INSIEME PER SEMPRE
La battaglia stava per
cominciare. L’Ordine della Fenice, l’Esercito di Silente, i professori ed altri
studenti erano schierati su un’unica fila nel giardino antistante alla facciata
di Hogwarts. Alcuni però si trovavano all’entrata del castello, altri alle
torri, nel caso fossero venuti dall’alto.
Attendevano che i
Mangiamorte arrivassero per combattere, anche se sicuramente erano già
appostasti dietro gli alberi attendendo un ordine. Era quasi mezzanotte, il buio
e l’oscurità regnavano sovrani. Gli alberi della Foresta sembravano più cupi e
misteriosi del solito. Nonostante l’estate fosse alle porte, faceva freddo
quella notte, soffiava un vento gelido.
Dagli alberi, avvolti in una
leggera nebbiolina, uscirono i Mangiamorte, e anche loro si schierarono in una
fila, sul lato opposto dell’altra.
Remus con la coda
dell’occhio intravide una figura venirgli incontro dal castello e posizionarsi a
fianco a lui. Era sua moglie. Lui esclamò:
“Cosa ci fai qui?” con fare
arrabbiato. “Dovevi restare a casa di tua madre con Teddy. Lo sai che è
pericoloso restare qui. Che ne sarà di nostro figlio se ci succede qualcosa?”.
Ma lei rispose
semplicemente:
“Non potevo lasciarti solo”.
Remus non disse nulla, perché sapeva che sarebbe stato inutile continuare a
discutere sul da farsi, tanto non avrebbe cambiato idea. Allora sorrise, perché
in fondo era contento di poter essere ancora una volta accanto a Dora.
Nessuno osava muoversi e
iniziare lo scontro, ognuno attendeva una mossa dell’avversario. Tutto silenzio,
solo il soffio del vento osava far rumore, quando si sentì una voce, quella di
Voldemort:
“So che Potter è dentro il
castello; consegnatemelo e non farò del male a nessuno studente, altrimenti
preparatevi a morire”.
Lupin dopo un attimo
d’esitazione rispose:
“Lo sai bene che non ti
daremo mai Harry, e nemmeno ti permetteremo di far del male a qualcuno!”.
L’eco di una voce fredda
risuonò nell’aria, la sua perfida risata fece scorrere un brivido sulla schiena
di Tonks. Senza un comando, quasi si aspettassero la risposta, i Mangiamorte
avanzarono, prima lenti, poi sempre più veloci. Arthur guardò Molly e poi i suoi
figli, Lupin guardò Tonks e sorrisero entrambi.
La battaglia era iniziata.
Qualcosa esplodette a pochi
passi davanti a loro, aveva alzato una gran cortina di fumo, non si riusciva a
vedere nulla. Ognuno si trovò davanti un Mangiamorte e incominciarono a
duellare.
Esplosero incantesimi da
ogni parte e da ogni direzione, persone che saltavano per evitare un ostacolo,
Mangiamorte che ridevano, studenti che schivavano maledizioni letali per pochi
centimetri, era il caos.
Arthur stava duellando con
Parvati. Il Mangiamorte aveva lanciato la maledizione Cruciatus e il signor
Weasley l’aveva scansata per poco. Subito riuscì a ribattere con uno Stupeficium
e questo cadde a terra. Corse in aiuto di suo foglio Gorge che stava tenendo
testa a due Mangiamorte, uno dei quali era Narcissa Malfoy.
Più avanti Luna stava
evitando con dei balzi, gli anatemi di Rookwood, e per poco non fu colpita, ma
un incantesimo di cui ignorava la provenienza lo fermò. Bill e Charlie stavano
contrastando insieme due Mangiamorte mascherati, mentre Molly combatteva con
Rodolphus Lestrange.
Ginny, che aveva disobbedito
all’ordine dei genitori di restare nella Stanza delle Necessità dopo che Harry
l’aveva fatta uscire, si trovava schiena contro schiena con Neville, ognuno di
loro cercava di sconfiggere il proprio duellante e nel frattempo cercava di
aiutare l’altro.
Lavanda combatteva con
Greyback, Cho e Fleur contro Yaxley, il professor Vitious con Lucius Malfoy
mentre la professoressa Mc Grannitt con Bellatrix Lestrange.
Tonks stava duellando con
Dolohov, ma si trovò chiusa in un angolo delle mura del castello e non poteva
più scappare. Dolohov disse:
“Haha, ho catturato la
novella signora Lupin!” sfottendo la ragazza. “Com’è vivere con un lupo mannaro?
Sai anche noi ne abbiamo uno nel gruppo, ma vorrei sapere come fai a dormirci
insieme”
“Sta zitto” rispose lei
lanciando un Expelliarmus con poca convinzione che lui evitò facilmente. Era
stanca ed aveva il fiato corto per la battaglia.
