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Autore: fly90    15/10/2013    5 recensioni
La pianta carnivora di Culio è stata distrutta ma sarà davvero così?
Genere: Horror | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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A VOLTE RITORNANO.



Ad Alexander piaceva giocare in posti sempre nuovi, passava intere giornate a cercare angoli tranquilli dove poter esplorare tutto, scoprire insetti nuovi e spiare gli uccelli sugli alberi.

Tutto per lui era una nuova avventura.

Come per ogni bambino di nove anni del resto.

Alexander era un bambino molto vivace, non stava fermo un attimo e spesso faceva impazzire la mamma.

Quel giorno aveva deciso di seguire uno scoiattolo che aveva scorto nel bosco vicino a casa.

Un passo per volta seguiva l'animaletto cauto e attento a non fare rumore.

Ma lo schiocco di un ramo spezzato spaventò lo scoiattolo che si mise a correre nel folto del bosco.

Il bimbo lo seguì correndo più veloce che poteva saltando radici e schivando rami.

Continuò a stargli dietro fin quando l'animale prese uno svincolo e si rifugiò in un buco nel tronco di un albero.


Il bimbo sospirando per il disappunto si guardò intorno.

Non gli parve di aver già visto quel posto così decise di proseguire per vedere se avrebbe trovato un bel posticino dove giocare.

Cammina cammina arrivò in uno spiazzo dove un enorme capanno si ergeva in mezzo agli alberi.

“Figo! Un capanno! Chissà cosa c'è dentro?”

Disse tra i sorrisi.


Per fortuna il lucchetto che teneva la porta era rotto e Alexander ebbe libero accesso al capanno.

Entusiasmo si guardò intorno ma non vide nulla di insolito.

Vi erano attrezzi da giardinaggio, una carriola, diversi scaffali con vasetti vuoti.

Proprio al centro della stanza vi era un grosso buco con della terra e una piccola piantina con un solo grande bocciolo.

Era ancora chiuso.

Affascinato Alexander lo guardò da più vicino.

Con sua grande sorpresa il bocciolo ebbe un fremito e lentamente si aprì.

All'interno aveva tre petali di un rosso scuro ma la cosa che più lo stupì furono dei piccoli spuntoni simili a dentini sui bordi di ogni petalo.

Il bimbo si scostò e il bocciolo si richiuse.

Trovò la cosa divertente e continuò a farlo aprire e chiudere per diverso tempo finché non si rese conto che si stava facendo tardi ed aveva fame.

Avendo buona memoria e grande senso dell'orientamento fu facile trovare la strada verso casa.


Il giorno dopo ritornò al capanno per giocare con la pianta.

Mentre si divertiva a farla aprire e chiudere uno scarafaggio passò accanto alla piantina.

Il bocciolo dapprima non si mosse ma quando l'insetto cercò di arrampicarsi sul gambo si aprì e con una mossa rapida si richiuse sopra di esso.

Lo mangiò letteralmente. Si sentì il rumore del guscio duro che veniva rotto e lo scoppio del corpicino dello scarafaggio.

Il bimbo non poteva credere ai suoi occhi, quella pianta era speciale.


Nei giorni seguenti catturò molti insetti e li diede in pasto alla piantina, ci passava intere giornate a dare cibo ad essa quasi come se la pianta fosse un cane.

Era diventata il suo cucciolo, il suo gioco.

Cresceva impercettibilmente ogni giorno di più.

Nei mesi successivi in bocciolo era diventato il doppio e il gambo si era allungato arrivando quasi ad eguagliare l'altezza del bimbo.

Sempre per curiosità un giorno Alexander riuscì a catturare un piccolo topo.

Lo chiuse in un vasetto e corse nel capanno.

Aprì il barattolo accanto alla pianta e quella si avventò sul povero animaletto spaventato.

Il topo rimase mezzo dentro e mezzo fuori dal bocciolo, il sangue prese a gocciolare dalla pianta disegnando una piccola pozza sulla terra.

Lo squittio disperato e pieno di dolore dell'animale gli stringeva il cuore ma allo stesso tempo lo divertiva.

Lo scricchiolio delle ossa che venivano frantumate gli fece venire la pelle d'oca.

Il topolino smise di dibattersi e si afflosciò senza vita.

La metà rimanente cadde a terra con un leggero tonfo.

L'intestino dell'animale usciva dalla pancia tagliata a metà e le zampe scattarono ancora un paio di volte prima di fermarsi del tutto.


Il tempo passava e la pianta crebbe ancora fino a diventare più alta del bimbo e sempre più affamata.

