcissimo sulle labbra.
-“Rory? Rory, che sta succedendo?”
-“Jess si è svegliato Luke!! Vado a chiamare un dottore! Ci sentiamo più tardi!!”
Uscì dalla stanza con un sorriso che le andava da un orecchio all’altro. Il dottore si precipitò nella stanza, lasciandola fuori. Controllò i dati che gli davano le macchine, controllò da capo a piedi Jess e rimase stupito.
-“Lei ha davvero una grande forza di volontà, ragazzo.”
-“Ero messo così male?” Rispose lui, contento di sentire ancora il suono della sua voce. Non sapeva da quanto era li, ma aveva l’impressione che non fosse passato solo un giorno.
-“E’ stato in coma 3 settimane, dopo essere morto per un paio di minuti tra l’altro. Era messo male. Ma ora è qui con noi, e questa è la cosa fondamentale!”
-“3 settimane? Morto? Ma…”
-“Le racconterà tutto la sua ragazza.” E guardò verso Rory che era al di la del vetro e guardava Jess piangendo. Di gioia però. La sua ragazza? Rory non era la sua ragazza.
Quando il dottore uscì lei entrò e si avvicinò al letto.
-“Ehi.” Era così felice di vederlo con gli occhi aperti finalmente.
-“Ehi a te.” La fissò negli occhi, e fu felice di essere vivo.
-“A quanto mi hanno detto sono vivo per miracolo.”
-“Beh non so se si sia trattato di miracolo ma si, nessuno a parte me era sicuro che ti saresti ripreso.”
-“Tu lo eri invece?”
-“Certo! Non avevo alcun dubbio.” Adorava quel suo essere così sicura. Soprattutto quando cercava di convincere gli altri che lei aveva ragione.
-“Come mai ci sei tu qui?” Era la prima cosa che si era chiesto. Non c’era sua madre, suo padre o suo zio Luke. C’era solo lei. E a dire il vero non si sarebbe sentito così bene se svegliandosi avesse visto chiunque altro.
-“Beh a quanto pare eri tu a volermi qui.” Arrossì. Un rossore delicato, che la rendeva ancora più bella di quanto non fosse già. Quegli occhi azzurri che gli trapassavano il cuore, era da troppo tempo che non li vedeva. Era da troppo tempo che si era imposto di dimenticarla. A quanto pareva però, non c’era riuscito.
-“Che vuoi dire?”
Gli raccontò della sua morte, delle macchine che avevano fatto capire al medico che lui preferiva avere lei al suo fianco piuttosto che un’altra persona.
-“A quel punto ho deciso di piazzarmi in questa stanza ed uscirne solo per andare a mangiare. Liz doveva tornare a casa, dalla bambina. Ma telefona 3 volte al giorno per chiedere tue notizie. Luke e mamma sono tornati a casa, visto che qui non potevano essere granché di aiuto.”
Ecco perché il dottore si era convinto che lei fosse la sua ragazza. Lui che “resuscita” non appena lei si avvicina. Lei che non si muove dal suo capezzale per ben 3 settimane. Solo una coppia realmente innamorata si sarebbe comportata così. Ma loro non erano una coppia. Tantomeno innamorata.
-“E tu non dovevi lavorare?”
-“Mi hanno concesso un po’ di ferie.”
-“Ma io sono stato in coma 3 settimane, Rory. Queste non sono un po’ di ferie.”
-“Ho detto che volevo rimanere fino a che non ti fossi rimesso in piedi.”
-“E ti hanno concesso di rimanere al capezzale di un tuo amico?”
-“A loro ho detto che si trattava del mio ragazzo.” Abbassò lo sguardo. Quando lo aveva detto a Clarence non le era sembrato stupido. Era l’unico modo che aveva per rimanere al fianco di Jess. Ma dirlo a lui ora era diverso.
Sorrise. Rory aveva mentito. Nuovamente. Per lui. Era diventata ormai un’abitudine per lei mentire, oppure era sempre e solo lui a farla comportare così? Com’era diventata Rory in questi anni? Era sempre la ragazza che lo aveva fatto innamorare perdutamente?
-“Capisco.” Sorrideva. Lei stava sprofondando dall’imbarazzo e lui si prendeva gioco di lei.
-“E’ stato gentile da parte tua, Rory.”
-“Non potevo lasciarti qui senza essere sicura che ti saresti ripreso, non dopo come ci siamo lasciati l’ultima volta.” Doveva scusarsi. Si era ripromessa che lo avrebbe fatto, e ora non poteva tirarsi indietro.
-“Quella è acqua passata ormai, no? Lascia stare.”
-“No Jess. C’è troppa acqua passata alle nostre spalle. Non mi sono comportata bene con te, sono stata un mostro, un’insensibile, ho pensato solo a me senza neanche farmi sfiorare dall’idea che avrei potuto ferirti e invece tu mi hai capita, non hai fatto nessuna sfuriata! Mi hai capita, come sempre, come solo tu..”
-“Rory. Va bene così, ci siamo fatti del male a vicenda in passato. E il passato non si può cambiare. Tutto quello che abbiamo passato ci ha fatto crescere maturare ed essere quello che siamo ora. Per cui è inutile rivangare, non credi?”
-“Si ma, al matrimonio di mamma e Luke, mi hai evitata quindi ho pensato che non volessi avere più nulla a che fare con me.”
-“Sei stata tu ad evitare me. Io ho solo assecondato i tuoi desideri.” E le sorrise. Dio quanto le mancava quel sorriso, era così dolce quando la guardava in quel modo. Sentì il bisogno di prendergli la mano tra le sue, come aveva fatto quando era in coma. Jess le strinse la mano a sua volta. E rimasero a guardarsi, così senza dire nulla.
 
Erano entrambi addormentati, Rory poggiata con la testa alla sponda del letto sopra le braccia incrociate con ancora tra le sue la mano di Jess, quando Luke fece capolino nella stanza. Jess fu il primo a svegliarsi. Si girò verso la porta e quando vide Luke quasi in lacrime, si commosse a sua volta.
-“Ehi Luke.” Sussurrò.
-“Jess..” Si avvicinò al letto e gli mise una mano sulla spalla. In quel momento si svegliò anche Rory e vedendo Luke balzò subito in piedi e andò ad abbracciarlo.
-“Sono così felice Luke! Mamma è con te?”
-“Certo. E’ seduta qui fuori.”
Strinse nuovamente la mano di Jess ed uscì dalla stanza lasciando a zio e nipote un po’ di privacy.
 
-“Mamma!” Corse dalla madre e l’abbracciò forte.
-“Rory! Quanto mi sei mancata piccola mia!”
-“Sono così contenta che si sia ripreso!” Era davvero al settimo cielo. Quando aveva realizzato che era stato lui a parlare quando si era svegliato, era corsa a chiamare qualcuno per poi rimanere inebetita con un sorriso che le aveva fatto rischiare la paralisi. Aveva lottato ed aveva vinto. Ora forse potevano avere finalmente un futuro.
-“E’ stato molto fortunato. Quando torni a lavoro?”
-“Non prima di averlo visto in piedi, poco ma sicuro.”
-“Quindi è stato contento di averti trovata qui?”
-“Beh non l’ha detto esplicitamente, ma credo proprio di si!”
 
