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Autore: greenglances    13/10/2013    5 recensioni
Babilonia, 2000 a.C.
Harry è un wardum, uno schiavo senza diritti e averi, ma con la possibilità di venire liberato.
Louis è più di un awilum, più di un semplice uomo libero. Louis è il figlio del re.
Louis è dannatamente bello, Louis è... gentile.
E questo sconvolge Harry.
Diciannovenne, alto, muscoloso, non sa cosa voglia dire essere amati.
E questo lo distrugge.
Potrà Louis fargli conoscere l'amore? Potrà questo sentimento superare tutto, compresa la diversità dei mondi a cui i due appartengono?
E soprattutto, Louis libererà mai Harry per fargli vivere una vita degna d'essere cosi chiamata?
Genere: Introspettivo, Malinconico, Storico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Harry Styles, Louis Tomlinson
Note: Lemon, OOC | Avvertimenti: Contenuti forti, Threesome, Violenza
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PROLOGO.

 

Circondato da fetore.
Avvolto da un buio senza luce.
Con un buco allo stomaco che mi faceva girare la testa.
La bocca arida, necessitante di un po' d'acqua.
Avrei voluto soltanto morire, ma dovevo aspettarmelo.
Ero un wardum e non mi spettava nulla.
Ero uno schiavo e nessuno mi avrebbe mai liberato regalandomi una vita vera.
La mia esistenza sarebbe stata per sempre misera, oscena, raccapricciante.
Tutto ciò che ora mi rimaneva era il mio nome, Harry, nient'altro.
Non avevo più una madre, un padre, una famiglia.
Ero solo.
Solo in questo carro che mi stava portando in un'altra città.
Ero pronto per essere venduto come un oggetto ad un nuovo padrone.
Ero pronto a ricevere frustate quando non avrei obbedito e ad essere trattato peggio di un tappeto, ma non potevo cambiare.
"Cose che non posso". Queste erano tante: niente diritto di mostrare ciò che sono, non potevo esprimere opinioni o anche solo parlare, protestare.
Un oggetto.
Sentii il carro fermarsi ed alzai la testa.
Sapevo ciò che stava per succedere, ero pronto.
Sentii i comandanti urlare tra di loro e venni presto avvolto da una luce fortissima, con me gli altri wardum che erano nel mio stesso carro.
Chiusi gli occhi per qualche secondo per paura di rimanere accecato, poi li riaprii.
Dovevo farlo.
I miei compagni di viaggio cominciarono a venire tirati giù a forza dal carro minacciati con delle fruste, mi sentii tirare giù e atterrai per terra di schiena.
Un cane. Solo dolore.
Mi sentii frustare.
Mi rialzai abbattuto e mi misi con gli altri.
Ero il ragazzo più in forma. C'erano bambini che chissà, forse non contavano più di dieci anni, ed anziani a cui non avrei dato molto tempo di vita.
E c'ero io, diciannovenne alto e muscoloso.
Probabilmente all'asta gli awilum, uomini liberi, avrebbero combattuto per me.
Insieme agli altri, indossavo il minimo essenziale a coprire le mie intimità. I compratori dovevano vedere ciò con cui avevano a che fare e ciò che tutti noi offrivamo.
Sentivo la folla parlare, chiacchierare e fingersi amica, quando in verità quegli uomini erano pronti a sbranarsi per accaparrarsi lo schiavo migliore.
Degli uomini cominciarono a spingersi verso un palco.
Una volta lissù, mi sentii insicuro, osservato. Mi vergognavo perchè tutto ciò che ero stava per essere venduto di nuovo.
Cos'ero io, se non un pezzo da collezione da sfruttare e vendere?
Nulla, perchè nessuno avrebbe mai provato a guardare ciò che c'era dentro di me.
Tutti ammutolirono per qualche istante quando tutti noi wardum entrammo in sala.
Probabilmente i signori erano intenti a decidere su quale schiavo volessero puntare.
Io guardavo basso. Non volevo incrociare lo sguardo di nessuno.
Mi sentivo umiliato, inutile.
L'asta cominciò, e i primi schiavi, un ragazzino e un uomo vennero venduti a basso prezzo.
Pensai alla mia famiglia. Chissà dov'erano mio padre e mia madre. Chissà se erano ancora in vita.
E se fossero stati morti? Forse sarebbe stato meglio perchè si sarebbero risparmiati quella vita che stavo vivendo io.
Mi sentii frustare. Immerso nei miei pensieri non mi ero accorto che era giunto il mio turno.
Sentii una risata malefica da parte del pubblico.
Mi sentii presentare "19 anni, alto, robusto, adatto a qualsiasi lavoro. Non ha problemi di salute, potete farci ciò che volete."
Si, un tappeto. Un qualcosa da usare, senza dignità e senza restrizioni.
Sentii la prima puntata.
Dieci. Successivamente venti.
Arrivarono perfino a cento e lì capii che quegli uomini non volevano lascarmi andare.
Sentii un cinquecento. Alzai lo sguardo e vidi chi aveva puntato.
Ebbi paura. Sapevo che nessuno avrebbe rilasciato l'offerta e sarei finito nelle Sue mani.
Quell'uomo. Lui aveva ucciso mia nonna.
L'aveva data in pasto ai cani. Mi si rivoltò lo stomaco e una sensazione di vomito mi assalì.
Finchè non sentii una voce.
"Mille, è mio." Ascoltai da dove proveniva e incontrai la persona che aveva deciso di salvarmi, la quale mi stava venendo in contro.
Un ragazzo un poco più basso di me, occhi azzurrissimi e capelli spettinati.
Era vestito perfettamente e... sul suo braccio era impressa una corona. Un simbolo indelebile.
Capii subito a chi ero stato venduto.
Louis, il figlio del re, nonchè futuro comandante dell'impero di Babilonia.

 

 

 

 

 

 

 

 

*angolo autrice*

ehilà! se siete arrivati fin qui e se state anche leggendo qui devo farvi i complimenti e ringraziarvi.
questa non è la mia prima ff larry ma è la prima che vorrei portare avanti seriamente.
l'ispirazione mi è giunta durante una lezione di storia, che non si è rivelata quindi del tutto inutile.
questo non è un capitolo ma lo definisco "prologo" in quanto la storia vera e propria deve ancora cominciare, è un po' un antefatto.
spero abbiate capito le definizioni wardum e awilum, che non ho inventato io ma erano le vere classi sociali che esistevano a Babilonia.
per qualsiasi dubbio scrivetemi pure (anche su twitter su @resistsforharry) e vi chiedo di lasciare una piccola recensione (più di dieci parole?) per farmi capire se vale la pena continuare!
grazie per l'attenzione e alla prossima :)

  
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