Fanfic su attori > Cast Glee
Ricorda la storia  |      
Autore: Angel with a broken wing    13/10/2013    7 recensioni
La mattina del quattordici luglio il mondo di Lea Michele è crollato a pezzi; tutti coloro che hanno avuto il privilegio di conoscere Cory sono stati sommersi dal dolore.
Ma cosa sarebbe successo se lui non se ne fosse mai andato?
(R.I.P. Cory Monteith)
Genere: Angst, Introspettivo, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Cory Monteith, Lea Michele, Quasi tutti
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
Lea sentì chiaramente il suo cuore rompersi. Avvertì distintamente ogni singolo pezzo cadere e farle male, rovinandola. Le gambe le cedettero, si lasciò cadere in ginocchio sul pavimento freddo dell'ingresso del suo appartamento, accompagnata dalle lacrime sue e di Ann.
La madre, non appena quel mattino del quattordici luglio aveva ricevuto la tragica notizia, si era fiondata a Vancouver per vedere con i propri occhi suo figlio, quel ragazzo che ne aveva passate tante a causa di un padre che poteva definirsi tale solo per il legame di sangue, e che giaceva inerte su un letto di ospedale, con un lenzuolo bianco a coprirlo quasi totalmente, se non per il volto.
Chiese ai medici di non diffondere la notizia alla stampa: ci avrebbe pensato lei. Prima, doveva riferire l'accaduto all'unica persona che aveva fatto sorridere davvero Cory negli ultimi anni.
La stessa persona che adesso giaceva in ginocchio davanti a lei, stravolta, rotta, con il viso bagnato dalle lacrime che stava versando anche lei, ininterrottamente, da ore. La guardò per un secondo, prima di abbassarsi davanti a lei e abbracciarla, perché magari il dolore non sarebbe stato così devastante, sapendo di avere qualcuno di fianco.
    «Com'è successo?» chiese la ragazza, tra i singhiozzi che continuavano a scuoterla.
    «Overdose e alcool» rispose semplicemente l'altra.
Sapevano entrambe cosa significava: Cory aveva cominciato a far uso di alcool e droghe da ragazzo, quando il padre aveva abbandonato lui, la madre e il fratello. Da qualche anno era in riabilitazione, ma non era ancora riuscito ad uscire da quel giro.
E così anche i pensieri di Lea si diressero a quell'uomo orrendo che aveva lasciato la famiglia senza guardarsi indietro, senza il minimo rimorso, e capì che se Cory era morto, la colpa era soprattutto sua. Di lui, che non c'era stato, che non aveva fatto niente quando aveva saputo che suo figlio stava male, che probabilmente, vedendo il successo che aveva avuto grazie a Glee, si era dispiaciuto solo perché non poteva godersi anche lui i soldi e la fama che aveva guadagnato.
    Lea e Ann si alzarono da terra. La prima, i cui singhiozzi si erano fermati, al contrario però delle lacrime, andò nella cucina del suo appartamento e prese un pacco di fazzoletti e due bicchieri d'acqua.
Ne offrì uno all'altra, con cui si andò a sedere sul divano.
    «Chi altri lo sa?» chiese, bevendo.
    «A parte i medici e la polizia, solo io e te. Eri la persona più importante della vita di Cory. Stavate per sposarvi; meritavi di saperlo prima di chiunque altro.»
    «Grazie.»
    «Voi ragazzi del cast di Glee eravate gli unici amici di Cory. Credo sia necessario dirlo anche agli altri, prima che la stampa lo venga a sapere e diffonda la notizia senza pudore.»
    «Farò venire qua tutti. Anche adesso, se vuoi.»
    «Sì. Va bene. Lea, ti prego, sii forte. Non lasciare che questa notizia ti rovini. Sei giovane, non meriti di vivere il resto della tua vita nel dolore. Cerca di andare avanti, per quanto ti sia possibile. Me lo prometti?» Ann aveva letto negli occhi di Lea la speranza spegnersi. Aveva capito che stava per fare quello che aveva voluto fare lei quando era stata lasciata da sola con due figli da crescere. Erano stati proprio loro a permetterle di andare avanti; adesso anche la ragazza che le stava di fronte aveva bisogno di un motivo per non arrendersi. «Promettimelo» ordinò, con dolcezza e dolore nella voce.
    «Sì. Sì, te lo prometto» disse Lea guardando Ann negli occhi. Si abbracciarono, prima che la ragazza tirasse fuori il cellulare e componesse, a uno a uno, i numeri dei suoi compagni di cast, nessuno escluso. Sapeva quanto Cory fosse importante per tutti loro. Cercò di tenere la voce ferma mentre chiedeva loro di raggiungerla l'ora successiva a casa sua. Non dette a nessuno il tempo di fare domande; sapeva che avrebbero capito che era importante.