-“Che novità ci sono li fuori?”
-“Ah tranquillo! Non ti sei perso nessun evento eccezionale.” Luke era felice di vedere suo nipote sorridere.
-“Una piccola notizia c’è ma non riguarda l’intera umanità. Anzi al momento nessuno ne è a conoscenza.”
-“Dai spara!” Jess si divertiva un mondo quando vedeva suo zio in imbarazzo.
-“Ecco, non lo sa nemmeno Rory ma.. Lorelai è incinta.”
Jess era rimasto a bocca aperta. Avrebbe avuto un cuginetto (o magari avrebbe potuto dire cognato?).
-“Ma è fantastico! Congratulazioni zio Luke!”
-“Grazie Jess.” Era imbarazzato ma felice. Aveva già una figlia ma non l’aveva vista crescere. Ora voleva fare il padre, e lo voleva fare per bene.
-“Come mai non l’avete ancora detto a Rory?”
-“Perché lo abbiamo scoperto un paio di settimane fa e non ci sembrava il caso dire una cosa così bella mentre tu..”
-“Capisco. “
Il dottore bussò ed entrò nella stanza. Luke uscì e li lasciò soli.
-“Allora voi due, avete finito di confabulare?” Diede un bacio sulla testa della moglie e le accarezzò istintivamente la pancia. Rory seguì con lo sguardo quel gesto.
-“Mamma!” Sembrava infuriata.
-“Che c’è tesoro? Cos’ho fatto?”
-“Cos’hai fatto? Sei incinta e non mi hai detto nulla!!!” Lorelai era a bocca spalancata.
-“Ma ma ma, come l’hai capito?”
-“Avrò una sorellina!!!!” Rory le saltò al collo e poi abbracciò Luke.
-“O un fratellino! Voi Gilmore siete già troppe in due! Ho bisogno di un alleato!”
-“Tesoro non ti ho detto niente per via di Jess..”
-“Si si, lascia stare! A che mese sei? Quando l’hai scoperto?”
-“Sono al secondo mese, lo abbiamo scoperto un paio di settimane fa!”
-“Vi voglio bene! Vado dentro, il dottore sta uscendo! Fate i bravi piccioncini.”
 
Jess era girato verso la finestra. Quando si girò verso di lei, notò che aveva i nervi tesi.
-“Tutto bene, Jess?”
-“Si tutto ok. Sono solo stanco di rimanere a letto.” Il suo tono non la convinse, ma cercò comunque di ignorare quella strana sensazione che provava. Jess era diventato freddo nei suoi confronti.
-“Luke ti ha detto della novità?”
-“Si.” Nessun cambio di espressione. C’era qualcosa che non andava.
-“Jess..”
-“Allora quando torni a New York?” Glaciale.
-“Non ho fretta.” Rispose lei sorridendo. –“Rimango finché non ti sarai rimesso in piedi!”
La sua espressione si indurì ancora di più.
-“Non se ne parla. Devi tornare a lavoro.”
-“Non preoccuparti Jess! Non ho problemi con..” Ma lui la interruppe bruscamente.
-“Te ne devi andare Rory. Ora non hai motivo di rimanere qui. Credi davvero che una stupida macchina possa capire cosa prova una persona? Sono sveglio e posso dirti di persona che è meglio che tu vada via. Il nostro tempo è scaduto tanti anni fa Rory. Basta ora.” Era duro. La sua voce carica di rabbia. Quella rabbia che le aveva detto di non provare per lei. Era paralizzata, non riusciva a ragionare. Perché la stava trattando così? Era stato così gentile fino a quel momento. Che avesse aspettato solo che ci fosse qualcuno che le offrisse una spalla su cui piangere?
-“Ma..”
-“Non c’è nessun ma. Esci da questa stanza, prenota un aereo e sparisci dalla mia vita.”
Stava per scoppiare a piangere, e non voleva che lui la vedesse. Non sapeva se si stava divertendo a farla soffrire o se era solo stanco di averla tra i piedi. Di certo non gli avrebbe dato la soddisfazione di vederla piangere. Si alzò, camminando come un robot. Uscì dalla stanza e trattenne le lacrime fino all’attimo in cui superò la finestra. Quando lui non avrebbe più potuto vederla scoppiò a piangere. Lorelai seduta un po’ più in là, la vide e le corse incontro. Luke pensò che fosse successo qualcosa a Jess e corse in camera.
Trovò il ragazzo come lo aveva trovato Rory pochi minuti prima. Guardava verso la finestra, ma questa volta non si voltò.
-“Jess, stai bene?” Lo vide fare un cenno con la testa.
-“Se n’è andata?” Non c’era più rabbia nella sua voce, solo tristezza.
-“Non lo so, appena l’ho vista in quelle condizioni sono venuto qui pensando ti fosse successo qualcosa. Avete litigato?” Luke era smarrito, non capiva cosa stava succedendo tra quei due.
-“Più o meno.”
 
-“Rory, bevi il caffè. Ti sentirai meglio.” Non era ancora riuscita a far parlare sua figlia. E lei ovviamente non riusciva a capire cos’era successo in quella camera.
-“Torno a New York, mamma.” Aveva smesso di piangere. Era soltanto svuotata. Di tutto. Delle speranze, delle illusioni, dell’affetto che aveva pensato di aver trovato in quel ragazzo che era così importante per lei.
-“Come torni a New York? Cos’è successo Rory?”
Dopo che Rory le ebbe raccontato come le aveva parlato Jess, Lorelai era furibonda. Quel ragazzo la faceva soffrire, sempre.
-“Vuoi che ti accompagni in aeroporto?”
-“No tranquilla. Prendo un taxi. Ci sentiamo appena arrivo.” Le diede un bacio sulla guancia e scappò via.
 
Lorelai entrò nella camera  come un uragano.
-“Essere stato sul punto di morire non ti da certo il permesso di..” Si interruppe quando vide Luke dare le spalle al letto, poggiato con le mani al davanzale della finestra. Disperato. Jess invece era sempre a letto e si stava asciugando velocemente le lacrime, probabilmente per non farle vedere a lei.
-“Lorelai non trarre conclusioni affrettate.” Luke aveva anche la voce rotta dal pianto.
-“Che vuoi dire? Che il modo orribile in cui ha trattato Rory può avere una giustificazione?”
-“Non so se sia corretto chiamarla giustificazione. Chiamala come vuoi. Ma il fatto che tutto quello che faccio lo faccio perché tengo a lei non devi nemmeno metterlo in dubbio.”
-“Che significa questo, Jess? Se ci tenessi davvero a lei non la faresti soffrire così tanto.”
-“Sarebbe stato meglio che mi vedesse su una sedie a rotelle dalla quale non mi alzerò mai più?”
-“Cosa..”
-“Me lo ha detto il dottore poco fa. Ho solo il 5% di probabilità di ritornare a camminare.” Aveva un nodo alla gola. Aveva creduto che tutto stava prendendo la giusta piega. Aveva ritrovato Rory e con un pizzico di fortuna si era convinto che l’avrebbe avuto tutta per se. Invece tutto era svanito.
-“Voleva rimanere qui fino a che non mi fossi messo in piedi. Non potevo dirle che non mi avrebbe visto mai più in piedi.”
-“Ma lei ti sarebbe stata vicina, Jess.”
-“Lo so. Proprio per questo ho dovuto allontanarla. Le voglio bene Lorelai. Non avrei mai potuto rovinarle la vita dandole un peso del genere. Ha diritto ad una vita che le dia il massimo.”
-“Ha bisogno soprattutto di una persona che la ami… come la ami tu.”
-“Non è difficile innamorarsi di tua figlia. Troverà qualcun altro.”
-“Si trova una sola persona nella vita disposta a soffrire pur di vederti felice.” Pronunciò queste parole guardando suo marito. Luke era rimasto nell’ombra per tanto tempo guardandola uscire con altri uomini. Soffriva in silenzio, in attesa che lei finalmente capisse cosa c’era realmente tra loro. Jess ora stava rinunciando alla donna che aveva continuato ad amare per 7 anni anche standole lontano. E ci stava rinunciando proprio perché la amava.
-“E quando lo saprà?”
-“Non lo saprà. Devi promettermelo Lorelai.”
-“Jess è mia figlia! Non posso mentirle!”
-“L’ho trattata male di proposito. Non chiederà mai più a nessuno di me.”
-“E se invece dovesse farlo?”
-“Allora dovrai mentirle. Ti prego Lorelai. Il ricordo che voglio di lei è l’affetto che mi ha dimostrato in queste settimane. Non voglio la sua compassione.”
-“Mi sono sempre chiesta come fai a rendere Rory una bugiarda. Ora lo so. D’accordo Jess. Te lo prometto.”
 
