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Autore: violet_w90    14/10/2013    5 recensioni
Seconda One shot sulla mia coppa preferita del Signore degli Anelli, Faramir/Eowyn. Altro piccolo momento di intimità tra i due, questa volta ambientato durante i primi tempi del loro matrimonio.
Genere: Commedia, Romantico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Eowyn, Faramir
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Qualcosa meglio dell’alba.
 
Faramir era sempre stato uno mattiniero, ma non perché non riuscisse a dormire. La verità era che, il Sovrintendente aveva sempre amato svegliarsi presto. Sentire l’aria fresca accarezzagli il viso. Vedere i fiori aprirsi al nuovo giorno. Ascoltare il canto degli uccelli. Osservare come il sole sorgeva al di là delle montagne. Faramir amava l’alba e come questa, facesse diventare il cielo rosa. Mai avrebbe pensato un giorno, di privarsi di questo suo piacere. Se qualcuno glielo avesse detto, di certo non ci avrebbe creduto. Eppure, questa era la prima volta, che si alzava così presto, solo per poter osservare l’alba, dopo tanto tempo. Qualcosa di ancora più bello, da un anno a questa parte, riempiva quelle prime ore del mattino.  

“Faramir…” Lo chiamò Eowyn andando in contro al marito. Questi nel sentir pronunciare il suo nome, volse lo sguardo alla moglie, che ancora in camicia da notte e vestaglia, si apprestava a raggiungerlo in terrazza. I capelli lunghi biondi, ancora un po' arruffati, svolazzavano al vento. Pareva incredibile come, ai suoi occhi, Eowyn sembrasse ancora più bella nelle prime ore del giorno, oltre che incredibilmente attraente.
“Perdonatemi se vi ho svegliato.”
“Ho visto il letto vuoto accanto al mio, così sono venuta a cercarvi. Non vi alzate mai prima di me senza dirmelo.”

“Sentivo il bisogni di un po’ d’aria fresca. Un tempo amavo svegliarmi presto la mattina, osservare il sole sorgere da dietro le montagne, ascoltare il cinguettio degli uccelli.” Eowyn fu sorpresa da tale rivelazione. Mai una volta, da quando erano sposati, l’aveva visto svegliarsi presto per osservare l’alba. Non solo, ma le uniche volte in cui, a causa di impegni improrogabili, era stato costretto ad alzarsi prima del solito, glielo aveva sempre visto fare mal volentieri. Eppure a quanto diceva, era una cosa che un tempo faceva spesso.  
“Non l’avrei mai immaginato.” Disse ella unendosi alla sua veglia. Faramir sorrise a quella risposta.
“In effetti da quando mi sono sposato, ciò non accade più tanto facilmente.”

“Allora cos’ha turbato il vostro sonno da farvi alzare così presto?” Chiese ella.
“Pensieri circa mio padre.” Rispose egli avvolgendo la moglie tra le sue braccia.
“Vostro padre?”
“Oggi è passato un anno esatto, da quand’egli si lascò trascinare dalla follia, dandosi fuoco insieme al suo stesso figlio.” Eowyn si rabbuiò, nell’udire suddette parole. Odiava sentire parlare di quella storia, ma per fortuna, data la riluttanza di Faramir nell’affrontare l’argomento, ciò non accadeva molto spesso.
“Come può un padre compiere un tale gesto verso il proprio figlio.” Disse lei stringendo si ancora di più al marito. Faramir si prese un momento prima di rispondere, così da poter vivere fino in fondo quel loro momento di stretta vicinanza. L'intensa reazione del suo corpo al contatto con quello della moglie era qualcosa col quale aveva piacevolmente imparato a convivere.

“La follia ormai aveva preso il sopravvento, anche se una parte di lui credo abbia sempre voluto vedermi morto.” La moglie rabbrividì a quel pensiero.
“Non posso crede che questo sia vero e non dovreste nemmeno voi.” Come poteva il marito dire una cosa del genere con tanta leggerezza?

