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Autore: helena485    09/10/2013    4 recensioni
il nervosismo di Nami è dipeso da qualcuno, e se quest'ultimo la trovasse ubriaca circondata da ragazzi pronti ad approfittarsi di lei?
breve FF sulla coppia Rufy/Nami
Genere: Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Monkey D. Rufy, Nami | Coppie: Rufy/Nami
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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UNA NAVIGATRICE UBRICA E’ UNA NAVIGATRICE PERICOLOSA

Erano attraccati su quell’isola già da un giorno, sia per fare rifornimenti, sia per prendere una pausa dalle avventure che avevano passato nei giorni precedenti e per quelle che li aspettavano nei giorni a seguire.

Ultimamente c’era una strana atmosfera sulla nave e l’attenzione di tutti era rivolta ad un’insolita Nami con un carattere più arrogante e scontroso del solito, infatti la ragazza, non solo passava giorno e notte a dividersi tra i mandarini e le sue carte, ma si rifiutava categoricamente di stare insieme ai suoi compagni e quando qualcuno le rivolgeva la parola questa rispondeva in malo modo risultando più acida del solito. In pratica da un po’ di tempo a questa parte Nami si era isolata dal resto del gruppo. Il primo giorno su quell’isola tranquilla e senza l’ombra della marina stava ormai finendo e i ragazzi, tornati tutti sulla sunny, aspettavano impazienti l’arrivo della cena. Nessuno sembrava essersi accorto della mancanza di un membro fino a quando Rufy, intento a rubare il cibo dal piatto di Nami accanto a lui, si accorse della sua assenza. Preoccupato andò a cercarla nella sua cabina, nello studio e persino nei suoi adorati mandarini ma della sua navigatrice non c’era traccia, decise così di scendere sull’isola di nuovo preoccupato per le sorti della compagna. Andò a cercare nelle librerie che a quell’ora trovò chiuse e a girare a zonzo per i negozi, anche essi chiusi, fino a quando in una delle vie della città del porto non udii degli schiamazzi, non molto lontani da lui, tra i quali riconobbe la voce inconfondibile di lei. Decise quindi di andare a controllare cosa stesse facendo la sua compagna e la trovò davanti una taverna, accerchiata da un gruppo di ragazzi che ridevano e scherzavano con lei. Inizialmente fece un sospiro di sollievo ma più si avvicinava più notava qualcosa di strano nei loro atteggiamenti.  “allungavano troppo le mani” pensò nervoso. Il suo sguardo passò poi su Nami che intenta a reggersi in piedi si appiccicava a uno di loro senza il minimo pudore “che diavolo le prende” s’irrigidì. Senza riuscire a mantenere la calma si diresse a passo spedito verso di loro per mettere fine a quella scenetta orribile che si trovava davanti.

- Nami, cosa ci fai ancora qui, è ora di tornare indietro- disse serio

-o no! Ecco la rasgione dei miei stormenti! che cosha vuoi- cercò di chiedere. “ubriaca, è ubriaca” pensò infuriandosi. Non fece caso a ciò che disse Nami e in ogni caso decise che ci avrebbe pensato dopo.

-ehi ragazzo chi sei suo padre? Lasciala stare, vuole stare con noi- disse il ragazzo che la sorreggeva per i fianchi.

-non credo che sia in condizioni di prendere una decisione- insistette Rufy cercando di mantenere la calma il più possibile.  In tanto Nami nascondeva il viso tra il petto del ragazzo. – Nami diglielo anche tu che vuoi stare con noi- disse alzando il suo viso con due dita sotto il mento per farla parlare

-shi- la ragazza aveva il viso più rosso dei suoi capelli e, con uno sguardo che significava “vendetta”, si alzò sulle punte dei piedi in direzione delle labbra di quel ragazzo.

Rufy non riuscì più a trattenere la rabbia e con un rapido movimento si prese Nami sotto braccio e spinse l’altro fino a farlo cadere a terra.  Aveva coperto gli occhi di Nami con la mano, non voleva vedere i suoi occhi proprio adesso e soprattutto non voleva che lei lo vedesse in quel modo.

