Storie originali > Romantico
Ricorda la storia  |      
Autore: iniallsarms    11/10/2013    0 recensioni
Tratto dalla storia:
-La bellezza esteriore, è solo un limite che ci poniamo noi. Chi può dire se una persona sia bella o brutta? Io forse? Tu? Il punto è che ognuno vede le cose come le vuole vedere, ogni giudizio è soggettivo! E’ questo che dovrebbe imparare la società moderna, che non esiste il “bello e il brutto”, siamo solo normali persone, non macchine che possono essere trasformate a piacimento altrui-
Vorrei dedicare questa storia a coloro che non si accettano per come sono...ricordate, ognuno è speciale a modo suo!
Genere: Fluff, Romantico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Scolastico
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A

                                                YOU AREN'T LIKE OTHERS, YOU CAN LOVE ME                                                                                  

Ogni giorno la stessa tortura. Lei lo ammirava da lontano, senza proferire parola. Lui rideva spensierato con le sue amiche. Lei sapeva quanto un suo sorriso potesse migliorargli la giornata. Lui era all’oscuro di tutto, incosciente dell’effetto che aveva sulla povera Olly.
Ogni giorno la stessa tortura. Arrivava a scuola e si confondeva tra  l’orda di ragazzini urlanti e chiassosi. Passava davanti la sua classa e, con movimenti ormai meccanici, spiava al suo interno per contemplare la sua immagine quasi paradisiaca.
Lo vedeva, stava scherzando con i suoi amici. Lo sapeva, non la stava notando. Lo capiva, una come lei non gli sarebbe mai potuta piacere.
Con quel sorriso angelico, con quegli occhi color del mare, con quei capelli biondi come il grano, poteva assomigliare a un Dio della mitologia greca; invece era reale, proprio davanti a lei.
Si guardava in giro e pensava a quanto fosse stupido il pensiero che una come lei, potesse stare con uno come lui. Non si rendeva conto del fatto che lui non fosse a conoscenza neanche del suo nome, quanto invece lei sapeva tutto di lui, persino la marca di dentifricio che usava la mattina per lavarsi i denti.
-Ehm scusami, ti serve qualcosa?- la sua voce arrivò ovattata alle orecchie di Olly. Si riscosse immediatamente dai suoi pensieri e diventò paonazza. Non si era resa conto di stare ancora davanti la sua classa a osservarlo con la bava alla bocca.
Lui la fissava con un sorriso, lei era in uno stato di trance momentanea.
Non avevano mai avuto una conversazione. Era troppo timida per dirgli anche un semplice “Ciao”, figuriamoci un dialogo!
Le mani di Olly tremavano e sudavano come mai prima d’ora. Stava cercando una scusa plausibile che non la facesse sembrare una ritardata mentale, ma in quel momento il suo cervello era annebbiato!
-I-io, si…ero venuta per, per il…ehm- deglutì a fatica, sentendo le guance arrossarsi ancora di più.
Il fatto che l’intera classe la stessa guardando, ridacchiando di tanto in tanto, non la faceva di certo stare meglio. Era una ragazza riservata, timida, con la paura di stare al centro dell’attenzione; quella situazione la stava letteralmente mettendo KO.
-Lei era venuta per chiedere alla classe il numero di persone che parteciperanno al ballo scolastico- si girò in direzione della voce calda che l’aveva salvata, scoprendo una ragazza bassa, con lunghi e lisci capelli neri.
-Non è così?- chiese la ragazza guardando Olly e intimandole di annuire. Olly accennò un mezzo sorriso e parlò.
-Si, io ero venuta per questo, ma vedo che non è il momento giusto per cui  tolgo il disturbo!- esclamò allontanandosi dall’aula.

Tirò un sospiro di sollievo quando varcò la soglia della sua di classe, sorridendo stupidamente per la “breve” conversazione che aveva avuto con lui.