-“Rory! Rory!!”
Scartoffie ovunque. E lei non riusciva a venirne a capo. Non c’era con la testa. Non era li a New York che voleva trovarsi. Doveva essere con Jess. Ma lui non la voleva con se.
-“Eleanor! Scusa ero sovrappensiero… cosa mi stavi dicendo?”
-“Rory non puoi continuare così. Sono due settimane che sei tornata ma sei ridotta ad un rottame. Mi vuoi raccontare cos’è successo?”
Più ci pensava, in realtà, meno capiva cosa fosse successo. Jess era cambiato nel giro di un’ora. Perché?
-“Non lo so cos’è successo. Al suo risveglio Jess mi ha mandata via. Mi ha detto di sparire dalla sua vita.”
-“Ma è assurdo! Per quale motivo lo ha fatto?”
-“Non lo so. Non lo so.”
 
Liz, Luke e Lorelai erano fuori dalla porta. A distanza di 5 settimane dall’incidente era arrivato il momento di scoprire se Jess sarebbe più stato in grado di camminare. I medici avevano provato l’ultima strada che era rimasta da percorrere e quella mattina avrebbero saputo come Jess aveva reagito al trattamento. Il dottore era in camera con lui. Gli stava tastando le gambe, in attesa di una sua reazione.
-“Mi fa il solletico per cercare di farmi reagire? Non lo vede che questa maledetta gamba non ne vuole sapere?” Era frustrante. Erano due settimane che provava a muovere le gambe ma niente, non ci riusciva.
-“Ahia! Mi ha infilato una siringa nella coscia?”
-“Jess, io non so come dirtelo.”
-“Non si preoccupi. Mi sono reso conto che non ho mosso nemmeno un muscolo.”
-“L’esperimento di oggi non sarebbe andato a buon fine se tu avessi mosso le gambe. Quello era pressoché  impossibile. Volevo solo che sentissi gli stimoli a cui ti ho sottoposto. Ti sei accorto che ti ho fatto il solletico, che ti ho punto con un ago.”
-“Cosa vuole dire?”
-“Voglio dire che con la riabilitazione, tornerai come nuovo.”
-“Sta scherzando? Mi aveva dato solo il 5%..”
-“Jess, dopo averti visto tornare dall’aldilà da te ormai mi aspetto di tutto. Per questo non sono stupito che tu abbia tratto tutto quello che hai potuto da quel 5%.”
Il dottore uscì ed entrarono i tre che stavano aspettando impazienti fuori dalla porta. Nessuno osava parlare. Il silenzio pesava, e la faccia sbigottita di Jess non lasciava presumere nulla di buono.
-“Zio Luke, credo che tu abbia un problema.”
-“Cioè?”
-“Ti ricordi che mi avevi promesso una macchina nuova se mi fossi rimesso in piedi?”
-“Stai dicendo che..”
-“Già! Credo dovrai farti un po’ di debiti perché non mi accontento di un rottame questa volta!”
La prima a muoversi fu sua madre. Arrivò al letto e lo abbracciò, piangendo. Lorelai invece era rimasta in un angolino ad osservare commossa la scena.
 
-“Rory c’è una telefonata per te.”
-“Grazie Tess. Arrivo.” Controllò il cellulare e si accorse che era scarico. Era così distratta ultimamente, aveva dimenticato di caricarlo. Si avviò verso l’apparecchio alla reception e sollevò la cornetta.
-“Pronto?”
-“Ehi, come stai?”
-“Jess…” la sua voce era più un sussurro che altro.
-“Già. Spero di non disturbarti. Avevo bisogno di parlarti. Ho bisogno di parlarti.”
-“No non disturbi.” Cosa voleva Jess? Era stato lui a mandarla via, e quindi ora cosa voleva?
-“Ti ho chiamato per dirti che presto inizierò a camminare.”
-“Non ti seguo Jess.”
-“Quella mattina quando il dottore era venuto da me mi disse che al 95% non avrei più potuto camminare. Non volevo darti un peso del genere. Non volevo vederti rattristare per me. La soluzione migliore mi è sembrata quella di farti allontanare da me, così che non avresti saputo mai niente. Oggi invece quel 5% di speranza è diventato realtà e non potevo vivere con il peso di quella sfuriata, immaginarti confusa e delusa.”
-“Hai rischiato di rimanere…”
-“Su una sedie a rotelle. Si.”
-“Sei uno stupido, Jess! Sono due settimane che mi chiedo cosa avessi fatto di sbagliato! E tu invece mi avevi tagliato fuori da una cosa così importante!”
-“Non lo so se ho sbagliato Rory. So solo che volevo proteggerti da me. Credi che potrai perdonarmi prima o poi?”
-“Solo se mi dai il consenso a telefonarti ogni volta che voglio.”
-“Tutto quello che vuoi.”
Uno sorrideva a Philadelphia, in un letto d’ospedale che presto avrebbe lasciato. L’altra sorrideva a New York, sicura che ora le cose sarebbero tornate al proprio posto.
 
-“Tesoro, sai che la tua sorellina mi farà uscire pazza?”
-“Ho detto che sarà un maschio!!”
Non c’era cosa più bella che vedere aprirsi la porta di casa ed essere accolta da sua madre a braccia aperte e dai brontolii di Luke in lontananza.
-“Ma no! Sarà una bambina dolcissima proprio come la tua prima, cara e amorevole figlia!”
-“Mmm, tu non mi hai fatto soffrire così tanto amore!”
-“Ma la volete finire voi due? Questa creatura ancora non è nata e già la massacrate.” Poi si abbassò al livello della pancia di Lorelai e sussurrò: -“Tranquillo figlio mio. Ti difendo io da queste arpie.”
-“Allora, come stava Jess quando siete partiti?”
-“Dopo due settimane di terapia finalmente è riuscito a mettersi in piedi, certo cammina con le stampelle però almeno non è costretto a letto.”
-“Ed è felice?” Moriva dalla voglia di vederlo, ma non aveva davvero il tempo di arrivare a Philadelphia. Dopo essere mancata 3 settimane dal lavoro, Clarence non le avrebbe concesso nemmeno un giorno senza un valido motivo.
-“Certo! Dopo quello che ha passato, vive tutto in modo diverso.”
Anche la mia mancanza scommetto, pensò Rory. Ultimamente era sempre lei a cercare lui. Non la chiamava mai. Non una sola volta Jess aveva preso il telefono e fatto il suo numero.
 
