Anime & Manga > L'Attacco dei Giganti
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Autore: DeliaDulhallan    11/10/2013    4 recensioni
Questa storia ha un'ambientazione scolastica e i sessi di alcuni personaggi sono invertiti.
La storia è incentrata su Mikasa(Mikaze), Eren(Elen), Jean(Jenny) e Levi(prof. Levi).
A Jenny piace Mikaze, a Mikaze piace Elen... e ad Elen chi piace?
Mikaze sospetta che la sorella adottiva abbia una relazione illecita col professore di matematica, anche non ha alcun indizio. Jenny lo aiuterà nelle indagini, ma scoperta la verità riuscirà a voltare le spalle alla sua amica/rivale?
(Ogni capitolo sarà scritto dal punto di vista di un personaggio diverso, tra i quattro sopra elencati).
Genere: Commedia, Introspettivo, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Armin, Arlart, Eren, Jaeger, Mikasa, Ackerman
Note: AU, OOC | Avvertimenti: Gender Bender
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~ Jenny ~

Mikaze si poteva definire un bel ragazzo. Era alto per la sua età, i capelli scuri gli davano un fascino misterioso e gli occhi grigi e profondi brillavano in modo particolare. Eppure non erano queste le parti che Jenny preferiva di lui. Non erano le mani grandi ed eleganti, non erano gli avambracci muscolosi, non erano le labbra piene e sottili, né le orecchie lievemente allungate. Non era la pelle luminosa, non erano le sue sopracciglia folte ma curate, né il naso lievemente all’insù. La parte che la ragazza preferiva, e che sospirando col volto nascosto tra le mani sbirciava durante le lezioni, era il collo sinuoso e chiaro, così perfetto che pareva scolpito nel marmo. Si divertiva ad osservare il suo pomo d’Adamo fare deliziosamente su e giù ogni qual volta parlava.

Mikaze Ackerman mi piace da morire.

C’era solo una cosa che si metteva in mezzo tra lei e quel ragazzo taciturno e bello come un dio: una cosina fastidiosa, irritante, determinata e con due grandi occhi smeraldo: Elen.

Cosa ci troverà mai Mikaze in una racchietta come lei?

Jenny si attorcigliava attorno alle dita i lunghi e boccolosi capelli biondo cenere, diversi da quelli scuri, corti e scompigliati della sua rivale, tormentandosi. Non conosceva l’oscuro passato che li legava indissolubilmente.

Il banco di Elen era casualmente vicino al suo, dal lato della finestra. Jenny, voltando il capo, si accorse che stava ruminando con la bocca spalancata e la fissò con disappunto. Non fu l’unica a notarlo.

Elen masticava spensieratamente un saporito chewing-gum alla fragola(Jenny riusciva a vedere la cartina colorata spuntare dal sottobanco), ignara del fatto che il prof di matematica si stesse minacciosamente dirigendo verso di lei.

Sei nei guai Elen! Mai scherzare col Prof. Levi!  Jenny provò a darle una gomitata per avvisarla del pericolo imminente, ma era troppo tardi.

L’insegnante sbucò silenziosamente alle spalle della ragazzina distratta, afferrandole e bloccandole con una mano la mandibola in piena attività. Elen, stupita, fissò il professore con la bocca semi aperta e una perfetta espressione da pesce lesso.

Non è per niente carina. Penso Jenny. Ed è nei guai fino al collo.

-Risolvi questo problema, Jaeger. Hai due minuti.-

Le schiaffò il libro di matematica sul banco, indicando con un dito il numero dell’esercizio. Jenny sbirciò senza allungare il collo.

E’ facile! Anche se non era attenta, dovrebbe essere in grado di risolverlo.

-Non lo so-

Abbassò lo sguardo Elen: la matematica era sempre stata un mistero per lei.

- 5x! 5x!- Bisbigliò Mikaze in un disperato tentativo di salvataggio.

-Taci Ackerman, lo sto chiedendo a Jaeger.-

-Ehm… 5?- Provò Elen.

-20 minuti di punizione. Magari così imparerai a prestare attenzione.- Sentenziò crudelmente il prof. Levi.

-No, aspetti! Fa -5 ho capito!-

-40 minuti.-

-No,no, -6x!-

-Jaeger, vuoi restare eternamente in punizione? Se è quello che vuoi posso accontentarti.-

-Com’è possibile? Ho fatto un errore di calcolo? Non capisco!- Mormorò tra sé e sé la ragazza confusa, mentre ripeteva frustrata i calcoli contando sulle dita.

-Riprendiamo la lezione.- Concluse il professore, rivolgendole uno sguardo minaccioso.

Elen inghiottì la cicca spaventata, senza dire altro. L’ora terminò senza altri intoppi. Quando la campanella suonò, nella classe ci fu un sollievo generale: era finita l’ultima lezione e potevano finalmente tornarsene a casa! Tutti meno Elen, che si avvicinò sconsolata alla cattedra dell’insegnante.

