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Autore: shelovesjonas    15/10/2013    1 recensioni
Avevo deciso di dare una svolta alla mia vita, si, una svolta.
Genere: Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Nick Jonas
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Chapter o n e.

Avevo aspettato da tanto questa opportunità; la possibilità di andare a studiare altrove, in un'università di un altro paese. Magari avrei trovato tantissimi altri studenti, provenienti dal mio stesso paese che, come me, avevano deciso di dare una svolta alla loro vita. Si, una svolta. Ho preso questa grande e permanente decisione con determinazione, senza voltarmi indietro. Sarebbe stato un passo importante ma ce l'avrei fatta. O almeno credevo.

Mi chiamo Hayley, ho 21 anni e vengo dal Texas. Ho scelto una capitale europea, precisamente la Spagna, dove iniziare i miei studi all'università. Per me è molto importante completare le mie conoscenze, e ho scelto di fare questo soltanto per specializzarmi e trovare poi un lavoro. 

"Hayley, hai preso le valigie? Forza, o faremo tardi all'aeroporto!"
"Si mamma, arrivo".
Stavo osservando un'ultima volta la mia camera, nei minimi particolari, per ricordarla in ogni sua caratteristica. Le mie foto, qualche chitarra, i libri riposti in ordine sugli scaffali. Tutto in quella stanza mi rappresentava, e ci avevo trascorso la mia intera adolescenza. 
"Possiamo andare".
"Sei sicura?"
"Sicura, è ciò che voglio fare".
Mia madre chiuse la porta e ci dirigemmo in fretta all'aeroporto. Durante il viaggio in macchina osservavo attentamente anche la città, quella da cui volevo sempre fuggire, quella da cui volevo sempre allontanarmi, ma anche quella in cui avevo vissuto, e quella in cui sarei tornata tra qualche anno.
"Quando arrivi chiamami, e poi se hai bisogno di qualcosa, di nuovo, chiamami."
Roteai gli occhi; era la terza volta che mia madre ripeteva quella frase.
"Si, si ho capito."
"E un'ultima cosa.."
"Quale? Di chiamarti quando arrivo?" dissi con un pizzico d'ironia.
"No, so che questo è un viaggio prettamente di studio, dove ti ambienterai, però, magari potresti cercare di conoscere qualche ragazzo, di fare le tue prime esperienze, e.."
"Ferma, okay? Ferma. Abbiamo già parlato di questo argomento un milione di volte. Ti ho detto che non mi farò influenzare da nessun essere umano di sesso maschile. Mi concentrerò solo su di me, allo studio e al mio futuro. Punto."
"Non hai mai avuto una storia seria, soltanto frequentato qualche ragazzo. Magari potresti provarci."
"Si, come no."
"Ho capito, la smetto."
La voce registrata che annunciava il mio volo, constrinse me e mia madre a salutarci.
"Un ultimo abbraccio" disse mia madre.
"Mi mancherai tantissimo. Prometto che starò bene, e che... ti chiamerò"
Sentii mia madre sorridere e sapevo che se fossi rimasta un altro secondo di più ad abbracciarla, sarei scoppiata in lacrime.  Le rivolsi un altro sorriso e mi diressi verso l'imbarco. Mi girai un'ultima volta indietro prima di entrare, e le feci un cenno. Mi sarebbe mancata da morire. 

Sistemai il mio bagaglio a mano, presi il mio inseparabile iPhone, in modalità aereo, e cominciai ad ascoltare musica. In momenti del genere, la musica era ideale. Provavo un misto di sentimenti e non sapevo se essere triste o felice. Stavo per andare in Europa.  Avrei studiato nuove lingue, avrei conosciuto nuove persone. Ma allo stesso tempo stavo lasciando tutto ciò che mi era appartenuto, ma non sarebbe stato un addio. Sarebbe stato soltanto un arrivederci. 
Guardai fuori dal finestrino le immense nuvole, cercando di rilassarmi durante il volo, così chiusi lentamente gli occhi, cercando di riposare. Il viaggio sarebbe stato davvero lungo. Proprio mentre stavo per prender sonno, sentii un gomito sbattere leggermente contro il mio braccio. Aprii immediatamente gli occhi, e tolsi le cuffie girandomi alla mia destra, e vidi un ragazzo con dei ricci spettinati e della barbetta incolta sul viso.
"Scusami, mi dispiace averti disturbato. Stavo cercando di sistemare dei fogli."
"Mh, figurati."
Mi sistemai meglio sul mio posto e sbirciai senza far accorgere, i fogli di quel ragazzo. Riuscii a leggere soltanto qualche parola, qua e là, ma tanto da capire che si trattava di una canzone probabilmente o magari una poesia. Proprio mentre provavo a legger qualcos'altro, il ragazzo al mio fianco si accorse che lo stavo "spiando" palesemente. 
"Ti interessano così tanto i miei fogli?" disse quasi con aria superiore e spavalda.
"A me? Dici a me? Guarda, per niente."
"Allora cosa stavi fissando?"
"Nulla, guardavo così, in generale."
"Beh, se non guardavi i fogli, allora guardavi me? Mi trovi attraente?" disse con un sorrisetto presuntuoso.
"Oh, ma figurati." dissi ridendo nervosamente, poi continuai: "Ho sicuramente di meglio da fare."
"Come ad esempio? Russare?"
"Oh ma per favore! Io non sto russando" 
"Di certo non puoi saperlo, con un paio di cuffie nell'orecchio"
Boccheggiai non trovando una risposta, quindi mi girai verso il finestrino rimettendo le cuffie. L'atteggiamento di quel ragazzo mi aveva infastidita non poco, e mi sentivo offesa. Richiusi gli occhi cercando di riposare.

