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Autore: Silvi_MeiTerumi    11/10/2013    0 recensioni
Abbie e Luke.
Due nomi e la classica storia d'amore.
Quanto può bello essere in tre?
Genere: Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Luke Hemmings, Nuovo personaggio
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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We are in three.
 
Un dolce ‘click’ si diffuse tra le mura di casa Hemmings.
Quel pomeriggio di maggio tutta la famiglia si ritrovava seduta sui divani che circondavano il costoso tavolo di legno ottocentesco, regalato dalla prozia Margaret a Liz, la mamma del ragazzo che teneva in mano la sua nuova macchina fotografica.
Un sorriso fece capolino sul volto del biondo che poco dopo si sedette di fianco a una ragazza con un mano sul grande pancione. Si sorrisero teneramente e con un gesto veloce Luke poggiò la sua grande mano su quella della ragazza.
-Allora cosa dobbiamo procurarvi? – domandò con tono nervoso un signore sulla cinquantina seduto sulla poltrona posta  a destra vicino alla finestra.
-Niente pà, state tranquilli. Io e Abbie  abbiamo tutto ciò che possiamo desiderare – spiegò Luke, ormai alla centesima volta. Suo padre era cosi insistente a volte.
Lui sarebbe dovuto partire per il tour, ma fortunatamente le tappe lontano da casa erano poche, sarebbe stato via solo poche settimane.
-Stia tranquillo Mark – ripeté con voce rassicurante la bionda che lentamente si alzò dal divano stiracchiandosi, al ché ebbe dei capogiri. Non doveva alzarsi cosi velocemente.
Luke si tirò subito in piedi quando notò la fidanzata tenersi la testa.
-Non devi alzarti così bruscamente – la richiamò tenendola per i fianchi – potresti cadere – disse infine per poi prenderla per mano.
-Si, hai ragione. Il fatto è che non mi sono ancora abituata, è così strano pensare che a solo 19 anni avrò un bambino. . – sospirò per poi guardare il ragazzo negli occhi. Blu contro azzurro.
-Usciamo un po’ – propose poi, prima di sorridere educatamente ai due signori seduti in quell’accogliente salone.
I due a passo lento si incamminarono per il grande giardino, fermandosi al bordo della piscina.
-Mi mancherai Luke – ammise Abbie sospirando.
-Dai, saranno solo tre settimane amore – decretò stringendola a sé.
-Lo so, ho resistito anche per mesi senza te, ma. . Con il bambino, vorrei ci fossi anche tu, mancherai ad entrambi –
Uno sguardo intenerito si fece spazio sul volto del ventenne che amabilmente baciò la fronte alla ragazza e ‘anche voi mi mancherete ‘ uscì dalle sue labbra prima di perdersi nei ricordi.
 
‘Era il primo agosto e avevo deciso all’ultimo momento di concedermi una piccola pausa per andare in spiaggia, fortunatamente era a pochi passi da casa e non ci misi molto ad arrivare.
Mi tolsi la canotta celeste e con fare calmo mi distesi sul salviettone che avevo accuratamente poggiato sulla sabbia bollente.
Stavo prendendo il sole quando un colpo alla testa mi fece aprire gli occhi. Davanti a me avevo una ragazza cassettina con le mani sulla bocca.
-Scusa! Non volevo colpirti, è solo che vedi, sono imbranata a giocare a pallavolo e quindi non l’ho fatto apposta, davvero – continuava a ripete, e per lo più frasi confuse, a momenti le mancava il fiato.
-Non importa, tranquilla – la rassicurai porgendole il pallone a pochi centimetri da me.
Solo quando mi avvicinai notai le graziose lentiggini che contornavano le sue guancie rosee, ma quegli occhi blu, quelli mi incantarono, non li dimenticai per giorni interi.
Solo dopo il tour in America decisi di cercarla, ritornai precisamente tre mesi dopo sulla spiaggia e la ritrovai l’, a riva con lo sguardo perso mentre fissava le piccole onde che le bagnavano i piedi.
Mi sedetti in parte e solo dopo pochi secondi biascicò un ‘ciao’ triste.
-Qualcosa non va? –provai a chiederle, ma ricevetti solo un occhiataccia.
Solo dopo cinque minuti rispose tristemente – Non va niente, è questo il punto – sbuffò per poi alzare lo sguardo al cielo.
-Piacere Luke – mi decisi a presentarmi.
Un sorriso sincero si aprì tra le sue labbra ricoperta dal lucidalabbra – Abbie – disse solamente.
E da lì iniziò la nostra storia’
 
-A che pensi Luke? – mi riscosse dolcemente la bionda appoggiata a me.
-Al nostro primo incontro – ridacchiò il cantante.
-Sai, mi spiace ancora per la palla in testa – sospirò Abbie tirando per una guancia Luke.
-Ancora? Sai che ti ho già perdonato! – ribattè esasperato. Era da quando avevano cominciato ad uscire insieme come coppia che lei si scusava per quel piccolo inconveniente.
-Va bene, però scusa lo stesso – trattenne un risolino per poi guardarsi il pancione ormai grande.
-E’ la cosa più bella che potesse capitarmi, con te – ammise sincero Luke.
 
