Storie originali > Drammatico
Ricorda la storia  |      
Autore: frjendlouis    11/10/2013    0 recensioni
Ascoltare Jaleh che racconta la sua vita è come ricaricare le batterie.
Genere: Drammatico | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna
Note: What if? | Avvertimenti: Contenuti forti
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
Ascoltare Jaleh che racconta la sua vita è come ricaricare le batterie. E giovane Jaleh, ma per la sua lunga esperienza, questo ragazzo di venti anni è già vecchio. Spiega ogni tappa del viaggio cominciato nel giardino di casa sua a Kabul nel marzo mille novecento novantasette e finito a Bradford nel gennaio del duemila sette, dando molti particolari e soffermandosi sui suoi stati. Un viaggio durato nove anni e iniziato da bambino. 
 
— Quando mia madre mi affidò al trafficante avevo dieci anni. Mi presentò un uomo e mi disse di andare con lui, senza darmi spiegazioni. Non mi salutò come se dovessi partire per un lungo viaggio. Però piangeva e io non capivo  — ricorda Jaleh.  — Ultima volta che ho visto mia madre. 

Il destino di Jaleh era già stato deciso dai fratellastri maggiori: arruolarsi e combattere tra la fila dei talbani come stavano facendo loro e come aveva fatto il loro padre prima di essere ucciso. Unico modo per sottrarsi era scappare appena possibile. Da quel giorno il viaggio di questo bambino dagli zigomi alti, tipici della minoranza hazara, divanta un thriller in cui si alterano abusi e sfruttamento a periodi in prigione per mancanza di documnti, respingimenti in Afghanistan e nuovi tentativi di arrivare con ogni mezzo in un posto sicuro dove vivere. La storia di Jaleh, figlio di un pashtun e di una donna hazara, maltrattato dalla nascita dagli stessi fratelli maggiori per avere un sangue sporco e destinato a combattere contro la sua volontà, racchiude il senso del diritto in un momento in cui in Europa molti preferiscono ignorarlo. Spiega anche perché la Giornata mondiale del rifugiato è utile a dare attenzione a chi nel mondo non ha privilegio di poter vivere in sicurezza nella casa propria. 
Cosi come la storia di Jaleh durata nove anni serve a far capire che avere i documenti non è alla portata di tutti. Dimostra come oggi i canali legali disponibili per arrivare in Europa siano pressochè inesistenti e che quanti cercano protezione devono pagare un prezzo altissimo, fino a rischiare la vita nascosti sotto un tir, come Jaleh, o a bordo di barconi attraverso il Mediterraneo. In questi ultimi anni tante persone bisognose di protezione hanno trovato proprio nel mare lo spartiacque decisivo per la loro vita. Un obbiettivo del giovane Jaleh era arrivare in un posto sicuro dove crescere e diventare un adulto senza paura. Ma se avesse potuto scegliere, lui cosi come tanti altri, sarebbe rimasto nella sua casa di Kabul con la madre. 
Ed è proprio da questa condizione di non scelta che nascono le tutele a favore di richiedenti asilo e fiugiati, persone verso cui esistono degli obblighi internazionali sanciti dalla Convenzione che si fonta sul principio del non respingimento verso un Paese in cui la vita o la libertà verrebbero messe in pericolo per motivi di razza, nazionalità, religione, opinione politica e appartenenza a un gruppo sociale.
Un Europa che si è spinta oltre. La Corte di Strasburgo vieta in modo inderogabile e assoluto il respingimento verso un qualsiasi Paese in cui vi sia rischio di subire tortura o maltrattamento disumano e degredante. E la domanda che ciascuno di noi si dovrebbe porre, in questi tempi in cui la pratica del respingimento sembra avere consenso è: che cosa ne sarebbe ora di Jaleh?
  
Leggi le 0 recensioni
Ricorda la storia  |       |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Torna indietro / Vai alla categoria: Storie originali > Drammatico / Vai alla pagina dell'autore: frjendlouis