                                                                                                                 ***
L’aria gelida della cittadina, investì Olly in pieno, costringendola a portare le mani dentro il giubbotto e a sbuffare. Quella giornata così grigia e cupa, si era trasformata nella più bella della sua vita! Le aveva rivolto finalmente la parola…a lei, l’emarginata della situazione!
Chiuse gli occhi e fece un sorriso ampio quanto il buco nell’ozono.
-SCUSAMI!- una voce fin troppo conosciuta, fece voltare Olly di scatto.
Lo vide, era proprio lui. E stava correndo nella sua direzione!
Olly si guardò in giro per capire se stesse parlando davvero con lei, o il tutto era frutto della sua fervida immaginazione.
-Scusa, volevo avvisarti che partecipa tutta la nostra classe al ballo-dichiarò sorridendo una volta arrivato di fronte a lei.
Per un istante, non riuscì a capire di cosa stesse parlando, ma poi le immagini di quella ragazza che la salvava dalla figura orribile che stava per fare, le vennero in mente.
Sorrise anche lei cordialmente e annuì in difficoltà.
-Bene, lo…lo farò sapere al comitato!- la sua voce tremante la tradì, costringendola a darsi della tonta mentalmente.
-Perfetto, comunque io sono Ben- dichiarò porgendogli la mano.
Oh, lo so fin troppo bene come ti chiami!
Pensò Olly, tendendogli a sua volta la mano. Il contatto delle sue dita incastonate a quelle di Ben, le provocò un leggero brivido lungo la spina dorsale e un piccolo nodo in gola e allo stomaco.
-Io sono Olly, piacere mio- non seppe come fece a tenere saldo il tone di voce, ma ci riuscì.
-Bene, io vado. E’ stato un piacere conoscerti!- esclamò.
Dopo avergli lanciato un altro sorriso mozzafiato, si dileguò lungo le stradine strette della piccola cittadina, mentre Olly pensava sempre di più al fatto di consacrare quella giornata.
                                                                              ***
Testa bassa, mani dentro il giubbotto e sguardo perso nel vuoto. Olly camminava lungo il corridoio della scuola, dando poca importanza alle risate che si scatenavano alla sua entrata.
Era sempre stata una ragazza fragile e timida, facilmente influenzabile e riservata. Sapeva di essere l’obbiettivo perfetto di molti ragazzi più grandi, quelli che sapevano solo farle del male. Sapeva di non essere il prototipo di “ragazza bella”, ma sentirselo dire in faccia non la faceva di certo gioire. Sapeva di avere tanti difetti, molti dei quali legati alla sua personalità, ma non avere amici a confortarla non la faceva stare meglio!
-Mia nonna mi ha chiamato ieri, ha detto che rivuole i suoi vestiti- una frase dedicata a lei, centomila risatine, mille sofferenze!
Si voltò. Un gruppo di ragazzi stava ridendo di lei, indicandola e ignorando le sue suppliche di smetterla.
-Che c’è verginella? Ora vai a chiamare tuo padre e mi fai picchiare?- altre risate, altri insulti, altre lacrime.
Si odiava per questo. Si odiava per il fatto di non riuscire a riscattare la sua posizione. Si odiava perché non riusciva a rispondere a tono a quei ragazzi.
Ci aveva pensato tante volte; tante volte aveva riflettuto sul fatto di farla finita una volta per tutte; di smetterla di auto incolparsi per tutto ciò che la sua stupida vita le rifilava, ma trovava il pretesto per sopravvivere fissando due occhi azzurri e un sorriso celestiale.
-Voi…voi dovete smetterla. Non avete il diritto di farmi tutto questo!- sentenziò Olly a gran voce rivolgendosi al gruppo di ragazzi che l’aveva insultata.
La faccia dei ragazzi continuò ad essere adornata da un sorriso ironico, che faceva solo imbestialire Olly.
-Senti senti, Patty si sta ribellando!- il ragazzo più grosso le venne incontro, sovrastandola di gran lunga con la sua altezza.
