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Autore: tenersi    11/10/2013    1 recensioni
In poco realizzai che questa volta a separarci non c'era un fottuto schermo del computer, non c'era la distanza. Allungai la mano, gli porsi la mia mano invitandolo a stringermela; mi sbracciai, cercando di fargli capire quanto fosse importante per me un contatto fisico con lui.
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«No, non è un sogno! Justin Bieber ti ha stretto la mano!» Mi girai, incontrando lo sguardo esaltato di una ragazza, mentre mi confermava che non era un sogno.
Genere: Malinconico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Justin Bieber
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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« Realize my dream. »
 

23 Marzo 2O13.

Ero lì.
Noi beliebers eravamo tutte lì, dietro quelle sbarre di ferro ad aspettare che il concerto avesse inizio, ad aspettare che justin ci passasse accanto.

Era lì.
Eccolo che passava accanto a noi, con le sue guardie del corpo vicino.
Ecco che sentii il mio cuore esplodere, un nodo alla gola, gli occhi lucidi, una voglia di urlare al mondo intero di aver visto finalmente la mia ragione di vita dal vivo.

E lo feci, urlai.
Urlai il suo nome, più forte che potevo; urlai il suo nome con tutte le mie emozioni, urlai per incredulità, urlai per chiamarlo. Il suo nome pronunciato da me significava "Justin, vieni qui e notami."

«Justin! Justin, please come here!» Gridavo più che potevo, la mia testa era confusa, non ci capivo più niente. Non mi ero nemmeno accorta di star piangendo, finché il sapore salato delle lacrime non colpì la mia bocca.

«Justin, you saved me!» Glielo dissi col cuore in mano, glielo dissi perché era vero: lui mi aveva salvata.

«Justin please, don't ignore me!» Lo supplicai, con voce soffocata dai singhiozzi. Ma era inutile anche dirglielo, c'erano chissà quante beliebers che stavano urlando che la mia voce non si sarebbe sentita comunque.

«Justin, note me!» Continuai a pregarlo, anche se ormai sapevo fosse inutile.
Singhiozzavo dall'emozione, dalla felicità.

E poi fu tutto ancora più confuso, più bello.
Lui passò accanto a noi, e quando lo vidi a pochi centimetri dal mio viso non riuscii più ad urlare. Era vicinissimo, mentre firmava autografi e sorrideva.
Dio, il suo sorriso.
Il suo sorriso da vicino era il paradiso, vederlo sorridere mi fece fare le capriole al cuore, volevo sorridere anche io, ma non ci riuscivo.

In poco realizzai che questa volta a separarci non c'era un fottuto schermo del computer, non c'era la distanza. Allungai la mano, gli porsi la mia mano invitandolo a stringermela; mi sbracciai, cercando di fargli capire quanto fosse importante per me un contatto fisico con lui.

In una frazione di secondo lui mi guardò, i suoi occhi miele incontrarono i miei, mi sorrise e mi strinse la mano. No, non ci credevo. Era un sogno?

«Are you real?!» Gridai più che forte che potevo, credendo che sarei riuscita a svegliarmi e smetterla di illudermi. «It's a dream! It's a dream!» Gridavo disperata, piangendo dall'emozione.

«No, non è un sogno! Justin Bieber ti ha stretto la mano!» Mi girai, incontrando lo sguardo esaltato di una ragazza, mentre mi confermava che non era un sogno.

E in quel momento rimasi a bocca aperta, piangendo ancora di più.
Portai la mia mano alla bocca, baciandola. Avevo toccato il mio idolo, ero incredula, il cuore mi andava a mille, il trucco era sicuramente colato del tutto ma io continuavo a piangere; respiravo affannosamente, e quasi mi sentii soffocata fra tutte quelle ragazze.

L'ultima cosa che sentii furono le urla delle beliebers, prima di chiudere gli occhi e sorridere finalmente felice.


 
Felice si aver realizzato il mio sogno.


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