Che pensa di fare? Dovrebbe starsene alla larga da un prof come quello.

-Le giuro che stavo seguendo!- Disse la ragazza dagli occhi verdi, spalancando dinanzi a lui il quaderno fitto di appunti.

-Siediti allora.- Jenny spalancò gli occhi quando vide il professore risponderle pazientemente e  trascinare una sedia di fronte al banco della ragazza, prendendovi posto.

- Usiamo questo tempo per capirne qualcosa allora, ok?-

-Grazie sensei!!- Le guance di Elen si sollevarono, in un sorriso di timida riconoscenza. La sua voce risuonò nell’aula ormai semivuota. Rimanevano solo Jenny, che non voleva perdersi nemmeno una parola e Mikaze, lì per lo stesso motivo, che riponeva i libri nella tracolla con disarmante lentezza.

-Gliel’avrei potuto spiegare io.-

Jenny sentì Mikaze mormorare tra sé e sé.  Capiva perché Elen non aveva voluto il suo aiuto: doveva essere frustrante avere un fratello, seppur adottivo, che eccelleva in qualsiasi cosa.

-Hai intenzione di aspettarla?-

Gli chiese mentre uscivano dall’aula e Mikaze lanciava un’ultima riluttante occhiata a Elen.

-Mh… sì-

-Posso tenerti compagnia?- Gli domandò Jenny, facendosi coraggio. Mikaze annuì mentre si grattava pigramente dietro un orecchio. Una volta fuori dalla stanza buttò la borsa a terra e si sedette sul pavimento, posando la schiena contro il muro. La compagna di classe fece lo stesso. Tra i due calò un silenzio imbarazzato.  Jenny tirò fuori uno specchietto tondo, per controllare se il suo make-up fosse a posto.

-Bella quella cosa che hai sulle ciglia. Le fa, ehm, lunghe.-

Commentò Mikaze sforzandosi di infrangere quel silenzio, con la sua voce profonda.

-Intendi il mascara? Grazie!-

-Elen non lo mette mai.- Elen, Elen, Elen! Gira sempre tutto attorno a lei!

-Non si sa truccare?- Disse Jenny, non per curiosità, ma per sforzarsi di mandare avanti la conversazione.

-Credo di sì. Non l’ho mai vista.-

-Vuoi che ti sveli i miei segreti?- Jenny inclinò la testa e sorrise maliziosamente.

-I tuoi segreti?- Rispose Mikaze confuso.

-Sul make-up, il make-up!-

-Ah! Sì, certo.-

 -Che avevi pensato?- Rise la ragazza.

-Allora, per prima cosa bisogna mettere il primer… -

Mikaze ascoltò tutta la spiegazione con attenzione, senza annoiarsi.

-Hai capito tutto?- Domandò Jenny una volta finito.

-Più o meno.- Mikaze era un po’ confuso. A Jenny passò per la testa un’idea balzana.

-Vuoi che ti faccia vedere come si fa?-

-Ma tu sei già truccata.- Rispose Mikaze, guardandole i vispi occhi castani allungati da sottile una linea di eyeliner. Jenny non gli rispose: si limitò a guardarlo in maniera eloquente.

-Oh, no. Sono un maschio.-

-Hai ragione, Ackerman.-  constatò Jenny. Poi aggiunse mortificata –scusa se ho esagerato.-

Il ragazzo diede una rapida occhiata all’orologio: mancava più di mezz’ora. Attraverso la porta sentirono Elen e il prof ridere. Il bel viso di Mikaze si deformò dalla rabbia per un istante: in quel momento Jenny ebbe paura.

-Al diavolo, facciamolo, andiamocene da qui.- Disse d’impulso Mikaze, stupendola. Si infilarono nel bagno delle ragazze, camminando senza fare rumore e guardandosi furtivamente attorno. Non c’era bisogno di essere così prudenti: la scuola era deserta. Il cuore della ragazza batteva fortissimo e il respiro irregolare non le permetteva di concentrarsi: era il momento!Avrebbe toccato il viso di Mikaze.

Farò un pasticcio se non mi calmo! Posato l’astuccio con il necessario sul lavandino, sorrise riflesso di se stessa e a quello di Mikaze, che le rispose con la solita espressione apatica.

-Sei pronto? Chiudi gli occhi, ora devi stare fermissimo.-

Mikaze annuì e fece come Jenny ordinava. Gli scostò i capelli setosi dalla fronte, sistemandoglieli dietro le orecchie. Il ragazzo rimase fermo senza dire nulla. Poi, con mani tremanti, gli sfiorò le palpebre, iniziando ad applicare un ombretto color perla.