Olly indietreggiò, fino a scontrarsi con i freddi e duri armadietti. Lo fissava con una paura immane. Si aspettava di tutto, era pronta a tutto.
Il suono stridulo della campanella, riportò gli studenti che stavano assistendo allo spettacolino, ad entrare nelle rispettive classi, lasciando così soli Olly e l’energumeno davanti a lei.
-Sai di cosa avresti bisogno tu?- chiese il bestione con una punta di ironia nella voce.
Olly non si mosse dalla sua posizione. Era immobile, come se avesse paura di fare qualsiasi movimento.
-Avresti bisogno di una bella lezione…- biascicò ridendo malignamente. Olly non riusciva più a capire cosa stesse succedendo, sapeva solo  di essere in pericolo e che lì vicino non c’era nessuno pronta ad aiutarla.
Il ragazzo cominciò a strattonarla per tutto il corridoio, mentre Olly si dimenava e cercava aiuto.
-Chi vuoi che ti possa dare una mano? Sei disgustosa, nessuno vorrebbe mai avvicinarsi ad una una come te!- quelle parole, sputate come veleno, fecero arrestare Olly di scatto.
I suoi occhi si riempirono di lacrime e le sue braccia sembravano gelatina. Non riusciva a capire il perché tanta cattiveria. Cosa aveva fatto per meritarsi tutti quegli insulti? In cosa aveva sbagliato?
-Cammina puttana!- le urlò il bestione continuando a trascinarla.
-Lasciami, mi fai male- le urla della ragazza sembravano non scalfire minimamente i sentimenti del bestione. Sembrava invece provare piacere a sentire le suppliche di Olly che lo pregava di smettere.
-Ehi tu!- una voce proveniente dalla fine del corridoio, fece bloccare l’energumeno e Olly di scatto.
La ragazza, appena si rese conto chi aveva davanti, spalancò la bocca e arrossì di getto.
-Hai sentito cosa ti ha detto? Lasciala subito!- impose Ben, che nel mentre era arrivato di fronte ai due ragazzi.
Il bestione scoppiò in una risata isterica, mentre Olly si contorceva per il dolore che le stava provocando al polso.
-Ehm scusami, tu saresti?- chiese subito dopo con un sorrisino serafico stampato sul volto.
-Quello che se non lasci in pace questa ragazza ti spacca la faccia!- esclamò Ben ricambiando il sorriso di sfida.
Olly sgranò gli occhi e lo fissò con confusione…da quanto lei veniva difesa da qualcuno? Da quanto qualcuno era disposto ad aiutarla? Da quanto lui cercava di salvaguardarla?
-Ma per favore ragazzino, và a giocare con Hello Kitty e lasciami in pace!- esclamò il bestione ridendo a crepapelle. Ben, evidentemente inasprito da quell’affermazione, andò in contro al ragazzone prendendolo per il colletto della camicia.
-Sai cosa mi ha insegnato la vita? Che non si risponde a delle provocazioni con la violenza, ma tu sei l’eccezione che conferma la regola- disse con astio stringendo sempre di più la camicia a quadri tra le sue mani.
 Il ragazzone, concretato il fatto che Ben non stesse affatto scherzando, girò i tacchi e tornò per i suoi passi.
-Me ne vado solo perché non ho voglia di discutere con bambini come te, ma non preoccuparti- si voltò verso Olly e la fissò maliziosamente–ci si rivede in giro!- sussurrò, provocandole una serie di brividi lungo la spina dorsale.
Ben fissava la scena con una smorfia di disgusto…per lui le donne non erano semplici oggetti da usare e buttare via; secondo la sua opinione erano il motore dell’universo, senza di loro il mondo non sarebbe stato tale.
-Ti ha fatto qualcosa?- sussurrò Ben con una dolcezza quasi inaudita.
Non sapeva spiegarselo, ma aveva come un istinto di protezione verso quella ragazza; era come se volesse preservarla da ogni male. La conosceva solo da pochi giorni, ma la sua timidezza e la sua insicurezza lo facevano intenerire.
