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Autore: Firenotes17    15/10/2013    1 recensioni
Laura, una ragazza comune con un sogno in tasca si reca a Londra con il padre per inseguire un sogno, vedere i propri idoli. Gli One Direction.
Un giorno esce dalla stanza d'albergo e scende per strada dove urterà un ragazzo mozzafiato che difficilmente dimenticherà.
Genere: Romantico, Song-fic | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Altri, Nuovo personaggio, Un po' tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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1. I wish

Le sette e mezza.
“Oddio” pensai “E’ tardissimo! Ora Valeria mi ucciderà”.
Mi alzai velocemente dal letto e cominciai a vestirmi dopo aver fatto una doccia veloce.
Dopo circa un quarto d’ora ero pronta. Guardai l’orologio e vidi che erano già le sette e 47. Presi l’ascensore e uscii velocemente di casa.
Presi il cellulare e misi la musica. Come al solito ascoltai “Beaty and Beat” di Justin Bieber, è una delle mie canzoni preferite, non sono una belieber ma Justin mi piace. B&B mi fa cominciare bene la giornata, quindi l’ascolto tutti i giorni.
Arrivai da Valeria, la salutai ed aspettammo Benedetta.
Tutte le mattine era lei e suo padre che ci portavano al liceo.
Arrivammo davanti a scuola e misi il cellulare in tasca.
“Sai che vado ad X-Factor per vedere i One Direction? Domani canteranno Kiss You” chiesi a Benedetta “Davvero?” chiese lei “E quando parti?” ed io “Domani alle sei, non vedo l’ora!”.
Era vero, facevo il conto alla rovescia da mesi ormai, e finalmente mancava solo un giorno.
La cosa più bella era che avevo ottenuto un pass per andare dietro le quinte e conoscerli.
Le ore a scuola passarono velocemente.
Tornai a casa e preparai lo zaino che mi sarei dovuta portare per X-Factor, infondo era un viaggio di qualche ora, ma Londra necessitava foto su foto quindi caricai la batteria del cellulare e la macchina fotografica.
Subito furono le 6 del mattino ed io ero emozionatissima.
Prendemmo l’aereo e dopo 2 ore arrivammo a Londra.
Andammo nell’albergo, e ci riposammo. Eravamo andati il giorno prima dell’esibizione per ambientarci e per riposarci. Andai vicino alla finestra e guardai fuori. “Wow” pensai.
C’era gente di tutti i tipi: ragazzi,anziani, coppie sposate, insomma una popolazione molto varia.
Londra era piena di stile e di colori. Mi brillarono gli occhi. Non potevo credere che finalmente ero nella città che avevo sognato da tanto tempo, era come un sogno essere lì.
Mi girai e vidi mio padre intento a guardarmi. “Che c’è papà?” chiesi “Non ti ho mai visto così felice.. è bellissimo che questa città ti rendi così emozionata e felice” io lo guardai e abbracciandolo dissi “Mi sento più vicina a loro capisci? E’ come se avessi accanto a te la tua ragione di vita.. è questo che mi rende felice, sono emozionata perché a poca distanza da questo albergo ci sono gli studi di X-factor dove domani si esibiranno la mia ragione d’esistenza: gli One Diection".
Restai a contemplare l’hotel, uscii per le strade di Londra da sola.
Feci qualche metro, non pensate che una ragazza di 14 anni possa andare in giro per Londra da sola.. e mi sentii in paradiso. Mi sentivo piena di gioia e speranza, una sensazione incredibile che non avevo mai provato prima.
Mi fermai al centro del marciapiede e comincia a guardarmi intorno. Mi passavano affianco tutti ragazzi carini e tutti mi dicevano “Hi” come se li conoscessi.
Feci una specie di piroetta ma per la mia infinita sbadataggine colpì un ragazzo con la spalla.
Subito mi girai e vidi un ragazzo che si toccava la testa con la mano destra.
“Sorry” dissi subito per scusarmi, lui si girò mi guardò negli occhi.
“Don’t worry” mi disse sorridendo; poi si girò mi sorrise ancora e si congedò salutandomi con un semplice “Bye” accompagnato da un sorriso.
Mentre se ne andava provai a dire qualcosa, ma mi congelai e non lo feci, le parole erano come intrappolate.
Mi sentivo bloccata, vedevo quel bellissimo ragazzo che se ne andava via, volevo fermarlo, volevo fare amicizia con lui, volevo chiedergli almeno il nome.
Guardai in alto e vidi mio padre che mi guardava.
“Forse è meglio tornare su” pensai.
Tornai in albergo e salii in camera.
“Che stupida, stupida, stupida che sei Laura!” mi ripetei in mente.
Guardai papà che aveva uno sguardo corrucciato.
“Non è successo niente, ho solo fatto male ad un ragazzo con il gomito! Non l’ho fatto a posta, tra l’atro gli ho chiesto anche scusa” mio padre fece un sospiro e disse “Stai più attenta la prossima volta!” feci cenno di si.
Ero confusa, l’unica cosa che mi andava di fare in quel momento era una bella doccia.
Feci un bel sospiro e ripensai a quel ragazzo che avevo incontrato.
Il suo sorriso era perfetto, e le parole “Don’t worry” sembravano dette da un angelo, i suoi occhi marroni che sembravano quelli di un cagnolino e poi il suo taglio di capelli che accentuavano la sua bellezza. Mamma mia era stupendo.. sapete cosa? Sapete perché quel ragazzo mi “piaceva”?  Perché sembrava uguale ad Harry, i comportamenti, gli sguardi, i capelli, sembrava come se lui fosse suo figlio, cosa impossibile, però la somiglianza era notevole.
Chiusi gli occhi e comiciai a cantare Save You Tonight .
Tutto quello che vuoi è sotto il tuo naso, dovresti aprire i tuoi occhi ma essi restano chiusi, chiusi.
Aprii gli occhi e mi apparve davanti un’ immagine  di quel ragazzo.
Richiusi gli occhi, li riaprii e vidi solo la porta.
Tirai un sospiro di sollievo.
Quel ragazzo mi stava ossessionando la vita. Lo vedevo dappertutto.
Andammo a mangiare e dopo due ore a dormire.
Finalmente c’era calma in me e non pensavo più a lui.
Pensavo solo al concerto, la cosa più bella della mia vita.
 

 

  
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