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Autore: Thiare    10/10/2013    2 recensioni
"Ogni volta che l'amore entra in campo le miglior riserve scappano, in quanto nessun avversario è forte quanto lui, specificamente imbattibile." dice senza distogliere lo sguardo dalla melma grigiastra.
"Vorrei ricordarti che sono un attaccante."
"E io sono in panchina."
Shinichi rimette il lucchetto in tasca insieme alle proprie mani, lei sa che la sta guardando, anche per questo si volta. I loro sguardi si incrociano, un sorriso stampato sulle labbra, di quelli lievi, quelli che vengono solo accennati ma che sono più profondi e carichi di significati di una risata.
Ai sorride, è felice: Ran è la ragazza ideale per colui che le ha donato una vita.
Genere: Generale, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Ai Haibara/Shiho Miyano, Ran Mori, Shinichi Kudo/Conan Edogawa | Coppie: Ran Mori/Shinichi Kudo, Shiho Miyano/Ai Haibara
Note: Missing Moments | Avvertimenti: nessuno
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Bisognerebbe imparare da esseri tanto più saggi di noi: come gli angeli, non dovremmo lasciarci travolgere dalle minuzie, ma pensare a ciò che è veramente importante.
-- Craig Warwick

Le era sempre piaciuta quella parte del Sole così timida da nascondersi dietro alle nuvole, aveva sempre avuto un debole per quel colore chiaro, era sempre stata affezionata a quella palla di luce che, qualche volta, cercava di chiudere tra le mani. All'inizio si era sentita a disagio, poi aveva imparato che quel cerchio luminoso sarebbe entrato a malapena tra le pieghe della sua piccola manina, in quella di Shiho ci sarebbe riuscito perfettamente. E amava anche come il tempo scorreva indisturbato accompagnato dal Sole, per lei ogni volta trascorrevano solo pochi minuti, ecco anche perché non si era accorta delle due ore d'attesa che avevano impiegato il suo tempo.

Certo, sì, la vista da quel ponte è bellissima, non può negarlo, ma per quanto la vecchia Roma può essere affascinante, un viaggio con una compagnia scomoda è sempre una spina nel fianco. Mento sorretto dal pugno della mano destra e gomito poggiato stancamente alla balaustra di pietra del ponte.
-E poi dicono che le donne sono ritardatarie! E gli uomini allora? Uff... Non mi meraviglio comunque, anche gli angeli che vivono nel nostro mondo, per quanto perfetti, sono continuamente influenzati da esso!-

Mentre il Tevere si prende gioco di lei con piccole onde che vanno a sbattere sulle due sponde, le persone continuano a fissarla sbigottite. E' risaputo che i romani sono gli italiani per eccellezza più intollerabili, soprattutto davanti ad una ragazza giapponese dal bacino scoperto e affacciata al parapetto di Ponte Milvio. La scienziata si guarda intorno imbarazzata, certo, i leggins blu attillati e la maglietta rosa aderente non aiutano, ma queste persone non hanno il diritto di giudicare la sua persona! Velocemente estrae dalla borsa larga a tracolla un trench corto in cotone, se lo infila lesta e lo lascia sbottonato, tira poi fuori i capelli biondi e ormai non più a caschetto, ma più lunghi, dalla giacca. Rassegnata all'attesa, si siede sul marciapiede in corrispondenza del lampione, se ormai si può definire tale, ingombro di lucchetti di ogni genere.

-Certo che questi italiani ce ne hanno di fantasia!- pensa voltando gli occhi al cielo, più precisamente a quell'ammasso di ferraglia.