-Potresti rilassare le sopracciglia, per favore?-

-Uhm, certo.- Mikaze non si era accorto dell’ombra di rabbia che non gli aveva abbandonato il viso.

Jenny non face commenti e continuò il lavoro con metodicità e precisione.

Chissà se lui è emozionato almeno la metà di quanto lo sono io? Si chiese Jenny. Il respiro del ragazzo era forzatamente regolare, e le sopracciglia si ribellavano a quella calma forzata. Lo stomaco della ragazza si contrasse dolorosamente.

Sta ancora pensando a Elen. Mi chiedo se ho davvero una possibilità, o se devo mollare. Lui mi piace tanto, però non so se posso sopportare tutto questo ancora a lungo.

A metà dell’opera Mikaze socchiuse di nascosto un occhio, per vedere cosa stava combinando la ragazza. Era curioso di che espressione avesse: in classe si erano parlati poche volte e non la conosceva per niente. Dalla sottile fessura semiaperta scorse Jenny che si mordeva il labbro inferiore con un’espressione seria e concentrata, la ciocca ordinata sistemata con una molletta per non ostruirle la visuale, e che senza respirare finiva di tracciargli l’ultimo tocco di eyeliner. La ragazza se ne accorse.

Non posso rinunciare. Finché ci sarà una possibilità lotterò. E se la nave deve affondare, allora verrò giù con essa.

-Rosa o trasparente?- Domandò al ragazzo, mostrandogli due diversi gloss. Mikaze inclinò la testa.

-Huh, rosa?- -Sì, anche secondo me. Si adatta meglio alla tua carnagione.- -Che ha la mia carnagione che non va?- Ribatté il ragazzo confuso. –Niente, niente!- Rise Jenny. –Hai una bella pelle. E’ chiara e liscia: mi piace.-

Tu mi piaci.

Mikaze fece involontariamente sfumare quell’atmosfera romantica, cercando di sputare i capelli che gli si erano appiccicati alle labbra per via del gloss. La ragazza lo trovò buffo.

-Ora sei ufficialmente favoloso! Anche se mancherebbe il mascara.-

Mikaze impugnò quell’affare misterioso, deciso a fare da solo, ma le sue mani grandi risultarono maldestre.

-Aspetta, così rovini tutto!- intervenne Jenny preoccupata. Gli posò una mano sulla fronte per tenerlo fermo e lentamente iniziò ad applicare quella sostanza nerastra e appiccicosa. Mikaze per un istante temette di essere accecato, ma resistette orgogliosamente fidandosi della nuova amica.

Jenny si sentiva ubriaca di felicità. Aveva deciso che non le importava se, poche ore dopo, appena tornati a casa, il ragazzo avrebbe sfiorato Elen allo stesso modo: lei e lui erano e ora, vicini come non lo erano mai stati e non avrebbe cambiato quel momento per nulla al mondo.

Sono diversa da com’ero prima. Sono più forte. Ce la posso fare. Mikaze, riuscirai a capire un giorno che sono sempre stata qui per te?

-Ora puoi guardarti.-

Mikaze aprì gli occhi e ammirò l’opera di Jenny, impressionato. Spostò il viso a destra e a sinistra, per potersi guardare da ogni angolazione. La ragazza disse quello che Mikaze stava pensando: -sei stupendo!-

Ed era vero. Il ragazzo abbozzò un sorrisetto imbarazzato, che scomparve così rapidamente com’era apparso. Jenny gli porse poi una salvietta struccante: non poteva certo andare in giro in quel modo! Mikaze si strofinò grossolanamente la faccia, cancellando ogni traccia del trucco.

Cancellando ogni traccia di ciò che è successo tra noi, oggi. Pensò malinconicamente Jenny. Sperava non si dimenticasse: lei non l’avrebbe mai fatto.

-Allora io vado.- Si congedò il suo Mikaze, poi se ne andò senza voltarsi. Jenny non lo seguì. L’ultima cosa che voleva era vederlo riabbracciare Elen, appena uscita dall’ora di punizione: avrebbe fatto troppo male. Tra quei due fratelli c’era qualcosa di strano. Non voleva pensarci, così si ficcò gli auricolari bianchi a tutto volume nelle orecchie e si diresse a passo veloce verso casa. Mentre tornava, adattando i suoi passi al ritmo della musica, vide spuntare una testa bionda.

-Armin?- francamente non si ricordava il suo cognome.

-Ciao, Jenny!-

-Non sapevo abitassi qui vicino.-

-Sono venuto a trovare mio nonno.-

Fecero un tratto di strada assieme, chiacchierando del più e del meno: parlare con Armin era facile. Jenny non fece parola di quello che era successo con Mikaze: era il loro segreto.

Non immaginava che i segreti, anche se non quello in particolare, avrebbero portato solo guai ai quattro ragazzi.

* * *

Grazie per aver letto! ^_^  

  
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