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Autore: Johnee    13/10/2013    4 recensioni
Su Omega non piove, su Omega bisogna adattarsi.
Si sarebbe tolto l'armatura, avrebbe aperto le braccia verso l'alto e lasciato che l'acqua corrodesse lo strato di sporco che aveva accumulato nel corso del tempo. Perché, lui che sapeva di essere nel giusto, sentiva la polvere addosso?
Genere: Introspettivo, Malinconico | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Garrus Vakarian
Note: Missing Moments | Avvertimenti: nessuno
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La pioggia.
Gli mancava Cipritine, quando l'acqua scivolava sulle pareti luminose degli edifici, facendo vibrare le sagome brillanti con ogni colore, filtrando la luce di Trebia con una cortina simile alle interferenze di quei vecchi filmati di sorveglianza che Lui osservava durante l'orario di lavoro, quando ancora riempiva una scrivania nel C-Sec.
Chiuso nella sua armatura pesante, il Turian posò di nuovo l'occhio sopra il mirino, schiudendolo appena nell'identificare il bersaglio.
Avrebbe tanto voluto piovesse... avrebbe tanto voluto qualcuno al suo fianco a spiegargli che la pioggia avrebbe lavato via ogni crimine, lasciando che quel fenomeno atmosferico si appropriasse di un profondo senso di giustizia.
Ma Archangel sapeva che pensare era una perdita di tempo, quindi premette il grilletto. Si assicurò che la vittima fosse a terra prima di andarsene, poi osservò quel cielo che non era cielo, cercando con la sinistra la sicurezza del suo casco. Lo indosso, traendo un sospiro di sollievo. Ora, era al sicuro.
Gli mancava da morire...
Si sarebbe tolto l'armatura, avrebbe aperto le braccia verso l'alto e lasciato che l'acqua corrodesse lo strato di sporco che aveva accumulato nel corso del tempo. Perché, lui che sapeva di essere nel giusto, sentiva la polvere addosso? Si sentiva come un vecchio giocattolo a molla che, per sopravvivere, deve provvedere lui stesso a ricaricarsi.
Perché nessuno capisce che le motivazioni non bastano a un individuo? Perché non si riesce a capire che appoggiare ogni mattina un piede giù dal materasso è dannatamente difficile per chi ha una missione?
Di solito ti ammirano, lodano il tuo senso del dovere... ma non sanno quanto fa male, non sanno quanto è doloroso cercare di distinguere il bianco dal nero.
E quando ti chiedono: “Perché lo fai”?
Oh, Spiriti, per i dannati Spiriti, perché la gente deve chiedere per forza qualcosa che è ovvio?
Le domande ovvie mettono in difficoltà chi è sicuro che le azioni siano la perfetta traduzione di un pensiero.
Garrus si era costretto a discutere solo con il Mantis, in quel periodo, si era deciso a non rispondere più a niente e a nessuno. L'ovvio non si spiega, l'ovvio si dimostra.
Era davvero difficile vivere in funzione della giustizia, per quello era andato su Omega, perché non poteva più sopportare di non riuscire a far nulla.
È vero, fare un nulla costruttivo è disarmante, ma almeno è qualcosa.
Costruire un mondo migliore dentro una bolla di pece è complesso, ma poco gli importava... a lui bastava conquistare un avamposto dietro l'altro, accontentandosi anche solo di inumidire la gola, riarsa dalla polvere.
Una goccia dietro un'altra goccia, e poi la pioggia.
Dietro la visiera di quel casco, Archangel osservò intensamente il cielo, sentendo il petto comprimersi, sotto il collare.
Forzò un'immagine familiare a sovrapporsi a quel soffitto, immaginò le gocce acide e purificatrici di Cipritine...
Costruire il nulla partendo da qualcosa, costruire un pensiero dove questo non potrebbe mai verificarsi.
“Perché lo fai?”
-Per la pioggia...-

   
 
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