Jess era con il telefono in mano. Rory doveva essere ormai arrivata a Stars Hollow, voleva chiamarla e chiederle com’era andato il viaggio. Ma come tutte le volte che c’aveva provato nelle ultime settimane, non ci riusciva. Non sapeva dire perché, ma comporre quel numero era più difficile che camminare. Aveva paura che non fosse lei a rispondere, aveva paura di sentire la voce di un altro uomo rispondere a quel telefono. In tutto quel tempo non aveva avuto il coraggio di chiederle se stesse con qualcuno. Non voleva saperlo. Non voleva veder schiantare per l’ennesima volta i suoi progetti. Aveva saputo che con Logan era finita, non sapeva perché, ma che avevano rotto era sicuro. Ma chi gli garantiva che non avesse trovato qualcun altro?
 
-“Rory, ti cercano.”
-“Grazie Tess, passami la telefonata per favore.”
-“No, c’è qualcuno qui fuori che vuole parlarti.”
Le brillarono gli occhi. Aveva saputo che Jess avrebbe lasciato presto l’ospedale. Era troppo sperare che fosse andato fin li per vederla?
-“Fallo entrare allora!” Si guardò veloce allo specchio, una sistemata ai capelli e si alzò vedendo la porta aprirsi.
-“Mike! Che cosa ci fai qui?”
-“Ciao. Anche io sono contento di vederti.”
-“Non cambiare discorso. Mi sembrava di essere stata chiara l’ultima volta che ci siamo visti. Non credo di averti lasciato dubbi sul fatto che sarebbe stata appunto l’ultima.”
Era uscita con lui dopo essere tornata da Philadelphia. Erano amici, e lui le aveva offerto una spalla su cui piangere. Quando si era resa però conto che lui voleva di più, troppo, aveva rotto immediatamente.
-“Lo so. E ti ho lasciato un po’ di tempo per renderti conto che senza di me, ti sentirai sola.”
-“No Mike, in questo periodo in realtà non ti ho pensato affatto. Non credi che ti avrei cercato altrimenti?”
-“D’accordo. C’ho provato. Comunque in realtà ero passato a lasciarti il mio nuovo libro. Spero ti piaccia e che ne scriverai un buon articolo.” Le fece l’occhiolino ed uscì.
Quella scena gliene ricordò un’altra. Jess che le aveva portato il suo primo libro. Non aveva notato quanto Mike gli somigliasse. Solo sotto certi aspetti ovviamente. Jess non poteva avere un doppione. Jess era unico.
-“Rory, ma hai messo qualche annuncio per cercare fidanzato per caso?”
-“Perché, Eleanor? Non dirmi che non hai riconosciuto Mike?”
-“Si, certo che lui l’ho conosciuto. Quello che non ho riconosciuto però, in un primo momento, era Jess che aspettava che ti liberassi.”
-“Jess? Il mio Jess?  E ora dov’è??”
-“Se è tuo non lo so, non ho visto alcuna targhetta di proprietà. Ma se ti riferisci a Jess Mariano, si era proprio lui. Quando Mike è uscito, è andato via anche lui.”
Corse fuori, rischiando di travolgere un paio di persone. Jess era stato li ed era andato via. Perché? Perché aveva tratto conclusioni affrettate? Non li aveva mica visti baciarsi, Mike le aveva soltanto sfiorato la guancia con un dito.
 
Si sentiva uno stupido. In due mesi non aveva mai trovato il coraggio di chiamarla per paura di scoprire che c’era un uomo nella sua vita, e invece aveva avuto la brillante idea di andare a trovarla in ufficio. Che genio! Sarebbe stato meglio sentirne solo la voce, invece di vederlo in faccia.
-“Jess!” Si voltò. La vide correre a perdifiato verso di lui. Irrigidì i muscoli della faccia. Ma non parlò. Si sentiva un totale idiota.
-“Jess, perché sei andato via?”
-“Ho capito di essere di troppo. Tranquilla, non mi devi alcuna spiegazione.”
Fece per andare via. Ma Rory lo bloccò.
-“Questa volta non te ne andrai lasciandomi a piangere come una stupida, Jess.”
Si girò nuovamente e la guardò negli occhi. In realtà si perse in quegli occhi, in quell’oceano che sempre era riuscito a portarlo alla calma. Non si sentiva più stupido. La voleva e se la sarebbe ripresa. Lo aveva già fatto una volta, l’aveva spuntata su Dean. E ora l’avrebbe spuntata su quel tizio che nemmeno conosceva. La avvicinò a se e la baciò. Ma non la strinse. Le lasciò lo spazio per fuggire via. Un’altra volta se lo avesse voluto. Ma lei non scappò. Si abbracciò a lui, per paura di star solo sognando. Poggiarono la fronte l’una contro l’altra.
-“Non era il mio ragazzo Jess.”
-“Quindi non scapperai perché ami un altro?” Le accarezzò la guancia, come poco prima aveva fatto quell’essere insignificante.
Rory lo guardò negli occhi e fece di no con la testa. Jess sorrise.
-“A che ora finisci di lavorare?”
-“In questo preciso istante. Devo solo tornare dentro a prendere le mie cose. Ho lasciato tutto li per correrti dietro.” Sorrisero.
Si erano ritrovati. Dopo tanto tempo, dopo tanto penare, dopo tanti imprevisti. Erano li, insieme indifferenti a tutto il resto.
 
 
-“Carino. Mi sembra di essere nella tua testa sai?”
-“Trovi? E’ piccolo come appartamento, ma il mio stipendio non è altissimo. Non posso permettermi molto di più.”
-“Tutti questi libri, film, musica. Sei tu!”
-“Già. Vuoi qualcosa da bere?”
-“No , grazie. Sto bene così.”
Un altro flashback.
 
-“Ti prego, lascia che ti prenda qualcosa da bere! Mi sento un idiota a stare così.”
-“Se ti può consolare, non sei il solo.”
-“Bene, allora avviciniamoci.”
-“Si, facciamolo!”
-“Credo che a questo punto dovremmo portarci ad una distanza di circa 30 centimetri.”
 
 Questa volta però non ci fu bisogno di parlare. Si portarono a 30 centimetri in automatico.
-“Ciao.”
-“Ciao.”
 In piedi, dietro al divano, mani nelle mani, si guardarono negli occhi e senza bisogno di aggiungere parole le loro labbra si incontrarono e quello che inizialmente era un bacio dolce si tramutò in passione allo stato puro, repressa per troppo tempo. Sbattendo contro ogni mobile presente in quella casa, ridendo e baciandosi si ritrovarono in camera da letto. Entrambi era da tanto che aspettavano quel momento. Mentre stavano entrando nella stanza Jess si fermò e la guardò dritto negli occhi.
-“Sicura?”
-“Sicura.” E con il sorriso che gli rivolse, Jess seppe che era la verità.
 