-No, non…non mi ha fatto niente- balbettò Olly impacciata abbassando lo sguardo sulle sue converse rovinate.
Ben sorrise e gli accarezzò un braccio. Olly ebbe un fremito, ma cercò di non darlo a vedere.
-Vuoi venire a fare due passi con me?- chiese Ben con cautela, quasi come se avesse paura di spaventarla.
Olly rialzò il volto e l fissò confusa.
-Due passi? Ma c’è scuola!- esclamò ovvia grattandosi la nuca. Ben roteò gli occhi al cielo.
-Non penso che i professori ci porterebbero tanto rancore se per una volta saltassimo le lezioni!- sorrise furbo, porgendogli poi la mano.
Olly era sotto shock. Non riusciva più a capire se stesse vivendo un sogno o se fosse tutto reale.
-Tu vuoi davvero che io venga a fare una passeggiata con te?- chiese meravigliata fissandolo in quei due pozzi color del mare.
Ben fece spallucce e annuì.
-Perché? Sono troppo poco attraente per uscire con te?- domandò aggrottando le sopracciglia. Olly esplose in una risata.
-Semmai è il contrario! Non ti rovineresti la reputazione se uscissi con una come me?-
Ben non capiva davvero il discorso che stava portando avanti Olly, non capiva dove volesse andare a parare.
-Con una come te? Con una bella ragazza intendi?- Olly rise amaramente e abbassò lo sguardo. Come poteva considerarla bella? Come lontanamente poteva pensare che Olly fosse una bella ragazza?
-Ti prego Ben, risparmiatelo- lo supplicò, asciugando qualche lacrima solitaria sulle guance. Lo fissò per qualche istante ancora, poi si voltò con l’intendo di andare via.
-Aspetta, aspetta!- esclamò Ben trattenendola per un braccio. –Cosa ho detto di sbagliato?- domandò confuso.
Olly lo guardò, come a chiedergli di smetterla di fingere.
-Davvero non ti rendi conto Ben? Io sono il pagliaccio della scuola! Quella derisa da tutti, quella che nessuno vorrebbe avere come amica, quella che è insicura, quella che è troppo timida e troppo fragile, quella che vede la vita come un sogno e che crede nel lieto fine; quella che ama leggere, scrivere e ascoltare la musica; quella che odia stare al centro dell’attenzione, perché la fa sentire giudicata da tutti; quella che si odia per il suo carattere di merda; quella che cerca di non far soffrire gli altri, ma riesce sempre a far soffrire se stessa; quella che cerca di rendersi carina in tutti i modi, ma non ci riesce perché troppo critica con se stessa; quella che avrebbe bisogno di un solo abbraccio e una sola parola di conforto per essere felice; quella che crede che il principe azzurro esista, ma che non la sceglierebbe mai; quella che sta cercando di farti capire che tu gli piaci, ma sa che è impossibile il fatto che sia ricambiata! Questa sono io, non sono perfetta e non lo sarò mai. So che a molte persone non piaccio, che altre vorrebbero eliminarmi dalla faccia della Terra, ma non posso cambiare me stessa! Purtroppo sono così e non posso trasformarmi in una persona che non mi appartiene. Credimi, sto cercando davvero di farmi apprezzare da coloro a cui sto antipatica, ma il mio essere così insicura e fragile non mi permette di farmi avanti! Persino fare questa specie di discorso mi fa sentire stupida, perché so che a te non importa niente, che tu hai milioni di ragazze pronte a stare con te e che dei miei problemi te ne frega meno di zero, ma avevo bisogno di sfogarmi, e farlo con te mi sembra quasi irrazionale! Ora, mi…mi dispiace molto di averti annoiato, ma avevo bisogno di farti sapere che io sono diversa dalle altre, diversa in negativo ovviamente per…per tutti quei motivi che ti ho elencato ! Spero che tu riesca a vivere la tua vita con una ragazza stupenda, che ti ami per quello che sei, perché da quanto ho capito, sei una persona stupenda che non merita in nessun modo di soffrire!- esclamò infine.