Abbassa lo sguardo e si concentra sulla sua ombra, sorride nel vederla allungata e snella. Appoggia la testa contro al muretto e inspira profondamente imprecando a mezza voce contro quel dio che non è mai dalla sua parte. -Shinichi, appena ti prendo vedrai tu che ti farò! Sono due ore che aspetto impaziente che porti qui il tuo sedere!- Immerge il viso tra le mani delicate e si strofina disperatamente gli occhi, perché non è potuta rimanere comodamente in Giappone con il dottor Agasa? Spostando i polpastrelli fini dalle cavità oculari, nota le felici coppiette che si godono una romantica passeggiata al tramonto, non le invidia per niente, sa di non invidiarle. In fondo l'amore è l'aver trovato qualcuno con cui condividere la propria vita, ogni momento, ogni felicità, tristezza, orgoglio, promessa o rimpianto, con cui condividere tutto, e per lei la scienza è una compagna più che soddisfacente.                                                          

"Ciao bella!" sente dire da una voce pomposa e maschile, osserva l'uomo di che le si sta avvicinando e le sfugge un sospiro.

-E adesso questo che vuole?-
Si alza in piedi guardandolo dal basso, il ragazzo è alto, fin troppo alto, ha una carnagione scura, capelli e occhi dello stesso colore, è vestito con abiti malconci e sporchi e non può fare a meno di notarlo. Il suo strano accento la infastidisce mentre entra nel suo spazio vitale, prendendosi fin troppe confidenze.

"すみませんが、私はあなたの言語を話すことはありません" (Mi scusi ma non parlo la vostra lingua) recita in giapponese, in realtà la comprende e la parla eccome, è solo un modo per liquidarlo.

Ogni suo tentativo di restare estranea a tanta invadenza è inutile, il pachistano le lega velocemente al polso un braccialetto della fortuna rosso e le infila nella mano una rosa dello stesso colore acceso, sfoggiando un sorriso che occupa le guance da parte a parte. Dopo aver sentito la richiesta di un'offerta dello straniero, allunga un braccio in borsa e ne esce con uno yen. 
Vede allontanarsi contento il giovane mentre si rimette nella posizione precedente fissando in alto. E' piacevole guardare il cielo senza preoccuparsi di trovare un posto da cui non intravedere solo ed esclusivamente grattacieli e smog. E' molto piacevole rimanere con le braccia incrociate senza nessuna preoccupazione, senza nessuna oppressione, è stupendo sentirsi liberi e deve dire che si sta abituando a quella sensazione.
Un sorriso le arriccia le labbra, gli occhi le luccicano, ma la tranquillità viene interrotta da un urlo in lontananza. In modo annoiato sposta la testa di lato e si accorge che il richiamo proviene da un ragazzo trafelato che sta correndo verso di lei con un sorriso stampato in faccia. Si rialza e, nello stesso momento in cui lo fa, se lo ritrova davanti. Si piega in due dalla fatica che ha fatto per cercare di arrivare velocemente all'appuntamento e si rialza immediatamente come scosso da pensieri ben più importanti. Il Sole li illumina entrambi sotto una strana luce, il sorriso di lui è più acceso, la serietà di lei è più spinta, ma entrambi sanno che quel momento è speciale, quasi unico.

"Allora Shinichi, come te la sei cavata?" Ancora piegato su sé stesso, il ragazzo accenna un risolino soffocato e, strizzando gli occhi, le vorrebbe dire quello che era sicuro lei avrebbe voluto sentirsi dire, ma è lei a prendere la parola. "Questi italiani sono fastidiosi, ma Roma non è una città come le altre. È un grande museo, un salotto da attraversare in punta di piedi."                                                                                                                  

"Com'è, anche tu ora ti interessi alla letteratura italiana?" chiese il ragazzo in modo sarcastico.                                                                                    

"Sordi è il massimo che si possa pretendere da un uomo, peccato che gli uomini si limitino ad ascoltare e non ad applicare."                                        

"Signorina, il mio caso è ben diverso!"                                                                                                                

"E' per questo che hai comprato quel lucchetto?" Il ragazzo arrossisce violentemente, strabuzzando gli occhi, in realtà sa che l'oggetto che si intravede dalla tasca dei pantaloni non sarebbe sfuggito facilmente alla vista spiccata della ragazza.                                                            

"Da bravo romantico."                                                                                                                              

"Tu non sei stato mai romantico!"                                                                                                          

"Mai sentito parlare di angelo custode?"                                                                                        

"Raramente."                                                                                                                                                  

I due si sorridono, gli sguardi incrociati, Shinichi le è grato per il duro lavoro che ha intrapreso e che ha portato al termine dell'antitodo dell'APTX4869. Entrambi si erano ripresi le loro vite, entrambi ora erano felici. Il ragazzo lentamente estrae il lucchetto con ancora inserita la chiave, lo maneggia delicatamente, come se fosse un uovo.

