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Autore: FairLady    10/10/2013    4 recensioni
Siamo intorno al 500 d.c. Katerina, da poco divenuta vampira e continuamente in fuga da Klaus, torna in Bulgaria dalla sua famiglia e li trova morti, proprio per mano dell’Originale. Questa OS vuol essere un breve viaggio nelle sensazioni, nei sentimenti che la travolgono in quel periodo.
Sesta Classificata al "The Vampire Diaries Contest - Human" indetto da Lua93
Genere: Drammatico, Introspettivo, Sovrannaturale | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Katherine Pierce, Klaus
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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It’s only love, it’s only pain
It’s only fear that runs through my veins
It’s all the things you can’t explain

That makes us human
~ Human– Civil Twilight ~

 
 
La notte non era mai stata così buia. Il silenzio mai così assordante.
Dopo anni in cui aveva cercato di mantenere un basso profilo per abituarsi alla sua nuova condizione e, soprattutto, fare in modo che nessuno la trovasse, era finalmente tornata a casa sua, nella terra che l’aveva vista nascere e crescere: la Bulgaria.
Quello che, però, aveva creduto e sperato di trovare non era più lì ad attenderla.
Il suo comitato di benvenuto era stato un’abominevole catasta di corpi mutilati, straziati, orridamente seviziati e abbandonati lì, a imputridire.
Le emozioni si erano susseguite dentro di lei in una tenebra senza fine, ma non si era concessa il lusso di fermarsi a compiangere i suoi cari ormai defunti, no. Perché sentiva ancora in quell’aria rarefatta l’odore della morte. L’odore di Niklaus Mikaelson e del chiaro avvertimento che aveva voluto farle arrivare. Una sorta di spedizione punitiva per essersi regalata l’immortalità e avergli così impedito di completare il suo macabro rituale.
 
Sentiva le radici secche e friabili cedere sotto i suoi passi veloci, a tratti incerti per quanto febbrili, e ad ogni scricchiolio l’angoscia aumentava la corsa all’interno del suo petto muto e immobile, fin quasi a soffocarla.
Era svelta, assurdamente svelta, e sempre più strabiliata dalle straordinarie capacità che aveva acquisito con la morte, ma quella sensazione orribile e opprimente che si faceva via via sempre più strada dentro di lei non le permetteva di goderne appieno. No, perché ormai la sua vita sarebbe stata una continua lotta contro l’infausto destino che le si era presentato davanti quella sera in cui il suo cammino si era incrociato con quello dei Mikaelson.
Sapeva, se lo sentiva, che quel Niklaus le avrebbe procurato nient’altro che problemi; lei era molto brava a ficcarsi nei guai più strani e pericolosi, ma non credeva di certo che sarebbe finita col dover fuggire da un vampiro millenario che voleva ucciderla su un altare sacrificale per spezzare chissà quale maledizione.
Era brava a finire nei guai. Ma, se c’era un’altra cosa nella quale Katerina Petrova eccelleva, era certamente quella di salvarsi sempre la pelle. Era una maga in questo, la migliore.
Questa sua consapevolezza, comunque, non le avrebbe di certo impedito di provare una paura insaziabile che, giorno dopo giorno, avrebbe imbrattato le sue vene e si sarebbe nutrita della sua sicurezza, delle sue convinzioni. Di quel barlume d’amore che ancora giaceva in un angolo della sua anima ormai andata perduta. 
Il suo cuore non batteva più; non sarebbe più invecchiata e si sarebbe lasciata alle spalle la fragilità della specie cui era appartenuta, questo lo sapeva, ma non si era mai sentita umana come in quei momenti, così in balìa delle sue emozioni, così tristemente condannata a un’eternità da fuggitiva. Non avrebbe più potuto instaurare rapporti autentici, basati sulla sincerità e sulla condivisione.
Il dolore che le pesava sul petto al pensiero di essere rimasta completamente, inesorabilmente sola era acutizzato dalla paura che la portava continuamente a guardare oltre la sua spalla, con il terrore di vedere Klaus spuntare da un momento all’altro per ghermirla e rendere reale il suo incubo peggiore. Sì, perché Katerina aveva paura e provava un dolore senza tempo al pensiero di aver perso chiunque avesse mai amato, ma aveva un terrore ancor più grande: morire.
   
 
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