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Autore: JustUnbroken    10/10/2013    0 recensioni
Loro sono amici, persone che si conoscono da una vita, che condividono ogni momento della giornata, che vedono ognuno di loro piangere, sorridere, essere felice e triste. Questo perché hanno deciso di trasferirsi in un’accademia di kung fu. Solo loro e il loro maestro, nessun altro. Abitano in un dormitorio poco distante dal centro di Milano, ogni mattina si alzano presto per non perdere l’autobus per andare a scuola. C’è chi è alle superiori, chi alle medie, chi all’università. La differenza d’età non la sentono, sono tutti uniti e con un obbiettivo comune: arrivare ai mondiali. Nove ragazzi, un maestro, una sintonia unica.
Ma cosa succederebbe se arrivassero due nuove ragazze? Questa sintonia sarà spezzata o rinforzata da altre due anime? Conosceranno altri tipi d’amore? Riusciranno ad accettare anche le altre due ragazze?
Genere: Comico, Sentimentale, Sportivo | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het, FemSlash
Note: Lime, Missing Moments | Avvertimenti: Incompiuta, Tematiche delicate, Triangolo | Contesto: Contesto generale/vago
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6:30. Dio mio, svegliati coglione, svegliati che oggi hai anche la verifica di elettronica. Ok, ora devo svegliare anche Alle. “Svegliati dormiglione” gli dico schiaffeggiandolo, lui grugnisce e mezzo addormentato va in bagno, senza dire una parola. Stessa routine mattiniera, da tre anni a questa parte. Ora tira lo sciacquone e va a mangiare qualcosa, sicuramente avrà del sapone ancora negli occhi e andrà a sbandare da qualche parte. Ecco, appunto. Tiro su le finestre e faccio il letto. Mi lavo e mi vesto. “Alle, io vado che sennò perdo l’autobus” gli urlo. Sussurra qualcosa che non capisco, penso sia un “va bene”.
Scendo le scale e incontro Alice, prendiamo sempre l’autobus insieme, visto che le nostre scuole sono relativamente vicine. Dice che Chiara russa, troppo, se non ci fosse abituata, l’avrebbe già presa a padellate. Rido e usciamo dal dormitorio. Il freddo mattutino mi colpisce in viso, siamo ai primi di dicembre, è comprensibile. Corriamo alla fermata dell’autobus, riusciamo a prenderlo per culo, visto il ritardo stratosferico. L’autista, che ci conosce bene ormai, ci sorride e noi ci andiamo a sedere negli ultimi posti.
“Ed Alle invece? Si è svegliato bene, questa mattina?” mi chiede d’un tratto, sospiro e scuoto la testa “macchè, sempre incazzato col mondo” dico, Alice guarda fuori dal finestrino “è strano” dice, la guardo cercando spiegazioni “cioè, il nostro rapporto per lo più... è un alternarsi d’indifferenza e mi importa di te” la capisco bene, Alle è un tipo difficile da prendere, Alice se ne è accorta. Da quando si conoscono, hanno un rapporto con molti alti e bassi. Non penso che si amino, perché Alle non me ne ha mai parlato e Alice, figurarsi. A volte, ad allenamento, la prende in giro, Alice fa lo stesso, sono buffi, ma non capisco cosa vogliano veramente l’uno dall’altra. Potrebbero salvarsi, loro due. Insieme. Ma preferiscono non dipendere da qualcuno, troppo orgogliosi. Preferiscono evitarsi, distruggersi da soli.
“Devo scendere” dico, prenotando la fermata, Alice sorride ed annuisce. Ci vediamo ad allenamento, mi dice, come sempre, rispondo.
A scuola vado decentemente, anche se a disegno tecnico, sono una schiappa. Non posso pretendere di essere bravo in tutto, del resto. Saluto Marco e Andy, alcuni miei amici di classe e poco dopo, entra il prof. Proprio quello che odio. Iniziamo questa verifica.
 
