Serie TV > Once Upon a Time
Ricorda la storia  |      
Autore: LiamHart    11/10/2013    1 recensioni
"Imparare a scoccare una freccia non è poi così complicato, ma farlo quando il bersaglio è un altro essere umano lo è altrettanto..? Cosa farai quando sarai costretto a farlo? Cosa farai quando la tua vita dipenderà da quell'istante di coraggio?"
La storia di come un'istante cambiò per sempre la vita del Cacciatore.
Genere: Avventura, Fantasy, Introspettivo | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Graham/Cacciatore
Note: Missing Moments | Avvertimenti: nessuno
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
Per la gente quell'uomo non aveva più un nome, lo vedevano andare in giro con il suo arco a tracolla e quell'espressione rigida sul volto. Non c'era da fidarsi di lui, era uno pericoloso, un assassino. Era meglio stargli alla larga, così dicevano.
Lo chiamavano "Il cacciatore", si era guadagnato quella fama per la precisione con cui sferrava i suoi attacchi contro le povere bestie che uccideva per guadagnarsi da vivere, ma c'era qualcosa di più. Alcuni dicevano che uccideva su commissione, altri che era un cacciatore di taglie. Erano iniziate a girare diverse storie sul suo passato, storie che lo dipingevano come un uomo spietato e privo di scrupoli, capace di uccidere anche donne e bambini per qualche moneta d'oro. In pochi sapevano che la realtà era ben diversa, che il Cacciatore non era poi così diverso da loro. 
Può un istante cambiare radicalmente la vita di qualcuno? Un semplice istante? Una decisione secca?
Se qualcuno avesse trovato il coraggio di porre a lui questa domanda, si sarebbe sentito rispondere affermativamente... Perchè era bastato un istante a cambiare definitivamente la sua vita.