Olly non riusciva a crederci, era riuscita ad esternare i suoi sentimenti, a fargli sapere ciò che davvero provava, ciò che aveva  dentro da troppo tempo!
Ben la fissava come ipnotizzato. Non riusciva a credere alle sue orecchie…era rimasto sconvolto da vari punti, primo fra questi il fatto che Olly pensasse di essere brutta e che nessuno riuscisse ad accettarla per com’era.
Con cautela e a passi felpati, Ben si avvicinò ad Olly, che aveva ancora il fiato corto e il respiro pesante.
La prese per mano e, senza proferire parola, la portò nel cortile della scuola.
-Ben davvero io…- la ragazza cercò di giustificarsi, ma Ben la interruppe con un semplice gesto della mano.
-Hai parlato fin troppo, ora tocca a me!- esclamò facendola ridere.
I due si accomodarono sul prato soffice del cortile, prendendo a fissarsi di tanto in tanto.
Olly non riusciva a capire la reazione del ragazzo. Ben non sapeva come iniziare il discorso.
-Sai Olly, mio nonno diceva sempre che la bellezza sta dentro, non fuori…chissà quante volte hai sentito dire questa frase, magari anche pronunciata da una top model stupenda!- rise raccogliendo una margherita e pensando a come fosse stato meglio continuare.
-Il discorso sai qual è? Che anche se io oggi ti ripetessi centomila volte che sei una bella ragazza, tu non mi crederesti. E sai perché? Perché noi uomini siamo portati a non fidarci del giudizio esterno, bensì del nostro. Trovo che sia una cosa abbastanza stupida, dato che ci sono quelle persone che affermano di fidarsi ciecamente l’uno dell’altro, ma non possiamo dare torto a questa teoria!-
Olly ascoltava attentamente, senza perdersi un minimo passaggio del discorso.
-Obbiettivamente parlando ti dico che tutti noi siamo portati a giudicare una persona per il suo aspetto fisico. Ci sono quelle magre, quelle grasse, quelle alte, quelle basse e via dicendo. Tecnicamente parlando, però, sono più propenso a dirti che questo non è il mio caso!- rise avvicinandosi ad Olly.
-La bellezza esteriore, è solo un limite che ci poniamo noi. Chi può dire se una persona sia bella o brutta? Io forse? Tu? Il punto è che ognuno vede le cose come le vuole vedere, ogni giudizio è soggettivo! E’ questo che dovrebbe imparare la società moderna, che non esiste il “bello e il brutto”, siamo solo normali persone, non macchine che possono essere trasformate a piacimento altrui- le parole di Ben risuonavano nella testa di Olly come scene di un film ripetuto all’infinito.
La ragazza sorrise, guardandolo negli occhi e avvicinandosi a lui ancora un po’.
-Posso farti una domanda?- chiese Olly timorosa.
-Ma certo!- esclamò Ben distendendosi sul soffice prato verde.
-Perché mi stai dicendo tutto questo? Ti faccio così pietà?- domandò arricciando il naso e aggrottando le sopracciglia.
Ben sbuffò e si rizzò in piedi.
-Tu non mi fai pietà, anzi, ti ammiro! Sei la persona più forte che conosca, una che non ha paura della vita, che la vive senza preoccuparsi del domani- dichiarò facendola arrossire.
-E ti ho detto tutte queste cose, per farti cambiare idea e per farti apprezzare per quello che sei. Nessuno è perfetto, ricordalo!- affermò facendole un occhiolino.
Olly gli sorrise, appoggiando la testa sul prato. Presto venne raggiunta da Ben che, con un solo movimento, la prese in braccio cogliendola di sorpresa. Olly era paonazza, con la bocca spalancata e gli occhi semiaperti.
-Sai, mi ispiri fiducia- sentenziò Ben facendo sistemare meglio Olly sulle gambe.
