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Autore: _ciaosonoio    15/10/2013    5 recensioni
Harry stava camminando per strada, non sapeva perché, ma non ne poteva più di stare rinchiuso in quelle quattro mura. Lì, il più delle volte, si ritrovava a pensare e questa era la cosa che più di tutte voleva evitare, perché, per quanto si sforzasse di resistere, la sua mente lo portava sempre a lui, e questo lo faceva stare terribilmente male.
Ricordava perfettamente quegli occhi azzurri terribilmente tristi, ma asciutti, mentre la sua bocca di apriva a si chiudeva mettendo insieme parole che non avevano senso per Harry. Diceva di averlo amato, un tempo, ma che quel tenpo era ormai finito.
"Come può una persona smettere si amare?" , era la domanda che gli rimbombava in testa da quella sera. E si tormentava, cercando nei suoi ricordi qualcosa che avasse potuto far cambiare idea a quelo che fino a qualche giorno prima poteva chiamare "il suo ragazzo". Non era passata neanche una settimana dall'ultima volta che si erano parlati, ma Harry riusciva già a sentire quel bruciore nel petto, tipico di quando il suo Loulou era lintano da lui. Questa volta, quel bruciore era più che triplicato, lo sentiva scavare fino al suo cuore.
Come aveva potuto farselo sfuggire
Genere: Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Harry Styles, Louis Tomlinson
Note: Missing Moments | Avvertimenti: Incompiuta
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Harry stava camminando per strada, non sapeva perché, ma non ne poteva più di stare rinchiuso in quelle quattro mura. Lì, il più delle volte, si ritrovava a pensare e questa era la cosa che più di tutte voleva evitare, perché, per quanto si sforzasse di resistere, la sua mente lo portava sempre a lui, e questo lo faceva stare terribilmente male. 
Ricordava perfettamente quegli occhi azzurri terribilmente tristi, ma asciutti, e la sua bocca, mentre si apriva a si chiudeva mettendo insieme parole che non avevano senso per Harry. Diceva di averlo amato, un tempo, ma che quel tempo era ormai finito. "Come può una persona smettere di amare?" , era la domanda che gli rimbombava in testa da quella sera. E si tormentava, cercando nei suoi ricordi qualcosa che avesse potuto far cambiare idea a quello che fino a qualche giorno prima poteva chiamare "il suo ragazzo". 
Non era passata neanche una settimana dall'ultima volta che si erano parlati, ma Harry riusciva già a sentire quel bruciore nel petto, tipico di quando il suo Loulou era lontano da lui. Questa volta, quel bruciore era più che triplicato, lo sentiva scavare fino al suo cuore.
 Come aveva potuto farselo sfuggire così facilmente? Come era potuto essere così stupido?
 Non sapeva bene per cosa, ma doveva essere colpa sua.
 Alzò distrattamente la testa verso un lampione acceso, lo stesso lampione su cui aveva spinto Lou prima di baciarlo, una volta. Un sorriso amaro comparve sul suo volto al pensiero di quel giorno.
 Si rese conto di trovarsi difronte casa sua, così, senza pensarci, salì i gradini che portavano al piccolo portico in legno e alzò una mano, pronto a suonare il campanello, ma si fermò. 
Cosa stava facendo? Perché era andato di nuovo a casa di Louis? Lui era stato chiaro quando aveva detto di non volerlo più intorno, giusto? Fece per tornare indietro, ma qualcosa lo bloccò: delle urla. Le voci erano due, una acutamente isterica e l'altra tremante e insicura.
 "Non ne posso più di questa storia, Louis! Non sei l'unica vittima, qui! Pensi sia facile stare lontana dal mio ragazzo per seguirti in quel dannatissimo tour?" Poi fu silenzio.
 Harry si avvicinò alla soglia, cauto e tremante. "So benissimo che è dura anche per te, ma tu non hai dovuto mentire alla persona che ami! Tu non devi scegliere fra lui e la tua band! Tu non sai come sta lui adesso, e per colpa di quei bastardi, non lo so nemmeno io! Non parlo con lui da giorni, sai cosa significa per me? Sai quanto cazzo vorrei che fosse qui con me ora?" fu la risposta che arrivò alla donna, pronunciata con voce tremante e interrotta dai singhiozzi. Era quella di Louis, Harry l'avrebbe riconosciuta fra mille.
 "Devo andare, Louis" E la porta si aprì. Harry si ritrovò davanti una Eleanor visibilmente stanca. Appena lo vide sobbalzò, ma poi lo salutò con un impercettibile cenno del capo e lo superò, allontanandosi dalla casa.
 Harry lanciò uno sguardo verso la porta ancora aperta e lo vide. Era appoggiato contro la parete destra dell'ingresso, mani sul volto e testa bassa. 
"Lou" lo chiamò Harry e il ragazzo si riscosse liberando il viso dalle mani.
 "Hai sentito?" , domandò debolmente, prima di lasciarsi scivolare lungo la parete. 
Lui, ancora in piedi, annuì e ai affrettò a raggiungere l'altro, inginocchiandosi davanti a lui. Schiuse le labbra per dire qualcosa, ma le richiuse e non disse niente, si mise di fianco al ragazzo e gli mise un braccio intorno alle spalle attraendolo a sé. Louis appoggiò la testa sul suo petto e cominciò a piangere, stringendo il tessuto leggero della sua maglia.
 Harry iniziò ad accarezzargli la testa, mentre lo cullava dolcemente.
 "Perché mi hai detto quelle cose se non le pensavi?" Il ragazzo, ancora accoccolati contro il petto dell'altro, tirò su col naso per poi rispondere. "Lo sai, loro non approvano il nostro amore" Non ci fu bisogno di specificare a chi era riferito quel 'loro', Harry capì.
 "Sai benissimo che non mi importa, l'unico che conta, per me sei tu."
 Lou alzò la testa per arrivare a guardare Harry negli occhi, poi abbassò lo sguardo, simulando quella che doveva essere una risata, ma che somigliava più a uno sbuffo. 
"Ma non si tratta solo di noi, la carriera della nostra band ne risentirebbe di sicuro, anche i manager lo dicono" , disse senza accenare a voler alzare lo sguardo.
Così Harry sollevò una mano per portarla al mento di Louis costringendolo a guardarlo negli occhi. Quelli di Louis erano arrossati e gonfi, dall'aria triste e rassegnata. "Ascoltami, Louis. Non mi importa se dovremo vivere la nostra storia nell'ombra, ma non posso stare senza di te. Aspetterò con ansia il giorno in cui usciremo allo scoperto, ma non ha importanza quando arriverà, potrei aspettare decenni se tu sarai comunque con me." 
Un flebile sorriso andò disegnandosi sul volto del ragazzo dagli occhi azzurri che, pieni di lacrime, adesso erano più simili che mai al mare. Si sporse verso l'altro senza abbandonare il suo sguardo. Adesso anche Harry piangeva, le iridi dello stesso colore del cielo in tempesta. 
Con la mano, andò a scacciare le lacrime delle guance pallide, lievemente rosate. 
"Non ti lascerò mai, Harry" E con queste parole,lo baciò. Fu in bacio dolce, ma non privo di trasporto, ognuno desiderava l'altro più che mai.
 Fu Louis a staccarsi per primo, più per riprendere fiato che per altro. 
"Ti amo, Harry" disse ansimante. "Anche io, Loulou. Ti amerò per sempre"

  
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