Quando mi svegliai, mancavano pochi minuti all'atterraggio, guardai i diversi passeggeri e notai con piacere che la maggior parte era ragazzi della mia età, probabilmente studenti. Guardai il ragazzo a fianco a me che dormiva beatamente, e pensai che non mi sarebbe dispiaciuto svegliarlo all'improvviso, semplicemente per rivincita. Ad osservarlo meglio, era davvero adorabile mentre dormiva. Aveva dei bellissimi capelli, rasati ai lati e sul capo morbidi ricci un pò scombinati, una bocca carnosa e delle sopracciglia sottili. Il mio sguardo si soffermò sulle sue labbra, dio, aveva delle labbra meravigliose. Dovevo seriamente fermarmi dal pensare cose del genere, stavo degenerando. Tolsi quegli stupidi pensieri dalla mia testa, organizzando una semplice vendetta. Poi ebbi un'idea.
Scossi forte il braccio del ragazzo "Presto, presto, dobbiamo andare!".  Lui si svegliò di colpo scuotendo leggermente la testa con un'espressione sbalordita ma allo stesso tempo confusa.
"Cosa? Che cavolo sta succedendo?"
"Ops, nulla. Ti ho svegliato per sbaglio. Mi dispiace." dissi con un sorrisetto compiaciuto.
"Ah, ah. Molto divertente dolcezza"
Non so perchè, ma arrossii immediatamente, abbassando lo sguardo, così da distruggere l'immagine da "dura" che avevo appena mostrato.
"Ti imbarazzo, forse?" aggiunse lui.
"Perchè devi essere così arrogante? Insomma ti conosco da pochissimo e già sei insopportabile, non conosco neanche il tuo nome. Fortuna che dopo questo volo non ti rivedrò più"
"Mi chiamo Nicholas, per gli amici Nick. Quindi per te Nicholas" disse con il suo immancabile sorriso.
"Ah, ah."
- Vi comunichiamo che stiamo cominciando l'atterraggio -
"Finalmente" dissi ad alta voce.

Una volta atterrati all'aeroporto c'era un pullman ad aspettare me ed un altro guppo di ragazzi. Ci avrebbe portato presso degli appartamenti monolocale vicini all'università dove avremmo dormito. Sinceramente non mi aspettavo nulla di spettacolare, erano comunque piccoli appartamenti. Notai che nel pullman non c'era quel Nicholas o come si chiamava, per fortuna o forse no, forse mi dispiaceva. No. Scacciai quegli strani pensieri, e ammirai il panorama attorno a me. Non ero mai stata in Europa, e tutto questo mi emozionava. Inoltre la Spagna del Nord è bellissima. Speravo solo che mi sarei ambientata facilmente; il mio carattere è molto particolare, sono insicura di me stessa, e in alcune situazioni molto timida. Ma ero sicura che avrei fatto sicuramente amicizia. La cosa che più mi rassicurava è che c'era un ampio gruppo di ragazzi della mia stessa lingua che sarebbe andato alla mia stessa università.

Dopo qualche ora di pullman arrivammo all'edificio dei nostri appartamenti. Ci diedero le chiavi delle stanze e ci recammo verso i diversi piani. Misi la chiave nella serratura, ma non riuscivo ad aprire la porta.
"Vuoi un aiuto dolcezza?" conoscevo quella voce.
Mi girai di scatto presa dallo spavento, e vidi Nicholas.
"Che diavolo ci fai tu qui?" dissi presa dalla disperazione.
"Volevo darti una mano con la chiave" Nicholas si avvicinò sempre di più a me, e dopo un pò ammiccò.
"Ah, ah. Molto divertente, ti credi anche spiritoso"
"Dammi qua, e lasciami fare. Voi donne siete così.."
"Così come? Non ti sopporto."
"Se non fosse per me, a quest'ora staresti fuori la porta. E comunque.. siete così testarde." disse dopo aver aperto la porta con un semplice movimento del braccio.
"Avrei di certo chiesto aiuto a qualcuno!"
"Si, come no, ora vado a sistemare la mia valigia, dolcezza."
Roteai gli occhi e gli feci un cenno con la mano, aggiungendo dopo un pò "E comunque non siamo testarde, siete voi uomini ad essere così convinti!"
Nicholas si girò "Sono abbastanza convinto di molte mie doti", disse ammiccando di nuovo.
Lanciai un gridolino disperato, sentendo Nicholas ridere ed entrai in camera per disfarre le valigie. 




  
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