-non osate più toccarla neanche con un dito- ringhiò

- è stata lei a venire da noi e da come si comportava non credo che volesse venire con te per cui lasciala tu altrimenti te le diamo di santa ragione-

-lei è mia- disse prima di assestare un pugno diretto in pancia al ragazzo dalla lingua lunga. Questo cadde di nuovo a terra e afferrandosi lo stomaco iniziò a tossire pesantemente.

-sta tranquilla Nami, adesso ce ne andiamo-  iniziò a sentire la sua mano bagnarsi delle lacrime di Nami e quasi d’istinto, per cercare di proteggerla da tutte quelle emozioni, la strinse a se.  Fulminando un’ultima volta quei ragazzi se ne andò lasciandoli li a ringhiare di rabbia per la serata bruciata.

-tz, siete due pazzi sciroccati, se avete problemi di coppia risolveteli tra di voi senza mettere in mezo altra gente- sputò il ragazzo ancora dolorante.

-stai bene?- gli chiese preoccupato quando finalmente il pianto era cessato. Erano ormai lontani dalla taverna e vicini alla nave.

-non voglio tornare- disse cercando di mantenersi lucida

.va bene- si diresse verso la spiaggia dove aiutò Nami a sedere sulla sabbia per seguirla al suo fianco poco dopo.

- mi spieghi che diavolo ti è saltato in mente?! Di solito sono io a fare cose stupide, non tu!- disse tutto d’un fiato per liberarsi della rabbia di prima cercando di calmarsi subito dopo

-quello che fascio non ti riguarda-  disse lei tenendosi la fronte con la mano

- invece si, sei la mia navigatrice, mi riguarda eccome-

-volevo sholo divertirmi, non venigre a farmi la predica- cercò di essere serie ma il suo tono impastato non l’aiutava.

- non potevi divertirti con no? Non è sicuro per una ragazza andare in giro da sola e ubriacarsi-

-io non volevo ubriacarmi, volevo solo non pensare a niente, smettere di shoffrire- l’alcol era un rimedio sicuro contro le bugie e Nami se ne accorse a sue spese.

-perché soffri?- chiese Rufy perplesso

-non shono affari tuois, sei l’ultima persona che vorrei vedere adesso- ammise stanca

-cosa ti ho fatto? Se è per i mandarini ti giuro che non li ho toccati- disse preoccupato

- non shono i mandarini, hitch, non posso dirtelo, volevo passhare una serata diversha, lontano dalle preoccupashioni, lontano da te-  disse poggiando la testa sulle ginocchia.

-quindi stai scappando- disse indurendo lo sguardo puntato su di lei. A quelle parole il cuore di Nami s fermò per una frazione di secondo facendole alzare la testa in direzione dei suoi occhi che trovò severi su di lei. Si rilassò lasciando che l’alcol parlasse per lei, lo aveva deluso, gli si leggeva in faccia, ormai era finita davvero. – si, se è così che la pensi sto scappando-

- mi deludi Nami- fu la sua unica risposta

-non posso fare niente, questa volta è impossibile-

-puoi fare tutto invece, parlarne con i tuoi amici, sfogarti, bere con noi, divertirti con noi ed evitare di ubriacarti con dei perfetti sconosciuti e avvicinarti in quel modo a quel tizio- disse le ultime parole ricordando la scena e rabbrividendo dalla rabbia.

-quindi dovrei divertirmi con voi? Fare tutto quello che ho fatto questa sera con voi? Persino quello che stavo per fare con quel ragazzo?- chiese con sguardo furbetto, le idee iniziavano ad essere più lucide nella sua testa anche se era ancora spinta dall’alcol.

- siamo una famiglia Nami e che tu lo voglia o no ne fai parte quindi qualunque sia il motivo ti aiuteremo sempre- disse sincero.

