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Autore: delilahs    15/10/2013    1 recensioni
E se Tony fosse stato un marine?
Dopo qualche minuto passato ad osservarli nell’incertezza, uno dei soldati la indicò, dando un sonoro scapaccione dietro la testa di un altro, girato a salutare il proprio tenente.
“AHIA, Tim ma che ti pren-“ si interruppe non appena il suo amico indicò Ziva, sorridendo raggiante.
La ragazza sorrise luminosa, mentre Tony lasciava la sua enorme borsa abbandonata sul pavimento dell’aeroporto e iniziava a correre. In poco meno di tre secondi si incontrarono. Tony la guardò per un microsecondo, come per studiarla, infine allargò le braccia, come un invito.
ZIva lo accettò in pieno. Si tuffò nelle enormi braccia di suo marito, che la strinse forte. Lui inspirò il suo profumo, rimasto immutato nonostante il lungo viaggio e lui le strofinò dolcemente i capelli, stringendola sempre di più. Il loro abbraccio era paragonabile alla fusione di due cristalli purissimi. Si completavano, e fuori dalle loro braccia il mondo non esisteva. [***]
Genere: Fluff, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Anthony DiNozzo, Timothy McGee, Ziva David
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
- Questa storia fa parte della serie 'Love is passion, Love is kind.'
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Ziva si guardò attorno, confusa. Il grande aeroporto si estendeva per centinaia di chilometri davanti a lei, mentre migliaia di persone si affaccendavano senza degnarla di uno sguardo. Sospirò profondamente, stringendosi nella giacca verde militare che era stata di Tony. Inspirò forte il suo profumo. Sapeva di vecchi libri e polvere alla menta. Sapeva di vento e di grandezza.
Si incamminò verso il terminal più vicino, nascondendo un sorrisetto non appena vide una piccola area piena di bambini. Alcuni genitori, esausti, si erano accasciati su delle panchine mentre i bambini gridavano e correvano con le loro gambe esili. Una bambina di forse quattro anni le si parò davanti, osservandola curiosa.

Sei un soldato?” chiese, timida.

Oh. No, no. Mio marito lo è. Sai, oggi torna da una lunga guerra.” disse, accovacciandosi per poterla guardare in faccia.

E tu sei qui per aspettarlo?

Proprio così. Lo amo tanto tanto.  Tu perché sei qui?” disse la ragazza, non riuscendo a scorgere i genitori.

Sono qui con mia zia. Mamma è in Israele per una missione segreta e mio papà ha servito il paese tre anni fa.” rivelò, smorzando la voce sull’ultima parola.

Ah. Sai, forse mio marito conosce la tua mamma o il tuo papà.” sussurrò incerta.

E perché non vai a salutarlo?” concluse la bambina, ridacchiando mentre indicava con la manina un punto lontano.

Ziva si rialzò, confusa, seguendo la linea tracciata dal dito della bambina. Da lontano, scorse delle divise militari in gruppo. Allungò la mano, speranzosa, come se potessero vederla. Un uomo si girò, correndo incontro ad una ragazza bionda alta e magra. I suoi amici risero, battendosi pacche sulle spalle e togliendosi i cappelli da viaggio. Qualcosa di scintillante brillò al collo di uno dei soldati che ridevano. Ziva iniziò a correre, trascinata dalle sue stesse gambe. Arrivò presto ad una decina di metri dai soldati, che continuavano a ridere e scherzare, chi correva dalle rispettive mogli o fidanzate, chi salutava un’ultima volta i propri commilitoni, chi, come il soldato dal collo scintillante, continuava a fare battute e a guardarsi intorno con aria preoccupata.
Dopo qualche minuto passato ad osservarli nell’incertezza, uno dei soldati la indicò, dando un sonoro scapaccione dietro la testa di un altro, girato a salutare il proprio tenente.

AHIA, Tim ma che ti pren-“ si interruppe non appena il suo amico indicò Ziva, sorridendo raggiante.

La ragazza sorrise luminosa, mentre Tony lasciava la sua enorme borsa abbandonata sul pavimento dell’aeroporto e iniziava a correre. In poco meno di tre secondi si incontrarono. Tony la guardò per un microsecondo, come per studiarla, infine allargò le braccia, come un invito.
Ziva lo accettò in pieno. Si tuffò nelle enormi braccia di suo marito, che la strinse forte. Lui inspirò il suo profumo, rimasto immutato nonostante il lungo viaggio e lui le strofinò dolcemente i capelli, stringendola sempre di più. Il loro abbraccio era paragonabile alla fusione di due cristalli purissimi. Si completavano, e fuori dalle loro braccia il mondo non esisteva.  Tony le mise due dita sotto il mento, alzandole di poco la testa e la baciò. Lei perse la testa. Una lacrima le scese lenta sulla guancia, mentre entrambi assaporavano il bacio. A volte, si dice che quando ami davvero una persona, se quella persona ti bacia, tu vedi le stelle. Quella volta Ziva vide molto di più. Vide il suo futuro. Con tutto quello che avrebbe comportato.
Tony le prese la mano, ancora cullandola tra le sue braccia, mentre lei rideva, e si accoccolava beata sul suo petto.

Allora. Come sta il piccolo Leroy?” chiese Tony, stringendola mentre le accarezzava il rigonfiamento sulla pancia.  Ziva sorrise, scostandosi di poco per poter affogare in quegli occhi color del mare. Annuì gioiosa, contro il suo petto. Si sentiva una bambina, stretta tra le enormi e muscolose braccia di quel marine. Si sentiva sicura. Si sentiva a casa.

Bene, adesso che è con il suo papà.” disse infine, con le guancie imporporate e gli occhi lucidi, mentre con suo marito si incamminava verso i loro migliori amici, che stavano a fissarli soddisfatti e maliziosi.


 


   
 
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