Ovviamente il bambino stava attento a non toccarla mai ma un giorno gli venne in mente il suo vecchio cane ghiotto di biscotti.

Gli dava i biscotti direttamente in bocca così decise di provare a dargli i topolini allo stesso modo.

Ne prese uno per la coda e lo lasciò penzolare sopra al bocciolo.

Quest'ultimo si allungò verso il topo come un gatto che aspetta il pesce.

Il bimbo sorrise divertito e fece calare la mano un po' più in basso.

Il bocciolo si aprì in tutto il suo stupendo colore rosso sanguigno, i denti scattarono veloci intorno all'animale e lo presero per intero.

Ma Alexander non fu abbastanza veloce a ritrarre la mano e un dentino gli bucò un dito.

Il sangue iniziò a gocciolare dal dito e il bimbo cercò di fermarlo con una smorfia.

“Stupida! Mi hai fatto male!” Urlò contro ad essa rabbioso.

Poi pentito si rivolse alla pianta con voce dolce.

“Ma non l'hai fatto a posta, ne sono sicuro. Scusa piantina.”E detto questo con delicatezza accarezzò il bocciolo chiuso.

Non successe nulla.

Con un sorriso il bimbo annuì soddisfatto: la piantina aveva capito lo sbaglio.

Ma all'improvviso il bocciolo scattò e si chiuse sulla mano del bambino.

Un dolore lancinante gli attraversò il corpo.

Sentì i denti affilati penetrargli la carne ed il sangue prese a scorrere impetuoso.

Uno schiocco precedette il distacco tra la mano ed io polso.

La mano rimase all'interno del bocciolo ed il polso sanguinante del bimbo ne uscì fuori.

Urlava di dolore e paura ma nonostante tutto ebbe la forza di mettersi a correre per tornare a casa.


Il tragitto era lungo e Alexander si sentiva debole ad ogni passo.

Non sapeva nemmeno lui come aveva fatto ma alla fine cadde davanti al portone di casa sfinito e debole per la perdita di sangue.

La madre lo trovò lì svenuto e con la mano recisa.

Lo operarono d'urgenza ma alla fine non trovando la mano dovettero suturare il polso lacerato senza poter riattaccare la mano.

Quando si riprese il bimbo raccontò tutto alla mamma e ai dottori.

Diede le indicazioni adeguate per trovare il capanno e la piantina venne distrutta per sempre.


L'agente Turner stava parlando con l'agente Wilson di un caso di qualche anno prima.

“Ti ricordi quel caso di due anni fa? Quel pazzo che aveva importato illegalmente un esemplare di pianta carnivora?” Stava dicendo Turner al collega.

“Ma chi Culio? Quello della testa mozzata dalla pianta?” Chiese Wilson assorto.

“Si proprio quello. Ebbene il capanno dove è stata trovata la pianta che ha reciso la mano al bambino è lo stesso dove Culio teneva la sua pianta carnivora.”

“Cazzo! Vuoi dire che quella pianta prima di essere distrutta aveva sparso i semi?”Chiese stupito Wilson.

“Si, ne sono certo. Ho letto che queste piante hanno bisogno di tempo per germogliare una volta piantati.” Continuava Turner.

“Ma ora siamo sicuri che sono stati debellati tutti i semi e tutte le piantine?”

“Si ora si, dicono che hanno abbattuto il capanno e scavato a fondo per rimuovere ogni seme nascosto.”

“Meno male! Piante carnivore! Quello era proprio matto da legare!”

“Intanto ora sarà un cumulo di ossa e polvere proprio come le sue amate piante.”


Ad Alexander venne fatta una protesi su misura.

Ci volle molto tempo prima che si abituasse alla mano finta ma alla fine riprese la sua vita come sempre.

Amava sempre esplorare e divertirsi in posti sempre nuovi ma di una cosa aveva il terrore: tutte le piante che gli ricordavano quella maledetta pianta carnivora che gli aveva strappato la mano.

Non l'avrebbe mai dimenticata ne era certo, nemmeno fra un milione di anni.


FINE



ANGOLINO DELL'AUTRICE:


Come avrete capito questo era un piccolo sequel della storia “Tutto per una pianta” non chiedetemi perché l'ho fatta, non saprei rispondervi.

Diciamo che avevo quest'idea del semino malefico che da origine ad una nuova piantina carnivora.

Spero che non sia troppo stupida come storia.

Grazie in anticipo per averla letta se mai qualcuno avrà voglia di leggerla.

Un bacio da Fly90




  
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