‘ Che guaio’ si ripeteva Abbie correndo per la stanza e cercando di rimettere tutto in ordine, infatti non riusciva più a trovare il cellulare.
-Dannazione! Dove sei?! – gridò rivolta al cellulare, come se questo potesse risponderle.
Quando finalmente spostò gli ultimi vestiti di Luke trovò il suo amato cellulare e con gesti veloci inviò un messaggio a Calum.
 
‘Sono nei guai Cal, mi serve il tuo aiuto!’ premette invio e dopo pochi secondi, che sembravano un’eternità ricevette risposta.
‘Arrivo baby, sono da te tra poco’
 
Per fortuna che Calum Hood era di parola.
Dopo dieci minuti campanello Hemmings-Jackinson suonò e Abbie corse ad aprire.
-Mi spieghi cosa hai? E’ da un’ora che stai bevendo camomilla! – si mise le mani nei capelli Cal vedendo Abbie sorseggiare la diciottesima camomilla della nonna.
-Io e Luke. . Insomma, abbiamo fatto ehm, cioè. . Nella notte io e lui. . – borbottò imbarazzata senza guardare l’amico negli occhi per la vergogna.
Solo quando udì una risata spensierata alzò lo sguardo, trovandosi il moro con le mani sulla pancia.
-Cosa ridi eh?! – lo fulminò con lo sguardo.
-Così tante parole per dirmi che tu e il mio migliore amico avete fatto sesso? –si asciugò le piccole lacrime causate dal troppo ridere.
-Non sesso! Ma amore! – ribattè lei poggiandosi sul tavolo e sporgendosi verso di lui.
-Okok, quindi. . Problema? –disse con tono confuso – è normale, prima o poi doveva accadere, insomma, Luke è Luke,  è un mito in queste cose e. . – bastò solo un ‘aspetto un bambino’ a fermare il flusso di parole del bassista, che con occhi spaesati guardava la bionda di fronte.
-Oh – fu solo questo che uscì dalla bocca di Calum.
-E non so se dirlo a Luke, potrebbe cacciarmi e manderei a monte la sua carriera! – si strinse esasperata nelle spalle.
-Diglielo oggi stesso – annuì il moro – infondo deve sapere, è lui il padre e poi – sorrise – sono convinto che non se la prenderà, anzi, si festeggerà per un bel po’ –
 
Solo verso le sette, all’ora di cena un Luke assonnato fece il suo ingresso, e davanti a sé si presentò un Abbie sconvolta.
Era seduta sul piccolo divano in pelle e in mano teneva una tazza di camomilla, lo poteva sentire a chilometri di distanza quell’odore, in un certo senso lo odiava, soprattutto perché fatto dalla nonna di Abbie, non che avesse qualcosa contro la povera nonnetta, ma la prima volta che gli si era presentato la anziana signora l’aveva squadrato da cima a piedi e dopo un’ interrogatorio aveva decretato che lui, Luke Hemmings non faceva per la sua adorata nipotina.
Pff. . E invece si sbagliava!
Ma tralasciando questo particolare, la cosa che più lo preoccupava era che ad Abbie, la camomilla non piaceva neanche!
La beveva solo in casi estremi.
-Ehm. . Amore, come mai bevi la ‘milla? – le domandò avvicinandosi e posandole una mano sulla guancia.
-Niente – rispose prontamente lei alzandosi, facendo cadere delle piccole gocce sul pavimento.
-Ok. .Mangiamo? – sorrise il ragazzo che ottenne un silenzioso scuotimento di capo positivo.
La cena passò velocemente e una seconda cosa che preoccupò Luke fu quando Abbie se né andò a letto senza guardare CSI, cosa molto insolita per una fan di Orazio.
Solo quando silenziosamente salì per andare a dormire udii il singhiozzare della ragazza che sembrava non averlo sentito.
Quando accese la luce riusc’ ad osservare il corpo minuto della ragazza contrarsi e i singhiozzi si placarono.
-Abbie, cosa hai? Stai male? – le sussurrò dolcemente carezzandole la schiena coperta da una maglietta dei Nirvana.
-S-si – tirò su con il naso per poi voltarsi.
-A me non sembra, cosa ti preoccupa? Lo sai che puoi dirmi tutto – ammise asciugandole le lacrime.
-I-io, mi spiace Luke, sono un disastro – ammise per poi abbracciarlo.
-Cosa. . ? – le idee si fecero più confuse.
-Aspettiamo un bambino – quelle tre parole bastarono a Luke per fargli capire che da quel momento in poi sarebbe stato veramente felice, sarebbe diventato un uomo completo.
 
Le risate della giovane coppia si dispersero fra i piccoli alberi che circondavano il grande giardino della villa.
-Ti amo, lo sai? – disse Luke sfiorando con il naso la guancia di lei.
-Mmmmh. . Si lo so. . – confessò facendo la finta tonta per poi incamminarsi verso l’entrata.
-Abbie,  io. . Vieni con me –
-Uhm. . Luke ma. .-
-Non volevi visitare Los Angeles? – le chiese facendole l’occhiolino.
-Ti amo Luke – confessò prima di baciarlo.
 
Ok, non so da dove mi sia venuta questa One shot, but spero vi piaccia :)
Fatemi sapere <3
Silvia x

 
 
 

 
  
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