Quando Rory aprì gli occhi, ci mise un po’ a realizzare quanto era successo. Vide i suoi vestiti sparsi per la stanza e prese coscienza del braccio che le circondava la vita. Alzò lo sguardo e si ritrovò davanti quei lineamenti perfetti. Quei lineamenti che tanto aveva amato. Si sentiva felice, finalmente dopo tanto tempo. In quel momento, forse sentendosi osservato, anche Jess si svegliò.
-“Ciao.” Le disse sorridendo.
-“Ciao.” Rispose lei sorridendogli di rimando. Le baciò la fronte e la strinse ancora di più a se. Aveva così paura di vederla sparire.
-“Ho immaginato decine di volte come sarebbe potuto essere, sai Jess?”
-“E?”
-“E non mi ci sono avvicinata neanche lontanamente!” Scoppiarono a ridere, ma dopo un po’ Jess divenne serio. Si allontanò leggermente da lei per poterla guardare in faccia.
-“Ti amo. Ti ho sempre amata Rory, non ho mai smesso.”
Rory gli si raggomitolò contro il petto e lui posò il suo mento sulla sua testa.
-“Per me invece è stato diverso. C’è stato un momento in cui probabilmente ti ho odiato. Ero piccola, ti volevo e tu invece mi avevi abbandonata. Ma dal giorno dell’inaugurazione non riuscivo a smettere di pensarti. Quando Logan mi ha chiesto di sposarlo, sono andata nel panico. Non vedevo lui al mio fianco per il resto dei miei giorni Jess. Non ce lo vedevo. E solo in questi ultimi mesi ho capito perché. Ti amo, Jess.”
Le accarezzò la guancia con la propria e la strinse ancora più forte.
-“E ora, che succede?”
-“In che senso, Rory?”
-“Voglio dire.. Philadelphia e New York non si trovano esattamente a due passi.” Lui sorrise.
-“Beh in realtà ancora non lo sa nessuno perché è una decisione che ho preso in quest’ultimo periodo.”
Fece una pausa, come a cercare il coraggio di dire ad alta voce qualcosa che era rimasto nella sua testa in quei lunghi mesi.
-“Ho deciso di aprire una filiale della casa editrice qui a New York. Lascerò Philadelphia e mi trasferirò qui.”
Rory fece un balzo indietro e lo fissò. Era sorpresa. Non si aspettava che Jess le dicesse una cosa del genere. Non si aspettava che Jess rivoluzionasse la sua vita per lei. Avrebbero abitato nella stessa città, lo avrebbe visto ogni giorno.
-“Non mi sembra che la cosa ti abbia reso particolarmente felice.” Era amareggiato. Si era aspettato che lei facesse i salti di gioia. Invece lo stava guardando come se fosse un extraterrestre.
-“Se solo potessi immaginare anche solo la metà di quanto io sia felice in questo momento Jess! E’ tutto così perfetto meraviglioso! Ho solo paura che sia solo un sogno!” Gli si avvinghiò nuovamente e si sentì sicura, protetta. Finalmente a casa.
-“Non ti abbandono più, te lo prometto.”
In quel momento qualcuno bussò alla porta. Lei guardò l’orologio. Mezzanotte. Chi diamine poteva essere a quell’ora?
-“Farò finta di non essere in casa.” Gli disse sorridendo.
-“Questa è la segreteria di Lorelai Gilmore. Non sono in casa. Lasciate un messaggio dopo il bip.”
-“Andiamo Rory! Ho visto la tua macchina qui fuori. Non me ne vado fino a che non mi avrai aperto.”
-“Chi è?” Sentire la voce di un uomo che la reclamava, lo rese nervoso.
-“E’ quel ragazzo che hai visto oggi in ufficio.” Lo vide contrarre i muscoli del volto.
-“Non stiamo insieme Jess.”
-“E lui lo sa?” Aveva usato il suo tono ironico, era da tanto che non usciva fuori. Rory si alzò di corsa e mise la camicia di Jess che le arrivava a metà coscia. Lui la guardò allontanarsi. Voleva seguirla, ma si disse che sarebbe stato più saggio rimanere li ad aspettarla.
Aprì la porta furibonda.
-“Si può sapere cosa vuoi a quest’ora di notte?” Era ubriaco. Si capiva da lontano.
-“Dobbiamo parlare e tu lo sai.” La prese per un polso stringendo sempre di più.
-“Lasciami andare immediatamente Mike! Non abbiamo nulla da dirci!”
-“Ah si? Allora chi era quel damerino con il quale sei uscita oggi pomeriggio eh? Non sarà mica quello stronzo dell’ospedale?”
-“Smettila Mike, mi stai facendo male basta!! C’è Jess di la, lasciami andare!”
-“Oh, e mi farà la bua?” All’improvviso sentì un dolore lancinante al braccio e lasciò andare il polso di Rory.
-“No, non ti farò la bua. Semplicemente perché tu adesso alzi i tacchi e te ne torni diritto diritto da dove sei venuto. Sono stato chiaro?”
Con indosso solo i jeans, capelli scompigliati nei quali poche ore prima le dita di Rory avevano trovato riparo, Jess sfoggiava tutta la sua muscolatura che avrebbe messo in imbarazzo chiunque.
Ormai era l’alcool a parlare al posto di Mike.
-“Oh vedo che ci sei già andata a letto. E brava la putt..”
Non riuscì a finire la frase perché un pugno gli aveva già rotto il naso e si era ritrovato scaraventato fuori sul pianerottolo. Jess gli si avvicinò a pochi millimetri dal suo viso, una rabbia che lo stava accecando.
-“Sparisci, e non farti più vedere vicino a lei.”
Chiuse la porta e rientrò in casa. La abbracciò forte e cercò di tranquillizzarla. Quando si accorse che non smetteva di piangere, la prese in braccio e la portò in camera da letto. La fece stendere e si sdraiò vicino a lei, stringendola a se.
-“Mi dispiace Jess..”
-“Shhhh. Non c’entri niente. Era ubriaco. Sta tranquilla, è tutto finito ora.”
Si addormentarono così, stretti l’una nelle braccia dell’altro.
 