***
L'appartamento di Lea era pieno di volti preoccupati.
    C'erano tutti: dai protagonisti, ossia tutti i ragazzi, alle guest star che comunque avevano fatto abbastanza episodi da sapere che persona fantastica fosse Cory, come Mike O'Malley o Romy Rosemont, a Ryan Murphy e i produttori.
    Tutti, stretti nel salotto, spostavano lo sguardo da Lea ad Ann, capendo che qualcosa non andava: gli occhi arrossati di entrambe che dicevano che avevano pianto tanto e le telefonate improvvise avevano fatto capire a tutti che era successo qualcosa di brutto a Cory. Nessuno, tuttavia, si aspettava quelle parole, dette in modo diretto e schietto, con voce tremante, da Lea.
    «Cory è morto.» Le lacrime ripresero a rigarle le guance. Questo, unito al fatto che fosse un argomento troppo serio e delicato per trattarsi di uno scherzo, fece zittire per un momento tutti quanti. Poi, fu tutto confuso: Dianna lanciò un urlo, rompendo il silenzio, prima di portarsi le mani davanti alla bocca e piangere, e fu seguita da tutti gli altri. Nessuno, in quella stanza, in quel momento, non pianse. Lea aveva ancora la vista appannata dalle lacrime. Dirlo ad alta voce lo aveva reso molto più reale. Ancora seduta sul divano, si portò le gambe al petto e riprese a singhiozzare, osservando le reazioni di tutti quanti.
    La maggior parte era seduta, chi sulle sedie, chi per terra: nemmeno loro, come lei, riuscivano a reggersi in piedi. Tutti stavano piangendo, senza preoccuparsi di rovinare il trucco o di apparire deboli. Naya era in piedi, teneva lo sguardo fisso davanti a sé, mentre Heather le passava un braccio intorno alla vita attirandola insieme a lei e Chord; Chris e Darren erano abbracciati stretti, come per tenersi insieme e non cadere a pezzi; Jenna era per terra, il volto nascosto dalle mani, le spalle che si alzavano quando gli spasmi del pianto la scuotevano, affiancata da Kevin; Alex e Melissa si stavano tendendo la mano, mentre quest'ultima abbracciava Becca. Ryan era seduto su una sedia, il berretto giallo in mano e gli occhi azzurri puntati in basso, come a non far vedere il dolore che li riempiva; Harry, Dianna, Mark e Amber erano stretti insieme. Tutti gli altri erano più o meno nelle stesse posizioni; nessuno stava soffrendo da solo.
    Cory aveva significato tanto per ognuno di loro. L'avevano amato tutti, sebbene in maniere differenti. Quel ragazzo era stato molto più importante di quanto avesse mai pensato quando era ancora in vita.
    «Ragazzi.» La voce fioca di Ann si udì a stento, ma fece comunque zittire tutti. «Vorrei che ci foste tutti al funerale. Una cerimonia privata, senza stampa, solo noi che siamo qui, in questa stanza. Voglio che Cory stia con le persone che gli hanno voluto davvero bene fin proprio alla fine.»
    «Ci saremo, Ann. Ti staremo vicini tutti quanti. Se hai bisogno di qualcosa, puoi sempre contare su di noi.»
    «Lo so. Grazie, con tutto il cuore.»
    E poi successe un fatto piuttosto strano: tutti i ragazzi, Lea compresa, sotto lo sguardo stranito degli adulti, si riunirono in cerchio, simultaneamente, abbracciandosi.
    Kevin cominciò a cantare, con voce tremante; a poco a poco lo seguirono anche gli altri, e poi gli adulti.
    Quella canzone era la prima che avevano registrato, quando era cominciato lo show. La seconda strofa sembrò stata scritta apposta dai Journey: Cory non era morto.
    “He took the midnight train goin' anywhere”.

***
Lea si svegliò di colpo. Si mise seduta, scoprendo un po' il corpo che aveva accanto e muovendo il letto, e rivelando così suo marito.
    «Ehi, che succede?» chiese, attirando la moglie verso di sé, la voce impastata dal sonno.
    «Ho avuto un incubo» rispose, con il tono da bambina spaventata che usava di solito sua figlia. Questo fece ridacchiare leggermente l'uomo.
    «Che hai sognato?» chiese.
    «Te.» Cory stava per ribattere sarcasticamente: e così, sognarlo significava avere gli incubi? Buono a sapersi. Lea lo interruppe prima che potesse farlo lui: «Ho sognato che tua madre si presentava al mio vecchio appartamento e mi diceva che eri morto. Overdose. La riabilitazione non ti aveva aiutato.»
    «Ehi, piccola. Non piangere, sono qui. Shh. Sono uscito dalla riabilitazione quattro anni fa, ci siamo sposati nel 2014 e il giorno dopo il nostro matrimonio hai scoperto di essere incinta della creatura più perfetta che potesse esistere, uguale identica alla sua mamma, che adesso ha tre anni e dorme nella stanza qui accanto. Non ti lascerò mai, e non permetterò che i demoni del mio passato rovinino tutto quello che abbiamo.»
    «Ti amo, Cory. Lo sai, questo, vero?»
    «Ti amo anch'io. E ti amerò per sempre.»
  
Leggi le 7 recensioni
Ricorda la storia  |       |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Torna indietro / Vai alla categoria: Fanfic su attori > Cast Glee / Vai alla pagina dell'autore: Angel with a broken wing