-Oh bhe…anche tu a me!- esclamò la ragazza in imbarazzo, tentando di scendere dalle ginocchia di Ben.
-Mi spieghi perché ti stai agitando come un’anguilla in una rete per pesci?- chiese ridendo Ben, trattenendo Olly per le braccia.
-Io…i-io sono ehm, n-non mi sto agitando, è solo che questa…cosa mi mette in leggero imbarazzo!- dichiarò abbassando il volto.
Ben sorrise, intenerito dalla reazione di Olly.
-Allora ti senti a disagio quando faccio questo?- sussurrò al suo orecchio prendendo a massaggiarle le spalle e a scendere poi lungo le braccia.
Olly deglutì, tentando di mantenere calmo l’autocontrollo.
-Oppure questo?- mormorò lasciando piccoli baci lungo il collo della ragazza e risalendo fino alle guance più rosee del solito.
Ben era totalmente divertito dalla reazione di Olly, che stava cercando in tutti i modi di non dare a vedere la sua agitazione.
-N-no, non mi sento a disagio- affermò la ragazza chiudendo gli occhi e godendosi il momento magico.
Ben sorrise, pensando di andare oltre.
-Mi fa piacere allora che tu abbia capito che con me non devi sentirti in imbarazzo- bisbigliò Ben vicino al volto arrossato di Olly.
Non si era mai trovata in una situazione simile…desiderava solo eclissarsi!
-Bene, allora ci vediamo in giro. Grazie per tutto!- esclamò Olly sperando di riuscire ad abbandonare quella situazione tanto spinosa.
-Non così in fretta!- sentì la presa ferrea di Ben interrompere i suoi tentativi di fuga.
Si girò lentamente e quasi perse un battito quando se lo ritrovò tanto vicino; i suoi occhi la scrutavano intensamente, le sue braccia le circondavano i fianchi, il loro respiri si mischiavano per la tanta vicinanza.
-Perché non provi a lasciarti andare?- bisbigliò Ben soffiando sul viso della ragazza. Olly chiuse gli occhi.
-Perché non provi ad accartocciare i brutti pensieri?- continuò baciandole una guancia.
-Perché non cerchi di vivere la vita fino in fondo?- le ultime parole famose. Fu proprio Olly a gettarsi tra le braccia di Ben, incastonando alla perfezione le sue labbra con quelle del ragazzo. Ben, dapprima sorpreso e confuso, non si lasciò andare questa occasione, allacciando le sue braccia ai fianchi di Olly.
La ragazza schiuse le labbra, dando vita ad una danza quasi innaturale delle loro lingue. Si trattava di un bacio pieno di passione, dove non esistevano limiti o ostacoli. C’erano solo loro due, contro il resto del mondo!
Quando le loro labbra si separarono, Olly guardò Ben sorridendo e abbracciandolo di slancio.
-Allora è vero che la felicità esiste, che va solo cercata- parlottò mentre era ancora avvinghiata al ragazzo.
-Si, esiste e…credo di averla appena trovata anch’io!- esclamò Ben lasciandole un dolce bacio sulla guancia.
                                                                        

                                                                                                        FINE


Salve a tutti!
Parto col dire che questa storia mi sta molto a cuore, dato che il "non apprezzarsi" e "l'essere derisi da tutti", è una tematica che ricorre sempre più spesso e che fa soffrire milioni di persone. Questa one-shot l'ho scritto così, di getto, perchè mi rispiecco molto nella protagonista e nel modo in cui affronta i problemi che la vita gli riserva. 
Spero che vi sia piaciuta e che vi abbia aiutato a capire che la bellezza fisica non è tutto!
Io vi mando un bacio e un abbraccio virtuale...SCIAO BELE!!
                                                                                                  AuraCrazyMofos
  
Leggi le 0 recensioni
Ricorda la storia  |       |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Torna indietro / Vai alla categoria: Storie originali > Romantico / Vai alla pagina dell'autore: iniallsarms