“Dimmi, cosa fai nelle notti
di luna piena? Rimani da sola a casa a fare la brava mogliettina, aspettando il
ritorno del tuo “lupo da guardia”?” disse avanzando lentamente verso di lei.
Tonks era sempre arrabbiata,
e quando lo era non capiva più niente. Diventava nervosa, maldestra più del
solito e non riusciva a rimanere concentrata. E poi stava insultando Remus, il
suo Remus e questo non lo avrebbe mai accettato. Lui aveva già i suoi problemi,
loro avevano i propri, ma li stavano superando, insieme. E non avrebbe di certo
lasciato che un uomo del genere, che non sa cosa sia l’amore, rovinasse tutto.
“Mi hanno detto che è nato
un bambino, piccola Tonks. Dimmi a chi assomiglia di più? Forse alla mamma con i
capelli viola? O al papà, un piccolo lupo mannaro?”
“Tu non sai niente di noi”
urlò Tonks cercando di controllare la rabbia, ma senza successo.
Cadde qualcosa poco lontano
da loro due, qualcosa che scoppiò e che alzò una grande nuvola di fumo. Tonks ne
approfittò per scappare via, saltando e buttandosi alla sua destra. Poi si mise
a correre, si girò indietro e gridò: “Expelliarmus!” nella direzione del
Mangiamorte. Questo cadde all’indietro ma si alzò subito. Portò in alto la
bacchetta e gridò con fermezza “Avada Kedavra”.
Lupin stava duellando con
Travers, ma vide tutta la scena, come a rallentatore. Senza esitare un attimo le
si buttò davanti e la maledizione lo colpì in pieno petto.
“Noooo!!!!” gridò Tonks
cadendo in ginocchio a fianco a lui. Lo prese tra le braccia e piangendo lo
guardò negli occhi, spenti e vuoti. Non poteva essere vero, non poteva essere
successo veramente. Tra le lacrime lo strinse forte a sé. C’era riuscito, aveva
rovinato tutto. Aveva appena ucciso l’unico grande amore della sua vita, suo
marito, il padre di suo figlio. Il suo cuore era straziato dal dolore, ma dalla
sua bocca non uscì alcuna parola, se non i singhiozzi del suo pianto. Se avesse
ascoltato Remus, se gli avesse dato retta, se fosse rimasta a casa con Teddy,
ora lui sarebbe ancora vivo. Ora suo figlio era senza padre, e lei senza amore.
Dolohov rise e corse via
verso la battaglia. Remus era morto per salvare lei, ora non ci poteva fare più
niente. Poteva solo vendicare la sua morte. Si abbassò, lo posò a terra,
dolcemente. Gli appoggiò le labbra sulle sue per dargli l’ultimo bacio, quello
di addio. Si alzò in piedi, lo guardò ancora una volta sussurrando: “Ti amo
Remus”, poi corse più veloce del vento verso Dolohov, seguendolo in mezzo alla
mischia.
“La piccola Ninfadora ha
perso il suo lupacchiotto!” gridò il Mangiamorte scanzonandola.
Lei non ribatté ma esclamò
solamente: “Crucio” e con gioia vide Dolohov rotolarsi per terra dal dolore.
Nella sua mente scorrevano velocemente i ricordi di Remus e lei: il loro primo
incontro a Grimmould Place, il loro primo bacio, il tempo trascorso cercando di
ignorarsi a vicenda, il loro matrimonio, la nascita di Teddy. Tutto questo non
c’era più.
Tonks teneva la bacchetta
puntata sull’uomo quasi con forza. Ma una voce sopraggiunse alle sue spalle. Era
sua zia Bellatrix e disse:
“Ciao nipotina cara, quanto
tempo è che non ci vediamo? Oh da sempre, perché tua mamma si è dimenticata di
farci vedere la figlia di un mezzosangue. No forse mi sbaglio, l’ultima volta ho
ucciso nostro cugino, come si chiamava? Sirius?”.
Tonks gridò e uno
Stupeficium uscì dalla sua bacchetta, ma forse per la rabbia e per le lacrime
mancò completamente il bersaglio. Bellatrix non si fece perdere l’occasione e
gridò: “Avada Kedavra”.
L’incantesimo dalle
scintille verdi scaturì dalla bacchetta della Lestrange e colpì Tonks.
“Hahaa” echeggiò lo spietato
grido di Bellatrix che se ne andò soddisfatta.
Tonks cadde a terra,
sdraiata verso il cielo, lo sguardo perso verso la pallida bianca luna.
Volevo ringraziare potterfanlalla17,
Geneviev e roby the best per aver recensito la mia storia precedente.