Nami non prese bene il modo in cui Rufy aveva evitato di rispondere all’ultima domanda così, mossa dalla birra ancora in circolo nel suo sangue, con uno scatto degno di un felino salì a cavalcioni sulle gambe di Rufy spingendolo con la schiena a terra con le mani puntate sulle sue spalle per impedirgli ogni movimento. Il ragazzo per tutta risposta rimase immobile, un po’ shoccato dal gesto avventato di Nami.

-allora Rufy, se non hai nulla in contrario, questa sera mi divertirò con te!- ghignò maligna.

-qui?- le chiese non capendo bene la situazione che si era creata e le intenzioni della navigatrice

-qui!- rispose  senza fare caso alla stupidità del capitano. Sapeva che Rufy non aveva capito ciò che aveva intenzione di fare ma questo giocava tutto a suo favore.

-ma non..- Nami interruppe Rufy poggiando lesta le labbra contro quelle del ragazzo ancora intento a finire la frase prima che il dolce sapore del liquore al mandarino bagnasse le sue labbra.

Rufy era shoccato, sentiva il suo cuore correre veloce nel suo petto, non ne capiva il motivo, si sentiva strano, stava bene ma allo stesso tempo male, aveva quella strana sensazione allo stomaco, simile alla fame ma ben lontana da esserlo. La navigatrice decise di mettere fine a questa stupidaggine che, di sicuro, avrebbe fatto male ad entrambi. Non poteva approfittare in quel modo del suo capitano, della sua innocenza che l’aveva fatta innamorare. Si staccò da lui con delicatezza, pronta a scendere dalle sue gambe ma venne fermata dal suo braccio che gli afferrò i fianchi costringendola a immobilizzarsi in quella posizione. Non aveva il coraggio di guardarlo ma vederlo li, sotto di lei, così inerme, la faceva sentire viva, felice. Decise di affrontarlo e senza ripensamenti lo fissò, ciò che vide la shoccò. Teneva lo sguardo fermo su di lei, le guance vistosamente rosse e la lingua intenta a prendere il sapore che Nami gli aveva lasciato sulle labbra. A quella visione Nami perse un battito.

-le persone si mangiano?- chiese in fine Rufy non ancora sicuro di ciò che era successo.. per niente sicuro.

-no, le persone si assaggiano non si mangiano- disse lei con la testa che le iniziava a girare

-e perché si assaggiano?- chiese curioso

-perché quando ti piace una persona vuoi sentire che sapore ha, per questo ci si bacia-

-quindi questo era un bacio? Allora devo iniziare anche io ad assaggiare gli altri? Però l’idea di baciare Zoro o gli altri non mi piace- disse triste –forse loro non mi piacciono?!- continuò

-Rufy non si baciano tutte le persone alle quali vuoi bene, ma solo quelle che ami!- disse iniziando ad irritarsi di quel troppo parlare

-quindi io ti amo?!- disse sorridendo. Nami perse un battito e guardò Rufy come se gli avesse appena ridato ossigeno dopo anni di apnea.

-questo non posso dirtelo io- cercò di rimanere calma nonostante il cuore facesse il contrario.

Rufy spostò le mani dai suoi fianchi alla schiena di lei spingendola verso di lui e chiudendo le sue labbra in un bacio morbido e delicato e di nuovo sentì quella sensazione percorrergli lo stomaco.

-si, decisamente ti amo- disse staccandosi da lei che fece una faccia del tutto sconvolta. –però tu stavi baciando anche quel ragazzo, ami anche lui?- disse triste, anche se non ne capiva il motivo.

-no, non lo amo- si sbrigò a dire

- e a me?- chiese preoccupato

-si- si imbarazzò

-si cosa?- chiese con sguardo interrogativo. Lei per tutta risposta lo guardò scettica

-si ti amo- rispose infine. Le spinse la testa sul suo petto e le diede un bacio sui capelli inspirandone il dolce profumo di mandarino – volevo solo sentirtelo dire, questa parola mi piace tanto, detta da te- sorrise

salve a tutti, spero che questa piccola one shot vi sia piaciuta, mi è uscita così per gioco però mi piaceva l'idea, scusate gli errori e recensite se vi va ^^ 

   
 
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