13:00. Il suono della campanella, libertà. Ora devo prendere il diciassette che mi porta direttamente alla palestra. E ovviamente devo ancora studiare storia. Che bello schifo di vita, oh. Almeno qui mi alleno come si deve, non alla cazzo, come succedeva anni addietro. E si vede che sono migliorato, ora potrei entrare a far parte della nazionale, se faccio una buona coppa Italia, devo riuscirci, sarei più vicino al mio obbiettivo!
In spogliatoio, ci sono Giamma e Luca. Mi salutano calorosamente e mi parlano della loro giornata scolastica. Luca è in terza media, e lo si legge nei suoi occhi color oceano che ha un po’ di paura, eppure ognuno di noi lo rassicura, ma niente da fare. Giamma, ha un anno in più di me, va in terza superiore. Alla sera usciamo spesso insieme, per andare in discoteca. Agli altri non piace tanto, la discoteca. Da un po’ di tempo, siamo diventati molto uniti, è come un fratello, ci diciamo tutto, mi aiuta un casino, in tutto. Gli voglio veramente bene.
 
Ecco che inizia l’allenamento. Corsa per un’ora, fuori. I ragazzi parlano con i ragazzi, le ragazze, con le ragazze. Durante l’allenamento, siamo divisi, perché pratichiamo tecniche di potenziamento diverse. La seconda ora, è di potenziamento, infatti. Addominali, flessioni, posizioni, streccing. Odio la seconda ora, dal momento che le mie gambe vanno subito in acido lattico.
Terza ora, salti e acrobazie da migliorare, la parte che mi piace di più in assoluto, dal momento che sono bravo ad eseguire calci cicloni, farfalle e ruote.
La quarta ora, è dedicata alle forme, l’insieme delle posizioni che facciamo, in parte, durante la seconda ora. Questa parte è noiosa, ma aiuta molto a migliorarsi, a sbavare meno nei movimenti.
 
A fine allenamento, il maestro ci annuncia che a breve, arriveranno altre due ragazze. Io e Giamma ci guardiamo negli occhi, speranzosi. Io spero di dimenticare Federica, che ormai mi vede come un grande amico e niente di più, il che è difficile, perché ogni volta che l’abbraccio, la consolo, vorrei anche baciarla, ma non posso. E passare tanto tempo con lei, non giova mica! Giamma invece spera di poter ricominciare, dopo la delusione causatagli da Martina, una ragazza della sua scuola. Con questa notizia, ci dirigiamo in spogliatoio.
Andiamo tutti in dormitorio, nella sala comune. “appuntamento alle 19 per cenare?” chiede Marghe, tutti annuiamo e ognuno di noi, va nella propria camera.
 
“Alle, oggi Alice mi ha chiesto di te” mi ricordo, una volta sdraiato sul letto, a fissare il soffitto “ah si?” chiede Alle, con tono freddo “sì…” dico intimorito “ma che ti ha fatto, perché la respingi?” gli chiedo, lui alza le spalle “niente, appunto” dice sedendosi sul suo letto, mi alzo e lo fisso. “allora perché la fai sentire così?” gli chiedo un po’ irritato “così come? Non ci consideriamo, perché dovrei iniziare io?” dice in tono calmo “perché sei tu che la prendi in giro, seppur scherzando” ribatto. Silenzio. “Appunto, io scherzo” dice in sua difesa, lo guardo fisso negli occhi, di quel azzurro ghiaccio, freddi proprio come lui “ma lei è sensibile, anche se non vuole darlo a vedere, non puoi continuare a romperla emotivamente” gli dico, lui sospira. “cosa posso fare?” dice, cercando una soluzione in me “parlale, devi esserle amico” dico, lui sorride, un sorriso, dopo tanto tempo. Sono le 19 circa, scendiamo le scale e incontriamo la Fede e la Marghe, le salutiamo e andiamo insieme nella sala comune. Inutile evitarlo, ogni volta che mi guarda, mi si ferma il cuore. Non riesco ad andare avanti così, è come morire ogni volta. Scaccio via questo pensiero e insieme agli altri, andiamo in mensa a mangiare qualcosa.
 
 
  
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