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Autore: TheBlackWolf97    09/10/2013    0 recensioni
Un missing moment della mia storia "One Piece: La Mutaforma". Shari ha l'occasione di ricordare alcuni momenti della sua vita con Ace e Rufy e aiuterà due giovani fratellini. Spero vi piaccia! Wolf97
Genere: Avventura, Fantasy | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Nuovo personaggio, Portuguese D. Ace
Note: Missing Moments | Avvertimenti: nessuno
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Dopo tre giorni passati in volo, senza mai fermarsi se non quando era strettamente necessario, era bello sentire di nuovo la terra sotto i piedi ed essere in mezzo alla gente. Shari trotterellava per le vie della città in cui aveva deciso di fermarsi, in forma di cane, e scodinzolava allegramente alle poche persone che le lanciava occhiate disinteressate. Era una giornata grigia, il sole era nascosto dietro un manto fitto e impenetrabile di nubi e l’aria era immobile, senza nemmeno una brezza a far frusciare le cime degli alberi.
Shari teneva la testa ritta e le orecchie erano afflosciate in avanti, mentre l’acuto naso era al lavoro cercando di individuare qualche profumino invitante.
La città era grande e affollata, ed un cane passava inosservato in mezzo a tutte quelle persone che correvano da una parte all’altra, indaffarate e tormentate dai loro problemi. E questo a Shari piaceva, perché in quel modo lei poteva osservare la vita degli altri senza passare per una ficcanaso. La divertiva sedersi per guardare uomini, donne o bambini mentre svolgevano le loro faccende quotidiane e in quel modo era come se anche lei, nel suo piccolo, facesse parte del loro mondo.
Ma in quel momento, Shari aveva altre priorità per la mente. Prima di tutto, doveva trovare qualcosa da mangiare. Non essendo sicura di quando avrebbe potuto fermarsi una seconda volta durante il suo viaggio, era meglio approfittare di quella sosta per riempirsi la pancia. E poi aveva bisogno di riposare.
Camminando per le strade aveva visto un parco con un grosso albero, e Shari si disse che dopo aver pranzato avrebbe potuto andare a sdraiarsi alla sua grande ombra e fare una bella dormita.
Passò davanti ad una bottega che vendeva molti tipi di frutta e vide con la coda dell’occhio un bambino dai capelli biondissimi che vi stava davanti. Mentre Shari andava avanti, il suo naso riuscì a fiutare un odore di carne che proveniva da un vicolo laterale della strada, e senza esitazioni vi si infilò. C’era la porta posteriore di un ristorante che si affacciava su una stradina senza uscita, e il cane nero si accucciò paziente dietro alcune scatole, aspettando che uno degli uomini portasse fuori la spazzatura. Al villaggio di Foosha, durante le sue passeggiate, aveva rovistato spesso nei cassoni dietro ai locali in cerca di qualche prelibatezza che qualcuno aveva scartato, ma che per lei rappresentava un vero banchetto.  
Mentre aspettava pazientemente, delle voci concitate alle sue spalle la fecero girare, e Shari vide il bambino biondo di poco prima che correva nella sua direzione, inseguito da un uomo alto e robusto.
- Fermo, piccolo ladruncolo! Ridammi le mie mele!
Quando il piccolo si accorse di essere finito in un vicolo cieco, si appiattì il più possibili contro il muro e nascose la merce rubata avvolgendola con le braccia. Nel suo sguardo si leggeva la consapevolezza di non avere scampo e la paura della punizione che sapeva avrebbe subito. Shari si ritirò dietro le casse quando l’uomo le passò vicino, e poi fece spuntare il muso per osservare la scena. Quella specie di gigante si era piazzato davanti al ladro, nascondendolo completamente alla vista del cane, e aveva una mano alzata verso il cielo e chiusa in un pungo.
Shari non aveva bisogno d’altro per sapere cosa fare.
Uscì dal suo nascondiglio e con un balzo atletico atterrò di colpo sulla schiena del fruttivendolo, che lanciò un urlo di sorpresa e cadde a faccia in avanti. Il bambino rimase immobile, impietrito da quello spettacolo, e Shari abbaiò concitatamente. Questo sembrò dare nuova energia al ragazzino, che superò lei e il suo inseguitore e sparì dietro il muro del vicolo, veloce come un fulmine.
Il cane lo seguì subito dopo, mentre dietro di sé sentiva le imprecazioni dell’uomo che tentava di rialzarsi e lanciava minacce contro quel “lurido ammasso di pulci”.
Mentre correva seguendo la sia dell’odore del bambino, Shari ricordò le avventure al villaggio di Foosha, insieme ad Ace e Rufy, e di come anche loro venivano spesso messi in fuga da uomini o donne arrabbiati che spesso gli tiravano anche contro degli oggetti. Sapeva che rubare era una cosa sbagliata, ma l’uomo nel vicolo sembrava pronto ad infliggere al piccolo ladro una punizione decisamente troppo severa per il reato da lui commesso.
Il cane si fermò, ansimante, e si guardò intorno cercando con lo sguardo la massa di capelli biondi del bambino. Era appoggiato al muro di una casa, il petto si alzava ed abbassava freneticamente per lo sforzo, e le mele erano racchiuse in un sacchetto che il piccolo teneva stretto in una mano. I due si guardarono, poi lui sorrise e si appoggiò sui talloni, piegando le gambe per portare la testa allo stesso livello di quella di Shari.
Gli tese una mano e aspettò. Il cane nero sembrava diffidente, così lui aprì la sacca e ne tirò fuori una collana di salsicce, probabile bottino di un altro furto. Il bambino le porse all’animale, ma Shari era restia ad avvicinarsi.