“Oh non lo credo Eowyn, lo so. Mai niente di ciò che io facessi, appariva giusto ai suoi occhi. E per quanto io mi sia sforzato di ottenere la sua approvazione, non la ottenni mai. Lui stesso mi confesso, nelle sue ultime parole, che avrebbe desiderato che Boromir vivesse al posto mio e forse se...”
“Non vi azzardate ad aggiungere altro!” Disse Eowyn arrabbiata, interrompendo il marito. “Non vi rendete conto di ciò che state dicendo? Di ciò che la vostra perdita avrebbe significato per me? Non ce l’avrei mai fatta, se non vi avessi incontrato. E sono dispiaciuta, per le sorti che sono toccate a vostro fratello, ma sono felice che voi siate ancora vivo. Per me, per il nostro bambino. E non scambierei la vostra vita con quella di nessun’altro.”  Faramir chiuse gli occhi, cercando di cacciar indietro le lacrime. Da quanto tempo desiderava sentirsi dire quelle cose e non gli importava, se a dirgliele, non fosse stato suo padre, perché dette da Eowyn, la donna che amava più di ogni altra cosa al mondo, quelle parole avevano un significato ancora più grande.

“Grazie per averlo detto.” Disse Faramir cominciando a baciarla sul collo, ma mentre lo faceva, non poté non tornargli in mente tutto ciò, che la moglie gli avesse appena riferito. “Aspetta un secondo.” Disse fermandosi improvvisamente. “Di quale bambino state parlando?” Chiese questi con sguardo attonito. Eowyn sorrise alla domanda e prendendogli la mano gliela premette sul proprio ventre.
“Vuoi dire che…?”
“Si sono incinta.” Gli occhi del marito, questa volta brillarono di repentina gioia.
“Da quanto lo sapete?”
“Più o meno da una decina di giorni.”

“E avete aspettato tutto questo tempo prima di dirmelo?” Domandò lui sorpreso.
“Volevo trovare il momento giusto e forse questo non lo è, ma non riuscivo più ad aspettare.”
“No è perfetto. Il nostro bambino.” Disse poi con voce incredula. Il sovrintendente avrebbe voluto sollevarla stringerla e farla ruotare, ma si trattenne dal farlo.
“Vi sentite bene? Avete freddo? Forse è meglio che rientriate, non mi sembrate molto coperta e l’aria la mattina è così fresca…”

“Faramir rilassati sto bene e non ho bisogno che vi preoccupiate per me. Andrà tutto bene, posso farcela mi sento pronta.” Ed era vero. La giovane aveva affrontato ben di peggio e non sarebbe stato l’arrivo di un bambino a spaventarla. In fondo aveva ucciso il Re Stregone di Angmar. Era passato quasi un anno e ancora il braccio di tanto in tanto le doleva. Crescere un bambino non poteva essere più difficile di quello, no? Faramir però a quelle parole, si rabbuiò di nuovo e Eowyn intuendo perfettamente i pensieri del marito aggiunse: 
“E anche voi ce la farete, perché non siete come vostro padre, siete migliore.” Disse ella ancora prima, che questi potesse esporre i propri timori. Felice e sollevato per quella sua rassicurazione, egli la baciò dolcemente, poi intrecciando una mano alla sua, la condusse di nuovo dentro, verso la camera da letto.

“Credevo avreste preferito osservare ancora un po’ l’alba?” Chiese la moglie lasciandosi comunque trascinare nella stanza. Il marito volse lo sguardò baciandola di nuovo. Fu un bacio lungo ed appassionato, che lasciò entrambi senza respiro.
“No. Sapete, c’è una ragione per cui non l’ho più guardata da quando sto con voi.” Disse Faramir ancora con il fiato corto.
“E quale?” Chiese, mentre quest'ultimo adagiandola delicatamente sul letto le slacciava la vestaglia.
“Ho scoperto, che restare a letto con mia moglie è una cosa che amo ancora di più dell’alba.” Eowyn arrossì a quella risposta, perché per quanto fosse una ragazza forte, e i due ormai fossero sposati da tempo, sul fronte sentimentale, certe affermazioni ancora la mettevano in imbarazzo.






 
  
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