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Autore: ClaireFictioner_me    11/10/2013    2 recensioni
Claire ha perso la madre due anni fa in un incidente stradale, e da allora la sua vita è come essersi spenta. La bulimia, il suo vivere quasi da vegetale, il suo essere invisibile a famiglia e amici fanno parte di lei. Un unico sogno riesce ancora a darle la speranza che tutto possa sistemarsi, ovvero Seoul.
Tra gli interessi di Claire, l'unico che rimane con lei anche dopo la tragedia è il K-pop, e quindi la Corea del Sud.
Dopo il matrimonio del padre con una ragazza di pochi anni più grande di lei, Claire fugge da Worthing, sua città natale, e parte per Seoul con i soldi lasciati in eredità per lei da Anne.
A Seoul troverà tutto ciò che le serve per tornare a sorridere: Amicizia, Affetto e Amore, le tre A essenziali per lei.
Genere: Malinconico, Romantico, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Jonghyun, Minhyuk
Note: OOC | Avvertimenti: Tematiche delicate, Triangolo
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PROLOGO

"Cara mamma, ciao. 
Come stai? Spero bene...
Mi manchi tantissimo, sai? Quanto tempo è passato senza di te, non lo so, ma è tanto per me. 
Ho un immenso bisogno di te, ora più che mai in tutta la mia vita, seppure io sappia di essere abbastanza grande da riuscire a cavarmela da sola come tutti dicono. 
Ma non è così, non per me. Sono appena maggiorenne, questo mondo da grandi mi è nuovo, e dovresti essere tu la mia guida.
Ho paura, dopo che sei morta ho paura di vivere da sola. Non che papà e Kris non mi aiutino, ma senza te è diverso. 
Kris ha solo 13 anni, e per lui dovrebbe essere più difficile, invece capisco che, a differenza mia, riesce ad andare avanti. 
Se la cava benone, ha amici e tutto quello che gli serve, anche una nuova madre. 
Ti avevo raccontato di Mary, no? 
Si, adesso che papà e lei sono sposati sembra che tutto vada apposto. 
Ma io non riesco, io piango. Ho un immenso bisogno dei tuoi abbracci, delle tue carezza, dei tuoi baci.
Ho paura, troppa. 
Mamma, ti voglio bene, un bacio immenso,

Con affetto, la tua piccola Claire."

Mamma è morta due anni fa, un incidente stradale che ha stravolto la vita della mia famiglia, ma che ha interrotto la mia in un certo senso. 
Ho abbandonato gli studi subito dopo, al terzo anno di superiori. Non ho più la vita che amavo. Io ero una ballerina di danza, una artista.
Suonare il violino, cantare, ballare; tutto questo faceva parte della mia vita, prima della sua scomparsa. 
Adesso le giornate sono buie, e tristi, e tutto ha un intenso colore grigiastro ai miei occhi, che m'infonde così tanta depressione anche
solo il guardare un oggetto. 
Dire che sono dimagrita è ben poco. Prima ero in carne, anche se mi definivo grossa e orrenda, adesso ho perso quei venti chili che mi
rendevano ossessionata. Ma il modo in cui li ho persi, in sole due settimane, è orrendo. Lo psicologo, o meglio mio zio, lo ha definito
"autolesionismo" il mio, seppur sia meglio definirla bulimia. Si, sono malata, mi sento malata, e sento un immenso bisogno di andare via 
e raggiungere mia madre, sento il bisogno di essere felice accanto a lei. 
Eppure c'è sempre un desiderio che mi tiene ferma qui; il mio sogno: Seoul
La mamma lo sapeva, e odiava questo mio essere così fissata con la Corea. Avevo la mania di portare sempre le cuffie per il telefono alle
orecchie, e di ascoltare le mie canzoni preferite ripetutamente, cantandole, e senza staccarle mai, se non quando cenavamo o pranzavamo.
Li allora mio padre e mia madre si incavolavano tremendamente e mi levavano il telefono di mano. 
Mio padre, Frank, sperava tremendamente che io mi levassi di testa questa passione tremenda e a suo dire strana, per il K-pop.
Mio fratello Kristopher, per tutti Kris, odiava i "cinesi" e io ripetutamente lo rimproveravo, come si fa tra fratelli. 
E poi cera mamma, Anne, che ogni volta che mi vedeva intenta al pc a guardare un video musicale di qualche artista sud coreano, o che mi 
esercitavo a parlarne la lingua, vantava con le sue amiche e conoscenti questa mia passione. Lei era fiera di me, e del mio sogno di andare via 
dopo il diploma, e di andare all'università a studiare lingue orientali. 
Ma poi è scomparsa, così, in una normale giornata di novembre. Uno stupido camionista ubriaco me l'ha portata via, e con lei è andata via
anche una parte di me. 
Seppure mi senta morta dentro, il K-pop è l'unica cosa che mi fa sorridere. 
Vi starete chiedendo chi sono prima di tutto.
Il mio nome e Claire, Claire Greaner, ho 18 anni, e sono nata a Worthing il 10 agosto del 1995. 
Worthing è un paesio inglese vicino Brighton, che si affaccia sulla Manica.
Ma più di tutto credo che vi starete chiedendo perchè vi sto racontando una storia così triste. 
Beh, questo è il prima, ovviamente, la mia storia inizia l'11 Ottobre 2013. 
Ed è la storia di come sono tornata a VIVERE
Ma partiamo dal principio...