Aveva poco più di vent'anni, e come ogni giovane della sua età tanti sogni ed una vita di fronte a se, ma si sa, non si è mai pronti ad affrontare certe cose, e fu proprio un giorno come gli altri che quel ragazzo lo avrebbe capito a sue spese.
Era incredibilmente bravo a tirare con l'arco, nel villaggio in cui viveva nessuno lo faceva meglio di lui, ma non aveva mai dato motivi per pensare che potesse essere pericoloso. Aveva un animo buono, se non avesse avuto bisogno di guadagnarsi da vivere non avrebbe nemmeno considerato la possibilità di fare del male ad un altro essere vivente. Ma aveva bisogno di soldi, cibo, e per un orfano a quell'età le scelte spesso erano obbligate.
Quel giorno gli ci vollero diverse ore d'appostamento in mezzo alla foresta, prima di trovare la sua preda, un cervo. Si muoveva rapidamente, scomparendo di tanto in tanto dietro gli alberi e il fogliame. Chiunque avesse avuto abbastanza esperienza con la caccia avrebbe saputo che soprattutto con animali così rapidi non c'erano molte possibilità di riuscita, fallito il primo colpo. 
Appena l'animale si fermo, il giovane tese l'arco e si preparò ad attaccarlo.
- Mi dispiace... - Mormorò, quasi afflitto dai sensi di colpa. Trattenne il respiro, attese pochi secondi e scoccò la freccia, che lo colpì proprio in mezzo agli occhi.
Un altro cacciatore, al posto suo, avrebbe esultato di fronte ad un colpo così perfetto. Lui deglutì e scosse appena il capo, era cresciuto a stretto contatto col verde e gli animali, per questo ucciderli era una cosa che odiava.
- Vorrei tanto avere un'altra scelta... - E diceva davvero, se l'avesse avuta, avrebbe smesso. Si avvicinò al corpo privo di vita del cervo, ma venne preceduto da un altro uomo, molto più grosso di lui. Era alto quasi due metri, aveva la stazza di un armadio, ed il suo aspetto era reso ancora più inquietante dalla corazza nera che indossava e dalla folta barba scura che gli copriva il viso.
- Cosa abbiamo qui? -
- E' la mia preda... - 
Rispose il ragazzo, con cautela.
- La MIA preda, vorresti dire! - Rise, sembrava averci preso gusto ad approfittare degli altri e a spaventarli.
- Ho ucciso io quel cervo, quindi non direi! -
L'uomo smise di ridere, ed estrasse dal fodero dietro la schiena una grossa ascia. A quel gesto minaccioso il Cacciatore rispose incoccando un'altra freccia, benchè non si decise a puntare l'arco contro quel ladro.
- Attaccami pure, ma ti avviso... Se non mi uccidi con il primo colpo, sei morto! -
Non furono quelle minacce a spaventarlo, sapeva che gli sarebbe bastata una freccia per ucciderlo. Si disse, invece, che non valeva la pena uccidere qualcuno per quell'animale.
- Prendila, non voglio problemi... - Esclamò a malincuore, voltandosi per lasciarsi quella scena alle spalle.
- Ragazzo! - Venne richiamato.
Si bloccò sul posto, ma non disse nulla.
- Quella sacchetta, ci tieni delle monete d'oro dentro, vero? -Ancora una volta non ottenne risposta, quindi chiarì subito dove voleva andare a parare: - Portamela. -
- No. - 
Si voltò a guardarlo, assumendo un'espressione sicura che riuscì a camuffare l'ansia che stava provando in quel momento?
- No..? - Quel furfante agitò in aria l'ascia con fare minaccioso, ma il giovane non si mosse di un passo. - Se mi costringi a venirla a prendere, non finirà bene per te. -
Questa volta il Cacciatore gli puntò l'arco contro, adesso aveva perso la calma e la sicurezza che era riuscito a mantenere fino a quel momento. Le mani gli tremavano, respirava in maniera affannata.
- Cosa vuoi fare? Non scoccherai quella freccia, ragazzino... Ti manca il coraggio per farlo. -
Pronunciate quelle parole iniziò a correre verso di lui, verso quell'istante che avrebbe segnato la fine di due vite, seppur in modi diversi.
Il Cacciatore tese l'arco con tutta la forza che aveva in corpo, se quell'uomo lo avesse raggiunto per lui sarebbe stata la fine. Gli sovvennero alla mente le parole che gli aveva detto l'anziano che gli aveva insegnato a tirare con l'arco, durante la sua ultima lezione.
"Imparare a scoccare una freccia non è poi così complicato, ma farlo quando il bersaglio è un altro essere umano lo è altrettanto..? Cosa farai quando sarai costretto a farlo? Cosa farai quando la tua vita dipenderà da quell'istante di coraggio?"
Si rese conto che quella che stava per fare era una scelta forzata, ancora una volta. Un istante di coraggio, un semplice istante, la sua vita dipendeva davvero da quello.
Prendere una vita, una vita umana, era una cosa che aveva sempre creduto essere intollerabile. Ogni uomo, donna o bambino ha la sua storia, i suoi amici e la sua famiglia che tengono a lui, i suoi sogni ed i ricordi e le cicatrici degli sforzi che ha fatto per realizzarli. Ogni essere umano. Come poteva qualcuno essere privato di tutto questo?
Pochi metri ormai li separavano, e lui trattenne il fiato. Uccidere o essere ucciso?
Mirò al petto e scocco la freccia che sibilò fra il fogliame che li separava, prima di andarsi ad assestare al centro del petto di quell'uomo, sfondando la corazza che indossava. La sua corsa si interruppe, e lui crollò al suolo, morto.
E' una responsabilità enorme, quella di prendere la vita di qualcuno. Sperava di non ritrovarsi mai con le spalle al muro, di non essere mai costretto a farlo, ma non c'erano altre soluzioni. Una lacrima gli solcò il viso, ed ad essa ne seguirono altre, mentre lui si abbandonava al suolo, in ginocchio. Un pianto silenzioso, disperato. Sapeva che con quell'uomo era morta anche una parte di lui. Sapeva che da quel giorno tutto sarebbe stato diverso...

... E lo fu davvero! La gente, ormai, non sbagliava quando diceva che quell'uomo era un assassino, lo era diventato davvero. Quello che però nessuno sapeva, è che era stato costretto a diventarlo.
L'alone di mistero che circondava quell'uomo, adesso, era tale da far circolare diverse leggende riguardanti la sua storia. Nessuna di esse si avvicinava a quello che era accaduto realmente.
Ci avrebbero messo tutti ore per raccontare quello che sapevano o credevano di sapere riguardo quell'uomo, ma nessuno sapeva che per conoscerlo davvero sarebbe bastato sapere di quell'istante... Quell'istante che gli aveva cambiato la vita per sempre...




 
  
Leggi le 1 recensioni
Ricorda la storia  |       |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Torna indietro / Vai alla categoria: Serie TV > Once Upon a Time / Vai alla pagina dell'autore: LiamHart