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Autore: bipolarry    12/10/2013    5 recensioni
“E se poi precipita?” Harry continuava a ripetere con aria cantilenante. “Louis! Aspettami! Dove vai? Non puoi lasciarmi qui, aspetta! Mi sto preparando psicologicamente..”
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A Louis spettano 26 ore di aereo, nulla di stressante, se non fosse che Harry ha una paura fregata degli aerei.. ne usciranno vivi?
Genere: Comico, Slice of life | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Harry Styles, Louis Tomlinson
Note: AU | Avvertimenti: nessuno
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I don’t want to die, Louis!
 
 
“Io non ci salgo.” Piagnucolò Harry incrociando le braccia sul petto, costantemente urtato dagli altri passeggeri che si facevano strada verso il gigantesco aereo che li avrebbe portati dall’altro lato del mondo.
“E se poi precipita?” continuava a ripetere con aria cantilenante. “Louis! Aspettami! Dove vai? Non puoi lasciarmi qui, aspetta! Mi sto preparando psicologicamente..” sbuffò, ma vide che il suo ragazzo continuava a dirigersi disinteressato verso la scala angusta che li portava all’interno dell’aereo. “Louis! Ti ho detto di aspettarmi!” Prese la valigia ed iniziò a seguirlo, “È pesante! Aspettami!” con un modesto affanno riuscì a raggiungere Louis prima che il fiume di persone pronte ad imbarcarsi li separasse per dei lunghissimi 10 minuti, che Harry avrebbe ovviamente passato nel panico totale.
Con nonchalance mostrò il proprio passaporto e la propria carta d’imbarco allo steward, lo squadrò per bene, e con l’espressione più innocente che riuscì a sfoggiare, sussurrò: “Potresti aiutarmi con il mio bagaglio?” Il giovane, capelli e occhi scuri, con aria mediterranea, rimaste piacevolmente interdetto dalla proposta di quel ragazzino dagli occhi grigi, i due si fissarono per un secondo, finché Harry non si sentì tirato per un polso.
“Muoviti, avanti, non pesa per niente quel minuscolo bagaglio a mano.” Con un sorriso forzato, Louis si rivolse allo steward “Grazie per il pensiero ma lo aiuto io” e trascinò via da quell’ idillio sia Harry che il suo bagaglio.
“Uhm..A13 e B13.. A13 e B13.. A13 e B13..” Louis continuava a sussurrare la numerazione dei loro posti, finché finalmente, dopo aver sistemato quella maledetta valigia negli scomparti, poté accasciarsi su quella che sembrava davvero una scomodissima poltrona. Rimase completamente rilassato, con gli occhi chiusi, e inspirando profondamente, per circa dieci secondi, ma, sentendosi osservato, sbirciò con la coda dell’occhio, e vide Harry ancora in piedi, piantonato nel corridoio, che lo fissava con le braccia incrociate.
“Louis. Louis, voglio scendere. Ho paura.” Aveva un tono risoluto, si sentiva quasi adulto quando lo diceva.
“Sta zitto e siediti, chiudi gli occhi, vedi che passa subito.” Richiuse gli occhi.
“Louis..?”
“Che vuoi adesso?”
“Il mio posto è quello all’interno, dovresti alzarti, altrimenti non posso sedermi..”
Mugugnando qualcosa di indecifrabile, Louis si alzò dalla poltrona concedendo ad Harry il privilegio di sedersi vicino al finestrino.
“No, no, no, ho paura, io scendo.”
Mentre faceva per alzarsi, Louis allungò il braccio e lo tenne bloccato alla poltrona, tenendogli premuta una mano sul petto. Doveva ammettere che se il ragazzo non si fosse calmato, il suo cuore sarebbe potuto esplodere da un momento all’altro. “Sta' fermo.”  Lo guardava fisso negli occhi, e con la stessa premura con cui un padrone mette il guinzaglio al cane, Louis bloccò Harry con la cintura di sicurezza. “Respira, e non provare a muoverti.” Se avesse avuto una museruola, non avrebbe esitato ad usarla.
“Quanto durerà il volo?” chiese Harry iniziando a sfogliare una rivista comprata prima in aeroporto, sperando di potersi distrarre quanto bastava per non avere una crisi di panico.
“Qualche ora..” sussurrò, sperando che Harry non chiedesse nulla di più dettagliato.
“Qualche ora.. quante?”
“Un po’..” quasi sudava freddo, sapeva che non sarebbe stato in grado di reggerlo.
“Louis, quante or-”
“26, okay, 26 ore, 3 scali, 2 aerei” disse tutto d’un fiato, sperando di confondere il proprio ragazzo.
“Oka- Quante ore, scusa? No, io scendo.” Si concentrò a capire il funzionamento della cintura di sicurezza, che lo incatenava al sedile. Continuava ad agitarsi. “Voglio uscire!”
“Shh, sta’ zitto!” Louis si guardò intorno, quasi a chiedere scusa con lo sguardo agli altri passeggeri, se avesse potuto sarebbe andato accanto ad ognuno e avrebbe detto ‘scusatelo, è scemo, ma non abbiate paura, è totalmente innocuo.’
“Oh dio, si muove, ci stiamo muovendo, lo sento. Morirò qui.” Continuava ad agitarsi e ad armeggiare con la cintura di sicurezza, nemmeno fosse Houdini alle prese con una camicia di forza.