06:30 del mattino del 11/10/2013 - Worthing 

Il bip confuso e snervante della sveglia mi arrivava fino alle orecchie così ad alto volume che mi alzai più nervosa che mai.
Ormai era il classico svegliarmi con la luna storta.
Il mese prima papà si era risposato, con una ragazza più giovane di lui di ben 20 anni, che poteva considerarsi mia sorella, per i suoi 23 anni. 
Ma non era questo il problema, lo era stato invece il portarla a casa dopo essersi sposati al comune il giorno stesso, senza rendere me e Kris
partecipi della notizia. Quindi lei ora viveva con noi. E' la classica finta bionda, senza cervello e con le tette rifatte, che fa la parrucchiera in un 
negozietto da quattro soldi. 
Ecco, questa cosa, o meglio questa persona, mi faceva salire l'acido la mattina solo al sentirne la voce stridula da oca che si ritrova. 
Ma questa mattina sono meno incavolata. Ieri avevo acquistato la mia libertà ed il mio sogno, avevo comprato un biglietto per Seoul con i 
soldi lasciati dall'eredità di mamma. 
Quindi, tranquillamente, scendo le scale per arrivare in cucina e mi preparo un caffè caldo, che poi sorseggio tranquillamente appoggiata al 
bancone. Finita la mia scarsa colazione salgo in camera. 
La valigia è pronta, sotto al letto, e con essa anche la lettera scritta di sana pianta e il mio diario, dove tengo tutte le lettere scritte alla mamma. 
Non nasconderò a papà del mio viaggio, quindi saprà dove vado, ma lo scoprirà troppo tardi. 
Con l'intenzione di non fare rumore scendo di nuovo le scale, questa volta dirigendomi all'ingresso. 
La tuta indossata già di notte per essere pronta viene coperta dal cappotto, e le pantofole rimpiazzate dalle mie converse bianche. 
Anche un cappello, per coprire la mia capigliatura spettinata che mi fa apparire come uno spaventapasseri prende posto sul capo. 
Poggio frettolosamente la lettera sul mazzo di chiavi di casa di mio padre, e apro la porta. Non do nemmeno un ultimo sguardo alla casa,
esco e m'immergo nel cielo grigio del paese ancora mezzo addormentato. 
Mi fermo all'uscita della via, alla fermata dell'autobus, attendendo il mezzo, che arriva quindici minuti più tardi. Salita l'autobus parte in direzione
di Londra, quindi dell'aeroporto di Gatwick. 



06:35 del mattino del 13/10/2013 - Seoul

Il volo è stato stancante. Stare incollata per ben 34 ore sul sedile di un aereo non è di certo la cosa migliore, ma è pur sempre un sogno che 
si avvera, e lo realizzo una volta aver messo piede all'interno dell'aeroporto. 
E' la struttura più grande che io abbia mai visto fino ad ora, infatti non riesco a nascondere il mio sguardo stupito e un po da pesce lesso.
Con la valigia e il diario sotto braccio, e ovviamente le cuffie immancabili, mi diriggo a grandi passi verso l'uscita, in cerca di un taxi. 
Ne trovo uno senza fatica, e con l'aiuto dell'autista poso la valigia e poi vi entro dentro senza tante cerimonie. 
- Dove la porto? - 
Dove sarei andata? Avevo molti soldi di dietro, tutti quelli che la mamma e il suo lavoro avevano fruttato in venti anni, e lei aveva lasciato tutto
a me. 
- In un hotel, uno pulito, uno dei migliori. -
E si parte, io mi addormento sul sedile di dietro, mentre la città da me tanto sognata inizia a svegliarsi, anche se non aveva mai dormito. 



 
( Ecco il mio prologo, alcuni riferimenti del racconto sono veri e mi riguardano personalmente. Ho deciso di scrivere questa storia perchè da poco
tempo ho avuto una brutissima notizia riguardante la salue di mia madre, quindi sono dei pensieri a cui mi sono ispirata riguardo le mie emozioni.
Come potete vedere in questo capitolo non sono ancora presenti personaggi famosi, ma li vedremo nei prossimi. Spero che vi intrighi e vi piaccia
e mi piacerebbe ricevere commenti e critiche. Accetto ovviamente qualunque tipo di critica, purchè costruttiva____LittleMixer_me. )
  
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