Behind enemy lines.
-Prologo.-
Ero distesa sul lettino della dottoressa Campbell, intenta a penssare ad una risposta alla sua domanda. “come ti senti?” mi aveva chiesto, e non avevo ancora trovato una risposta che potesse anche minimamente spiegare i miei sentimenti. Un disastro, un errore, fragile, rotta, insicura, persa e contemporanemanete vuota.
Fissai la parete bianca davanti a me: non era bianca come avevo sempre creduto e di certo aveva visto tempi migliori. Al centro troneggiava la laurea in psicologia della Campbell.
-Nulla.- mormorai.
-Come, tesoro?- chiese lei, sistemandosi i grandi occhiali rossi sul naso.
-Non sento nulla.- mi spiegai meglio. Perecepivo me stessa, il mio corpo e la mia mente instabile, ma non provavo nulla. -Sono un mostro.-
-Clary, non sei un mostro.- mentre la psicologa pronunciava queste parole mi fece segno di alzarmi dal lettino: la seduta era terminata. Mi lisciai le pieghe dei jeans e mi avvicinai alla scrivania. La Campbell, seduta dall'altra parte, era intenta a scrivere qualcosa nella sua agenda arancione. Ci scriveva sempre qualcosa dopo ogni incontro, un
diario del mio stato emotivo.
Stavo per chiederle se pensasse che fossi pazza, ma lei parlò per prima:-Non vedo miglioramenti, da febbraio. Sei rimasta bloccata nella morte e questo mi preoccupa.-si riavviò i capelli e sospirò, come se quel discorso le stesse costando chissà quanto.-Io lavoro in un campus, sai? Per ragazzi come te o con storie
simili. Mi piacerebbe se lo frequentassi.-
Non mi piaceva la piega che aveva preso quel discorso, io non frequentavo campus per ragazzi disadattati, io non volevo stare con persone disadattate. Non volevo stare con le persone in generale.
-Senta, non credo che...-iniziai, ma la psicologa non mi fece terminare.
-Non devi decidere nulla adesso, porta questo ai tuoi genitori e loro ti aiuteranno a decidere.- mi porse un volantino, più precisamente il volantino del campus. C'erano foto dei vari ambienti: mensa, aule, camere e parco. Tutto sembrava perfetto. Troppo perfetto.
Annuii non troppo convinta, ai miei non importava di quello che facessi, l'importante era non stare tra i loro piedi. E ,in quel campus, sarei stata a kilometri da loro. Mi ci avrebbero mandata.
-Dagli appunti della dottoressa Campbell.-
“29/05, sono passati tre mesi dal primo incontro con Clary Whitmore, ma la paziente non mostra cambiamenti. Afetta da disturbo borderline. Affetta da disturbi dell'alimentazione(probabile bulimia). Non accenna miglioramenti. Si consiglia internamento in una clinica.”