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Autore: Sickophilia    09/10/2013    2 recensioni
''Volevo essere amata'' gridò al vento mentre si lasciava cadere nel vuoto.
Genere: Dark, Drammatico, Introspettivo | Stato: completa
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: Contenuti forti
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                                                                            PENSIERI DI UN'ASSASSINA SUICIDA

http://www.youtube.com/watch?v=VVFNFascIak Ascoltate questa canzone.

“Lei era disperata e allo stesso tempo schizzinosa e,
a suo modo, bellissima,
ma non aveva abbastanza forza per diventare cosa
aveva immaginato di essere.”

-Charles Bukowski-


Il vento soffiava forte durante quella buia e tempestosa notte di fine dicembre e la gente, benché fosse Capodanno stava festeggiando nelle case insieme ai parenti. La sensazione di festa si sentiva benissimo nell'aria, tranne che il quel piccolo e solitario posto sulla scogliera dimenticato da ogni anima viva. O semi viva, dato che Amelì stava per morire. Ma morta lo era già da tanto tempo, anzi troppo.
Aveva dimenticato da anni la sensazione pulsante di vitalità e soltanto una cosa la faceva sentire in uno stato simile a quello di essere in vita. Uccidere. Avere il controllo di una vita altrui dato che il controllo su di sè non lo aveva mai avuto. Voleva sentirsi come un dio onnipotente, capace di decidere per gli altri, di poter compiere azioni orribili senza doversi sentire in colpa o di pagare per le proprie azioni. Era questo il sogno di Amelì.
Seduta sull' orlo della scogliera pensava alla sua vita sprecata, ai propri sogni irrealizzati, al proprio amore andato a puttane. Sarebbe voluta diventare una psicologa per poter aiutare le persone a comprendere meglio se stessi perché speva come si sentiva una persona che non capisce niente del proprio modo di pensare, e voleva aiutare proprio perché nessuno aveva mai aiutato lei, nessuno ha mai provato a guardare oltre quella apparente apatia simbolo di una maschera protettrice contro le cattive parole della gente. Nessuno ha mai tentato di farsi far volere bene da lei. Non hanno mai saputo che in fondo bastava poco per entrare nel suo cuore. Solo lui aveva scoperto questa cosa e subito ne aveva subito approfittato.
Era piccola e fragile Amelì, con i suoi capelli neri e gli occhi blu notte aveva sempre dato l'impressione di una persona tormentata, in piena guerra con la propria anima in ogni minuto della giornata. Era la tipica bella e dannata, e nessuno aveva il coraggio di avvicinarsi a lei per paura di rimanere troppo indeboliti di fronte a quello sguardo indagatore che scavava con una tale prepotenza nei segreti altrui, che lasciava a tutti una sensazione inquietante che incuteva terrore per un minimo contatto con lei. Se non avesse avuto quello sguardo troppo intenso, sarebbe stata una ragazza normale, magari con un fidanzato carino che l'avrebbe amata, una famiglia tenera e un'adolescenza tranquilla e semplice.
Ma non è andata così. La famiglia la odiava perché era una figlia "uscita" male che non si comportava da bambina come le coetanee, nessuno le era amico perché lei non parlava tanto e solo se interpellata e aveva avuto solo un fidanzato, che aveva amato con tutto il cuore e che lui l'aveva solamenta ingannata tutto il tempo. I "ti amo" di lui erano un mezzo per vincere una scommessa, e solo mostrando quelle maledette lenzuola macchiate di sangue dove aveva donato tutta se stessa avrebbe vinto, e ovviamente lui ha fatto tutto ciò. Mentre lei per la prima volta si schiudeva al mondo, la gente dietro di lei rideva, macchiando la sua reputazione con ingiurie, false accuse e falsi pregiudizi. Non serve dire che questo fatto l'ha segnata per sempre, ha distrutto il poco equilibrio mentale che aveva piano piano acquistato con la fatica della fiducia e dell' amore.
E così impazzì irremidiabilmente. Scappò di casa e per vivere si prostituiva, con i soldi si procurava la droga ed essendo completamente senza senno cominciò a essere sadica, comprando canarini al negozio degli animali all'angolo e ucciddendoli osservava le tessere che meglio compongono quello che si chiama corpo vivente. Ma ovviamente presto si stancò di quei piccoli animaletti.
E arrivò ad uccidere umani. Ne traeva un inquietante piacere nel vederli urlare e cadere al suolo privi di vita dopo aver sofferto i peggio dolori. Un giorno scoprì però che, dopo aver ucciso tante vite umane, una vita stava crescendo dentro di lei. Una disgrazia. Un duro colpo per chi odia esistere. Lo scherzo più crudele.
Così decise di programmare l'ultimo grande assassinio: quello suo e quello della cosa dentro di lei.
Seduta in cima alla scogliera e osservando il mare burrascoso di fine anno, pensò che il regalo più grande che avrebbe mai voluto ricevere sarebbe stato quello di essere amata una sola volta nella sua esistenza. Ma evidentemente non c'era nessun posto libero per lei nel mondo e ormai nessuno avrebbe mai condiviso il proprio non una prostituta assassina pazza e incinta. Solo il mare l'avrebbe accolta fra le sue fredde braccia. Solo il mare avrebbe condiviso con lei l'ultimo suo atto sulla Terra. Poi avrebbe nascosto il suo corpo lontano da ogni giudizio e critica.
Avrebbe voluto solo essere capita e amata. Solo questo.
Ma evidentemente non era destino.
''Volevo essere amata'' gridò al vento mentre si lasciava cadere nel vuoto.





Vi prego di commentare questa strana e pazaz cosa che ho scritto.
Adieu.
 
  
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