"Tu mi hai dato appuntamento qui per mostrarmi questo?" la ragazza sbuffa e incrocia le braccia al petto, non le è mai piaciuto scomodarsi.

Il detective riduce gli occhi a due lineette e la fissa indispettito "Si dal caso che questo sia il regalo che tutte le fidanzate desidererebbero!"              

"Non io."                                                                                                                                                            

"Appunto, non tu, sei un caso a parte."                                                                                                        

Lei distoglie lo sguardo dalla figura che si gira tra le mani quel piccolo oggettino, rivolge la sua attenzione al dispettoso Tevere che scorre senza preoccupazioni, a differenza sua, al di sotto dei suoi occhi. Il mento appoggiato alla mano, il gomito poggiato alla balaustra in pietra del ponte, nella sua posizione iniziale, lo ignora del tutto.                                                  
"Ogni volta che l'amore entra in campo le miglior riserve scappano, in quanto nessun avversario è forte quanto lui, specificamente imbattibile." dice senza distogliere lo sguardo dalla melma grigiastra.                                                                                                                            

"Vorrei ricordarti che sono un attaccante."                                                                                              

"E io sono in panchina."                                                                                                                        

Shinichi rimette il lucchetto in tasca insieme alle proprie mani, lei sa che la sta guardando, anche per questo si volta. I loro sguardi si incrociano, un sorriso stampato sulle labbra, di quelli lievi, quelli che vengono solo accennati ma che sono più profondi e carichi di significati di una risata*. La biondina decide di mettersi nella sua stessa posizione, gli si staglia davanti in tutta la sua bellezza, la leggera brezza del tramonto a sventolarle i capelli e l'opaca oscurità ad infastidirle la vista. Si ritrova il Sole calante davanti agli occhi, oltre alla muscolosa figura di un ragazzo di quasi vent'anni ormai, all'incirca la sua ipotetica età. Le loro ombre sono più allungate del solito, si incrociano, si sovrappongono, giocano l'una con l'altra a dispetto dei loro padroni. Le è grato, le è grato più di qualunque altra persona al mondo, è in debito con lei fino alla fine, un viaggetto in Italia non potrà mai ripagare il duro lavoro a cui è stata costretta a sottoporsi. Le loro ombra sono lunghe, grandi come una volta, il detective guarda la sua e se ne compiace, è sicuro che la scienziata non sia d'accordo con lui.

"E' per questo che Gin è morto e tu sei qui."

La ragazza si irrigidisce. "Avevamo detto che non ne avremo più parlato."

Sconsolato Shinichi annuisce e distoglie lo sguardo puntandolo al suolo. "Allora questo è tutto?"                                                                

