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Autore: futhpark    13/10/2013    1 recensioni
Alle feste ci si va per divertirsi, oppure semplicemente per accompagnare la tua migliore amica, ma tu non ti diverti affatto e odi ballare. Beh, diciamo pure che incontri gente strana con cui non vorresti mai parlare. A Kate succede esattamente questo... e molto altro
Genere: Comico, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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First chapter:
Non ero il tipo da feste, non lo sono mai stata. Preferivo uscire, passeggiare e fare una pizza, oppure stare in casa. Ma no, le feste no, le odiavo, odiavo ballare, non ne ero capace.
L’ultima volta che ballai in pubblico forse avevo tre anni, e il “pubblico” erano i miei genitori.
Non era tanto ballare il problema, ero io che ero un disastro. Se lo facevo (da sola in camera con la porta chiusa) sembravo una foca ammaestrata male, davanti agli altri non osavo immaginare cosa avrei potuto combinare.
-Kate ti prego!- m’implorò con voce stridula Emily, la mia migliore amica, che voleva farmi andare ad una stupida festa di un suo amico che stava facendo tutto nella sua enorme villa mentre i genitori erano via.
Classica e patetica storia che va a finire male.
-Ma cosa vado a fare? Non ballo e non bevo… dai non mi va di stare lì a fare il palo vicino al tavolo delle patatine- commentai scorbutica.
Emy (così la chiamavo) sospirò esasperata.
-Fai la ragazza trasgressiva per una volta, io non conosco nessuno, ho bisogno di te, e poi non sono mica una grande ballerina io, quindi siamo in due… se vieni…- mi guardò ancora facendomi la faccia da cucciolo indifeso, aprì di nuovo bocca –dai ti prego fallo per me!-
Alzai gli occhi al cielo: -oh, e va bene, vengo, ma finiscila di tormentarmi-
Nemmeno le avessi detto che ero Dio sceso in terra che me la ritrovai addosso. I suoi abbracci erano sinonimo di stritolamento.
***
Erano quasi le 20.00 e io ero pronta. Mi ero truccata abbastanza. Ombretto beige, eye-liner, matita e rimmel marrone scuro. Era un colore deciso che metteva in risalto i miei occhi verdi senza oscurarli.
Giocherellai con qualche ricciolo castano chiaro mentre provavo ad accettare la mia piccola figura allo specchio. Anche con i tacchi non ero molto alta. Misteri inspiegabili, ero alta 1.50m e forse poco più di mio, con mio padre 1.80m e mia madre 1.62. Perché dovevo essere così piccolina di statura?
Il campanello suonò, non era il momento per farsi i complessi.
Mi avviai verso la porta e incrociai mia madre nella cucina.
-Perché non vai più spesso a queste feste? Guarda come sei bella!-
Feci una smorfia sofferente e le diedi un bacio di ringraziamento sulla guancia.
Aprii la porta e mi ritrovai Emy mostrarmi un sorriso a 32 denti.
-Oddio Kate sei magnifica, ti porterò più spesso a queste feste!-
Sgranai gli occhi dallo stupore: -ho un flashback…- commentai perplessa. Lei ridacchiò e mi accompagnò alla macchina.
***
Quella villa era uno splendore, e io mi sentivo fuoriposto. Centinaia di ragazzi ballavano e si scatenavano come se fosse una discoteca. Emy si era scolata già due birre, e io non facevo altro che bere acqua pur di non mettere piede in pista. Mi scappava pure la pipì. Non poteva andare peggio di così.
Iniziai a tormentare i miei capelli mossi/ricci come facevo sempre quando ero nervosa. Non potevo andare avanti così, anche perché il giorno dopo sarei dovuta andare ad un festival per artisti emergenti e mi sarei dovuta esibire, diciamo che solitamente la gente scarica così i nervi, ma tutto quello che davvero volevo era ascoltare musica decente e buttare giù qualche parolina per una nuova canzone.
Iniziai a sentire i miei occhi bruciare, e il volume alto mi stava stordendo. La testa mi girava e in quel momento sentivo il bisogno di sedermi. Ma ovviamente non era fra le opzioni dei preparativi mettere un posto a sedere.
percepii una mano toccarmi un fianco e una presenza maschile mi si piantò davanti. Dei capelli mossi castani modellavano il viso di un ragazzo  che sembrava avere 15 anni, non esattamente alto per essere inglese, con una faccina dolce e gli occhi di un bambino furbetto.
Si chinò leggermente verso di me e avvicinò le sue labbra al mio orecchio. Capii che aveva intenzione di dirmi qualcosa, ma non avrei mai a pensato a quelle parole disgustose che si sarebbe dovuto tenere per se.
Le mie guance diventarono di un rosso lampeggiante per l’imbarazzo. Nessuno mi aveva detto così tante parole perverse in una volta sola. Se il suo obbiettivo era quello di farsi saltare i denti e la mandibola, beh, ci stava riuscendo benissimo.
La mia mano quasi involontariamente si mosse con violenza verso la sua guancia. L’impatto fu secco e rumoroso, nonostante la musica, la gente nelle vicinanze si girò a guardarci per lo stupore.
Lui fu costretto a voltare la faccia tanta era la forza che utilizzai.
-pervertito!- gli urlai contro allontanandomi poi da lui.
Presi per un braccio Emy che fortunatamente trovai subito e la trascinai fuori di lì per poi costringerla a riportarmi a casa.


Bene cari lettori. E' la prima ff che scrivo, spero che vi piaccia, segnalatemi cosa vi piace e cosa no, così posso migliorare per me stessa e accontentare voi, se posso aggiungerò un capitolo ogni settimana. Buona lettura
  
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