Non l'avevo assolutamente previsto.

Quando esci di casa per fare una passeggiata e riflettere e ti ritrovi seduta su un muretto a parlare con la ragazza di cui sei palesemente innamorata, è evidente che hai avuto un colpo di fortuna impensabile.

Io, Aline Penhallow, sono seduta su un muretto a parlare da sola con Helen Blackthorn.

Quella Helen Blackthorn, con i capelli biondi e un sorriso luminoso.

Sorriso che, da quanto ho potuto constatare, riesce s mandare il mio cervello a quel paese in meno di un secondo.

Il mio cervello, traditore, mi ha abbandonata preferendo di gran lunga scappare e lasciarmi qui senza sapere cosa dire.

Mi sento stupida, tanto stupida.

E no, non è per il sorriso da ebete che ho (Ok, un po' forse anche per quello) o per il fatto che pendo dalle sue labbra da.......quanto? Dieci minuti?

Perfetto! Ho perso la cognizione del tempo!

Ma il vero problema è il fatto che lei sta palesemente aspettando che io dica o faccia o che ne so qualcosa, mentre il mio cervello ha deciso di abbandonarmi.

Abbasso lo sguardo, cercando di riflettere su cosa io debba fare, o su cosa lei voglia che io faccia.

Cosa voglio io?

Mi piacerebbe che non si dimenticasse di me, le poche volte che ci siamo parlate ho avuto la strana impressione che ci mettesse qualche secondo a riconoscermi; mi piacerebbe parlarle, adesso che non ci sono i suoi fratelli in mezzo.

Mi piacerebbe baciarla, forse, e sarei al settimo cielo se mi ricambiasse.

Pensa, Aline, pensa!

Ma come faccio a pensare senza un cervello?

E allora decido di seguire l'istinto, decido che o la va o la spacca e che è meglio provarci.

Avvicino il mio viso al suo piano piano, guardandola fissa.

Devo sicuramente essere diventata rossa.

Le sue sopracciglia si contraggono insieme alla bocca in un'espressione confusa, dubbiosa, e io mi interrompo a metà strada, diventando se possibile ancora più rossa.

Poi succede una cosa che manda in cortocircuito il pochissimo buonsenso che mi era rimasto: lei sorride e mi si avvicina.

Ok, questa volta sono io quella stupita e, soprattutto, penso di aver assunto una tonalità molto simile a quella di un pomodoro.

Cerco di concentrarmi sullo spazio che ci separa, smettendola di stringere convulsamente l'orlo della maglietta.

Quanti saranno adesso, quattro centimetri?

Tre, due, uno.

Pochissimo spazio.....

<< Helen!>>

La magia del momento finisce e ci allontaniamo entrambe velocemente, tanto velocemente che io cado dal muretto.

Che razza di idiota.

Vedo Helen che si alza e si dirige verso quello che dovrebbe essere uno dei suoi fratelli, ma sono troppo allibita anche solo per muovermi.

Se io fossi più sicura di me in questo momento, probabilmente starei pianificando un infanticidio.

Ma il cervello traditore non è ancora tornato, per Raziel!

Helen torna velocemente verso di me, e mi chiede scusa, dicendo che ora deve andare perché (come al solito) uno dei suoi fratelli ha combinato un pasticcio.

<< Ci vediamo>> mi dice, baciando velocemente la mia guancia sinistra e facendomi l'occhiolino.

Ok, questa proprio non me l'aspettavo.

Nota dell'autrice:

O carissimoa lettorelettrice (VOCATIVO), se sei arrivatoa fino alla fine vuol dire che la storia ti è piaciuta (oppure volevi finirla solo per poterla criticare meglio XD).... Riguardo al carattere dei personaggi, non essendo molto caratterizzate ho dovuto un po' andare ad intuito.

Il tutto (anche se probabilmente non vi interessa) è tratto da un evento che io stessa ho vissuto XD

Grazie per aver letto la storia, baci!

Toby