La luce del mattino le solleticava il viso. Si svegliò, e ci rimase male non sentendo il peso del braccio di Jess sul suo corpo. Si girò di scatto e lo vide poggiato su un gomito che la osservava.
-“Buongiorno principessa.”
-“Buongiorno a lei sua maestà.” Sorrise. –“Ora che ci penso, mi hai preso in braccio ieri sera!”
-“Certo. Come facevo a portarti qui se no?” Aveva capito dove stava andando a parare. Il giorno prima erano stati presi da tutt’altro per pensare a quello.
-“Jess! Ma la tua schiena??”
-“Andiamo, ero venuto qui per mostrarti la mia totale ripresa!”
-“E la totale ripresa implica che puoi anche fare sforzi?”
-“Sono tornato completamente alla normalità Rory. Non sarei venuto da te prima di essere nelle condizioni di poterti almeno prendere in braccio. Comunque vado a preparare il caffè.” Le diede un bacio veloce e si alzò dal letto.
-“Te l’ho detto che ti amo, si?”
Jess sorrise mentre il suo telefono prese a squillare.
-“Rispondi tu per favore?”
-“Ma questo implica che mi devo alzare!” Gridò lei per farsi sentire dalla cucina.
-“Vuoi che perda tempo al telefono così che il tuo caffè non arrivi mai più?”
-“Uff! Manipolatore! Pronto?”
-“Chiedo scusa forse ho sbagliato numero. Cercavo Jess Mariano.”
-“Oh no. Non ha sbagliato numero. E’ solo impegnato al momento.”
-“Lei è la sua segretaria?”
Sorrise. –“No, sono la sua ragazza.”
La voce femminile dall’altra parte non rispose.
-“Signorina, è ancora in linea? Chi devo dire che lo cercava?”
-“Digli che lo ha cercato quella che credeva di essere la sua ragazza!” La ragazza era furiosa, e il telefono dava ormai il segnale di linea caduta. Rory invece era confusa. Jess aveva già una ragazza? Non aveva senso. Non ero passata nessuna ragazza mentre lui era in ospedale. Tantomeno Jess le aveva parlato di un ragazza. E Jess non era il tipo da nasconderle una cosa del genere. Non lo era diventato, vero?
-“Caffè. Chi era al telefono?” Le porse la tazza sorridendo guardandola tra le lenzuola sfatte. Ma smise subito di sorridere quando vide la faccia perplessa di lei.
-“Rory è successo qualcosa? Chi era al telefono?”
Non si stava facendo prendere dal panico, quindi non aveva paura che avesse scoperto qualcosa di lui che non avrebbe dovuto sapere. Magari lei non lo chiamava su quel numero in genere.
-“Era la tua ragazza Jess.”
Jess la guardò come se fosse un extraterrestre.
-“La mia cosa? Rory, sei tu la mia ragazza. Credevo fosse chiaro.”
-“La ragazza al telefono non la pensava allo stesso modo.” Non era arrabbiata. Lo aveva detto lei stessa che era tutto troppo bello per essere vero.
La prese per il mento e la guardò negli occhi.
-“Rory, tu sei l’unica ad esserti sempre fidata di me. Hai smesso di farlo?”
-“Jess, non ci vediamo da così tanti anni. Potresti essere diventato chiunque! Potresti essere diventato un serial killer, uno psicopatico o un semplice bugiardo.” Era ferito. Rory non si fidava più di lui. Da un lato poteva capirla, anche lui non sapeva più chi lei fosse ormai. Ma sapeva che la sua piccola Rory c’era ancora. Poteva essersene dimenticata lei stessa, ma lui sapeva dove trovarla.
-“Potresti. Ma io so che sei sempre il Jess di cui mi sono innamorata da diciassettenne. Più maturo, con la testa sulle spalle. Ma sei sempre tu. E quindi no, non ho smesso di farlo.”
Le sorrise. Le piaceva farlo soffrire a quanto sembrava.
-“E allora se ti fidi di me, devi credere che sei tu e solamente tu la mia ragazza.”
-“D’accordo. Ti credo. Allora chi era quella?” Era più tranquilla ora. Rimaneva però il fatto che li fuori c’era una ragazza che si illudeva di essere la prescelta di Jess.
-“Non lo so!” Guardò il suo cellulare. –“Figurati, non è nemmeno un numero che ho salvato in rubrica.”
-“Ci sarà una ragazza con la quale sei uscito e che magari si era illusa su di voi.”
-“Rory, sono stato sempre chiaro, dal primo momento, con tutte le ragazze con cui sono uscito. Non volevo niente di serio. Era questa la premessa allo uscire insieme.”
-“Tutte? Sono state molte quindi.” Pizzico di gelosia. Odiava essere gelosa, e capiva che non aveva motivo di esserlo. Stavano insieme solo da un giorno, tutto quello che lui aveva fatto prima era più che lecito. E poi lei aveva quasi accettato una proposta di matrimonio.
-“Rory…” Le disse lui con tono canzonatorio.
-“Si, si scusa. Hai ragione. Non ho il diritto di essere gelosa. Nessuna storia seria dunque?” Era sorpresa. Ok, Jess non era tipo da impegnarsi facilmente ma, immaginare che in 7 anni lui fosse passato da una ragazza all’altra, era strano.
-“Rory, dopo aver passato quell’anno con te pensi veramente che avrei potuto accontentarmi di chiunque altra?”
-“Mi hai aspettata per tutto questo tempo?” Era così dolce, e lei si sentiva così stupida per aver perso tutto quel tempo, lontana da lui.
-“Non è che ti ho aspettata. Ci speravo questo si. Ma fondamentalmente non potevo accontentarmi di niente di meno.” Le accarezzò la guancia guardandola negli occhi sperando che capisse veramente quanto lei fosse importante per lui.
Si poggiò contro la sua mano, chiudendo gli occhi e cullandosi in quell’amore che tanto le era mancato.
-“Rimane il fatto che quella ragazza esiste, ed è delusa.”
-“L’unica cosa che posso fare è richiamarla, sperando di riconoscerla dalla voce e spiegare.” Prese il telefono e ricompose il numero dell’ultima chiamata ricevuta.
-“Jess!”
-“Ehi. Mi hai cercato prima.” No, ancora non era riuscito a capire chi fosse. Fece spallucce verso Rory e aspettò la risposta della sua interlocutrice.
-“Certo. Non ci sentivamo da un po’. Non capivo perché non ti facevi sentire. Poi ho sentito del tuo incidente ed ho capito che non mi avevi chiamata solo perché non potevi. Chi era quell’esaltata che ha detto di essere la tua ragazza?”
-“Non era un’esaltata Tracy.” L’aveva riconosciuta. Una velocità di parola molto simile a quella di Rory. Peccato che fosse l’unica cosa che avessero in comune. –“Lei è davvero la mia ragazza. E non ti ho chiamata perché non c’era nessun motivo per farlo. Sono stato chiaro dal primo momento con te, lo sai!”
-“Stai scherzando vero?? Che significa? Che mi hai preso in giro? Che mi hai usata solo per farti una scopata quando ti andava? Sei un verme Jess!”
-“Ehi, ehi, ehi! Abbassa i toni ok? Ti sei per caso dimenticata della mia frase: “sia chiaro però che non voglio nulla di serio o duraturo”?”
-“No ma poi le cose…”
-“ No Tracy. Poi le cose niente. Le cose non sono cambiate.”
-“E se ti dicessi che sono incinta?”  
Per un secondo scese il silenzio nella stanza, Rory che guardava Jess terrorizzata. Dio! E se fosse stata incinta? Jess non avrebbe mai abbandonato suo figlio, non dopo quello che aveva passato lui. Ma questo avrebbe significato perderlo. Nuovamente, questa volta per sempre. Proprio com’era successo tra sua madre e suo padre. Ma Lorelai aveva poi trovato l’amore della sua vita. Ma nel suo caso l’amore della sua vita era Jess. Proprio Jess che  non aveva fatto una piega a quella frase. Era tranquillo sereno, come in cerca delle parole giuste da usare. E se le avesse detto che a lui non importava nulla? Avrebbe continuato comunque ad amarlo? Avrebbe potuto amare un uomo in grado di abbandonare suo figlio?
-“Sai perfettamente che questo non è possibile, Tracy. E’ inutile che ci provi.”
-“Come fai ad essere così sicuro, Mariano? Basta un solo attimo di distrazione, spero che tu questo lo sappia.”
-“Proprio perché lo so, e so cos’ho passato nella mia vita ci sono stato ben attento. So di non aver lasciato figli indesiderati.”
-“Sei un grandissimo stronzo Jess!”
 La telefonata era terminata. Lo sapeva che era una pazza, per questo dopo un paio di volte che c’era uscito se n’era allontanato.
Guardò Rory sorridendo. Ma la vide pallida, perplessa, terrorizzata.
-“Rory, che succede?” Lo guardò stralunata.
-“Noi non siamo stati attenti, Jess.” Capì. Rory poteva avere in grembo loro figlio. In passato era stato sempre attento perché era sicuro di non volere una famiglia con quelle ragazze. Con Rory invece era andato a ruota libera. Sperava di averla al suo fianco per sempre, ad avere un figlio da lei non lo spaventava. Non li avrebbe certo abbandonati. Sorrise.
-“Hai ragione. La cosa ti spaventa?” Sembrava presa dal panico.
-“Io… io non lo so Jess! Mamma mi ha avuto quando era ancora molto più piccola di me, e io sono venuta su bene lo stesso, ma noi due ci siamo ritrovati da poco, abbiamo i nostri lavori,potrebbe succedere qualsiasi cosa e non voglio..”
Eccola li, che parlava ancora a mitraglietta. La sua Rory. Le mise un dito sulle labbra.
-“Per me sarebbe fantastico avere un bimbo da te.” Scoppiò in lacrime e si attaccò al suo collo. Lui la accarezzò e baciò finché non si fu tranquillizzata. Si poggiò allo schienale del letto e la tenne sul suo petto.
-“Credo che sarebbe fantastico anche per me Jess.” Ora sorrideva. Si Jess era il suo futuro. Non lo avrebbe abbandonato e lui non  avrebbe lasciato lei. Lo guardò seria.
-“Che c’è?”
-“Come lo diciamo a mamma e Luke?”
-“Non è mica detto che sei incinta!”
Gli diede un colpetto sul petto.
-“Stupido! Intendevo di noi! Come glielo diciamo che stiamo nuovamente insieme?”
-“mmmm.. settimana prossima andiamo a Stars Hollow per il tuo compleanno. E glielo diciamo.”
-“Credi che sarà facile? Voglio dire, mamma non ti ha mai visto di buon occhio e..”
-“Fidati. Credo che tua madre abbia cambiato idea.” Quel sorriso sornione.
-“Cosa vuoi dire??”
-“Niente, niente! Te lo racconterà lei se vorrà!” Si sganciò da lei e si infilò in bagno. Di certo non sarebbe stato lui a dirle che per sua madre lui era il ragazzo perfetto per sua figlia.
 
