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Autore: Haz_Lou    14/10/2013    1 recensioni
Questa sono io. Sfortunatamente. Mi chiamo Annabeth e sono una ragazza qualunque. Anzi ERO una ragazza qualunque.
Genere: Romantico, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Nuovo personaggio, Un po' tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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 Questa sono io. Sfortunatamente. Mi chiamo Annabeth e sono una ragazza qualunque. Anzi ERO una ragazza qualunque. Ho i capelli scuri, occhi normali (non saprei come descriverli) e amo la musica; ah mi sono dimenticata un dettaglio importante: ho un’amica che mi accompagna dappertutto, mi sostiene sempre e senza il quale sarei persa: la mia sedia a rotelle. Non so se considerarla proprio un’amica: odio non poter usare più le gambe; non poter correre libera, uscire a passeggiare con le mie amiche che ho perso per questa stupida sedia! Sono diversa e tutti lo notano e mi evitano. Bella vita vero? E se vi dicessi che non sono sempre stata così?!? Una volta avevo tutto quello che potevo desiderare: amiche fantastiche, un bel sorriso sempre sul volto e soprattutto una famiglia che mi amava. Sono morti tutti in uno stupido incidente e non riesco ad accettarlo. Vivo con i miei zii e sento la mancanza di un vero abbraccio materno, di qualche sgridata paterna per aver fatto tardi, ma soprattutto mi manca la mia amata sorellina. Dovevo essere io a morire al suo posto; era così piccola e aveva ancora tanto da vivere, ma quello stupido camion davanti a noi l’ha portata via e adesso non ho nulla, se non i miei pensieri e una cosa: gli One Direction. Amo il modo in cui cantano  e le loro canzoni a volte mi fanno sorridere, cosa che non succedeva da tanto tempo. A volte penso: “Ma che ci faccio io qui?” e spesso ho pensato di far la finita, ma ho deciso una cosa: voglio spendere quello che ho risparmiato per incontrarli. Poi posso anche raggiungere la mia famiglia serena.
 
Sono all’entrata della grande sala in cui si tengono i Meet and Greet e sono molto in ansia perché ho paura che nemmeno loro mi accettino per quello che sono. Non posso farcela così comincio ad avviarmi tristemente verso il bagno: che credevo di voler fare??? Improvvisamente appare fischiettando dal bagno un ragazzo riccio, con le immancabili converse ai piedi che mi sorride e chiede: “Hai bisogno di una mano?”
Tutti la stessa identica frase: ce la faccio benissimo da sola! Non ho bisogno della commiserazione di qualcuno!
“Ce la faccio benissimo da sola! Non ho bisogno di essere aiutata da qualcuno che prova pena e ribrezzo per me!” gli rispondo in modo acido.
“Chi ha mai detto che provo ribrezzo per te?” domanda lui inclinando la testa di lato.
“Tutti lo provano… e le persone sono tutte uguali”
“come ti chiami??”
“che ti importa? Tu mi parli solo perché non vuoi ferirmi…”
“ti ho chiesto come ti chiami! e perché mai dovrei vederti diversa? Sei una ragazza normalissima!”
“Mi chiamo Annabeth. Ed ERO una ragazza normalissima. adesso sono solo un’andicappata che ha bisogno sempre di aiuto e che tutti guardano schifata…”
“Perché ERI?” mi domanda lui sedendosi in modo da potermi guardare negli occhi. Mi osserva attentamente e io mi incanto perdendomi in quegli occhi così…. Profondi e magnetici: due calamiti irresistibili!
“Non voglio farti perdere tempo! Hai tante ragazze che ti aspettano di là…”
“Puff, chissene frega di quelle la! Forza racconta…”
“Beh tutto è successo una domenica mattina in cui io e la mia famiglia avevamo deciso di fare una scampagnata in montagna. Stavo ascoltando il mio ipod quando il camion davanti a noi si è ribaltato e mio padre ha perso il controllo dell’auto e poi nero soltanto nero intorno a me. Non capivo cosa fosse successo finché non mi sono svegliata in un letto, che non era il mio. Ho provato a muovere le gambe, ma non ci riuscivo: cos’era successo? Non capivo assolutamente niente. Ad un certo punto è entrato il dottore, mi ha sorriso dolcemente e gli ho chiesto: “Dove sono i miei genitori? Mia sorella?”
lui ha semplicemente abbassato lo sguardo e ho capito tutto: non c’era più nessuna mamma, nessun papà e nessuna sorella. Le lacrime hanno cominciato a rigarmi il viso e continuavo a cercare di alzarmi, ma invano fin quando il dottore mi ha detto: “Purtroppo le tue gambe non funzionano più!” è stato uno shock troppo grande e per giorni non parlavo con nessuno, non mangiavo e non facevo altro che piangere. Mi hanno dimessa dall’ospedale e quando sono uscita con mio zio che guidava la sedia a rotelle un ragazzo mi ha guardata e si è messo a ridere. E da lì tutti a scuola mi guardavano con disprezzo. Le mie amiche non mi calcolavano più: facevano finta di non conoscermi. Harry sai quanto sia difficile andare avanti? Ho provato tante volte a mettere fine a tutto questo. C’era solo una cosa che desideravo tanto: incontrarvi. Mi avete fatto sorridere anche se c’era solo da piangere, mi divertivo sempre guardando quello che combinavate. Così ho deciso di spendere i miei soldi e venire qui. E poi potrò andare in un posto migliore..”
“NO” mi interrompe Harry bruscamente. Lo guardo e vedo che ha gli occhi lucidi.
“Non voglio che qualcuno provi pena per me Harry e so che ti sto facendo compassione quindi finiamola qui ok?” Dico pronta ad andarmene. Harry mi blocca bruscamente e comincia a parlare: “Io non provo compassione per te: ti ammiro, ammiro la forza con cui hai affrontato tutto questo! Il mondo ha bisogno di persone come te e sarebbe un peccato lasciar andare una ragazza così. Ti prego rimani con me ed i ragazzi! Ti porteremo con noi in tour, studierai con un’insegnante privata e vedrai che non ti sentirai mai più sola e diversa. Le persone sono sempre pronte a giudicare, ma se non conoscono la storia di una persona, beh farebbero meglio a tapparsi la bocca ”
wow nessuno aveva mai detto qualcosa di così profondo. Lui non mi tratta come un mostro, uno sbaglio della natura! Mi tratta come una persona vera!
“Harry non so…”
“Mi hai detto che avevi una sorella? Beh considerami tuo fratello adesso! Ti proteggerò da chiunque e farò capire a tutti che non sei diversa da loro!”
sto piangendo “Non posso dire di no… Ma gli altri ragazzi lo accetteranno?”
“Non ti preoccupare. Vado a parlarci e te li mando di qua.” Harry sparisce asciugandomi le lacrime che mi rigano il viso e dicendomi: “Basta pianti d’ora in poi soltanto sorrisi.” Accenno a qualcosa che assomiglia realmente ad un sorriso: dopo tanto tempo.


HIII belle!! questo è il mio primo capitolo di una storia che spero vi piaccia!! Cercherò di pubblicare quanto più posso e se avete domande o qualche dubbio scrivetemi su twitter:
@Bisiaaaa
buona lettura!!
  
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