- Fratellone!
Una bambina, i capelli castani raccolti in due buffe trecce, corse verso il bambino e gli si aggrappò alla maglietta. Sembrava più piccola e lo guardava con gli occhi spalancati, come se lui avesse potuto risolvere tutti i suoi problemi. Guardandoli meglio, Shari si rese conto che entrambi erano vestiti in modo molto povero ed erano scalzi.
- Ho fame, fratellone! - si lamentò la bambina, e il fratello si affrettò ad aprire il sacchetto e mostrare le cinque mele e un pezzo di pane secco. Lei afferrò un frutto e cominciò a divorarlo, voracemente, mentre il bambino la guardava con un sorriso soddisfatto sulle labbra.
Ha rubato da mangiare per portarlo a sua sorella.
Osservando quella scena, Shari sentì che l’assenza di Ace si faceva più intensa che mai e uggiolò piano, appiattendo le orecchie alla testa pelosa. Il ragazzino biondo riportò la sua attenzione all’animale, avvicinandosi di qualche passo per poi fermarsi a valutare la sua reazione. Shari lo lasciò venire avanti e non si mosse nemmeno quando lui si inginocchiò a pochi centimetri da lei, abbassandosi per guardarla negli occhi. In quello sguardo Shari riuscì a leggere una maturità inusuale per un bambino piccolo come quello, e questo non fece che accrescere la sua tristezza. Anche Ace aveva questo sguardo, da piccolo.
- Grazie, cagnolino, per prima - mormorò lui, sorridendo. Allungò una mano e accarezzò la testa pelosa del cane, in mezzo alle orecchie, e poi spostandosi sul collo. Era un tocco delicato, ben diverso da quello che avevano i bambini di Foosha, che non amavano gli animali e anzi si divertivano a vederli soffrire, e in quel momento fu davvero un piacevole conforto per Shari. Iniziò a scodinzolare e il bambino le porse di nuovo la collana di salsicce, tenendole sul palmo aperto della mano. Dopo una rapida annusata, il cane iniziò a mangiare, gustando quella prelibatezza come se fosse stata la prima cosa che mangiava dopo molto tempo. E, in fondo, era proprio così.
- Sonia, vieni qui - sussurrò il ragazzino e la sorella minore si avvicinò, guardando rapita il pelo folto di Shari e la sua coda che si muoveva avanti e indietro. - Un cagnolino! - esclamò.
- Puoi accarezzarlo, se vuoi. Vedi, è buono - la incoraggiò il fratello. Shari rimase immobile, il cuore che batteva forte per le carezze che riceveva da quei due bambini, guardando la ragazzina con occhi quasi imploranti. Dopo alcuni istanti di incertezza, Sonia allungò una manina paffuta e la posò accanto a quella del fratello, e le sue dita affondarono nella pelliccia del cane. - È morbido! - si sorprese, con un sorriso.
Shari avrebbe voluto che il tempo si fermasse. Si sentiva così bene, mentre quei due piccoli la accarezzavano, che per un minuscolo lasso di tempo dimenticò il mondo intorno a se e si godette solamente quel semplice tocco carico di emozioni. Ma poi, qualcosa la riportò velocemente alla realtà.
Dalla strada dietro di loro stava arrivando l’uomo di poco prima, il volto arrossato dalla rabbia e i pugni alzati. Il bambino si alzò di scatto e afferrò il braccio della sorella, che vedendo quel gigante incombere su di loro si mise a piangere e strinse la mano del fratello. Shari iniziò a ringhiare e il fruttivendolo rallentò il passo, tuttavia la rabbia che gli si leggeva nello sguardo non diminuì né si tramutò in paura.
- Vattene, sacco di pulci! Devo sistemare quel piccolo ladro!
Shari capì che un semplice cane non sarebbe riuscito a far scappare quell’uomo, ma voleva assolutamente impedirgli di fare del male ai suoi nuovi amici. Senza pensarci due volte, mutò forma e divenne un enorme leone nero, che fece scintillare le zanne aguzze.
L’uomo, a quel punto, si fermò e rimase a bocca aperta. Provò ad articolare dei suoni, ma non ci riuscì. La sua espressione era decisamente meno sicura e la fronte adesso era imperlata di sudore. Il leone fece un passo avanti e lanciò un ruggito. Con un urlo, il fruttivendolo fece dietrofront e si dileguò.
Shari voltò la grossa testa verso i due bambini, che si tenevano abbracciati e la fissavano sgomenti. Era normale che avessero paura, eppure Shari vedeva anche qualcos’altro nei loro occhi spalancati, qualcosa che assomigliava alla gratitudine. Il bambino rimase a fissarla negli occhi per qualche istante, poi la sua espressione si rilassò e le sue labbra si distesero in un sorriso. Sonia si aggrappò alla sua maglietta, sicura che se fosse rimasta con suo fratello nulla di male avrebbe potuto succedere.
Shari si trattenne ancora qualche minuto, poi assunse le sembianze di un falco e volò via, verso il cielo coperto dalle nuvole, decisa a trovare il suo, di fratello.
Sotto di lei, i due bambini la salutarono con una mano e con il cuore colmo di gioia.   

Angolo dell'autrice:
Ok, bene, vi prego di non prendermi per pazza scatenata. Ok, magari solo un po'. Non so come mi sia venuta in mente questa storia, ma nella mia testolina suonava molto bene e così ho deciso di scriverla. Fatemi sapere che cosa ne pensate! Grazie e, come sempre, buona lettura!
  
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