-“Jess!”
-“Ehi zio Luke, ti disturbo per caso?”
Luke indaffarato tra una tazza di caffè e un hamburger teneva il telefono tra l’orecchio e la spalla.
-“Nooo, assolutamente. C’è Lorelai che mi da una mano.” Disse ironico guardando sua moglie intenta a bere il suo caffè (decaffeinato!).
-“Se è un cattivo momento ti richiamo più tardi.”
-“No no, tranquillo. Dimmi tutto.”
-“Tra due giorni è il compleanno di Rory.”
-“Si. E?”
-“Devi aiutarmi ad organizzarle una sorpresa.”
 
-“Allora, hai caricato tutto in macchina?”
-“Certo, brontolo! Sai che mi piace proprio la macchina che ti ha regalato Luke?”
-“Una promessa è una promessa.” Le disse dandole un bacio sulla fronte.
Lungo la strada il cellulare si mise a squillare.
-“Mammina!!!” Era così dolce quando tornava bambina. Non riusciva a non sorridere guardandola.
-“Tesoro!! È vero che tu mi vuoi tanto tanto bene e che non mi odieresti per nessun motivo al mondo? Vero? Vero?” Rory si accigliò, e Jess che non riusciva a sentire la conversazione lanciava uno sguardo a lei e uno alla strada.
-“Cos’hai combinato mamma?”
-“Oh tesoro! Mi dispiace così tanto. Io e Luke stiamo siamo stati invitati per stasera ad una cena di gala di beneficenza, e rappresentando il Dragon Fly non posso non andare.”
-“Ma mamma!!! Io sono quasi arrivata a Stars Hollow!! Non puoi farmi questo!” Sua madre non sapeva che ci sarebbe stato anche Jess con lei. Non sapeva come avrebbe potuto reagire alla notizia.
-“Ti prego ti prego ti prego!!! Non odiarmi!”
-“Uffa. Va bene. Cerca di rientrare per mezzanotte almeno, ok?”
-“Ci provo piccola mia, ci provo.”
-“Credo che avremo casa libera, Jess.”
Si girò di scatto e la guardò stranito. –“Che vuoi dire??”
-“Mamma e Luke hanno un impegno stasera. Non ci saranno per festeggiare i miei 25 anni.”
Allontanò una mano dal volante e la poggia su quella piccola e delicata della sua ragazza.
-“Mi dispiace Rory.”
-“Vorrà dire che festeggeremo io e te, soli soletti!” Gli disse rivolgendogli un sorriso malizioso.
Fecero l’ultima curva e una banda a festa li accolse. Sulla strada torreggiava lo striscione: “Buon 25° compleanno Rory!”. Lei rimase a bocca aperta. Cosa stava succedendo? Guardò Jess e lo vide sorridere.
-“Tu!!! Tu sapevi tutto!!!”
Accostò la baciò e poi la aiutò a scendere dalla macchina. Tutti le vennero incontro per farle gli auguri, inclusi sua madre e Luke.
-“Mentitrice!!!!”
-“Anche io ti voglio bene figlia mia!” L’abbraccio tra mamma e figlia è sempre bellissimo. Ma tra quella mamma e quella figlia in particolare era uno spettacolo unico. Luke diede una pacca sulla spalla al nipote continuando a guardare le due Gilmore.
-“Non hai niente da spiegarmi?”
-“Direi di si, zio. Non qui però.”
 
-“Quindi state insieme! Finalmente Jess. Non farai stronzate questa volta, vero?” Seduti ad un tavolo del locale, davanti ad una tazza di caffè, zio e nipote parlavano delle ultime settimane mentre fuori la città festeggiava Rory.
-“No, tranquillo. Anzi.” Tirò fuori dalla tasca un cofanetto di velluto e lo porse a suo zio, aprendolo.
-“Wow!”
-“Dici che le piacerà?”
-“Jess, è il significato la cosa principale. Non l’anello in se.”
-“Lo so. Sto cercando il modo migliore per chiederglielo.”
-“Non credi sia ancora presto? State insieme da una settimana.” Era sorpreso. Suo nipote voleva sposarsi. Non c’avrebbe scommesso nemmeno un dollaro 7 anni prima.
-“E’ vero, stiamo insieme da una settimana. Ma ci amiamo da una vita.”
-“Sai che con il suo ex è finita proprio perché lui le aveva chiesto di sposarsi, vero?”
-“Non è così. E’ finita perché lui l’ha lasciata quando lei gli ha detto no. Il mio non sarà un ultimatum. Io starò con lei, in ogni circostanza.”
 