“Sta' calmo!” Gli mise una mano sulla bocca per evitare di dare spettacolo. “Adesso resti in silenzio, hai il permesso di parlare solo una volta arrivati in Nuova Zelanda, non prima. Va bene? Annuisci per affermare.”
Harry fece di no con la testa.
“Annuisci.”
Harry continuava a scuotere la testa.
“Se io adesso levo la mano da sopra la tua bocca, tu inizierai a gridare, spaventando a morte tutti gli altri passeggeri?”
Harry fece segno di no.
“Okay, allora adesso levo la mano, tu resta calmo.”
Con molta calma fece scivolare la mano sotto al mento, e aspettò che Harry parlasse.
“Voglio scendere.” Disse con tono risoluto, quasi gli tremava il labbro inferiore, e Louis poteva giurare che quegli occhi grigi stavano diventando lucidi.
Si trattenne dal dare una risposta sarcastica, sapendo che avrebbe solo portato altre lamentele.
“Guarda fuori dal finestrino, ci stiamo muovendo, tra qualche minuto decolleremo, non possiamo scendere. Ma sai cosa puoi fare? Puoi calmarti.” Continuava a guardarlo fisso negli occhi annuendo, nel tentativo di convincerlo. “Puoi chiudere gli occhi, contare fino a mille e addormentarti. Quanto ti sveglierai sarai in Nuova Zelanda. Okay?” Disse con il tono più rassicurante che poté trovare.
Vennero interrotti dallo steward dall’aria mediterranea.
“Posso offrivi qualcosa?” Una voce cristallina, sicura.
Louis non si premurò nemmeno di girarsi, e ancora dandogli le spalle disse: “Per me qualcosa di salato e dell’acqua, grazie.”
“Per lei?” gli occhi erano fissi su Harry.
Il più piccolo, tirando su col naso, con l’aria più ingenua che poté, chiese: “Avete alcolici? Ho bisogno di alcol.”
“Uh-m-m..” l’affascinante steward mediterraneo si trovò in difficoltà, e balbettò qualcosa, finché l’acidità di Louis non si intromise nella loro conversazione: “Prende quello che ho preso io.”
Non appena lasciati soli, Harry si premurò di leggere tutte le istruzioni in caso di precipitazione. E seguì con estrema attenzione la spiegazione svogliata dell’hostess.
Al momento del decollo il terrore fece capolino negli occhi di Harry, un sorriso saccente si disegnò sul volto di Louis che alzando gli occhi al cielo si voltò e gli disse: “Avanti, puoi tenermi la mano, basta che la smetti di piagnucolare.”
Harry non se lo fece ripetere due volte, afferrò la sua mano più forte che poteva e chiuse gli occhi, Louis osservò il petto di Harry alzarsi e abbassarsi ripetutamente, gli tremava il respiro.
“Avanti, è un decollo, non stai partorendo.”
“Ti sembra il momento di scherzare? Il decollo è la parte più pericolosa, potrei morire da un momento all’altro, oh dio, in caso dovessimo morire sappi che ti ho amato, e che sono stato io a dare fuoco alla tenda della cucina, non Liam, mi dispiace Lou, avrei dovuto dirtelo prima, io non-”
“Sapevo che eri stato tu, Liam è troppo intelligente per dare fuoco alla casa.”
“Ma-”
“Pensi di riuscire a stare zitto?”
“Non voglio morire oggi.”
“Guarda, invece di continuare con il tuo melodramma, il decollo è finito, il peggio è passato, puoi dormire sereno.” Ovviamente questo era anche il momento in cui poteva smettere di tenergli la mano, ma non voleva alimentare nuovi drammi.
Harry guardò un po’ indeciso fuori il finestrino, ma non appena lo fece, venne preso da un senso di nausea, si voltò immediatamente verso Louis e affondò il viso nell’incavo tra il collo e la spalla. “Non ci arriverò mai in Nuova Zelanda.”
“Ci arriveremo prima che tu possa accorgertene.” Con il braccio che Harry non aveva preso in ostaggio iniziò ad accarezzargli i capelli, amava giocare con i ricci di Harry. Rimasero così una buona mezz’ora, finché Harry non si addormentò, cosciente che al suo risveglio avrebbe dovuto fare i conti con l’atterraggio.








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luogo di ritrovo per gente traviata,
Salve a tutti, - prova, prova, sà, sà - ci tengo tantissimo a dire che questa è la prima volta che pubblico qualcosa ;-; saranno 3 anni che passo la vita a scrivere long mai finite, os che non vedranno mai la luce del sole, scrivo per quasi tutti i fandom in cui sono (e son tanti) ma non ho mai avuto il coraggio di pubblicare le mie cacchette çwç ma oggi mi sento in vena di cambiamenti e vi presento la mia prima larry (yaay) sono decisamente una new entry nel fandom, ho avuto un rapporto difficile con gli one direction, ma direi che dopo 2 anni, dopo vari tira e molla, abbiamo capito di amarci çwç (ugh sono logorroica, i know) se vi va lasciate una piccola recensione, giusto così non mi sento abbandonata dal fandom (in caso contrario mi rassegnerò alla mia solitudine, no problem HAHAHAHA) vogliamoci bene pls che in questo fandom non ho manco un'amica ;-; grazie mille <3 

- Chris.
 
  
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