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Autore: anonymus94    12/10/2013    1 recensioni
.. "Non sopporto di averti perso ed è per questo che la mia vita è diventata troppo sciocca da essere vissuta, le mie mani iniziano a lasciarmi e le dite sono troppo congelate per continuare a scrivere, forse penserai uccidersi in una cella frigorifera, che pazzo, ma il fatto è che il ponte dei suicidi era già prenotato”.
Genere: Drammatico, Malinconico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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“Certo, da quando abbiamo parlato l’ultima volta le cose sono cambiate, ora tu vivi nel tuo mondo ed io nel mio…. Tra il tuo ed il mio mondo non è rimasto niente se non un piccolo ponticello, come uno di quelli sui film di avventura, di legno con qualche tavola rotta ed in balia del vento, questo movimento permette al ponte di produrre un fastidiosissimo cigolio e se non fosse per quel dolce rumore io mi sarei dimenticato di te.
Quanto di guardo ti desidero, quando mi guardi arrossisco, i tuoi occhi così profondi pervadono il mio corpo con un soave calore…
Sembro un pazzo davanti ad un pubblico di ubriachi, alcune volte ti saluto, altre volte vorrei non farlo ma la mia retina si contorce dal desiderio di vederti anche solo di sfuggita, a lei basta.
Prima parlavamo ogni sera, io ti raccontavo la mia vita e tu la stavi a sentire, ridevamo, ci prendevamo in giro, ma non ho avuto mai il coraggio di dirti quello che realmente provavo.
In poco meno di un anno le cose sono cambiate, ora riguardo tutte le vecchie conversazioni su face book, ripensando alle facce che facevo quando le leggevo e mi rattristo a pensare che ora a mala pena ci salutiamo… li cerco ancora i tuoi sguardi sai, come facevo una volta, i miei occhi si incastravano alla perfezione con i tuoi, ora invece è come se un ingranaggio di quel sistema perfetto si fosse rotto.
Un ape, ero, un piccolo insetto che si era posato per errore su un fiore ed era rimasto incantato dalla bontà di quel polline e quell’ape non se ne voleva più andare.
Forse è colpa mia…. No certamente è colpa mia, sono caduto alla prima sventata e disorientato non ho ritrovato più quel fiore con quel polline squisito.
Ti lascio una lettera, perché non ho il coraggio di parlarti, forse non ti importerà niente di me, la tua vita è cambiata da quando hai conosciuto, l’altro, ma non mi rattristo…no….. mi piace ancora starti a guardare mentre giochi con lui, oh quanto mi sarebbe piaciuto accarezzare il tuo viso e sussurrarti piano nell’orecchio provocando un brivido che si scaricava a terra con la forza di un fulmine, quello sarebbe stato il nostro amore…. Un fulmine, ma è stato troppo veloce e non ho avuto il tempo di catturarlo in una boccia di vetro.
Mi piace pensare che il nostro amore è stato come una farfalla…… esce dal bozzolo, bellissima, bianca, spiega le sue ali vellutate e spicca il volo, ma quella farfalla non vivrà a lungo, ma lei lo sa e quelle ali gli servono solo per volare lontano da un mondo diventato troppo monotono e andare a morire in un mondo lontano, si appoggia su una roccia e dorme per sempre, finché il vento non la porterà via facendola continuare a volare.
Non sopporto di averti perso ed è per questo che la mia vita è diventata troppo sciocca da essere vissuta, le mie mani iniziano a lasciarmi e le dite sono troppo congelate per continuare a scrivere, forse penserai uccidersi in una cella frigorifera, che pazzo, ma il fatto è che il ponte dei suicidi era già prenotato”.
 
La tua farfalla.
  
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