"Quello era tutto, questo è niente, il presente è bianco, è una pagina pulita, e questa volta l'inchiostro con cui lo scriveremo non sarà più nero."
Un'ombra alle spalle della giapponese si muove lentamente, il giovane se ne accorge e il suo cuore perde un battito. La sagoma alle spalle di lei si avvicina sempre di più, la sua presenza sembra mangiare poco a poco la penombra della ragazza, inghiottisce lo scuro colore della sua proiezione sui sanpietrini lucidi; Shinichi rimane impietrito, non riesce a formulare una frase concreta, mentre la bionda non sembra badarci, impegnata qual è a giocherellare con il braccialetto (più che altro il filo colorato!) legato al polso fine. La figura le è ad un passo di distanza, invia uno sguardo fulminante al detective e continua ad avanzare, ancora di più e le sarà addosso. La persona le si getta da dietro al collo e la stringe forte, la giovane sussulta, vorrebbe urlare, ma non è sicura che sia la cosa giusta. La stretta infernale si trasforma in un abbraccio caloroso, una ragazza dagli occhi turchese e i capelli scompigliati al soffio del vento.
"Ciao Ai! Come stai? Mi dispiace per averti fatto aspettare tanto, ma è tutta colpa di Shinichi!" Il sorriso amichevole dapprima sfoggiato si trasforma sulla faccia della ragazza in uno sguardo raggelante mentre indica furiosa il compagno.
Ai sorride, è felice: Ran è la ragazza ideale per colui che le ha donato una vita. "Non fa niente Ran, il mondo è più bello sotto questa luce." fissa l'amico con uno sguardo carico di doppisensi ma, anche se è il miglior investigatore privato in circolazione ormai, è sicura che non ha capito. La diciottenne scompiglia i capelli alla bambina e corre incontro al suo fidanzato, gli scocca un bacio sulla guancia e si accoccola nel vano del suo braccio destro, fissando il fiume. Haibara si accascia per terra, quella posizione le piace molto, più che altro le piace guardare le cose dal basso, è incredibilmente piacevole. Da quando è ritornata ad avere meno della metà dei suoi anni ha imparato ad apprezzare la sua statura: dal basso si notano i dettagli insignificanti, le congetture, i problemi; si ha un'altra idea del mondo. Ma soprattutto, adora sentirsi piccola e impotente di fronte alla Terra che ormai è riuscita a controllare in ogni suo verso; ama vedere la felicità altrui e sperare di poterla raggiungere.

"Oh, quasi dimenticavo!" esclama Shinichi a quel punto. Estrae dalla tasca destra dei pantaloni il lucchetto e lo mostra alla sua amata, poi prende il pennarello indelebile che si era portato dietro e scrive qualcosa su quell'ammasso di ferro pesante. S+R per sempre "Perché il nostro amore possa vivere anche in capo al mondo." Impossibile descrivere i loro sguardi: amore, gioia, sentimenti entusiasmanti invadono gli occhi di entrambi mentre si dedicano un dolce bacio. 

***

Il detective aggancia la chiusura alle altre miriadi di serrature in ferro e con uno scatto gira la chiave. "In modo tale che questo momento venga sigillato qui dentro, e che questa chiave viaggi come il nostro cuore."
Wow, siamo in vena di romanticismo oggi! pensa la piccola sbuffando. Il detective si accorge della sua smorfia e, come se le avesse letto nel pensiero, si accovaccia accanto a lei e le sussurra:"Lo chiudiamo qui il passato, per te va bene?" dice mostrando la chiave "E viaggerà lontano, in posti che tu non saprai neanche esistere, ma lontano da te non sarà mai abbastanza, perché, come questo lucchetto ancorato fortemente, c'è qualcosa che vi legherà sempre." Il ghigno compiaciuto si impossessa delle labbra del giovane, Shiho lo imita e lo osserva alzarsi di scatto e gettare via la chiave, oltre il parapetto, al di là della balausta, oltre gli sguardi, le chiacchierate, le smorfie, i sorrisi, via da sguardi indiscreti, al di là di ogni tramonto. 

*Ammetto di aver usato queste parole per complimentarmi con ShinxShiho per il fantastico capitolo della sua storia, vi consiglio di leggerla perché, se ha suscitato in me queste emozioni, credo che ne valga la pena.

Angolino per l'autrice :33

Mi sono resa conto di scrivere storie un po' troppo malinconiche, certo, hanno tutte un lieto fine, ma credo che una pausa ci starebbe bene ogni tanto! L'idea iniziale era quella di farvi rimanere con il dubbio sull'identità di Ai/Shiho fino alla fine, avrei voluto tenervi sulle spine riguardo al finale. Mi scuso per il fatto che scrivo fatti senza senso, senza logica o origine -esempio: la morte di Gin, non saprei dire da dove me lo sia cacciata ma era, non fondamentale, ma importante. Avrei voluto descrivere uno Shinichi mattacchione e distratto, a differenza del suo personaggio principale, perché, anche se è un detective plurinonpagato di fama mondiale, con le donne non ci capisce una mazza! :'D Ringrazio anticipatamente chi avrà la bontà di leggere e recensire questa mia storia. Siete amabili *-*

Just words, fantasies and fortune

Erika
   
 
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