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Autore: SHUN DI ANDROMEDA    05/04/2008    7 recensioni
"La città giapponese di Tokyo era immersa in un caldo tepore sonnolento, quel tepore tipico che precede l'avvicendarsi dell'autunno dopo un estate particolarmente calda.". L'autunno è alle porte e un giovane Santo sta per avere l'esperienza che potrebbe cambiargli la vita. LETE 89 MI HA DATO L'IDEA E A LETE è DEDICATA!!
Genere: Generale, Triste, Malinconico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Andromeda Shun, Cygnus Hyoga, Nuovo Personaggio
Note: OOC, What if? (E se ...) | Avvertimenti: nessuno
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****Il Cigno e la bambina****

L'autunno era ormai alle porte.

La città giapponese di Tokyo era immersa in un caldo tepore sonnolento, quel tepore tipico che precede l'avvicendarsi dell'autunno dopo un estate particolarmente calda.

Una figura solitaria camminava tranquilla sulla riva del mare, illuminato dalla morente luce sanguigna del tramonto, un altra giornata stava finendo.

Era solo un ragazzo.

Biondo, con due cristalli di ghiaccio come occhi, camminava lento lungo la riva del mare, perso in chissà quali pensieri; in lontananza, il suo cuore scorgeva una nave, un veliero, che navigava placido seguendo le correnti.

Con un sospiro, egli volse lo sguardo verso terra, fissando un punto lontano alle sue spalle; sentiva che qualcosa non andava, tutto era tranquillo, fin troppo tranquillo.

Improvvisamente, egli udì un urlo, e impallidì: era un vagito di bambino!

Col cuore che batteva a mille nel petto, il ragazzo tese l’orecchio, cercando di capire da dove venisse quel vagito di tenero bimbo; poi, lo udì nuovamente, questa volta ne era certo!

Proveniva dagli scogli poco lontano da lui.

Corse verso di quelli.

Con cautela, prese a muoversi, esaminando ogni singolo centimetro nei pressi.

Poi, lo trovò, nascosto da uno scoglio più piccolo, era un involto di panni; il biondino lo prese in braccio, scostando quella coperta di fortuna. Un visino di bimba lo accolse, un visino davvero dolce, incorniciato da pochi capelli, ma neri come la notte, rosso e solcato dalle lacrime che continuavano a scendere. Timoroso, il biondo ragazzo la strinse al petto, cercando di calmarla in tutti i modi.

Rassicurata da quel caldo contatto, la piccola si tranquillizzò; il giovane continuò a cullarla, fino a che non si adormentò, questa volta serena.

Il biondo esaminò alcuni dei panni con cui era avvolta la bambina, ne scelse alcuni tra i più puliti, e la coprì per non farle prendere freddo; si guardò attorno, cercando di scorgere una qualunque presenza umana, un indizio che gli permettesse di identificare chi aveva osato lasciare lì una bambina così piccola, ma non vide nessuno.

Con un nuovo sospiro, egli la posizionò meglio tra le sue braccia e s’incamminò a passo svelto verso la strada.

Forse, sapeva dove andare.

Velocemente, riguadagnò la strada e prese a correre verso nord, dirigendosi verso la sagoma di un campanile che svettava in lontananza.

§§§§

Un bussare insistente turbò per alcuni istanti il silenzio che regnava nell’ingresso.

“Arrivo!! Arrivo!!!”.

Un bambino di poco meno di 10 anni venne ad aprire la porta.

Si trovò davanti il biondino: “Hyoga-chan!!! Ciao!! Cosa ti porta qui??” chiese curioso il piccolo, “Ciao Makoto-kun, posso entrare? Devo parlare con Miho-chan, è molto importante!” spiegò lui, “Ma certo, entra pure! Aspetta, la vado a chiamare!” esclamò felice il bambino, ospite del Collegio delle Stelle, l’orfanotrofio della città, grande amico del ragazzo.

Hyoga entrò nell’edificio, accorgendosi con somma meraviglia che i bambini non si udivano neppure.

Dopo pochi minuti, una ragazza dai folti capelli scuri lo raggiunse; indossava un grembiule e sembrava stesse cucinando. Uscita dalla cucina, era seguita dal piccolo Makoto: “Hyoga, che ci fai qui?” chiese sorpresa la ragazza, vedendo l’amico ansante e preoccupato, “Miho, per fortuna ti ho trovato. È successa una cosa molto strana, difficile da spiegare.” Spiegò brevemente il biondo; Miho sospirò, “Makoto, va in camera, tra poco ti porto la medicina, ok?” interloquì la ragazza con aria seria, che il bambino non osò nemmeno contraddire.

Silenzioso, ritorno nella sua stanza.

Poi la bruna si voltò verso il biondo Cygnus.

“Raccontami tutto.”.

Improvvisamente, la piccola si svegliò, incominciando a piangere; Miho era a dir poco stupefatta.

Che ci faceva Hyoga con una bambina in braccio?

SALVE!! PICCOLO ESPERIMENTO CHE VUOLE RAFFIGURARE UN SAINT DI CYGNUS IN UN OTTICA COMPLETAMENTE DIFFERENTE RISPETTO ALLA SERIE REGOLARE.

UNA WHAT IF SUL TEMA “E SE HYOGA DOVESSE OCCUPARSI DI UNA BAMBINA?”

SPERO INTERESSI A QUALCUNO!

GRAZIE LETE89 PER AVERMI DATO L’IDEA!!

SHUN

   
 
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