-“Mamma, hai visto Jess per caso?”
-“No, magari sarà con Luke. E’ sparito anche lui.”
-“Uffa è quasi un’ora che non lo vedo.” Guardava in ogni direzione, in ogni angolo cercando quel ragazzo dagli occhi così penetranti e rassicuranti.
-“Rory?”
-“Si?” intanto continuava a cercare.
-“Da quanto?” si girò di scatto verso sua madre.
-“Una settimana. Lo so che non approvi, mamma. Però..”
-“Ne sono felice invece.” Sorrise a sua figlia. Era da tanto che non la vedeva così innamorata, sicura di quello che stava facendo.
-“Cosa? Tu sei felice che io e Jess…”
-“Nessuno potrebbe mai amarti quanto lui.” E lo pensava sul serio.
-“Lorelai!!!”
-“Sookie!!!! Hai visto la nostra piccola bambina?”
Abbracciò Rory e le diede un bacio sonoro. –“Oh auguri auguri auguri!!! Sono proprio felice di vederti! E’ da tanto che non torni qui per un po’.”
-“Si lo so, ma il lavoro mi incasina parecchio.”
-“Oh, Luke! Finalmente!!! Che fine avevate fatto voi due eh? Siete andati in giro a rapinare le case mentre erano tutti qui in piazza? Eh? Eh? Eh?”
Luke e Jess si guardarono pensando: “E’ pazza!!!”
-“No amore mio, abbiamo solo chiacchierato un po’.” Lorelai guardò Jess prima di avvicinarsi ed abbracciarlo. La scena attirò l’attenzione di tutti i presenti che rimasero a bocca aperta.
-“Deduco te lo abbia detto.” Le disse sorridendo.
-“Non ce n’è stato bisogno Jess. Siete perfetti insieme.”
-“Si, me l’hai già detto.”
Lorelai lo guardò scettica. –“Io? Quando?”
-“Mentre ero in coma. Ricordo vagamente che hai detto qualcosa del genere, nonché qualcosa riferito al mio camice…”
-“OOOOOOOOOk!!! Bene quando si inizia a ballare qui??” Rossa in volta ed imbarazzatissima Lorelai si allontanò da quel demone che era il suo futuro genero, lasciando il resto della comitiva tra le risate.
Rory si aggrappò al suo braccio e lo trascinò via.
-“Cosa dicevi in merito al camice??”
-“Niente, niente. Sai com’è. In coma mica si capisce tutto!” Dentro moriva dalle risate, ma non era la cosa migliore dire alla sua ragazza che sua madre aveva fatto degli apprezzamenti su di lui mentre era in coma.
-“Si si, va beh. Prima o poi me lo direte. Dove sei stato tutto questo tempo? Mi sono sentita sola.” Fece il faccino triste, da cane bastonato.
-“Sei una demone! Lo sai che mi impietosisco quando ti vedo così. Vieni facciamo un giro.”
Arrivarono al ponte. Una serie di candele a tracciava una specie di percorso.
-“Che carino! Chissà chi lo ha decorato così. Il nostro ponte.”
-“Già il nostro ponte.” Lui si fermò all’inizio, mentre lei iniziava a seguire il percorso che la incuriosiva. Ad un certo punto vide un cartello con su scritto qualcosa.
Qui Luke mi ha buttato nel lago. L’inizio della lunga storia che avrei vissuto qui a Stars Hollow.”
 
Rory guardò Jess, confusa. Lui invece sembrava incitarla a continuare. E lei lo fece, arrivando ad un altro cartello.
Ti ricordi? Qui ci siamo seduti a mangiare il giorno dell’asta dei cestini. Mangiare. Oddio non so se sia la parola giusta da usare, visto che sono andato incontro ad un avvelenamento! Qui hai perso anche il tuo braccialetto, quello che ti aveva regalato Dean. Si lo so, non te l’ho mai detto che lo avevo trovato io.”
Lo guardò di traverso. Lui invece fece spallucce.
-“Meglio tardi che mai no?”Sorrise.
Lei ancora non capiva perché aveva organizzato quella piccola situazione quel genio che era il suo ragazzo, ma continuò la sua strada verso il prossimo cartello.
Qui abbiamo finalmente capito che dovevamo stare insieme. Che Dean aveva ragione, su tutto.”
Una lacrima le scivolò lungo il volto ricordando quel momento.
 
-“Dean è un idiota. Gridare in quel modo, lasciarti davanti a tutti. E’ proprio un idiota.”
-“No, non lo è. Ha ragione. Tutto quello che ha detto su di me e su di te Jess, il fatto che gli ho mentito, che l’ho confuso. Ha ragione.” Lo guardò, e vide che lui invece rimaneva in silenzio. –“O mi sbaglio?”. Ancora il silenzio. Che stupida! Lui non la voleva, si era soltanto divertito a prenderla in giro. –“Bene! Su di me ha ragione comunque. E ora va via.” Invece di andare via lui si avvicinò.
-“Ha ragione. Ce l’ha… su tutto.”
 
Le cose da quel momento in poi erano andate prima bene poi erano precipitate. Tutto così complicato tra loro. Si avvicinò all’ultimo cartello.
Questo ponte per noi è speciale Rory. Ha vissuto con noi le gioie e i dolori.”  Questa volta c’erano dei fogli da girare. Passò al prossimo.
Voglio che ogni punto di questo luogo abbia un  ricordo felice di noi.”  Girò ancora.
Ed è per questo che voglio aggiungerne un altro.”  Un altro foglio.
Proprio qui voglio chiederti..”  Fece per girare ancora quando Jess parlò.
-“Rory Gilmore, vuoi sposarmi?” Si girò e lo trovò che le porgeva un anello racchiuso in un cofanetto rosso. Portò una mano sul cuore e l’altra alla bocca. Era così sorpresa. Jess le aveva appena chiesto di sposarla!
-“Forse ti sembrerà affrettato, stiamo insieme da poco. Ma io ne sono sicuro Rory. Ti amo da ormai 8 anni, non riesco ad immaginare il mio futuro senza di te. Il mio non è però un “tutto o niente”. Voglio che se accetti di sposarmi lo fai solo perché anche tu non riesci ad immaginare il tuo futuro senza me.”
Aveva gli occhi lucidi. Commossa da quelle dolcissime parole. Lo prese per mano  e lo porto all’inizio del ponte. Jess non capiva, tra tutte le reazioni che aveva immaginato quella non era contemplata.
-“Vuoi legare ad ogni punto di questo ponte un ricordo bello di noi. Quello sarà sempre legato alla tua bellissima proposta Jess.”
Sospirò. –“E non vuoi legarlo anche al no.”
-“Mai che mi fai finire!” Gli sorrise, con le labbra, con gli occhi, con il cuore. –“A questo punto preciso non è ancora legato alcun ricordo invece, e credo che ricordarlo come il punto in cui ti ho detto di si sia la cosa più bella.” Ci mise un po’ a realizzare. Rory gli aveva detto di si. Aveva accettato la sua proposta. Sarebbe diventata la signora Mariano. Sua moglie. La madre dei suoi figli. La sollevò da terra e la baciò.
 
---------la scena viene ripresa sempre più da lontano fino ad essere osservata dall’oblò di un aereo----------
 
Ogni volta che l’aereo sorvola Stars Hollow, non posso far altro che ripercorrere con la mia mente queste immagini che purtroppo posso solo immaginare. Mi piace fantasticare. Chissà se lo troverò mai il mio vero amore. Questa che immagino ogni volta è una storia troppo bella ed emozionante, quasi da favola.
-“Rory..”
-“mmm..”
-“Come fa nostra figlia ad addormentarsi puntualmente in aereo?”
-“Non lo so Jess.” Guarda sua figlia e non può far altro che sorridere e abbracciare suo marito.
Loro sono convinti che io dorma. Invece sto immaginando come ogni volta la loro fantastica storia. Quella che mi raccontano ogni volta che glielo chiedo. Sono contenta che ogni volta che mamma deve partire per lavoro, io e il mio papà la seguiamo.
-“Certo che io e Luke siamo proprio fortunati eh!”
-“E non lamentarti sempre! In fondo lei è una Mariano, mica una Gilmore.”
-“Si ma in lei c’è comunque il vostro sangue infetto! E Sarah fa disperare lo zio Luke come Emily fa disperare me!”
-“E pensa che ora ha solo 5 anni! Immagina quando porterà il primo fidanzato a casa.”
Lo colse il panico.
-“No no no no no! Ma che ragazzo! Prima dei 25 anni non se ne parla!”
Sono così dolci la mia mamma e il mio papà. Certo a volte litigano, ma poi li vedo sempre che si danno i baci quando credono che io non li vedo.  Chissà, magari un giorno anche io troverò il mio Jess, e saremo anche noi perfetti insieme.
 
 
The end
 
 
Bella gente, spero che questa fanfiction vi piaccia. E' la prima che scrivo e mi è piaciuto davvero molto scrivere di questa coppia che mi ha accompagnata durante la mia adolescenza. Se vi va, fatemi sapere cosa che ne pensate!!  
 
 
 
 
  
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